Lo scenario della combustione in materia di gliceridi o, detto volgarmente, rifiuti artefatti di grassi animali si sta modificando rapidamente. La scintilla mediatica è stata certamente la trasmissione di Report (RAI3) del 18 ottobre 2015 (vi si dice: “Il grasso animale: la direttiva europea recepita dai ministeri della Salute e delle Politiche agricole lo classifica come combustibile per produrre energia rinnovabile, mentre quello dell’Ambiente non si è aggiornato. Così è il burocrate locale che decide se un impianto può funzionare, o deve essere bloccato.” – vedi), unita probabilmente alla pubblicazione sulla rivista di Medicina Democratica del quadro esatto normativo a livello nazionale ed europeo (abbracciando 2 ministeri italiani e 2 Commissioni europee) [un articolo scritto da Roberto Monfredini: pdf], in tema di combustione grassi/rifiuti animali. Leggi il seguito di questo post »
Centrale a biomasse Inalca. Cosa succede?
20 giugno 2012La Conferenza dei servizi, riunitasi il 22 maggio scorso, ha stabilito che “non risulta possibile concedere l’autorizzazione a realizzare l’impianto di cogenerazione”. La decisione era stata anticipata a Il Resto del Carlino, in modo decisamente singolare, dall’assessore provinciale Stefano Vaccari (era il 3 maggio: pdf; si deve tenere conto che pochi giorni dopo si tenevano le elezioni comunali a Castelnuovo Rangone, uno dei comuni interessati dall’impianto!). Ma la vicenda non finisce qui. Sempre nella seduta del 22 maggio, il rappresentante di Inalca ha comunicato che “la ditta ritiene prioritaria la realizzazione della sezione di rendering, che può essere alimentata dai motori e dalle caldaie già esistenti presso l’impianto. Richiede pertanto di valutare separatamente le due sezioni impiantistiche”. In pratica l’originario progetto viene diviso in due. La seconda parte viene “bocciata” (il termovalorizzatore per la produzione di energia) – appunto nella seduta del 22 maggio. Si andrà invece a realizzare solo la prima parte. Per ora. Così, con gran tempestività, è stato certificato dalla Conferenza dei servizi del 18 giugno scorso. Che ha approvato questo “nuovo progetto” (vedi).
La nascita del Comitato è il sintomo di una patologia, di Roberto Monfredini
31 Maggio 2012Ho ricevuto da Roberto Monfredini, del Comitato No Impianto a Biomasse Inalca (vedi), questo testo in cui racconta l’esperienza del comitato e, da quella esperienza, prende spunto per sviluppare alcune considerazioni sulla difficoltà di tutelare il territorio e la qualità della vita (salute inclusa!) dei cittadini che ci vivono contro il “blocco” economico-amministrativo che si è costituito nel tempo. Esprime ragioni e sentimenti che andrebbero presi sul serio dalle autorità locali e spero che possa suscitare un adeguato dibattito.
