20-21 settembre, elezioni comunali. Emilia Muratori vs. Angelo Pasini

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La novità degli ultimi giorni è l’ufficialità della candidatura di Emilia Muratori, già sindaca a Marano dal 2009 al 2019, per la coalizione di centrosinistra (PD, Vignola Cambia, Vignola Coraggiosa più un paio di altre liste civiche) alle prossime elezioni comunali di Vignola (si vota il 20-21 settembre). In contrapposizione alla candidatura, nota già da tempo, di Angelo Pasini, prima vicesindaco e ora sindaco vicario, per il centrodestra (Lega, Forza Italia, Vignola per tutti e forse altre liste ancora). Nel 2017, quando si votò anticipatamente per la spaccatura della maggioranza che sosteneva l’allora sindaco Smeraldi (catalizzatore delle tensioni fu il progetto di spostamento ed ampliamento del supermercato Coop: vedi), i candidati a sindaco furono 6; 9 le liste complessive in competizione. Anche dovessero aggiungersi ulteriori candidati il grosso della competizione elettorale 2020 è già definito (potenziale terzo incomodo, il M5S non ha mai sfondato a Vignola – nel 2017 ottenne un misero 7,4% – subendo la competizione, per temi ed atteggiamento, della civica Vignola Cambia). Possiamo dunque occuparci degli attuali due candidati sapendo che uno di loro sarà il futuro sindaco di Vignola.

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I due principali candidati alle elezioni comunali di Vignola del 20-21 settembre 2020: Angelo Pasini (attuale sindaco vicario) ed Emilia Muratori

[1] La prima cosa da rilevare è il fatto che entrambi gli schieramenti si affidano a candidati che non sono vignolesi: Emilia Muratori ex-sindaca di Marano (5.100 abitanti), Angelo Pasini ex-sindaco di Guiglia (circa 4.000 abitanti). In entrambi i casi, inoltre, amministratori di lungo corso. Emilia Muratori prima per dieci anni assessore (1999-2009), poi sindaca a Marano (2009-2019). Angelo Pasini prima consigliere comunale (1995-1999), poi sindaco (1999-2009), poi assessore (2009-2014) a Guiglia. In quanto sindaci sono stati anche assessori dell’Unione Terre di Castelli e dunque hanno maturato una conoscenza, anche se legata a specifiche materie, su un territorio più ampio di quello del comune amministrato (inoltre entrambi conoscono la realtà vignolese: Pasini per essere amministratore uscente; Muratori per essere insegnante alle locali medie superiori). Certo, la scelta di candidati da “oltreconfine” è un segno della debolezza della politica locale che non è stata in grado di far crescere nuovi candidati credibili (giovani o meno). Ma la possibilità di candidare persone esperte e già provate nell’azione politico-amministrativa è comunque un’opportunità. Il fatto che vi ricorrano entrambi gli schieramenti ci evita almeno uno stucchevole dibattito sulla “vignolesità”. Un punto a favore.

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La riqualificazione del Percorso Natura lungo il fiume Panaro è uno degli interventi positivi dell’amministrazione Pelloni (foto del 31 maggio 2020)

