Dimostrando grande disponibilità al confronto, Stefano Vaccari, assessore provinciale all’ambiente e presidente dell’Agenzia per l’Energia e lo Sviluppo Sostenibile (AESS) di Modena, ha replicato alle mie osservazioni critiche al Piano (vedi). In origine postate su facebook le ho riprodotte qui (con il consenso dell’autore), visto che il tema è di grande importanza e merita un confronto ed un dibattito serio. Proviamoci dunque.
Caro Andrea, ho letto il tuo commento sul Piano di Azione per l’energia sostenibile approvato a maggioranza ieri sera dal Consiglio Comunale di Vignola con l’astensione delle minoranze. Al di là di quelle che sono le critiche all’amministrazione di Vignola al Sindaco e all’Assessore Scurani, che non condivido ma che rispetto, vorrei di seguito chiarire meglio alcune questioni che tu sollevi sul PAES [sta per Piano di Azione per l’Energia Sostenibile; l’acronimo inglese è SEAP: Sustainable Energy Action Plan] in particolare sia come Presidente dell’Agenzia per l’Energia che lo ha redatto in collaborazione con gli uffici comunali, sia come Assessore provinciale all’ambiente che di PAES ne ha già presentati diversi nei 13 comuni modenesi aderenti al Patto dei Sindaci che l’hanno costruito e approvato nei consigli.

Rappresentazione grafica degli obiettivi del SEAP di Vignola: abbattimento al 2020 delle emissioni di CO2 per 27.556 tonnellate annue (immagine tratte dalle slides di presentazione del SEAP)
[1] Il SEAP è uno strumento pianificatorio importante per le Amministrazioni, non solo perché previsto nell’ambito dell’iniziativa Patto dei Sindaci al fine di ridurre le emissioni di CO2, ma anche perché per la prima volta porta le Amministrazioni a dotarsi di una pianificazione energetica programmata sul lungo periodo. Il SEAP è uno strumento di pianificazione dinamico e deve essere oggetto di aggiornamento e monitoraggio ogni due anni. L’Amministrazione ha infatti l’obbligo di monitorare lo stato di implementazione del SEAP e l’introduzione di eventuali nuove azioni. Esistono quindi dei tempi intermedi e soprattutto tutte le azioni individuate nel SEAP saranno attivate e in gran parte concluse dalla presente Amministrazione.
[2] L’azione 8 non si limita solo all’elettrificazione della ferrovia, ma all’impegno dell’Amministrazione a rendere più accessibile il trasporto pubblico attraverso la riqualificazione della stazione dei treni, la realizzazione di una stazione degli autobus per il trasporto intermodale, la riorganizzazione della linea degli autobus per il collegamento con Modena. La Commissione Europea ha adottato a marzo 2011 la strategia “Trasporti 2050” con l’obiettivo di diminuire del 60% le emissioni complessive del settore. In tal senso ci si è posti un obiettivo intermedio ed è stato quantificata la mancata emissioni delle auto circolanti sul territorio comunale, utilizzando come obiettivo al 2020 un 10% in più di persone che utilizzano il TPL.
[3] L’Amministrazione ha condiviso con gli stakeholder locali la bozza del SEAP organizzando un forum e coinvolgendo Sindacati, Associazioni di categoria, Progettisti e Associazioni Consumatori. Il piano è inoltre stato sottoposto alla Commissione Comunale in due occasioni. Le osservazioni pervenute nell’ambito di questi incontri sono state recepite nel piano. Come anticipato il SEAP è uno strumento di partenza che dovrà nei prossimi anni essere integrato da nuove azioni e strategie. Il coinvolgimento della cittadinanza è previsto dal piano di comunicazione del SEAP e sarà indispensabile per l’implementazione e l’aggiornamento del SEAP.
[4] L’impianto a olio non è ancora stato autorizzato, ma tutte le opportunità devono essere inserite nel piano, si andrà in fase di monitoraggio ed eliminare azioni che non sono state implementare e adottare nuove azioni e strategie.
