Fotovoltaico vignolese: il contributo di Mister Web Srl

30 giugno 2011

A partire dal 2006 sino al 30 giugno 2011 a Vignola sono stati installati 119 impianti fotovoltaici per una potenza complessiva pari a 1.707 KWp. Non si tratta di grandi numeri, ma il dato interessante è la progressiva crescita, con un picco nel 2010. 11 di questi impianti (per complessivi 644,4 KWp, pari al 37,8% della potenza complessiva installata) sono stati realizzati da Mister Web Srl, Internet provider vignolese con una spiccata sensibilità ambientale e per la green economy. Mentre si discute (e si critica: vedi) il Piano di Azione per l’Energia Sostenibile (PAES) del Comune di Vignola può essere interessante dare un’occhiata all’esperienza di un’azienda privata che installa impianti fotovoltaici su tetti presi in affitto di capannoni industriali, provvedendo anche a trattare le coperture in Eternit contenenti amianto. Ed in tal modo realizza quello che si dice un “gioco a somma positiva” in cui tutti i partecipanti guadagnano. E tra questi – particolare non secondario – c’è anche l’ambiente. Vediamo. Leggi il seguito di questo post »


La conversione ecologica, un libro di Guido Viale

26 giugno 2011

Venerdì 24 giugno, alle 18, presso la libreria Feltrinelli di Bologna (in Piazza Ravegnana, sotto le due torri) Guido Viale ha presentato il suo ultimo libro: La conversione ecologica. There is no alternative, NdA Press, Rimini, 2011, pp.183, 10 euro (vedi). A condurre l’incontro con Guido Viale c’era Gianni Sofri, docente universitario di storia contemporanea e di storia dei paesi afroasiatici, presidente del consiglio comunale di Bologna con Cofferati sindaco, uno dei maggiori conoscitori della figura e dell’opera di Gandhi. Ma Sofri va anche ricordato per essere stato uno dei pochi uomini del PD che si schierarono a favore di Virginio Merola nelle primarie del 2009, quelle vinte da Delbono (sappiamo poi com’è finita). Il titolo del libro spiega già tanto del pensiero dell’autore:  alla “conversione ecologica” non c’è alternativa. Partiamo da qui.

Guido Viale (a destra) e Gianni Sofri, alla presentazione bolognese del libro "La conversione ecologica" (foto del 24 giugno 2011)

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Per pensare la Vignola del futuro è bene coinvolgere sin da subito i cittadini. Un comunicato stampa

25 giugno 2011

La macchina per definire il futuro di Vignola e del territorio circostante è in moto da un anno. Precisamente dal 15 luglio 2010 quando l’Unione Terre di Castelli deliberò il nuovo incarico per la redazione del Piano Strutturale Comunale, comunemente detto PSC (vedi). Si tratta del documento che sostituisce il vecchio PRG, come previsto dalla legge regionale n.20/2000 sull’urbanistica, e che disegnerà la pianificazione della città fino al 2025. Un anno di lavoro, riflessioni e documenti che sino ad ora hanno coinvolto solo i 5 sindaci dell’Unione ed i tecnici incaricati. E’ giunta invece l’ora di portare la riflessione ed il dibattito fuori da queste ristrette stanze. Leggi il seguito di questo post »


Piano di Azione per l’Energia Sostenibile di Vignola. Una risposta di Stefano Vaccari

22 giugno 2011

Dimostrando grande disponibilità al confronto, Stefano Vaccari, assessore provinciale all’ambiente e presidente dell’Agenzia per l’Energia e lo Sviluppo Sostenibile (AESS) di Modena, ha replicato alle mie osservazioni critiche al Piano (vedi). In origine postate su facebook le ho riprodotte qui (con il consenso dell’autore), visto che il tema è di grande importanza e merita un confronto ed un dibattito serio. Proviamoci dunque.

Caro Andrea, ho letto il tuo commento sul Piano di Azione per l’energia sostenibile approvato a maggioranza ieri sera dal Consiglio Comunale di Vignola con l’astensione delle minoranze. Al di là di quelle che sono le critiche all’amministrazione di Vignola al Sindaco e all’Assessore Scurani, che non condivido ma che rispetto, vorrei di seguito chiarire meglio alcune questioni che tu sollevi sul PAES [sta per Piano di Azione per l’Energia Sostenibile; l’acronimo inglese è SEAP: Sustainable Energy Action Plan] in particolare sia come Presidente dell’Agenzia per l’Energia che lo ha redatto in collaborazione con gli uffici comunali, sia come Assessore provinciale all’ambiente che di PAES ne ha già presentati diversi nei 13 comuni modenesi aderenti al Patto dei Sindaci che l’hanno costruito e approvato nei consigli. Leggi il seguito di questo post »


Per l’abbattimento del 20% delle emissioni di CO2 ci si affida ai riti voodoo?