Una delle osservazioni più frequenti in questi 8 mesi è stata: “ma scusate, volete andare a mangiare la pizza e stare bene … e allora di cosa vi lamentate?” Voce di popolo. Non isolata, ma costante. A volta urlata lungo la strada, con anche apostrofi non proprio bellissimi. Il 30 novembre, nella sala di Castelnuovo [all’assemblea pubblica sulla centrale organizzata dal Movimento 5 Stelle di Castelvetro], avevamo compreso poche cose, ma fondamentali. Il cat 1, il camino di 15 metri, la probabile diossina nell’aria, l’arrivo a Castelvetro di mezzi pesanti con scarti animali dalla Lombardia ed in ipotesi da altre Regioni o Stati e poche altre cose, ma soprattutto la voce del popolo infuriata per la mancanza di informazione, in particolare degli agricoltori e allevatori consorziati di Castelvetro e limitrofi. Un gruppo di coraggiosi il 16 dicembre si costituisce in comitato. Circa 20 persone. Poi come sempre accade alcuni lasciano altri entrano, il gruppo si salda, si definisce apartitico, stabilisce le gerarchie, prende un codice fiscale … e comincia il lavoro di opposizione (vedi). Leggi il seguito di questo post »
Arriva il no alla Centrale a biomasse Inalca. Una riflessione
27 Maggio 2012Il progetto presentato da Inalca Spa per la realizzazione di una centrale a biomasse da realizzare nello stabilimento di Castelvetro è stato valutato “non conforme” dalla Conferenza dei servizi che si è riunita il 22 maggio scorso. “L’impianto di termovalorizzazione dell’Inalca di Castelvetro non è conforme alle norme europee e alle norme urbanistiche quindi non può esser realizzato.” Il giudizio era già stato anticipato, in modo assai singolare, dall’assessore provinciale all’ambiente Stefano Vaccari (il 3 maggio su Il Resto del Carlino) – l’unico motivo che può spiegare questa prassi inusuale è il timore di effetti sul voto (visto che a Castelnuovo il 6 e 7 maggio si sono svolte le elezioni comunali) (vedi). Il Comitato No Centrale a Biomasse Inalca esprime soddisfazione per l’epilogo di questa vicenda (vedi), ma già si prefigura impegnato ad affrontare altri progetti del genere, sinora solo abbozzati (si parla di un “polo energetico” in comune di Castelnuovo Rangone). Più che commentare questa decisione, mi preme riflettere ancora una volta sul procedimento e sul ruolo giocato dal Comitato. Vediamo.
Dall’azione del Comitato NO impianto a biomasse Inalca uno stimolo agli amministratori locali anche per una reale trasparenza
13 marzo 2012Più di cento persone hanno preso parte, venerdì 9 marzo a Spilamberto, all’assemblea pubblica promossa dal Comitato No impianto biomasse Inalca (vedi). Altrettante erano presenti all’incontro dell’1 marzo, questa volta a Castelvetro, sempre organizzato dal Comitato. Intanto il Comitato prosegue la raccolta di firme contro l’impianto: 2.500 firme sono quelle ad oggi acquisite. E’ in atto, insomma, un’importante azione di informazione e di mobilitazione dei cittadini. Sull’importanza dell’azione del Comitato abbiamo già scritto (vedi). Esso svolge una triplice azione: una funzione di “allerta”, ovvero di richiamo dell’attenzione della collettività su un progetto a cui sono associati elementi di rischio o pericolosità; una funzione di “mobilitazione”, ovvero di sensibilizzazione dei cittadini, invitati così a cercare informazioni ed a farsi un’opinione su un tema controverso; una funzione di “produzione” di informazioni, dati, argomenti da opporre al progetto, utilizzando i canali istituzionali (le “osservazioni” al “procedimento unico” attivato in sede provinciale – la fase di raccolta delle osservazioni termina l’1 aprile 2012). E’ significativo che in queste ultime settimane l’azione del Comitato sia stato apprezzato non solo dai cittadini, ma anche dagli amministratori. Ho personalmente ascoltato l’apprezzamento del sindaco di Castelvetro, Giorgio Montanari: “Il Comitato sta facendo un buon lavoro” (così nella seduta della commissione consiliare del 21 febbraio, poi ripetuto nell’assemblea dell’1 marzo). Ed anche il 9 marzo, a Spilamberto, tanto il vicesindaco Daniela Barozzi, quanto il consigliere comunale PD Marco Villa hanno ringraziato il Comitato per l’opera che svolge. Tutto bene, dunque? Forse sì. Ma forse proprio questa vicenda dovrebbe far interrogare gli amministratori locali sulla trasparenza dei processi decisionali delle amministrazioni che presiedono (o in cui queste sono coinvolte – ricordiamo che l’autorizzazione dell’impianto è di competenza della Provincia e che l’amministrazione comunale di Castelvetro è “solo” un “partecipante” alla conferenza di servizi). Su questo almeno una considerazione va fatta. Leggi il seguito di questo post »
Una centrale a biomasse all’Inalca? Le ragioni dei cittadini che protestano, di Ernesto M. Amico
12 gennaio 2012Mettiamo che a qualcuno di noi fosse proposto di cambiare in casa propria un impianto per riscaldare e illuminare. Quali sarebbero le nostre prime domande? Forse a cosa serve, come funziona, quanto costa e anche: porta delle migliorie, è sicuro per me, i miei famigliari e vicini e, perché no, i miei animali domestici? Mettiamo che veniamo invece a sapere che un nuovo impianto si stia progettando a nostra insaputa, non verrebbe in mente a ciascuno di noi di dire: calma, fermate tutto, fatemi capire …? L’ambiente in cui viviamo è la nostra casa. Preoccuparsi di cosa si vuole realizzare sul territorio non è – come ha detto qualcuno – rasentare l’allarmismo ma, mutatis mutandis, seguire quella che è definita la “diligenza del buon padre di famiglia”. La diligenza di chi non aspetta di intervenire quando le cose sono fatte, ma agisce per tempo.