[5] Il documento è stato sviluppato sulla base della linea guida della Commissione Europea per la redazione dei SEAP www.eumayors.eu. Tutti i SEAP sono sottoposti a controllo da parte della CE per valutare la conformità dei piani alla metodologia prevista dalle linee guida.
[6] Non sono state contabilizzate in termini di risparmio energetico e riduzione della CO2 solo le azioni che hanno effetto secondario (azioni di sensibilizzazione, promozione di buone pratiche,ricerca e formazione …) e per le quali attualmente non è stato possibili fare valutazioni, come ad esempio per il PSC e POC che sono in fase di elaborazione. I costi, quando possibile sono stati inseriti. Gli impatti delle azioni sono stime basate su dati statistici disponibile in letteratura, l’impatto delle azioni deve essere valutato attraverso il monitoraggio. Per quanto riguarda l’impatto del RUE è stata quantificata la riduzione della CO2 che consegue dalla riqualificazione degli edifici e dai nuovi insediamenti, sulla base delle tendenze demografiche ed urbanistiche.
Nel SEAP sono state inserite anche azioni che comportano un piccolo contributo all’obiettivo del 20%, ma che sono riconosciute come buona pratica da replicare sul territorio e come impegno dell’Amministrazione a dare il buon esempio alla cittadina.
[7] Gli impianti fotovoltaici realizzati sul territorio sono contabilizzati all’azione 11 dove sono riportate le potenze degli impianti attualmente allacciati alla rete (fonte atlasole GSE).
Volevo anche aggiungere che si tratta di chiarimenti utili a comprendere che la strada che si è intrapresa è per chi la sceglie una sfida vera, e la si vincerà solo con l’impegno di tutti quelli che credono che uno sviluppo sostenibile sia possibile anche attraverso questi impegni. Nessuno ha ricette in tasca da divulgare ma buone pratiche ed esperienze da aggiornare e riprodurre queste si, con la dispoinibilità a rivederle alla luce dei risultati positivi o negativi che siano. A presto.
Stefano Vaccari
Vorrei porre una domanda, senza entrare nel merito di questo documento che reputo veramente pieno di utopie, false speranze e troppe promesse:
E’ una scelta obbligata quella di escludere il settore industriale? Esso incide circa per il 66,1% dei consumi elettrici.
Come mai esso non viene preso in considerazione?
Un’altra domanda che vorrei porre: si è valutato il livello di inquinamento e di nanoparticelle dell’imp. a olio di colza?
grazie
Caro Stefano, ho preso in considerazione con attenzione le tue osservazioni. Rimango tuttavia convinto che il PAES di Vignola sia un “cattivo” piano e, come ho scritto nel post originario, se l’amministrazione comunale vorrà centrare l’obiettivo di abbattere del 20% le emissioni di CO2 al 2020 dovrà rivederlo significativamente già al primo “tagliando”, nel 2013. Ed è un “cattivo” piano per diversi motivi. Perché le azioni più importanti (che maggiormente dovrebbero contribuire all’obiettivo) sono anche le più incerte. Anzi, forse improbabili. E perché non è esplicitato in modo preciso (ma spesso neppure in modo impreciso) cosa deve fare l’amministrazione per conseguire i sub-obiettivi individuati. Il PAES è dunque assai poco trasparente. Ai cittadini non è data dunque la possibilità di valutare quanto esso è realistico; su quali presupposti tecnologici, organizzativi, sociali, economici esso poggia. L’incertezza, inoltre, regna sovrana in tema di risorse necessarie per la sua realizzazione. Per questo l’ho definito un esercizio retorico. Altri l’hanno definita un’occasione persa:
http://vignolacambia.wordpress.com/2011/06/22/osservazioni-al-piano-di-azione-per-l%E2%80%99energia-sostenibile-di-eleonora-mariotti-monica-maisani/
Per la mia parte, provo ad argomentare (ogni replica richiama la tua numerazione).