20 giugno 2011

Martedì 21 giugno il consiglio comunale di Vignola discuterà e metterà ai voti il Piano di Azione per l’Energia Sostenibile, atto conseguente al cosiddetto “patto dei sindaci” (nella originaria formulazione in inglese: covenant of mayors) che il comune di Vignola, assieme a diversi altri comuni ed alla provincia di Modena, ha sottoscritto un anno fa (delibera del consiglio comunale n.46 del 29 giugno 2010). L’iniziativa del patto dei sindaci deriva da un’azione comunitaria promossa dalla Direzione Generale Energia della Commissione europea (vedi) ed è certamente un’iniziativa opportuna che, semmai, sconta il fatto di non essere sufficientemente cogente. Le amministrazioni che aderiscono al patto si impegnano infatti a ridurre di più del 20% le emissioni di CO2 al 2020 (qui il testo del patto: pdf) e per conseguire tale obiettivo sono tenute a redigere un apposito “programma di lavori” (appunto il Piano di Azione per l’Energia Sostenibile, l’acronimo inglese è SEAP) ed a verificarne gli esiti ogni due anni. Ma l’impegno complessivo, relativo all’intero decennio 2011-2020, non è declinato in impegni intermedi per cui diventerà sin troppo facile spostare le scelte più impegnative in là nel tempo, scaricando l’eventuale (ma probabile) insuccesso sui futuri amministratori. In consiglio comunale a Vignola, nel giugno 2010, l’impegno alla sottoscrizione del patto dei sindaci fu condiviso da tutti i gruppi consiliari. L’amministrazione comunale, per voce dell’assessore Mauro Scurani e del sindaco Daria Denti, allora affermò: “E’ un impegno cogente che consentirà all’amministrazione comunale di definire ed attuare una politica organica e coerente rispetto alle tematiche energetiche ed ambientali del nostro territorio, con ricadute positive sulle attività e sul mondo del lavoro (green economy, ecc.)” (comunicato stampa n.100 del 30 giugno 2010). In realtà, a vedere il “programma di lavoro” elaborato in quest’ultimo anno (e responsabilità della sola giunta) non c’è da essere fiduciosi. A chi legge il Piano di azione con un minimo di attenzione risulta subito evidente come sia il prodotto di un lavoro portato avanti senza convinzione e senza grande impegno (e capacità). Si esibisce il patto come se fosse un rito Voodoo, come se bastasse scrivere un po’ di cose su un pezzo di carta per produrre effetti sulla realtà. Io scommetto che per centrare l’obiettivo il Piano dovrà essere sostanzialmente riscritto e che dunque questo documento che si porta in consiglio comunale domani sera è un esercizio prevalentemente retorico. Vediamo perché. Leggi il seguito di questo post »


La funzione ideologica del PSC. Come il piano cerca di legittimare l’esigenza di costruire ancora case

17 giugno 2011

Il vecchio PRG, quello del 1998, doveva semplicemente servire a delineare meglio i contorni della città in alcune aree frastagliate. Era cioè, secondo i politici dell’epoca, un piano “di contenimento”. Abbiamo visto com’è andata a finire: +4.000 residenti in dieci anni (pari ad un incremento del 20% circa sulla popolazione del 2000). Sempre quel PRG prospettava, come idea-guida centrale, la “città sul fiume” (tra Vignola e Savignano): per fortuna non se n’è fatto nulla perché il risultato, certo non voluto, ma altamente probabile (visto com’è andata da altre parti sul territorio), sarebbe stata una cementificazione delle sponde. Il Piano delle strategie del 2006 aveva l’obiettivo di realizzare a Vignola e dintorni nientepopodimeno che il “parco europeo dell’ospitalità” (vedi), ma poi succede che non si riesce a sgomberare il Percorso Natura lungo il fiume Panaro da un paio di km di squallide baracche, peraltro in genere abbandonate (vedi)! Oggi il Documento Preliminare in corso di elaborazione propone il “boulevard” Spilamberto-Vignola-Formica, altra trovata degna dell’almanacco delle gran sparate. Chi frequenta da tempo gli esercizi di pianificazione sa che ogni “documento di piano” è accompagnato da una abbondante razione di retorica. Fare esercizi di “immaginazione”, pensare ad “altri mondi” è indubbiamente un esercizio imprescindibile. Peccato che quando si tratti di urbanistica succede in genere che le cose belle non si realizzano e l’unica cosa che avanza sia il cemento, il costruito. Infarcire dunque i documenti di pianificazione territoriale di richiami alla qualificazione, alla sostenibilità, all’ambiente, alla qualità della vita, ecc. diventa un espediente per distogliere l’attenzione dai processi reali. Significa caricare questa retorica di una funzione ideologica: distrarre il cittadino dal fatto che, anche per via dello squilibrio tra le finalità enunciate ed i mezzi di cui dispongono le amministrazioni (e considero tra questi anche le “capacità” degli amministratori), alla fine ciò che un “piano urbanistico” è chiamato a fare è comunque quello di consentire di costruire ancora un po’. Insomma, tutta questa bella “narrazione” in cui si prova a vendere un futuro migliore per tutti gli abitanti di un territorio serve per “coprire” la richiesta di ulteriore consumo di territorio. Di ulteriore edificato. Di ulteriore cemento. Ecco, vorrei dirlo subito in modo chiaro (e poi provare ad argomentarlo), ho l’impressione che anche il nuovo PSC punti a questo: a legittimare una ulteriore ondata di edificazioni (un po’ meno rispetto al precedente, ma ancora tanto). In fondo – e così la pensano molti amministratori – a cosa serve un “piano” se non lascia costruire ancora un po’? Vediamo. Leggi il seguito di questo post »


