Innesta la retromarcia, l’ex-sindaco ed ora neo-candidato Mauro Smeraldi. La fusione dei comuni non è più un tema da battaglia. Troppo rischioso. Troppo facile perdere voti – specie se non si sa dire perché il tema merita di essere affrontato seriamente. E soprattutto se non si vuole spiegare come mai lo “studio di fattibilità”, di cui l’allora presidente dell’Unione Terre di Castelli era il principale responsabile politico, è fatto talmente male da essere subito finito in un cassetto (vedi). Insomma prima vagheggiava la “grande fusione”, poi ridimensionata alla fusione ristretta Vignola-Marano (vedi). Ora Smeraldi approda alla posizione “nessuna fusione” – visto che lo studio di fattibilità (di cui è responsabile) è fatto troppo male. Il tutto in meno di un anno. Evidentemente coerenza e senso di responsabilità politica non sono di casa da quelle parti. Leggi il seguito di questo post »
Verso la farsa? Il sindaco di Vignola auspica una fusione tra i comuni di Vignola e Marano
24 dicembre 2016Un anno e mezzo di lavori affidati a Nomisma & C (ovvero ad un’équipe che non si è rivelata all’altezza del compito) hanno prodotto uno studio di fattibilità assolutamente deludente (vedi). Entrambi i temi affidati agli “analisti” (fusione tra più comuni oppure rafforzamento dell’attuale Unione Terre di Castelli, che non gode proprio di ottima salute: vedi) sono stati trattati in modo maldestro, lasciando praticamente tutti insoddisfatti (i diversi documenti sono accessibili qui). La giunta dell’Unione “ne prende atto” con delibera n.129 del 16 dicembre 2016 (pdf). Ovviamente la delibera è il prerequisito per poter richiedere la liquidazione della seconda tranche del contributo regionale – un atto dovuto, in sintesi. Però qualcuno che si assuma la responsabilità politica di questo flop sarebbe opportuno (e primo incaricato della conduzione del progetto era il presidente Mauro Smeraldi). Tema troppo complesso per questi amministratori locali. Ne abbiamo preso atto. Ma che ora la vicenda finisca in farsa non è proprio il caso. Eppure proprio Mauro Smeraldi commenta sulla stampa locale (Il Resto del Carlino – Modena del 21 dicembre 2016: pdf) “che al momento la fusione più plausibile è quella tra Vignola e Marano, che porterebbe senz’altro vantaggi ad entrambi”. Tanto rumore per nulla – potremmo chiuderla così. Leggi il seguito di questo post »
Consegnata la versione definitiva dello studio di fattibilità sulla fusione dei comuni. Inizia il gioco duro?
10 dicembre 2016“Egregio Dottor Sapienza, sono con la presente ad inviare in allegato la documentazione finale relativa al Progetto Fusione Comuni “Terre di Castelli”, offerta 005045. Nello specifico di seguito l’elenco dei file allegati [segue elenco dei 13 allegati]. RingraziandoVi e auspicando che il lavoro da noi espletato sia risultato di Vostro gradimento, invio i migliori saluti.” E’ il testo della lettera di accompagnamento dei materiali finali dello studio di fattibilità sulla “fusione dei comuni” dell’Unione Terre di Castelli. Firmata dal consigliere delegato di Nomisma. Non so cosa pensa il “Dottor Sapienza” (segretario generale dell’Unione), ma io non ho dubbi: il risultato non è di mio gradimento. Il risultato, infatti, è una stratificazione di versioni, correzioni, aggiornamenti su una struttura che mantiene ancora oggi tutte le manchevolezze iniziali (vedi). Con l’aggiunta, conseguente al lavoro continuo di rivisitazione, della completa illeggibilità del testo (ed incomprensibilità di alcuni passaggi chiave). Leggi il seguito di questo post »
Studio di fattibilità sulla fusione dei comuni/2. Analisi superficiale su mappa servizi, proposte nuovo statuto, nuova fusione in rapporto all’Unione, ecc.
