Il più grande fotografo vignolese? Lo vedremo forse al MoMA di New York. Riflessioni su un libro di Erik Kessels e Sergio Smerieri

8 marzo 2021

Un fotografo vignolese in mostra al Museum of Modern Art (MoMA) di New York? Chi potrebbe mai essere? Scartate i nomi più noti che vi vengono in mente. Se si dovesse realizzare questo improbabile evento si tratterebbe di un nome sconosciuto ai più, anzi praticamente a tutti. Eppure a questo tenace e regolare fotografo – un fotografo amatoriale o, meglio, un fotografo da vacanze – è appena stato dedicato un libro che entrerà presto nei circuiti internazionali della fotografia d’élite. Gli autori del libro sono Erik Kessels (classe 1966), olandese, fotografo, pubblicitario e curatore d’arte (vedi) e Sergio Smerieri (classe 1958), fotografo e artista vignolese (vedi). Il libro – In almost every pictures n.17 – presenta una selezione delle foto scattate nell’arco di una vita dal vignolese Carlo Gubertini (1930-2019). Non un fotografo professionista, dicevamo. E non certo foto scattate con intento artistico, anche se in quegli scatti una chiara intenzionalità programmatica è evidente. Ecco il primo paradosso: trent’anni fa quelle foto non sarebbero mai state oggetto di una pubblicazione per professionisti della fotografia, per esteti e teorici dell’immagine. Sarebbero solo state mostrate agli amici nel corso di una serata conviviale. Oggi si trovano in un volume, edito da KesselsKramer Publishing, Amsterdam, 2021, che andrà a popolare la sezione di fotografia delle più importanti biblioteche ed istituzioni d’arte e fotografia a livello internazionale. Come è potuto accadere?

Copertina del libro di Erik Kessels e Sergio Smerieri, In almost every pictures n.17, KesselsKramer Publishing. Amsterdam, 2021

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Popolo vs. democrazia. Il 19 dicembre, ore 20.30 biblioteca Auris, discutiamo del libro di Yascha Mounk con Gianfranco Baldini e Matteo Giglioli

16 dicembre 2018

Dopo lunghi decenni in cui la storia è sembrata quasi fermarsi tutto sembra oggi cambiare nel volgere di pochi anni, cogliendo di sorpresa la gran parte degli osservatori. E’ quanto sta avvenendo nella politica dei paesi occidentali – Donald Trump alla Casa Bianca, la Gran Bretagna che saluta l’Unione Europea con la brexit, il duo Salvini-Di Maio in Italia, i gilet gialli che assediano Macron in Francia, Viktor Orban di nuovo capo del governo in Ungheria … ovunque in ascesa partiti “sovranisti” e ostili agli stranieri. E’ di questo che si occupa il libro di Yascha Mounk, giovane studioso di scienza politica (è nato nel 1982 a Monaco di Baviera), ora docente ad Harvard (vedi). Si tratta di un libro militante – lo dice chiaramente l’autore – ovvero scritto anche con l’intento di contrastare la diffusione dei populismi ed in difesa della “democrazia liberale”. Ma questa presa di posizione si accompagna ad una grande lucidità, a rigore nell’argomentazione, ad una disamina oggettiva delle cause e dei rischi, senza alcun cedimento al sentimento. Insomma, un libro straordinario che per la prima volta organizza dati di ricerche settoriali in un quadro coerente per spiegare “cosa sta succedendo”. Il libro è stato pubblicato negli Stati Uniti da Harvard University Press nel marzo 2018 (vedi) e tradotto in italiano e quindi pubblicato da Feltrinelli nel maggio 2018 (vedi). Ne parliamo mercoledì 19 dicembre, ore 20.30, presso la Biblioteca Auris di Vignola. A presentare il libro ed a discuterne Gianfranco Baldini, professore associato di scienza della politica all’Università di Bologna (vedi), e Matteo Giglioli professore a contratto all’Università di Bologna dove tiene un corso sulla violenza politica (vedi). A moderare l’incontro Ivano Gorzanelli, laureato in filosofia e dottorando di ricerca, nonché ex-amministratore locale. Leggi il seguito di questo post »


Aperta al pubblico a Modena la Galleria d’arte di BPER: Banca

11 febbraio 2018

Cristoforo Canozi da Lendinara, L’adorazione del Bambino con San Bernardino (particolare), 1470 circa.

