Vignola Patrimonio Srl: storia di un “flop”, di Monica Maisani e Fabrizio Migliori

30 aprile 2011

Nella seduta del 28 aprile il Consiglio Comunale ha approvato il bilancio della società Vignola Patrimonio Srl,  di cui il Comune di Vignola è socio unico. Abbiamo già espresso in molti articoli apparsi su questo blog (vedi)  le nostre perplessità circa le motivazioni che hanno portato a costituire la società, nonché la nostra contrarietà ad una gestione di fatto  ristretta al solo gruppo di maggioranza. I rilievi mossi dalla Lista di cittadini Vignola Cambia in Consiglio Comunale hanno portato ad alcuni cambiamenti, dobbiamo riconoscerlo, come la delibera di indirizzo sul controllo della società da parte del Consiglio comunale, gli sforzi di una maggiore trasparenza nella gestione da parte del nuovo Amministratore, ma non abbiamo invece visto grandi risultati dal punto di vista della efficienza gestionale.

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Primo bilancio di missione del comune di Vignola: voto 5.

28 aprile 2011

Pungolata da una lettera del gruppo consiliare Vignola Cambia in cui si ricordava la norma dello Statuto comunale che dispone la presentazione del “bilancio di missione” contestualmente all’approvazione, in consiglio comunale, del bilancio consuntivo (vedi), l’amministrazione comunale ha presentato il documento nella seduta consiliare odierna, giovedì 28 aprile. Il bilancio di missione è infatti un documento di rendicontazione che dovrebbe raccontare, affidandosi il più possibile a dati oggettivi (es. indicatori), l’attività dell’amministrazione comunale, nel tentativo di sottrarre la valutazione della performance alla mera propaganda ed anche di renderla “leggibile” al comune cittadino. Operazione riuscita? Diciamo subito che l’operazione non è riuscita e che richiederà, se l’amministrazione intenderà proseguire su questo fronte (cosa opportuna), un maggiore investimento in intelligenza (locale e collettiva) per la seconda edizione. Oltre che una diversa metodologia. Certo, si tratta della prima edizione ed è dunque buona norma adottare criteri di giudizio non troppo severi. E’ comunque vero che l’assessore al bilancio, Romina Bertoni, è al lavoro su questo progetto da almeno un anno, per cui c’erano i tempi per redigere un documento meno retorico, meno didattico, più ragionato, metodologicamente più solido, più focalizzato sui punti decisivi (e controversi). Essendo stato distribuito ai consiglieri in data odierna la mia rassegna non è esaustiva. Ma sono convinto che anche ad una lettura più meditata il giudizio non è destinato a cambiare in modo significativo. Comunque sia, mi limito qui a tre considerazioni: di metodo, di contenuto (generale), ancora di contenuto ma con particolare riferimento ad alcuni ambiti: la crisi e l’efficacia o meno delle politiche anticrisi, la gestione del territorio, le politiche ambientali.

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Delirio di onnipotenza o dolcetto/scherzetto? Un’iniziativa del circolo didattico di Vignola su “le punizioni fanno crescere!”, di Claudia

26 aprile 2011
Vi scrivo in merito all’ultimo invito alla conferenza dibattito del 10 maggio promossa dalla Direzione Didattica di Vignola. Non vi nascondo che il titolo mi ha lasciato … interdetta: “Educazione alla genitorialità: le punizioni fanno crescere!” (qui il testo in pdf della locandina). Anche adesso riscrivendolo provo un senso di smarrimento e di incredulità … e anche di tristezza. Mi auguro che sia una provocazione, anche se come provocazione non mi piace per niente; in un momento in cui tutte le statistiche dimostrano che con l’aumento della crisi e della povertà a farne le spese, nelle famiglie con questi disagi sono i soggetti più deboli, cioè i bambini, e che è solo dell’altro ieri la notizia su Il Resto del Carlino di una maestra condannata per abuso di correzione, in cui per altro si dice che i bambini raramente parlano con le famiglie delle punizioni subite a scuola, ribadisco che, anche se vuole essere una provocazione, non mi piace per niente. Avrei gradito un punto di domanda alla fine, un “che”, un “forse?”, un “parliamo di…” ma questo bel punto esclamativo mi sembra proprio una dimostrazione di autorità (non ho detto autorevolezza), quell’autorità che ci suona così male quando esce dalla bocca di certi politici da scambiarla per dittatura. Leggi il seguito di questo post »