La nostra primavera? I referendum del 12 e 13 giugno 2011 e quello che verrà

13 giugno 2011

Il raggiungimento del quorum nei 4 referendum del 12 e 13 giugno è per me un fatto commovente (era dal 1995 che il quorum non era raggiunto!). Offre una chance di riscatto a questo paese. Una chance, nulla di più. Ma una chance importante. Costruita con pazienza e tenacia dalle migliaia di cittadini che si sono sbattuti ed hanno messo tempo, energie, entusiasmo nei numerosissimi comitati per l’acqua pubblica che si sono costituiti in quest’ultimo anno e mezzo. Che prima, dal 24 aprile 2010, hanno raccolto le firme per i referendum sull’acqua, raggiungendo quota 1,4 milioni – record assoluto. E poi giù a testa bassa per sensibilizzare l’Italia tutta sui social network e nelle pubbliche piazze. Carla Cappi, vignolese, è una di queste persone. Alle 16.01 ha mandato un’e-mail agli amici di Vignola Cambia che con lei hanno partecipato a questa straordinaria prova di mobilitazione. Diceva: “sto un po’ piangendo e vi voglio un gran bene”. Cosa si può ancora aggiungere?

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Opere d’arte nelle rotatorie? Riflessioni a partire da un episodio spilambertese

12 giugno 2011

Il Comune di Spilamberto ha emesso un bando di concorso per la realizzazione di un’opera d’arte a tema “L’aceto balsamico tradizionale di Modena” da collocare in una rotatoria all’ingresso del paese, all’incrocio tra la strada provinciale che proviene da Modena (SP 623) e l’asse stradale Castelnuovo-Piumazzo (SP 16). Si aggiunge dunque un nuovo episodio alla lunga serie delle “opere d’arte” nelle rotatorie, un fenomeno esploso negli ultimi anni e che merita una riflessione. Ci sono in effetti due aspetti che colpiscono in questo fenomeno. Le rotatorie hanno da tempo scalzato le piazze come location ideale per queste opere d’arte, per questi “monumenti”. Accanto ai luoghi cambiano però anche i temi. Non più personaggi della storia nazionale. Non più eventi eroici o tragici della città. Non più rappresentazioni di ideali astratti o virtù civiche (qualunque esse siano). Ma i prodotti del territorio. Quei prodotti che hanno contribuito a determinare il benessere economico della popolazione residente o che, anche solo, segnano un tratto dell’identità che si vuole affermare (spesso recuperandola dal passato) per il territorio. Opere d’arte, dunque, che sono chiamate non tanto ad “elevare lo spirito” ma a fungere da operatori del marketing territoriale. Leggi il seguito di questo post »


In anteprima la bozza del Documento Preliminare del PSC. Ed un primo commento sulla “strategia”