[1] Il SEAP è uno strumento pianificatorio importante. Su questo concordo pienamente. Risponde alla logica della pianificazione: si progetta, si fa, si controlla, si rendono pubblici i risultati. Detto questo è altrettanto evidente che c’è differenza tra un buon Piano ed un cattivo Piano. Dopo spiego che cosa intendo. Il fatto che il SEAP sia uno strumento di pianificazione “dinamico” (che significa poi che prevede una revisione ogni 2 anni) non giustifica il fatto che la sua prima edizione risulti così approssimativa e grossolana. Proprio perché la sfida è terribilmente impegnativa bisogna partire bene sin dall’inizio. A Vignola questo non è avvenuto. Ma se lo standard che tu difendi è questo, temo che non sia avvenuto neppure negli altri 12 comuni della provincia. A me sembra che il PAES vignolese sia stato “completato” in fretta e furia (dopo averci dormito su per qualche mese) solo perché la mancata presentazione del Piano di Azione sull’Energia Sostenibile nei tempi previsti (ovvero entro un anno dall’adesione, avvenuta il 29 giugno 2010) avrebbe comportato l’esclusione dal patto dei sindaci, come specificato nel patto stesso, pag.2, lettera i).
[2] Precisi che l’azione 8 non si limita solo all’elettrificazione della ferrovia, ma anche, tramite una ridislocazione della “stazione” bus presso la stazione ferroviaria, a ricercare un maggiore uso del mezzo pubblico (ipotizzando un incremento del 10% delle persone che usano l’autobus). Faccio però notare che tanto nelle slides presentate in commissione consiliare il 9 giugno (oggi presenti sul sito web del comune di Vignola; vedi a p.17), quanto nella bozza del PAES distribuita ai consiglieri comunali per la commissione del 17 giugno (p.50), di questo intervento non c’è traccia. Nell’ultima versione del PAES, approvata in consiglio, sono state aggiunte due righe e mezzo che dicono (pp.52-53): “Al fine di incentivare il trasporto pubblico l’amministrazione ha recentemente attivato un tavolo tecnico con AMO per incrementare il numero di corse Vignola-Modena, diversificare i percorsi in ambito urbano e aumentare anche il numero di fermate.” Tra l’altro, dopo l’aggiunta di questa ulteriore “azione” (sic) le stime di risparmio energetico e di riduzione di CO2 NON sono state modificate. E’ singolare, inoltre, che l’obiettivo di un incremento del 10% degli utenti del TPL sia riportato nel tuo commento, ma non nel PAES! Una conferma del fatto che non è affatto trasparente il modo in cui sono ottenute le stime di risparmio energetico e di riduzione delle emissioni di CO2! E questo sarebbe un Piano?
[3] Dici che l’amministrazione ha “condiviso” con gli stakeholder locali la bozza del SEAP. “Condiviso” mi sembra un termine perlomeno enfatico. Diciamo che l’ha presentata ad UNA riunione con non più di dieci persone e che in cambio ha ricevuto poche osservazioni. C’è un verbale? Un atto di “condivisione”? Inoltre vorrei far presente che il principale stakeholder rimane il cittadino. Che non è stato assolutamente coinvolto e dunque non ha condiviso un bel nulla. E per coinvolgerlo, ovvero informarlo e stimolarne le osservazioni, farlo partecipare alla stesura del PAES (magari in stile wiki), non serviva poi tanto, visto che il percorso è partito UN ANNO FA. Bastava mettergli a disposizione la bozza per 2-3 mesi, organizzare un forum web ed alcuni incontri sul territorio. Ma mi rendo conto che la “partecipazione” suscita qualche inquietudine negli amministratori vignolesi.
Ti ricordo, infine, che il patto dei sindaci nella sua formulazione originaria, prevede il coinvolgimento della “società civile” già nella fase di costruzione del piano (dice infatti: Mobilise the civil society in our geographical areas to take part in developing the Action Plan, outlining the policies and measures needed to implement and achieve the objectives of the Plan).