PoesiaFestival & C. Uno sguardo disincantato sugli eventi culturali del territorio dell’Unione

16 aprile 2011

I due eventi culturali più importanti del territorio dell’Unione Terre di Castelli hanno trovato spazio in questi giorni sui quotidiani locali. Mi riferisco al PoesiaFestival (vedi) ed al Festival nazionale ed europeo del Teatro dei Ragazzi di Marano (vedi). Il primo è, ad oggi, l’unico evento progettato e realizzato sin dall’inizio a livello di Unione Terre di Castelli – ed oggi coinvolge anche il Comune di Maranello. Il secondo è, ancora oggi, alla XXVIIa edizione, un evento solo maranese, nonostante, nel frattempo, la disponibilità di teatri nella zona si sia decisamente ampliata, prima con il teatro La Venere a Savignano, quindi con il teatro E.Fabbri a Vignola. Diversi i motivi che li hanno portati all’attenzione dei media locali. Per il Teatro dei Ragazzi di Marano l’occasione è l’inaugurazione (avvenuta ieri alle 20.30 – location il solito Centro culturale di Marano) e dunque la presentazione del programma che si dipana fino al 14 maggio. Per il PoesiaFestival, invece, si tratta di una polemica tra il coordinatore del PD del territorio, Luca Gozzoli, ed il Comune di Savignano (vedi Il Resto del Carlino del 14 aprile, p.23). Gozzoli ha attaccato denunciando l’intenzione dell’amministrazione di Savignano di abbandonare il festival. Questa ha risposto che si tratta solo di un ridimensionamento del contributo finanziario, che passa da 10 a 5mila euro. Dunque nessun abbandono, nessuna smobilitazione. Al di là dei motivi contingenti e più o meno mondani, vale la pena interrogarsi su questi due eventi culturali e sulla capacità di questo territorio di promuovere iniziative nel campo culturale che siano allo stesso tempo iniziative di qualità (volte a promuovere la cultura) ed anche in grado di dare visibilità al territorio e di attrarre visitatori e turisti. Leggi il seguito di questo post »


Impianto di cogenerazione e teleriscaldamento: si scrive energia, si legge democrazia, di Monica Maisani e Eleonora Mariotti

13 aprile 2011

Lo spunto per il titolo di questo post viene dalla Campagna Referendaria per l’acqua pubblica. L’energia, come l’acqua, è un bene comune: la sua produzione e il suo utilizzo devono essere oggetto di decisioni democratiche. Come Lista di cittadini “Vignola Cambia” abbiamo più volte affrontato l’argomento energia, nel programma elettorale e nei nostri recenti emendamenti al Bilancio,  sia dal punto di vista del risparmio che dal punto di vista della sua produzione ed utilizzo più efficiente, ribadendo la necessità, prima di tutto, di un Piano energetico, che vuol dire definire insieme ai cittadini una “politica energetica”. La conoscenza di dati e problemi, infatti,  consente ai cittadini di partecipare alle scelte strategiche , come quelle relative all’energia, di trovare delle soluzioni in modo informato e quindi consapevole. Vignola Cambia ha presentato in Consiglio Comunale delle proposte concrete che sono state bocciate con giustificazioni pretestuose, col fare di chi non ama dialogare. Mentre gli eventi catastrofici in Giappone hanno portato le più grandi potenze economiche del mondo a rivedere i propri programmi nucleari, rilanciando politiche energetiche di risparmio connesso all’uso di fonti rinnovabili, l’Italia ha fatto un timido e truffaldino (solo per affondare il referendum)  passo indietro approvando una moratoria di un anno, senza peraltro porsi il problema di ridefinire la sua politica energetica. Il prezzo del petrolio sale alle stelle e l’uso delle fonti fossili viene drasticamente ridotto dai programmi energetici europei anche allo scopo di raggiungere gli obiettivi del Protocollo di Kyoto ( 20/20/20); anche la Regione Emilia Romagna si muove approvando un Piano energetico tutto improntato sull’uso delle fonti rinnovabili, invece a livello locale l’Amministrazione Comunale di Vignola resuscita il Progetto M.E.T.E. del 2004 peggiorandolo e rendendolo oggi l’opera più inutile per i cittadini, dannosa per l’ambiente ed economicamente svantaggiosa. Leggi il seguito di questo post »