7 novembre 2016Prosegue l’analisi della documentazione prodotta da Nomisma e MIPA sulla fusione dei comuni dell’Unione Terre di Castelli. Dopo l’Analisi socio-economica (vedi) prendiamo in considerazione i documenti 2, 3 e 4. Si tratta di documenti di analisi della realtà attuale e che dovrebbero iniziare a fornire ragioni e prospettive per la fusione (o le fusioni). Purtroppo non è così. Quando ci sono dati utili non vengono adeguatamente “valorizzati”. Ma in genere mancano analisi convincenti (ovvero approfondite, non limitate agli slogan pro-fusione). Anche questi tre documenti testimoniano della superficialità dell’analisi. Del cattivo lavoro di “studio” svolto. Leggi il seguito di questo post »
Studio di fattibilità sulla fusione dei comuni/1. Analisi socio-economica
1 novembre 2016Anche chi come me non nutre alcuna diffidenza o contrarietà preliminare all’ipotesi di una “fusione dei comuni” dell’Unione Terre di Castelli deve riconoscere che lo studio di fattibilità realizzato da Nomisma & soci è fatto male e non offre alcuna solida base per un ragionamento sul che fare. Se le cose sono andate così non è colpa dei “comitati per il no” (ultimo nato quello di Vignola: vedi), ma piuttosto degli amministratori locali (e, per essere precisi, dei sindaci – con in testa il presidente dell’Unione Mauro Smeraldi). Incapaci di commissionare e poi pretendere uno studio di qualità. Peccato. Un’occasione mancata – di questo si tratta. Di fusione o meno si tornerà (forse) a parlare tra qualche anno (il mio pronostico: non prima della prossima legislatura), perlomeno se questo “studio” condotto davvero male non avrà affossato definitivamente il tema. Per spiegare a cittadini perplessi (per usare un eufemismo) che il tema va preso sul serio, specie dopo dieci anni di crisi economica (di cui non si vede la fine), servirà l’intelligenza politica sino a qui mancata. Comunque, lo studio di fattibilità è costituito da 9 documenti. Iniziamo in questo post un’analisi critica puntuale (per ora limitata ad uno dei 9). Uno dei documenti più corposi (secondo solo alle “conclusioni”, 51 pagine) è quello sull’analisi del contesto socio-economico (qui il testo: pdf). Non è certo quello più rilevante (o strategico), anzi è il più banale (eppure anche questo fatto male). Cosa ci dice? E soprattutto è utile per maturare un orientamento decisionale sul che fare? Leggi il seguito di questo post »
Battuta d’arresto della fusione dei comuni in Emilia-Romagna
18 ottobre 2016Domenica 16 ottobre i cittadini di 16 comuni dell’Emilia-Romagna sono stati chiamati al referendum “consultivo” per decidere in merito a progetti di fusione di comuni e precisamente per decidere se procedere o meno alla nascita (per accorpamento) di 6 nuovi comuni. Nella maggior parte dei casi i cittadini hanno detto no, tanto che il progetto di fusione è stato pienamente approvato in un solo caso, quello di Mirabello e Sant’Agostino in provincia di Ferrara. E’ un esito che non va minimizzato da chi ritiene che occorra affrontare una delle debolezze delle istituzioni locali italiane, le troppo piccole dimensioni (con conseguente incapacità di erogare servizi ai cittadini adeguati dal punto di vista quantitativo e qualitativo). Da seguire, inoltre, il caso dei tre comuni della provincia di Rimini (Mondaino, Montegridolfo e Saludecio) in cui la Regione potrebbe decidere di procedere comunque (seguendo le norme regionali), anche contro la volontà espressa dai cittadini di uno dei comuni (vedi). Leggi il seguito di questo post »
Nasce anche a Vignola un comitato contro la fusione dei comuni. Dov’è la notizia?
16 ottobre 2016Si è costituito anche a Vignola un comitato per il no alla fusione dei comuni – ne dà conto la stampa locale di ieri (maggiore risalto su Prima Pagina: pdf). Ma la vera notizia non è questa. La vera notizia è che i promotori del comitato vignolese (che si aggiunge a quelli, assai più agguerriti, di Spilamberto, Marano e Castelnuovo) sono in larga parte esponenti della maggioranza “civica”. Ennesima testimonianza di un problema di leadership. In mancanza di un leader che faccia il leader (dovrebbe essere questa una delle funzioni del sindaco) e di un’arena di confronto della maggioranza si scatenano le forze centrifughe. Ciascuno si sente legittimato a fare quello che gli pare. Questo è il primo vero messaggio del neonato comitato vignolese. Ma non finisce qui. La costituzione del comitato è l’ennesima testimonianza del dilagare della cattiva politica, una politica a bassa razionalità (infatti il suo “no” è un no a prescindere). Non è in discussione il fatto che si possa essere contro la fusione dei comuni. Ciò che colpisce è l’essere contro senza minimamente cercare di fare un’analisi approfondita dei pro e dei contro. Nessuno dei promotori – c’è da scommetterlo – ha infatti letto i documenti dello studio di fattibilità in corso (vedi). Per chi cerca di alzare il (troppo) basso livello della discussione politica locale è un colpo al cuore.