[4 e 7] Ne converrai che c’è qualche problema su cosa mettere e cosa non mettere degli impianti privati di produzione di energia “pulita”. La centrale ad olio di colza è inserita, ma mi risulta che la sua realizzazione sia alquanto incerta (qualcuno ha dato un colpo di telefono al proprietario?). La centrale idroelettrica che sarà terminata nel giro di qualche mese NON è inserita. Il perché è un mistero. Sbadataggine? E’ vero che degli impianti fotovoltaici già realizzati se ne parla a p.35. Ma di quelli che i privati vorranno continuare a realizzare sfruttando le agevolazioni del quarto conto energia, con contestuale rifacimento della copertura di capannoni? A me risulta chiaro che qui va messo un po’ d’ordine. Che oggi NON c’é.
[6] Una delle criticità del PAES vignolese è che le azioni certe (es. efficientamento energetico degli immobili comunali) danno un contributo marginale al raggiungimento dell’obiettivo. E comunque rimane il problema del come finanziare questi investimenti, nel caso l’amministrazione sia intenzionata a realizzarli. Le azioni, invece, che danno un grande contributo all’obiettivo finale (e sono, nell’ordine: standard di efficienza energetica nel RUE, 30,3%; aumento efficienza tecnologie trasporto, 17,8%; impianti fotovoltaici e solari su edifici privati, 13,6%; elettrificazione ferrovia & C., 9,9% – quattro azioni garantiscono dunque il 71,6% dell’obiettivo) sono invece altamente incerte. Questo piano, dunque, è assai poco un piano. Assomiglia di più ad un azzardo, ad una scommessa. Per questo ho usato l’immagine del rito voodoo. Oggi piantiamo spilloni in una bambolina, confidando che le cose vadano come desideriamo. Si poteva fare diversamente? Certamente sì. Un conto infatti è affidarsi al progresso delle tecnologie motoristiche confidando in una significativa riduzione delle emissioni (e se questa fosse accompagnata da un incremento dei km percorsi? O del numero delle auto circolanti?), un conto è prendere sul serio il tema della promozione di mezzi alternativi: piedi, bici, TPL (che però a Vignola manca nella versione urbana). E così via.
[5] Ma il limite per me più evidente di questo Piano è che non esplicita il rapporto causa-effetto. Non esplicita quali azioni puntuali (o insieme di azioni) l’amministrazione dovrà mettere in campo per ottenere l’obiettivo desiderato (in termini di risparmio energetico e di riduzioni di CO2). Come ricordavo sopra, l’obiettivo di un incremento del 10% degli utenti del TPL (da cui far discendere una riduzione delle emissioni di CO2) risulta dal tuo commento, ma non dal PAES! Quanti mq di tetti fotovoltaici si dovranno realizzare non è indicato. Quante nuove unità abitative dovranno essere realizzate a Vignola perché le nuove norme del RUE producano una riduzione di 8.863 tonnellate annue di emissioni di CO2 al 2020 non è dato saperlo!! Un documento di piano costruito in questo modo è un CATTIVO documento. Su questo non c’è alcun dubbio. Come può un cittadino vignolese valutare oggi quanto è realistico il PAES adottato? Questa possibilità non è data. Basterebbe questo punto per gettare ombre sulla realizzabilità dell’obiettivo. Un documento di piano che non è comprensibile e valutabile dai cittadini mi sembra un controsenso – lo confesso. Forse anche da questa esperienza e da queste critiche l’AESS di Modena avrebbe qualcosa da imparare.
Ultima cosa. Trascuro di evidenziare gli errori o le sbadataggini che pure sono nel PAES vignolese (ho già ricordato che a p.61 si rimanda ad un’azione 27 che invece non c’è – il Piano si ferma all’azione 26). Anche questo è un segnale tutt’altro che entusiasmante. Anche perché vuol dire che nessuno degli amministratori che l’hanno approvato o su cui ricade la responsabilità politica della redazione (Denti, Montanari, Scurani) l’ha letto con attenzione.
Buon lavoro.