Glifosato nei campi comunali, non c’è due senza tre, di Stefano Corazza

19 Maggio 2019

Il Comune di Vignola possiede alcuni terreni lungo il fiume Panaro che son stati utilizzati in passato e attualmente come campi di sperimentazione a diverso titolo per colture frutticole, in particolare ciliegie, ma non solo. Senza entrare nel merito di ciò che è stato prodotto da molti anni a questa parte, anche perché non risultano rapporti di ricerca o informazioni diffuse sul tema, vorrei fare sapere ciò che sta avvenendo in questi siti. Non è la prima volta che documento su questo blog (qui il precedente post) come i gestori dei campi Comunali siti nell’ex Impresa Mancini disperdano in questa stagione, puntuali come la morte è il caso di dire, grandi quantità di disseccante (Glifosato) ai margini, lungo le recinzioni, sotto i filari di pruni e ciliegi, e persino nei fossi.

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Evidente l’uso del diserbante ai lati della carreggiata (foto del 16 maggio 2019)

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Marano capitale del luppolo? Boh

16 luglio 2016

La vicenda di “Marano capitale del luppolo” è esemplificativa di un modo di fare politica dove la retorica prevale sulla realtà. E’ la politica ridotta a narrazione. Il fenomeno è interessante. Non solo perché mette in scena un modo di fare politica sempre più diffuso. Ma anche perché evidenzia una radicata disponibilità dei cittadini ad acconsentire a queste “narrazioni” che evidentemente contengono i giusti ingredienti: un po’ di storia locale, la promozione di un’identità di paese artificialmente costruita sul passato (qualcosa che ha a che fare con l’“invenzione della tradizione” di cui parla E.J.Hobsbawm: vedi), un illusorio messaggio di speranza nel futuro (in sintesi: sarà il luppolo a “salvare” questo paese, comunque già pomposamente definito “la porta del Cimone”). Va dunque dato atto a due consiglieri di opposizione, Gianni Manzini e Virginio Leonelli, di essere stati i primi a dire a voce alta, pubblicamente, che “il re è nudo”. Il luppoleto di Marano – campo di sperimentazione gestito dall’Università di Parma – è davvero poca cosa. Per questo propongono, non senza un certo gusto per la provocazione, di trasformarlo in orti per anziani. E della capitale del luppolo, che ne facciamo? Leggi il seguito di questo post »


Novità in arrivo con le cartelle esattoriali del Consorzio della Bonifica Burana, di Stefano Pellicciari

5 luglio 2016

In questi giorni sono in arrivo le cartelle esattoriali del contributo di bonifica (vedi), dovuto dai contribuenti possessori di immobili della provincia situati nelle zone definite dal nuovo piano di classifica (vedi; qui l’apposito video di presentazione realizzato dal Consorzio: vedi), approvato proprio quest’anno dal Consiglio di Amministrazione del Consorzio di Burana (vedi). Leggi il seguito di questo post »


Lamandini ideologo della caccia come “pubblica virtù”. Una critica dal WWF di Modena

16 aprile 2016

Si diffonde l’ideologia della caccia come “pubblica virtù” (non come “vizio privato”), ovvero al servizio dell’agricoltura e della società. Ogni ideologia ha i suoi propugnatori e diffusori. Già il linguaggio è rivelatore – la caccia sarebbe contro le “specie selvatiche opportuniste”. Squalificarle moralmente (sic) aiuta il compito di legittimare chi “le fa fuori”. Ma forse le cose non stanno proprio così. Forse è bene guardarci dentro. Per questo pubblichiamo una nota predisposta da un esponente del WWF di Modena ed apparsa, in una versione leggermente diversa, su Prima Pagina del 14 aprile (in replica ad un intervento di Francesco Lamandini, presidente di ATCMO2, apparso invece il 12 aprile). Potrebbe risultare che le “specie opportuniste”, per così dire, siano altre. Leggi il seguito di questo post »


Consorzio della Bonifica Burana: la lista Cittadini nel Consorzio intende verificare la regolarità del voto