Affonda la centrale a Biomasse, ma il gas fa galleggiare CPL Concordia e una Giunta “non rinnovabile”, di Stefano Corazza

11 aprile 2011

Con una recente decisione di Giunta  (delibera n.40 del 28 febbraio 2011) il Comune di Vignola ha deliberato una modifica alla concessione a Vignola Energia (una società costituita da CPL Concordia) per una centrale a cogenerazione (produce cioè elettricità e acqua calda) con annessa rete di teleriscaldamento. Ma con lo stesso atto ha fatto indirettamente di più. La Giunta di Vignola ha cancellato, è vero, una disgraziata idea (mancante di ogni requisito di reale fattibilità come già discusso ampiamente su questo blog: vedi) di realizzare un impianto a biomasse, ma ha mantenuto la previsione di una centrale che utilizza un combustibile fossile come il gas.

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Si tagliano i servizi per i disabili. La protesta degli operatori e dei genitori

10 aprile 2011

Sabato 9 aprile, nel pomeriggio, a Vignola, si è tenuto un piccolo presidio in difesa dei servizi per disabili dell’Unione Terre di Castelli. Si tratta in primo luogo di tre centri socioriabilitativi, una sorta di “centri diurni” dedicati all’assistenza di persone disabili: i Portici (Vignola), i Tigli (Savignano s.P.), le Querce (Castelnuovo Rangone). Bandiere delle organizzazioni sindacali (CGIL e CISL), cartelloni e un po’ di folklore (musica, canzoni …) per richiamare l’attenzione dei cittadini, affacendati nel gustarsi la festa dei ciliegi in fiore.

Operatori, genitori degli utenti, sindacalisti protestano contro il taglio ai servizi per disabili dell’Unione Terre di Castelli (foto del 9 aprile 2011)

Il tema merita indubbiamente più attenzione di quanto la stampa e la politica locale abbia dedicato ad esso. La posta in gioco, infatti, riguarda la qualità dei servizi per i disabili – un pezzo importante del nostro welfare locale. Una qualità sin qui elevata e che ora, seguendo pedissequamente le norme regionali per l’accreditamento, si vorrebbe ridimensionare. Conseguendo, in tal modo, una riduzione della spesa. La posta in gioco riguarda il modo in cui intendiamo i diritti delle persone più fragili. Riguarda, in altri termini, il modo in cui ci definiamo come comunità – quali valori mettiamo al primo posto. Cerchiamo di capire cosa succede. Leggi il seguito di questo post »