Tra i non molti i dipinti del Rinascimento modenese figura l’anconetta (un dipinto per l’altare di non grandi dimensioni) di Cristoforo Canozi da Lendinara (altre suo opere in Duomo a Modena ed alla Galleria Estense: vedi) da tempo nel patrimonio artistico della Banca Popolare dell’Emilia-Romagna, ora BPER: Banca. Assieme ad una trentina di altre opere di quella importante collezione (oltre 700 dipinti) è oggi accessibile al pubblico nella sede espositiva da poco inaugurata (La Galleria-Collezione e Archivio Storico) in via Scudari 9, in pieno centro a Modena, nel grande salone che un tempo ospitava le assemblee dei soci. La Galleria è aperta al pubblico nel primo weekend del mese, dal venerdì alla domenica (ore 10-13 e 14-18). Merita una visita. Leggi il seguito di questo post »


Da Piacenza a Dresda. La Madonna Sistina di Raffaello

5 febbraio 2018

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Questi due angioletti dallo sguardo tra il pensoso e il distratto e con i capelli studiatamente scarmigliati sono da tempo diventati un’icona indipendente dal quadro a cui appartengono. Si trovano sulle copertine di quaderni, sulle cover di cellulari, in quadretti da salotto. Ma non è un fenomeno recente, un effetto della commercializzazione dell’arte o dell’estetizzazione della vita attribuibile al capitalismo. Risale almeno all’inizio del XIX secolo visto che nel quadro di Wilhelm Barth che riproduce il Boudoir della granduchessa Alexandra Fjodorowna nel palazzo Aničkov di San Pietroburgo (di poco successivo al 1823) compare una loro riproduzione – solo loro e non l’intero quadro – in bella mostra appesa alla parete, in posizione centrale (Alexandra Fjodorowna fu la moglie dello Zar Nicola I). Non tutti coloro che hanno familiarità con questa immagine che oggi vive di vita propria – una riproduzione è alla parete anche del bar del circolo ricreativo del Rizzoli, dove lavoro! – conoscono il quadro a cui i due angioletti appartengono. Si tratta della Madonna Sistina di Raffaello (1512-1513), un dipinto per la chiesa benedettina di San Sisto e Santa Barbara di Piacenza (dono di Papa Giulio II), ma a metà del XVIII secolo finita alla Gemäldegalerie di Dresda dove ne costituisce tuttora una delle principali attrazioni. Sono molte dunque le storie che si possono narrare a partire da quest’opera, già definita un capolavoro da Giorgio Vasari nel 1550. Leggi il seguito di questo post »


Dresden mitte. Giovani, Erasmus, Europa

28 gennaio 2018

Dresden Mitte è il nome di una delle fermate cittadine della linea ferroviaria S2 che collega l’aeroporto (flughafen) con la città di Dresda. Sta appunto per “Dresda centro”. Una corsa ogni mezz’ora, 27 minuti di percorrenza, grande puntualità – ho avuto occasione di sperimentarlo nel novembre scorso. Dresda è la capitale del land della Sassonia ed ha una Staatliche Akademie der Bildenden Künste che dal 2 ottobre 2017 ospita Sara Paltrinieri, studentessa dell’Accademia di Belle Arti di Venezia. La possibilità di frequentare l’Accademia a Dresda per un semestre o poco meno, con borsa di studio di 230 euro mensili (non proprio tantissimo – qualche università, come Unibo, aggiunge un proprio contributo), è garantita dal programma Erasmus+, la nuova versione 2014-2020 del programma Erasmus che dal 1987 consente la circolazione degli studenti nelle diverse università europee. Erasmus è l’acronimo di European Region Action Scheme for the Mobility of University Students, ma è anche un riferimento ad Erasmo da Rotterdam, che nel 1506 si laureò all’Università di Torino (la libera circolazione degli studenti sta alla base dell’idea di università, ovvero universalità, come ci ricorda la storia della prima università al mondo, lo studium di Bologna: vedi). Dal 1987 al 2017 il programma Erasmus ha coinvolto oltre 3 milioni di studenti europei (circa 400mila quelli italiani). E’ l’Europa che ci piace. Quella che offre nuove opportunità ed amplifica chances di vita. Ma è un’Europa che riguarda ancora un numero troppo piccolo di giovani, anche se negli ultimi anni è raddoppiato. Sarebbe bene che il potenziamento del programma (e magari anche un servizio civile europeo come a suo tempo proposto da Ulrich Beck e Daniel Cohn-Bendit: vedi) fosse uno dei punti in agenda per le prossime elezioni europee, nel 2019. Leggi il seguito di questo post »