[2] Anzi, possiamo dire di più. Bisogna cogliere un aspetto decisamente positivo nel fatto che i due principali candidati a sindaco alle elezioni comunali di Vignola non sono di Vignola. Slogan del tipo “Prima Vignola”, “Vignola ai vignolesi”, “Vignolesi per Vignola” e così via sono messi automaticamente fuori gioco (ricordiamo invece che la coalizione di centrodestra a Spilamberto, nel 2019, si è presentata con lo slogan “Prima Spilamberto”). Senza tema di smentita da parte dei due candidati possiamo riconoscere che questa idea “sovranista” riportata alla scala del campanile è pura stupidità. Non solo perché oltre il 35-40% degli attuali residenti a Vignola non è “vignolese” se consideriamo il loro albero genealogico (il 17-20% sono stranieri, molti di questi da più di 10 o 20 anni – vedi; una percentuale ancora più alta è data da immigrati interni da Campania, Puglia, Sicilia e altre regioni del Sud), pur essendo cittadini vignolesi oramai stabilmente. Ma anche perché il comune di Vignola è inserito in un’unità amministrativa più ampia (l’Unione Terre di Castelli, a cui partecipano 9 comuni) che gestisce di fatto il 50% delle risorse di bilancio dei singoli comuni (parte corrente) e dunque il tema è come impiegare intelligentemente queste risorse per far crescere un territorio complessivamente – un territorio che cresce o declina assieme (e l’impressione è che in questi anni questo territorio non sia cresciuto dal punto di vista economico, dei servizi, delle opportunità). Questo anche per dire che uno dei nodi su cui la politica è chiamata a dare risposte è il cosa fare per fare funzionare meglio questa Unione di Comuni – oggi siamo al piccolo cabatoggio (e questo è un eufemismo: vedi).

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L’abbattimento dei vecchi magazzini crollati nell’area della stazione ferroviaria ha consentito all’amministrazione Pelloni di aumentare la dotazione di parcheggi auto (foto del 7 giugno 2020)

[3] La precedente esperienza amministrativa di questi candidati ci dice inoltre cose importanti. Non si tratta solo di candidati che promettono di strabiliare i vignolesi per il futuro; i dieci anni da sindaco per entrambi ci dicono già molto sulle loro caratteristiche, sulle loro capacità, sul consenso di cui hanno goduto come sindaci. Pur sapendo che i fattori che determinano il consenso elettorale sono molteplici e non tutti riconducibili al candidato, almeno un dato oggettivo è a disposizione degli elettori vignolesi. Quando Angelo Pasini si è candidato a sindaco per la prima volta a Guiglia (era il 1999) ha ottenuto il 53,24% dei voti. La volta successiva (2004) è stato rieletto con il 60,02%. Emilia Muratori a Marano ha fatto meglio, segno almeno di una maggiore capacità di empatia con la città: il 68,32% nel 2009; il 65,74% nel 2014. Si potrebbe anche analizzare i due mandati di ciascun candidato alla ricerca delle realizzazioni più significative e degli eventuali aspetti problematici od insuccessi (inevitabili nel lavoro amministrativo), ma lascio ad altri questo compito. L’impressione generale è che nessuno dei due sia un innovatore, né per stile, né per contenuti. Ma ovviamente, se è davvero così, quest’aspetto può almeno in parte essere compensato nella composizione della squadra degli assessori. Capacità di governare una coalizione composita è ugualmente importante (ne sa qualcosa l’ex-sindaco Mauro Smeraldi), come anche l’autorevolezza sui tavoli extra-locali (Unione, Provincia, Regione), la rete di relazioni in cui si è inseriti (fondamentale per il drenaggio di nuove idee e buone pratiche), e la capacità di visione su ruolo e chances che questo territorio può giocare su uno scenario più ampio. Tutti aspetti che sarà bene stressare negli oltre due mesi di campagna elettorale che ci porteranno alle elezioni.

Voti candidati

I risultati ottenuti da Angelo Pasini e da Emilia Muratori nelle elezioni comunali, rispettivamente a Guiglia ed a Marano (dati Ministero dell’Interno)

