Entro il 30 aprile dovranno essere designati i nuovi vertici della Fondazione di Vignola: presidente, vicepresidente, comitato di gestione. Scade infatti a norma del nuovo statuto con due anni di anticipo la presidenza di Valerio Massimo Manfredi, presidente per due mandati (2013-2017 e 2017-2019). Non ne sentiremo la mancanza. Con Manfredi la presidenza della Fondazione ha raggiunto il punto più basso (precedenti presidenti sono stati il notaio Giorgio Cariani e l’avv. Giovanni Zanasi): nessun legame con il territorio (Manfredi risiede a San Cesario ed in questi 6 anni ha dimostrato che preferisce fare altro), nessuna visione strategica del ruolo che la Fondazione di Vignola può giocare, dunque una presidenza “catturata” dalla struttura interna. Questi 6 anni ci consegnano comunque cose positive: il nuovo polo archivistico (vedi), la faticosissima acquisizione di Palazzo Barozzi in dirittura d’arrivo (vedi), la bella esperienza di “Tracce in luce” ovvero le videoproiezioni delle antiche decorazioni affrescate sulle pareti esterne della Rocca (vedi); ma questo – è bene essere chiari – è per merito del vicepresidente 2013-2017 Giuseppe Pesci (vedi). Non a caso non appena è subentrata alla vicepresidenza Gloria Vignali (2017-2019) la capacità realizzativa della Fondazione è crollata. Il 2019, dunque, può davvero essere un punto di svolta per la Fondazione di Vignola. Oppure rivelarsi un’occasione mancata. Leggi il seguito di questo post »