Perché occuparsi oggi di Ugo Foscolo a Vignola nel 1799

17 dicembre 2017

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E’ lecito provare un certo orgoglio per il fatto che per la prima volta a Vignola si racconta la vicenda del passaggio di Ugo Foscolo nella primavera del 1799. Due associazioni vignolesi – Gruppo di Documentazione Vignolese “Mezaluna – Mario Menabue” e Archivivi – hanno creduto che dietro a questo episodio marginalissimo della vita di Ugo Foscolo ci fosse una storia interessante da raccontare. Ed è così. Anzi le storie sono due, per così dire. La prima è quella del passaggio vignolese di Ugo Foscolo, qui prigioniero di una pattuglia austriaca il 30 e 31 maggio 1799. Ugo Foscolo allora aveva 21 anni. Era già conosciuto come letterato, ma non era ancora l’Ugo Foscolo che abbiamo studiato sui banchi di scuola (le Ultime lettere di Jacopo Ortis furono pubblicate, nell’edizione riconosciuta dall’autore, nel 1802, le Poesie nel 1803, Dei Sepolcri nel 1807). Leggi il seguito di questo post »


1799 Ugo Foscolo prigioniero in Bazzano e Vignola: il video

6 dicembre 2017

In un video di pochi minuti la ricostruzione delle vicende che portarono Ugo Foscolo, allora ventunenne, prigioniero in Vignola il 30 e 31 maggio 1799. Realizzazione a cura di Morena Orsini.

 


1799 Ugo Foscolo prigioniero in Vignola. Un libro, una mostra, un video

3 dicembre 2017

Molte delle persone a cui riferisco del progetto di ricerca su Ugo Foscolo a Vignola – per comodità lo chiamo così – mi guardano stupite e poi dicono: “ma sarà poi vero”? Sì, è vero. Il 30 e 31 maggio 1799 Ugo Foscolo fu prigioniero in Vignola. La vicenda è stata ricostruita – non era la prima volta, in verità, ma in questa occasione lo si è fatto in modo più accurato ed approfondito che in passato – grazie ad un lavoro di indagine di ricercatori di storia locale. Tale indagine ha portato alla pubblicazione di un libro (sarà presentato in Rocca a Vignola giovedì 14 dicembre ore 20.30), alla realizzazione di una mostra (inaugurerà sabato 16 dicembre ore 15.30, anch’essa in Rocca) e di un video (lo trovate su you tube). Qui una breve introduzione alla vicenda che ha per sfondo quanto avveniva nel Nord Italia nella primavera del 1799, ovvero il disfacimento della Repubblica Cisalpina e la sconfitta dell’armata francese ad opera dell’esercito austro-russo.

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Alla sera, alle sere. Foscolo e altri amanti del tramonto – domenica 24 settembre ore 21 in Piazza Contrari a Vignola

16 settembre 2017

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Una prima iniziativa di un programma che sul finire del 2017 sarà dedicato ad Ugo Foscolo ed al suo “passaggio” da Vignola il 30 e 31 maggio 1799 (vedi). Si tiene domenica 24 settembre, ore 21 in Piazza dei Contrari a Vignola, quale evento collaterale del PoesiaFestival 2017 (vedi). E’ organizzato dal Gruppo di Documentazione Vignolese Mezaluna “Mario Menabue” (vedi) e dall’associazione Archivivi (vedi). Un percorso sulla poesia ‘crepuscolare’ a partire dalla stupenda “Alla sera”, meno ricordata dell’Infinito di Leopardi, ma non meno bella. Fu scritta da Foscolo dopo l’agosto 1802 e prima del 9 aprile 1803, quando dunque aveva 24-25 anni. Non mancate!

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Domenica 23 aprile ore 16.30 visita guidata alla chiesa di San Michele Arcangelo di Campiglio

22 aprile 2017

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Il 2 maggio 1845, in un tripudio di festa, la chiesa fu benedetta dall’arciprete di Vignola, don Angelo Cervi, con solennità e con la presenza di altri nove sacerdoti. Alla festa seguì, per alcuni giorni, un corso di sacre missioni, con “un numerosissimo concorso di individui” e con copiosi frutti spirituali.” Era la chiesa di San Michele Arcangelo di Campiglio, da poco ricostruita dopo il crollo del 1841 (causato da un intervento che doveva essere riparativo, ma che condotto da muratori di Marano che “operarono ignorantemente”, provocò il crollo del coperchio del presbiterio). La chiesa venne ricostruita in una diversa posizione, appoggiandosi a quanto rimaneva della rocca di Campiglio. Ed è così che noi la vediamo oggi – singolare chiesa con l’abside appoggiata al torrione dell’antica rocca. Domenica 23 aprile, ore 16.30, sarà possibile visitarla (la chiesa è di norma chiusa) e venire a conoscenza della sua storia, dei suoi parroci, degli arredi e delle opere d’arte che contiene. La visita guidata sarà condotta da Maria Cristina Vecchi, cultrice di storia locale (nonché socia fondatrice di Archivivi). La visita è gratuita, basta trovarsi alle 16.30 all’ingresso della chiesa. Occasione da non lasciarsi scappare per chi vuol conoscere davvero la vecchia chiesa parrocchiale di Campiglio. Leggi il seguito di questo post »