[4] Angelo Pasini ha dalla sua il vantaggio di essere amministratore uscente, componente della giunta del sindaco Pelloni e ora sindaco vicario. Bisogna riconoscere che l’amministrazione di centrodestra vincitrice alle elezioni del 2017 si è caratterizzata per il pragmatismo, la volontà ed anche capacità di fare cose tangibili per la città, lasciando ai margini gli aspetti ideologici (nulla a che vedere con il sindaco di Sassuolo o il vicesindaco di Ferrara, ad esempio). Le poche volte che hanno maneggiato iniziative ideologiche lo hanno fatto in modo un po’ maldestro, come se non fossero proprio a loro agio con gli elementi simbolico-culturali implicati (ho presente la promozione di un’iniziativa dell’associazione regionale Emilia-Romagna-Russia (vedi), parte di una rete di associazioni regionali sostenuta dalla Lega e coinvolta nell’affare moscovita di Savoini; l’intitolazione di una via cittadina ad Oriana Fallaci, ma non per i meriti giornalistici, incontestabili, ma per il contestabilissimo umore anti-islamico; patrocinio e contributo economico ad un convegno di storici ultra-tradizionalisti). Non a caso non sarà di certo per le iniziative culturali che l’amministrazione Pelloni-Pasini verrà ricordata. Invece una ripresa del ciclo di cura e manutenzione della città va riconosciuta: nuova asfaltatura del percorso pedonale lungo viale Mazzini, nuova ciclabile in via Modenese, sistemazione dell’area della Stazione Ferroviaria (e abbattimento di tre vecchi edifici non tutelati dalla Soprintendenza), sistemazione parcheggi su via A.Plessi davanti al campo sportivo, riqualificazione (attesa da almeno trent’anni!) del Percorso Natura lungo il fiume nei pressi di via Zenzano-via Consuma, ed altro ancora. Senza poi trascurare che è stata una delle poche amministrazioni comunali dell’Unione (assieme a Spilamberto, amministrazione di centrosinistra) ad adottare la raccolta rifiuti “porta a porta” – l’unico modo che garantisce raccolta differenziata per oltre il 75% dei rifiuti prodotti e conseguente riciclaggio anziché incenerimento. Insomma, l’impressione è che i cittadini vignolesi abbiano apprezzato il pragmatismo dell’amministrazione uscente e forse abbiano bisogno di qualche declinazione in più per farsi entusiasmare da quel “Vignola riparte” scelto come slogan dalla candidata Emilia Muratori. Bisognerà lavorarci.

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Una prima “replica” del candidato del centrodestra Angelo Pasini, sulla Gazzetta di Modena del 29 giugno 2020

[5] Il maggiore impegno nel ciclo manutenzione e cura della città, per quanto apprezzabile, non esaurisce però il tema del buon governo della città. Purtroppo non sono pochi i problemi che da tempo affliggono Vignola, a partire dalla necessità di ripensare la destinazione delle aree messe “fuori gioco” dall’evoluzione economica degli ultimi decenni: l’ex-mercato ortofrutticolo, l’area della stazione ferroviaria, il centro storico (per una rassegna risalente agli anni dell’amministrazione Adani: vedi). Solo la seconda di queste ha visto una ripresa di progettualità (prima con l’amministrazione Smeraldi, poi con l’amministrazione Pelloni), ma siamo davvero solo alle battute preliminari di una strada incerta, lunga, impegnativa.