Da cittadino e non da tecnico mi sto interrogando assieme ad altri cittadini (vedi) sul progetto che Inalca spa di Castelvetro ha presentato in Provincia per le necessarie autorizzazioni (vedi). Di cosa si tratta? Leggi il seguito di questo post »
Impianto di cogenerazione e teleriscaldamento: si scrive energia, si legge democrazia, di Monica Maisani e Eleonora Mariotti
13 aprile 2011Lo spunto per il titolo di questo post viene dalla Campagna Referendaria per l’acqua pubblica. L’energia, come l’acqua, è un bene comune: la sua produzione e il suo utilizzo devono essere oggetto di decisioni democratiche. Come Lista di cittadini “Vignola Cambia” abbiamo più volte affrontato l’argomento energia, nel programma elettorale e nei nostri recenti emendamenti al Bilancio, sia dal punto di vista del risparmio che dal punto di vista della sua produzione ed utilizzo più efficiente, ribadendo la necessità, prima di tutto, di un Piano energetico, che vuol dire definire insieme ai cittadini una “politica energetica”. La conoscenza di dati e problemi, infatti, consente ai cittadini di partecipare alle scelte strategiche , come quelle relative all’energia, di trovare delle soluzioni in modo informato e quindi consapevole. Vignola Cambia ha presentato in Consiglio Comunale delle proposte concrete che sono state bocciate con giustificazioni pretestuose, col fare di chi non ama dialogare. Mentre gli eventi catastrofici in Giappone hanno portato le più grandi potenze economiche del mondo a rivedere i propri programmi nucleari, rilanciando politiche energetiche di risparmio connesso all’uso di fonti rinnovabili, l’Italia ha fatto un timido e truffaldino (solo per affondare il referendum) passo indietro approvando una moratoria di un anno, senza peraltro porsi il problema di ridefinire la sua politica energetica. Il prezzo del petrolio sale alle stelle e l’uso delle fonti fossili viene drasticamente ridotto dai programmi energetici europei anche allo scopo di raggiungere gli obiettivi del Protocollo di Kyoto ( 20/20/20); anche la Regione Emilia Romagna si muove approvando un Piano energetico tutto improntato sull’uso delle fonti rinnovabili, invece a livello locale l’Amministrazione Comunale di Vignola resuscita il Progetto M.E.T.E. del 2004 peggiorandolo e rendendolo oggi l’opera più inutile per i cittadini, dannosa per l’ambiente ed economicamente svantaggiosa. Leggi il seguito di questo post »
Affonda la centrale a Biomasse, ma il gas fa galleggiare CPL Concordia e una Giunta “non rinnovabile”, di Stefano Corazza
11 aprile 2011Con una recente decisione di Giunta (delibera n.40 del 28 febbraio 2011) il Comune di Vignola ha deliberato una modifica alla concessione a Vignola Energia (una società costituita da CPL Concordia) per una centrale a cogenerazione (produce cioè elettricità e acqua calda) con annessa rete di teleriscaldamento. Ma con lo stesso atto ha fatto indirettamente di più. La Giunta di Vignola ha cancellato, è vero, una disgraziata idea (mancante di ogni requisito di reale fattibilità come già discusso ampiamente su questo blog: vedi) di realizzare un impianto a biomasse, ma ha mantenuto la previsione di una centrale che utilizza un combustibile fossile come il gas.