“Il 2 maggio 1845, in un tripudio di festa, la chiesa fu benedetta dall’arciprete di Vignola, don Angelo Cervi, con solennità e con la presenza di altri nove sacerdoti. Alla festa seguì, per alcuni giorni, un corso di sacre missioni, con “un numerosissimo concorso di individui” e con copiosi frutti spirituali.” Era la chiesa di San Michele Arcangelo di Campiglio, da poco ricostruita dopo il crollo del 1841 (causato da un intervento che doveva essere riparativo, ma che condotto da muratori di Marano che “operarono ignorantemente”, provocò il crollo del coperchio del presbiterio). La chiesa venne ricostruita in una diversa posizione, appoggiandosi a quanto rimaneva della rocca di Campiglio. Ed è così che noi la vediamo oggi – singolare chiesa con l’abside appoggiata al torrione dell’antica rocca. Domenica 23 aprile, ore 16.30, sarà possibile visitarla (la chiesa è di norma chiusa) e venire a conoscenza della sua storia, dei suoi parroci, degli arredi e delle opere d’arte che contiene. La visita guidata sarà condotta da Maria Cristina Vecchi, cultrice di storia locale (nonché socia fondatrice di Archivivi). La visita è gratuita, basta trovarsi alle 16.30 all’ingresso della chiesa. Occasione da non lasciarsi scappare per chi vuol conoscere davvero la vecchia chiesa parrocchiale di Campiglio.
La prima menzione in documenti d’archivio della chiesa di San Michele Arcangelo a Campiglio risale al 1291. Essa compare infatti nel catalogo completo delle chiese modenesi, quando vescovo di Modena era Jacopo da Ferrara, poi inserito in un Codice Vaticano. Nell’elenco la chiesa di San Michele di Campiglio risulta dipendente, come “cappella”, dalla Pieve di San Martino in Centum Ripis (oggi santuario della Beata Vergine della Pieve che nel 1416, sotto la signoria di Uguccione Contrari, perse il titolo di chiesa plebana a favore di quella nel borgo medioevale) assieme ad altre cinque cappelle. Frammentarie sono le notizie sulla chiesa di San Michele almeno fino alla fine del ‘700 (ma nell’archivio della parrocchia di Campiglio esiste l’inventario dei beni della chiesa, risalente al 1572, redatto dal rettore don Giovanni de’ Sanctis). Don Andrea Vignoli (1754-1835), parroco dal 1790, ha lasciato, nel 1790 e 1793, documenti che descrivevano l’antica chiesa (tre navate, cinque cappelle, una tribuna con l’organo fabbricato nel 1766, ecc.). Nel 1797 – singolarmente in periodo giacobino – il patrono della chiesa, marchese Lotario Rangoni (la famiglia Rangoni aveva da tempo il giuspatronato, ovvero il diritto di scegliere il parroco, della chiesa di San Michele) promosse una “nuova fabbrica” per la costruzione del coro di cui la chiesa era sprovvista. Sembra che il non impeccabile raccordo con il vecchio corpo dell’edificio portò, qualche decennio dopo, al crollo di parte della chiesa. Comunque, sebbene l’edificio fosse stato rinforzato nel 1798, ogni anno si doveva intervenire per il problema delle fenditure nella volta e nei muri. Nella notte del 16 luglio 1811 anche una “gagliarda” scossa di terremoto contribuì ad indebolire l’edificio. Il parroco successivo a don Vignoli, don Pietro Malavolti, nella sua relazione annuale al vescovo, il 31 dicembre 1842, scriveva: “Da un anno la chiesa è crollata”. La nuova chiesa venne quindi riedificata a ridosso della rocca e consacrata nel 1845. E’ quella che noi possiamo contemplare oggi. E’ quella che ci farà conoscere Maria Cristina Vecchi domani, domenica 23 aprile, ore 16.30.
PS Le informazioni storiche riportate sono tratte da Augusta Redorici Roffi, Le chiese di Campiglio. Memoria, edizione Libreria dei Contrari, Vignola, 2000.
Peccato! Averlo saputo prima!
P.S. Magari pubblicizzare, su siti internet o giornali, qualche settimana prima questo tipo di eventi permetterebbe una maggiore affluenza di pubblico.
P.P.S. Stessa iniziativa dovrebbe essere fatta per visitare la Chiesa di Santa Maria Rotonda di Torigliano (anche se privata) come del resto gli altri punti d’ interesse della collina Vignolese
SANTA MARIA ROTONDA S VI PREGO . E’ UN MITO UNICO !
ASPETTIAMO DATA CON ANTICIPO !! WWW