  • Ancora più complessa la questione dell’ex-mercato ortofrutticolo, struttura liberatasi alla metà degli anni ’90 quando venne realizzato il nuovo mercato ortofrutticolo di via dell’Agricoltura (sindaco Gino Quartieri). Dopo quasi trent’anni nessuno, né l’amministrazione di centrodestra uscente, né il centrosinistra che si propone, sa bene cosa farci e – cosa ugualmente grave – come finanziare la ristrutturazione dell’area. Mentre ai vignolesi importa innanzitutto non perdere una vitale zona di parcheggio per l’auto a servizio del centro.
  • Scarseggiano le idee anche per il centro storico: come rivitalizzare un’area che oggi di vitale ha solo l’asse principale di via Garibaldi e poco più, ma si caratterizza per la concentrazione di vecchia edilizia residenziale (con conseguente concentrazione di residenti stranieri, da tempo oltre il 50% dei residenti dell’area: vedi). Pedonalizzare o non pedonalizzare? E se sì, come? (qui una proposta: vedi).
  • Un tema che richiama quello di quale “equilibrio” tra commercio di vicinato e grande distribuzione (è bene ricordare che è per merito dell’amministrazione di centrodestra che è stato abbandonato, dopo la più grande raccolta di firme della storia vignolese (vedi), il progetto di spostamento ed ampliamento del supermercato Coop – un progetto su cui il PD non si è mai espresso in modo chiaro). Che la rete locale sia in sofferenza è evidente a tutti, ma non più solo per la grande distribuzione, ma anche per i colossi dell’e-commerce. Ma a fronte di ciò qualcuno dei candidati ha in mente una strategia di “resistenza” e magari di “promozione” a livello locale? L’etichetta dei “centri commerciali naturali” (per quanto discutibile come espressione) dice comunque qualcosa? Come si declina nella realtà vignolese?
  • Bisogna riconoscere, più in generale, che la politica locale ha da tempo rinunciato ad interrogarsi sul cosa è possibile fare per imprimere nuovo dinamismo all’economia locale. Vignola è da tempo un centro commerciale, ma la sua vivacità si riduce anno dopo anno. L’agricoltura vive della gloria conquistata nel passato – l’economia della frutta ha segnato il volto della città, sotto molteplici aspetti, dagli anni ’30 agli anni ’70, ma non certo oggi. Industria e servizi non hanno mai caratterizzato il distretto (nulla a che fare con il biomedicale di Mirandola). Questo spiega anche la forte mobilità per lavoro verso Modena e Bologna o verso il distretto di Sassuolo – insomma l’area di Vignola ha un profilo più “residenziale” di altri distretti. Per questo era da salutare come una chances interessante l’insediamento qui di un pezzetto di Tecnopolo – ma la politica locale ha presto dimostrato di non sapere cosa farsene (vedi). Oggi non se ne parla neppure più (e non è un dramma) – il dramma è che nessuno ha una visione alternativa.
  • Altri esempi riguardano i servizi che caratterizzano Vignola come comune capo-distretto: scuola e sanità, ad esempio. Le scuole medie superiori hanno visto di recente la realizzazione di un nuovo edificio scolastico nella stessa area del polo scolastico superiore, con un effetto di eccessiva “densificazione”, ma né centrodestra, né centrosinistra hanno avuto da ridire. La sanità è troppo spesso identificata con il tema ospedale (ma così si perde di vista la realtà dei servizi territoriali e quanto questi siano importanti lo ha mostrato proprio la difficoltà di gestione, per fortuna non localmente, dell’epidemia covid-19). Ma qui almeno una qualche posizione nuova si registra, come la proposta dell’allora candidato all’assemblea legislativa regionale Simone Pelloni di realizzare un nuovo ospedale nell’area ex-Sipe così da superare i vecchi ospedali di Vignola e Bazzano. Una boutade da campagna elettorale – è di pochi giorni fa la comunicazione che l’ospedale di Bazzano sarà destinatario di circa 3 milioni di euro di finanziamento per ristrutturazione, a testimonianza che nessun “superamento” è all’orizzonte. Ma sulla “sistemazione” (o rifacimento?) dell’ospedale di Vignola nessuno del PD ha detto nulla. Qualcuno ha qualche idea in proposito?
  • Ultimissimo tema richiamato solo per titoli: nessuno può candidarsi a sindaco di Vignola, comune capo distretto, se non ha in mente come far funzionare (e precisamente: come far funzionare “meglio”) l’Unione Terre di Castelli che, come si ricordava, gestisce oggi oltre il 50% della spesa corrente dei comuni. Si attendono indicazioni.

Insomma, l’agenda dei problemi locali (questo è solo un accenno) è ampia. E si tratta di questioni che da troppo tempo attendono di essere affrontate e risolte. Anche per questo non è una cattiva notizia il fatto che entrambi i candidati hanno già una certa expertise – poco importa, ancora una volta, che siano vignolesi o meno. C’è da contrastare la deriva verso una politica come improvvisazione. Occorre invece una politica che torni a frequentare i circuiti dell’analisi della realtà economica e sociale (in primo luogo l’Università) e dunque torni a mettersi in grado di raccogliere ed elaborare analisi sofisticate dei problemi del presente ed idee nuove sul futuro da progettare. Se i candidati hanno cose interessanti da dire lo vedremo nel prosieguo della campagna elettorale.