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Fusione dei comuni: esortazione agli amministratori locali, di Roberto Adani
17 settembre 2016Le difficoltà ed anzi le insufficienze dello studio di fattibilità sulla fusione dei comuni dell’Unione Terre di Castelli erano ampiamente prevedibili (vedi). Già la conoscenza della macchina amministrativa è spesso ignota anche alle migliori università italiane e ancor di più alle varie società di consulenza. Se a questo si aggiunge che ogni amministrazione ha una propria storia e un’organizzazione peculiare, l’ignoranza di uno studioso esterno diventa completa. Le consulenze esterne hanno senso quando ci si voglia confrontare con elementi esterni alle amministrazioni, quando si vogliono trasferire meccanismi e cultura in uso nelle imprese all’interno delle amministrazioni, per esempio, oppure quando è necessario investigare gli effetti sul territorio o sull’architettura istituzionale delle proprie scelte organizzative. Leggi il seguito di questo post »
Ecco perché non si farà la fusione dei comuni (anche se fosse la cosa giusta)
13 settembre 2016La bozza dello studio di fattibilità sulla fusione dei comuni nel territorio dell’Unione Terre di Castelli è stata presentata e discussa dalla Commissione consultiva nella seduta di ieri, lunedì 12 settembre (pdf). Non vi sono grandi novità rispetto a quanto già visto ad inizio agosto. Qualche aggiustamento e perfezionamento del documento. Che però rimane viziato da impostazioni metodologiche fortemente errate (spiegate qui: vedi) – lo riconoscono tutti, anche i redattori, che però provano comunque a giustificare (relativizzandola) la scelta strampalata di utilizzare la spesa media nazionale come benchmark per le ipotesi di fusione al vaglio. Oltre a questo grave vulnus vi sono altri aspetti trattati in modo approssimativo ed altre questioni di capitale importanza a cui non si è neppure cercato di dare una risposta convincente (che sarebbe stata alla portata di studiosi competenti). E’ così per l’architettura della rappresentanza, per il raccordo tra i nuovi comuni-fusi e l’Unione che rimarrà, per le stime delle economie di personale (anche si voglia poi semplicemente impiegare gli “esuberi” in funzioni oggi non presidiate), ecc. Insomma chi si aspettava – come me – un documento di qualità che potesse aiutare l’avvio di un serio dibattito locale (superando la fase delle prese di posizione aprioristiche: vedi) non può che essere deluso. Facile dunque arrivare alla conclusione che non se ne farà nulla. Leggi il seguito di questo post »
Prima bozza dello studio di fattibilità sulla fusione dei comuni. Nomisma rimandata a settembre
6 agosto 2016Seduta agostana (il 3 agosto scorso: pdf) della commissione consultiva per il progetto di riorganizzazione istituzionale (fusione dei comuni ecc. ecc. vedi). Giustificata dal fatto che le prima bozze dei diversi documenti che compongono lo “studio di fattibilità” sono pronte e meritano di essere distribuite ai consiglieri (e sperabilmente anche di essere rese pubbliche). Diciamo subito che il lavoro fatto da Nomisma è tutt’altro che soddisfacente (non è una bocciatura, ma un “rinvio a settembre” sì). In alcuni casi, anzi, vi sono impostazioni metodologiche davvero strampalate che in effetti conducono “fuori strada”. Ovviamente lo studio non fornisce una risposta in termini sì/no alla domanda sull’opportunità di una fusione dei comuni dell’Unione Terre di Castelli. Dovrebbe però mettere a disposizione dei decision maker un po’ di dati ed argomenti di ausilio alla decisione. Un lavoro ad oggi fatto solo a metà. E, come si diceva, con parti nient’affatto convincenti. E’ bene dunque che la giunta dell’Unione, i componenti della “commissione consultiva”, i consiglieri tutti – e pure i cittadini interessati – inizino a vagliare criticamente il materiale. Che per essere ritenuto accettabile (nel senso, innanzitutto, di corretto dal punto di vista metodologico) necessita di una significativa “rilavorazione”. Qui limitiamo le considerazioni a tre punti. Leggi il seguito di questo post »