6 giugno 2011

Già nel 2005 i 5 comuni originari dell’Unione Terre di Castelli avevano avviato il percorso per giungere all’approvazione dei nuovi strumenti di pianificazione urbanistica – ora chiamato Piano Strutturale Comunale (PSC) e non più Piano Regolatore Generale (PRG) – a livello intercomunale. Tra settembre ed ottobre 2008 tanto le giunte municipali, quanto la giunta dell’Unione avevano approvato il “Documento Preliminare” (vedi), ovvero il documento di indirizzo politico e relativi apparati tecnici, con cui aprire la Conferenza di pianificazione (secondo un iter complesso, articolato in più fasi). Le successive elezioni amministrative fecero saltare il percorso sino ad allora compiuto. Come nel gioco dell’oca si tornava alla casella di partenza. Il via al nuovo giro venne quindi dato il 15 luglio 2010, con la delibera della giunta dell’Unione n.77. Essa incaricava di nuovo la società CAIRE Urbanistica (coordinatore del progetto l’Arch. Ugo Baldini) degli studi e della realizzazione degli apparati tecnici per il “nuovo” PSC, quello voluto dalle nuove amministrazioni (ricordiamo che dei 5 comuni solo Spilamberto ha mantenuto il precedente sindaco). Allo stesso tempo la delibera ufficializzava la scelta di rinunciare ad un percorso di alto profilo per il coinvolgimento dei cittadini nella definizione dei nuovi documenti di pianificazione (vedi). Nonostante la retorica della “partecipazione” la giunta dell’Unione ha scelto di interpretare nel modo più riduttivo possibile l’obbligo fissato per legge (art.8 della L.R. n.6/2009) di “assicurare … specifiche forme di pubblicità e di consultazione dei cittadini”. E soprattutto di spostarla in avanti, in una fase in cui i giochi saranno già fatti e la partecipazione non potrà che risultare ininfluente. Invece il tempo è una variabile fondamentale in ogni processo di partecipazione. Non solo perché l’acquisizione di elementi di informazione e conoscenza utili per maturare orientamenti solidi e realistici richiede tempi in genere più lunghi rispetto ai tempi ristretti messi a disposizione dei cittadini dai decisori pubblici (30 giorni? 60 giorni? Per documenti – Quadro conoscitivo, Valsat, Documento preliminare – che assommeranno diverse centinaia di pagine?). Ma anche perché la partecipazione massimamente efficace è quella che incide nella formazione del quadro conoscitivo (le domande a cui è chiamato a rispondere non sono affatto meramente “tecniche”) e dei documenti di “orientamento” (appunto il Documento preliminare). Dunque è opportuno iniziare a diffondere conoscenza sul PSC e ad aprire in anticipo la discussione pubblica. Partiamo da qui, dunque. E dalla messa a disposizione degli interessati della “bozza” del Documento Preliminare, non ancora approvato dalla Giunta dell’Unione. Leggi il seguito di questo post »


Anna Teresa, polacca, badante. Uccisa a Vignola.

4 giugno 2011

Anna Teresa Urbaniak, 48 anni, cittadina polacca, è stata uccisa a Vignola il 28 aprile scorso. Il suo corpo, coperto con un telo, è stato trovato alcuni giorni dopo, il 6 maggio, a lato del Percorso Sole, il percorso ciclo-pedonale che da Vignola arriva fino a Marano costeggiando il fiume. Anna Teresa era una “badante”, ovvero una donna che forniva privatamente assistenza a persone anziane. Una delle tante “badanti” che nell’ultimo decennio sono venute a Vignola lasciando un paese dell’Est Europa. E che vediamo popolare i parchi cittadini nei giorni festivi, visto che gli altri giorni sono al chiuso delle mura domestiche dell’anziano che assistono, spesso 24 ore al giorno. Per l’omicidio è stato fermato un altro cittadino straniero, questa volta brasiliano: Francisco Celio Silva Santos. Il fatto che sia tutt’ora in stato di fermo dice ancora poco sulla sua reale responsabilità. E’ al momento sospettato perché è stato trovato in possesso del cellulare di Anna Teresa. Comunque non è l’ultima persona straniera coinvolta nella vicenda. Non solo la vittima ed il principale indiziato lo sono. E’ singolare che anche il medico legale incaricato della perizia dal pubblico ministero lo sia: Erjon Radheshi, albanese. La vicenda, per come è stata raccontata dai giornali (io non ho fonti privilegiate), ci consente di mettere in luce alcuni aspetti delle trasformazioni sociali in atto a Vignola. Della presenza sempre più diffusa di cittadini stranieri tra noi – a Vignola sono il 16% della popolazione residente (vedi). Ma anche del modo singolare con cui essi sono percepiti: o del tutto invisibili (quando debbono essere riconosciuti loro diritti o come destinatari di solidarietà) o troppo visibili (quando ci “disturbano” o quando siamo alla ricerca di un capro espiatorio per il “degrado sociale” della nostra città). Vediamo. Leggi il seguito di questo post »