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3 Responses to 20-21 settembre, elezioni comunali. Emilia Muratori vs. Angelo Pasini

  1. Luciano Credi ha detto:

    Da un punto di vista storico, sociologico, antropologico e non ultimo la rivoluzione 4.0 che ha scioccato anche Vignola ci sarebbero da dire tante cose. Vignola è la mia città da adolescente e mi piace che vi sia fermento politico, i politici locali sanno coinvolgere. Stamani sono passato in piazza a Vignola in auto con la mia mamma ultrasettantenne dove è residente a Vignola, io non più, ma di fatto dormo spesso nel comune; e lei non ha voluto ancora dirmi per chi intende votare e quale sono i pronostici delle sue tante amiche… Ma la piazza di stamani era già piena di candidati. Mi ha detto solo che se non ci dividerà un altro lockdown, la domenica 20 settembre la vuole passare con me in campagna nel vicino comune di Marano, ma lunedì 21 vorrebbe votare. Lei malgrado le mie tante esperienze in giro per il mondo è per me un simbolo di forza difficile da piegare… spero che sia auspicio di scenari politici e cittadini felici. Poi se ci sarà anche un po di folclore durante la campagna elettorale, da parte degli esperti nei diversi settori cittadini, sarà un modo per rendere più umana alla portata di tutti la campagna elettorale.

  2. VignolaRespira ha detto:

    La sinistra che dimentica l’ecologia.
    Amazon e le pmi

    Nelle imminenti elezioni di Vignola una questione cruciale, specie dopo la pandemia, pare essere ( a sinistra ) orfana di partiti o movimenti che la vogliano patrocinare. Ci riferiamo all’inquinamento, a quell’ esplosiva miscela di traffico e smog che si scaricherà nelle nostre strade grazie ad Amazon, il colosso che sta per sbarcare a Spilamberto.

    Sappiamo che gli effetti dell’arrivo della multinazionale non si fermeranno di certo al confine, nelle vicinanze del laghetto dei ciliegi. Piuttosto l’impressionante quantitativo di mezzi bianchi e di relative pmi si spargerà nel nostro territorio. 

    Tutti sanno che viviamo in una delle zone più inquinate d’Italia. L’arrivo del colosso incrementerà in maniera non sostenibile la nostra aria già pessima.
    E tutti sanno, ma proprio tutti, che il Covid sembra essere maggiormente veicolato proprio dalle pmi che presto impenneranno. 
    Dal sito di Legambiente sappiamo che : L’insediamento del polo logistico nell’area di Rio Secco avrà impatti significativi anche sulla viabilità dell’area e sulla qualità dell’aria: la relazione dell’ARPAE, allegata alla Valutazione Ambientale Strategica, evidenzia un aumento del 22% di mezzi pesanti sulla via Vignolese con un aumento del 26-28% nelle ore di punta. Le emissioni di PM10 e biossido di azoto (NO2), sempre in via Vignolese, aumenteranno rispettivamente del 12% e del 15%. Ricordiamo che il biossido di azoto (NO2) è il principale precursore dell’ozono troposferico che è un inquinante pericoloso come le polveri sottili, che colpisce nella stagione calda e che anche in questi giorni ha raggiunto livelli critici.

    Perché a sinistra nessuno dice nulla?

    Eppure in un fiorire di partiti verdi, ambientalisti, civici e legati alla salvaguardia del territorio, nessuno sembra, incredibilmente, aver messo la questione Amazon al primo posto. 