Dehors a Vignola: le immagini

9 aprile 2011

Per l’ennesima volta vorrei provare a chiarire che non sono del “partito” del NO ai dehors. Ho sempre tentato di sottrarmi al gioco infantile delle dicotomie: dehors sì, dehors no. Sono invece del partito “dehors a certe condizioni”. Sono del partito che vorrebbe vedere l’amministrazione comunale prendere sul serio la responsabilità che i cittadini le hanno assegnato (peraltro con qualche titubanza). Quella di governare perseguendo l’interesse generale che non è la sommatoria degli interessi degli esercenti dei bar di Vignola. Questo è il punto. Quando Eleonora Mariotti, per prima, ha ricordato che in altre città il tema è stato affrontato con un approccio sistematico, adottando un regolamento generale, ha inteso richiamare proprio il tema dell’interesse generale e della responsabilità della pianificazione (che sta in capo a chi amministra) (vedi). Che è l’interesse per una città viva (anche commercialmente viva), ma è anche l’interesse per una città di qualità, a misura di persone (e non di automobili), una città che valorizza il proprio paesaggio urbano e che cerca di migliorarlo. Una città in cui l’amministrazione ha un disegno preciso (e si prende la briga di spiegarlo ai cittadini ed alle associazioni di categoria) sugli spazi che sono vocati alla socialità e quelli che, per diverse ragioni (esigenze della mobilità, tutela del paesaggio, tutela dei residenti), non lo sono.

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Conoscenza del vento. Opera prima di Marco Bini

8 aprile 2011

Mercoledì 6 aprile presso la Libreria Feltrinelli di piazza Galvani a Bologna, nell’ambito del ciclo “Parola di poeta”, si è tenuta la presentazione del libro di poesie Conoscenza del vento (Giuliano Ladolfi editore, Borgomanero, impresso nel mese di marzo 2011: vedi), opera prima di Marco Bini. Vignolese, classe 1984. Un’anticipazione era apparsa nel volume collettivo Pro/Testo. Versi, uscito per i tipi di FaraEditore nel 2009 (vedi). Non ho alcun titolo per parlare di poesia, se non quello del lettore curioso che avendo già apprezzato alcune poesie di Marco Bini, si è fatto attrarre dall’evento prima, dal libro poi. Forse anche con la speranza di recuperare un rapporto meno ingenuo con la poesia. Comunque, ecco alcune considerazioni ed anche alcune personalissime selezioni.

Marco Bini, in occasione della presentazione di "Conoscenza del vento", libro di poesie (Libreria Feltrinelli di piazza Galvani, Bologna, 6 aprile 2011)

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Chi paga la crisi economica in questo territorio? In primo luogo i giovani

6 aprile 2011

Su La Stampa del 2 aprile Luca Ricolfi ribadisce una verità scomoda, ma oramai assodata: la crisi economica colpisce di più il mercato del lavoro degli italiani che degli stranieri. Anche gli ultimi dati Istat confermano questa tesi.  Anche a Vignola i dati dell’anagrafe fanno pensare che l’occupazione degli stranieri è meno colpita dalla crisi economica di quella degli italiani (vedi). E’ anche questo un indicatore del fatto che il nostro sistema economico perde capacità di produrre posti di lavoro a maggiore qualificazione. Ieri a Bologna l’Istituto Gramsci dell’Emilia-Romagna ha tenuto il primo di una serie di seminari, dedicato a “Essere poveri a Bologna” (vedi). Interessante soprattutto l’analisi sui redditi dei bolognesi condotta da Gianluigi Bovini, capo dipartimento programmazione del Comune di Bologna. Evidenzia che nel passaggio dal 2007 al 2008 il reddito dei bolognesi è calato, in termini reali, di circa il 2% e che negli ultimi anni è cresciuta la parte di reddito delle persone anziane, mentre è calata la quota di reddito delle persone più giovani. La crisi economica, insomma, redistribuisce la “ricchezza” in un modo che penalizza i giovani. E, nella crisi, perdiamo la capacità di produrre “buona occupazione”, quella ad alta qualificazione. La capacità di monitorare questi processi è fondamentale per impostare politiche locali che, pur in una situazione di ristrettezza finanziaria, provino a promuovere un “nuovo” sviluppo economico, creando opportunità per le nuove generazioni a cui la società italiana (e la politica) sta presentando il conto. Non è paese per giovani, intitolano in diversi. Purtroppo hanno ragione. Leggi il seguito di questo post »