25 gennaio 2016

Ho ricevuto il testo di questo comunicato in merito a quanto sta accadendo al Consorzio della Bonifica Burana (vedi) e lo pubblico volentieri poiché mi sembra necessario aumentare il grado di trasparenza di enti del genere. Persona giuridica pubblica a struttura associativa con sede a Modena, il Consorzio cura un bacino che riguarda 55 comuni delle province di Modena, Mantova, Ferrara, Bologna e Pistoia per una superficie di 242.521 ettari, sostenendo spese per oltre 20 milioni di euro all’anno. E tutto questo con un’amministrazione eletta da una frazione piccolissima degli aventi diritto al voto: alle elezioni del dicembre 2015 i votanti sono stati complessivamente 2.457 su una base elettorale di 173.034, pari all’1,4% (trascuriamo le complessità del sistema elettorale). Solo che stavolta è entrato nel consiglio di amministrazione un esponente di minoranza (lista Cittadini nel Consorzio), mandando l’ente in fibrillazione (evidentemente non abituato ad essere osservato da vicino). Ecco qua. Leggi il seguito di questo post »


Guerra agli storni. Una replica, di Francesco Lamandini

21 Maggio 2015

Francesco Lamandini, ex-sindaco di Spilamberto ed ora presidente dell’Ambito Territoriale Caccia (ATC) MO2 replica al post in cui, a partire da un poco piacevole episodio in cui mi sono trovato coinvolto, criticavo le modalità di gestione della “caccia agli storni” (vedi). Nel frattempo il tema è stato ripreso da un quotidiano locale, Prima Pagina, dapprima il 20 maggio (pdf). Quindi, con replica “affidata” alla locale Confederazione Italiana Agricoltori (vedi; ma anche con l’intervento dell’assessore vignolese Erio Ricchi), il 21 maggio (pdf). Anche se, in realtà, la CIA non replica affatto alle mie osservazioni critiche.

Caro Andrea, anzitutto, visto le tante battaglie fatte in questi ultimi 11 anni, sia dalla stessa parte che contrapposti, mi sarei aspettato, come piccolo gesto, almeno un sms in cui mi avvisavi del tuo articolo. Un po’ di fair play non guasta mai, non credi? Entrando poi nel merito, aldilà delle simpatiche battute sulla “guerra fredda” (non male, davvero), ti chiedo cosa mi stai contestando? Leggi il seguito di questo post »


Lamandini go home!

17 Maggio 2015

Per fortuna l’hanno messo alla presidenza dell’Ambito Territoriale Caccia (ATC MO2): vedi. Che se l’avessero messo a capo di una base missilistica la guerra fredda sarebbe finita in altro modo. Perché Francesco Lamandini (ex-sindaco di Spilamberto) “ha il grilletto facile” (politicamente parlando). Ed è uno zelante. E queste due cose assieme non sono sempre un bene. Sta di fatto che pochi giorni fa ha lanciato la guerra agli storni “per la difesa delle ciliegie”. Una difesa fatta a suon di pallini di piombo. Diecimila storni da abbattere – questo l’annuncio. Avevo letto la notizia sui quotidiani locali di ieri, 16 maggio, e pensavo che la cosa non mi riguardasse da vicino. Sbagliavo. Oggi, domenica 17 maggio, verso le 17.30-18 un cacciatore (con il fucile in bella mostra) è passato a dieci metri da casa mia (sto nelle “basse” di Vignola, in mezzo a terreni coltivati a ciliegie). Non gradisco la vista delle armi da fuoco, ma sono stato zitto. Qualche minuto dopo … il botto. Assordante. Ed i pallini che arrivano contro casa mia, a pochi metri da me e da mia moglie – assieme stavamo sistemando il giardino. Eh no, Lamandini. Un cretino ha sparato dalla parte sbagliata, ma tu sei il “mandante”. Leggi il seguito di questo post »