    Il Pd tace. Pur inserendo nella propria campagna elettorale la parola ‘ambiente’ ed ‘ecologiaì un sacco di volte, pare non vedere quello che sta nascendo . Più probabilmente il silenzio è legato al fatto che i vicini di partito che governano Spilamberto contano su una sorta di silenzio assenso, cosicché, ripresa la città’ di Vignola , il cerchio si chiuderà, e a protestare resteranno solo le tante associazioni locali che da tempo vanno con costanza denunciando ciò che sta per accadere. Come si può in piena campagna elettorale mettere in guardia i vignolesi dalla nube di smog che sta per arrivare alle narici, quando è stato il tuo stesso partito a dare il via all’operazione? Silenzio strategico, dunque.
    Se il pd tace, alla sua sinistra le cose non sembrano andare meglio. Quel che resta di Articolo Uno, oggi ‘ Vignola Coraggiosa’ non sta molto meglio sul tema. Pur fregiandosi del termine ecologista , il locale partito di Bersani è composto da chi, nella limitrofa città di Savignano, pur avendo preso il loro rappresentate una manciata di voti insufficiente per il consiglio comunale, non ha esitato a schierarsi col locale pd in una della peggiori opere di restaurazione pro hera dell’ultimo periodo. Li, il Pd, ripreso iI potere, ha beffardamante smantellato il progetto di riciclo del progetto Dea Minerva, un fiore all’occhiello imitato da altri comuni.
    Dunque, non è dai coraggiosi ed ‘ecologisti’ che arriverà un freno ai gasi di scarico dei camioncini di Amazon.
    Nel cuore della compagine di sinistra si annida SI, la quale a suo tempo avversava l’orrore del mostro , stigmatizzando ‘ la scarsissima e frettolosa discussione su un tema tanto problematico sia sul piano ambientale  e urbanistico /(…) perché l’emissione di gas serra in un contesto ambientale già gravemente compromesso aumenterà. Anche al netto della drammatica emergenza COVID-19 i dati epidemiologici sulle malattie respiratorie croniche e sui tumori ad esse annessi stanno a dimostrare che occorre intraprendere scelte sulla mobilità e sulle politiche merceologiche di altra natura. ‘
    Oggi Sinistra italiana, la componente piu coerente dentro al gruppo coraggioso, ha anch’essa scelto di dimenticare la questione.

    Restavano I 5 Stelle. A suo tempo molto attivi nelle battaglie pro ambiente, pronti a denunciare con un video la distruzione del suddetto progetto e a portare in Regione la questione. Civici, ambientalisti, contro Hera ma oggi, stranamente dati al fianco della grande compagine che sosterrà Emilia Muratori……

    https://cronacabianca.eu/ambiente-modena-gibertoni-chiuso-il-progetto-dea-minerva-a-savignano-centra-anche-hera/


    Quello che è certo è che la battaglia contro Amazon resterà senza padri. 

    Non abbiamo ancora sentito una sola voce che si spinga a denunciare il pericolo che noi , i nostri figli ed il nostro ambiente correremo.

    Le associazioni ambientaliste, I gruppi spontanei, i raccoglitori di firme
    per l’ambiente , sanno bene che Amazon non si può fermare. Ma è altrettanto vero che la politica è fatta di atti formali, di proteste . Fare politica significa anche esser discontinuo con quel gruppo omogeneo che di fronte all’arrivo del colosso pare essersi voltato altrove.

    Tutti coloro i quali tengono ai polmoni dei propri figli aspettano che qualsiasi formazione politica si ricordi di questo tema, e cerchi in qualche modo di dire qualcosa di contrario all’idea dominate che dovremo morire gassati .
    Il Covid non se ne è andato, e l’incremento di gas che stiamo per sorbirci lo faciliterà, come tutti i dati scientifici dimostrano.

    La forza politica che metterà al primo posto questo tema, avrà I voti di quel mondo civico e realmente ambientalista che da anni lotta per tenere il territorio pulito

  3. Gamber ha detto:

    ah bè ! bellissimo lo ‘scazzo’ che AmareVignola ha con la signora Bardieau , la quale peraltro crolla nel confronto. Spetta un attimo…mica sarà quella stessa Bardieau che a suo tempo partecipava agli aperitivi elettorali della lista Vignola Cambia scrivendo su fb ‘ questa è la sinistra che mi piace? Con consorte al fianco? Sarà quell’aperitivo che le ha fatto virare a destra, o le non avevano più’ posto per chi gira tra troppi banchi? Mah…ai posteri l’ardua sentenza.

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