Lambrusco DOP. Un sasso nello stagno, di Simone Balestri

21 marzo 2015

A poche ore dall’apertura di Vinitaly 2015 (il salone veronese del vino, alla sua 49° edizione, prenderà il via domani, 22 marzo, per terminare il 25 marzo) mi trovo come ogni anno, a riflettere sulla grande forza che il nostro territorio ha nel settore agroalimentare ed enologico. Tra le pagine di questo blog ho più volte raccontato piccole e medie realtà della nostra terra (vedi), che con forza e passione lavorano e si divincolano tra le mille difficoltà che trovano davanti a loro, per portare l’eccellenza della nostra tradizione e cultura gastronomica in giro per il mondo, rendendoci grandi sulle tavole dei grandi.
Molto spesso però, comunicare la Qualità e l’Eccellenza può risultare assai complesso, non certo per mancanza di “contenuto” in bottiglia (mi piace ricordare come il Lambrusco – non solo il Modenese – sia il vino italiano più esportato nel mondo), ma piuttosto perché nella filiera produttiva non tutti i “soggetti” sono ugualmente tutelati: produttore, consumatore … e comunicatore (in questo caso il sommelier). Della grande crescita qualitativa del Lambrusco ho già parlato, ora vorrei provare a spiegarvi il Disciplinare DOP (Denominazione di Origine Protetta), croce e delizia di chi segue i processi produttivi, ma soprattutto una sigla che dovrebbe (condizionale d’obbligo) fornire al consumatore la garanzia di qualità in quanto massima denominazione presente in Europa. Ritengo comunque che le cose non stiano proprio così, quindi andrò con ordine, cercando di essere il più semplice, chiaro e … meno noioso possibile. Leggi il seguito di questo post »


Vini di montagna a Guiglia. TerraQuilia, bollicine di carattere, di Simone Balestri

16 ottobre 2014

Home_TerraQuiliaHo sempre amato le escursioni tra i boschi, i profumi ed i colori che con l’alternarsi delle stagioni regalano sempre diverse emozioni. Passeggiando tra le nostre montagne (per noi 500 metri sul livello del mare è già “montagna”), in piccole rive intorno a Guiglia tra castagneti e sentieri, troviamo anche vite. Lambrusco Grasparossa, Malbo Gentile, Sangiovese e Cabernet per le uve rosse, ma anche Moscato, Trebbiano di Romagna, Pignoletto, Gewurtztraminer per le uve bianche. Troviamo TerraQuilia. L’amore per la terra, la tradizione ed il vino di Romano Mattioli, imprenditore al di fuori del mondo enologico, ha dato vita negli ultimi anni, ad un progetto che inizialmente, non lo nego, aveva lasciato un poco perplesso anche il sottoscritto e chi mi conosce bene sa che le nuove scoperte e gli azzardi (enogastronomici, s’intende!) sono per me, come un invito a nozze! Andando a trovare Romano, ascoltando le parole di Sergio, cantiniere esperto, degustando i vini e vedendo letteralmente la passione che aleggia in cantina ed in vigna, i dubbi passano. Questa è la storia della mia visita a TerraQuilia ed i suoi “alti Lambruschi” Modenesi. Leggi il seguito di questo post »


Alla scoperta dell’olivicoltura modenese, di Simone Balestri

6 ottobre 2014

1_HOME olive particolare

E’ facile parlare di eccellenze modenesi citando i Lambruschi DOP, il Parmigiano DOP o il Prosciutto di Modena DOP. Viene istintivo immaginare i filari delle vigne che “pettinano” le colline o i richiami delle mucche per la mungitura. Passeggiando tra quei filari, percorrendo le “strade del vino” delle nostre colline, da qualche tempo possiamo vedere ordinate schiere di ulivi decorare le rive, ma non sto parlando di meravigliosi ulivi plurisecolari ad ornamento di sontuosi giardini. Voglio invece iniziare a raccontare la storia del “Progetto Olio Emilia”, un progetto agronomico nato qualche anno fa con l’obiettivo di ri-portare l’olivicoltura da olio tra le colline emiliane, quindi anche nel modenese. Leggi il seguito di questo post »