Chi percorre le pavimentazioni lastricate del “Castelvecchio” potrà sentire un singolare “effetto pianoforte”, dato dalle pietre sconnesse che si muovono sotto i piedi (o sotto le ruote della bicicletta – provare il “circuito” via Castelvecchio – Tufo – Posterla). Mancanza di manutenzione (da anni). Ancora più evidente lo stato di incuria delle aiuole che riquadrano la base degli alberi nel centralissimo Viale Mazzini. Mancanza di manutenzione (da anni). Basta poi girare nei molti parchi di periferia per constatare che anche lì c’è qualche problema di manutenzione, cura, pulizia (da anni). Insomma, per troppo tempo Vignola è stata il riflesso locale del detto “Italia paese di inaugurazioni, non di manutenzioni”! Proprio in questi giorni, grazie alla nuova amministrazione Smeraldi, si inizia a cambiare verso.

La condizione delle aiuole attorno agli alberi di viale Mazzini è da anni questa (foto del 9 aprile 2014)
[1] Per ora si parte, un po’ in sordina, con la sperimentazione di alcune soluzioni per le basi degli alberi di Viale Mazzini (sperimentazioni di diversi tipi di pietrisco). Ma poi l’intervento di manutenzione, completato il viale, si estenderà a Corso Italia ed al centro storico. Certo, ancora poca cosa rispetto al bisogno di manutenzione accumulato dalla città in cinque anni di colpevole disattenzione (vedi). Però un primo segnale è dato. Ugualmente è vero che “non di sola manutenzione vive una città” (ed una legislatura), ma va detto con uguale chiarezza che progetti ed iniziative più ad effetto (o più importanti) non possono giustificarsi se mancano i fondamentali. E tra questi sta certamente la cura, la manutenzione, la pulizia della città (vedi). La sfida vera della nuova amministrazione, al di là di questi primi interventi (lungamente attesi), sta nel rilanciare un ciclo di manutenzione della città. Nel fare della continua e puntuale manutenzione della città una routines. Uno di quei processi che funzionano in modo quasi automatico! Per fare ciò occorre miscelare in modo intelligente diverse “risorse”: più risorse economiche, ovvero spesa pubblica locale (lo vedremo con il prossimo bilancio di previsione dell’amministrazione comunale); una più serrata organizzazione del circuito segnalazione-verifica-intervento; un sistematico coinvolgimento dei cittadini.
[2] Oltre al ruolo fondamentale dell’amministrazione comunale (ed alle risorse che questa metterà in campo) occorre innovare anche sul fronte del rapporto con i cittadini. Sempre più spesso questi segnalano le situazioni di degrado e di mancanza di manutenzione di cui vengono a conoscenza. Sempre più spesso, inoltre, “pretendono” che quanto da loro segnalato venga preso in carico e risolto tempestivamente. Non sempre questo è possibile – e per diverse ragioni (la disponibilità di risorse è probabilmente la principale). In ogni caso la collaborazione tra cittadini ed amministrazione comunale è di fondamentale importanza. Per questo diverse amministrazioni si sono dotate di dispositivi tecnologici ed organizzativi per la raccolta delle segnalazioni.
Anche l’Unione Terre di Castelli lo ha fatto, aderendo ad un progetto regionale che qualche anno fa ha realizzato un applicativo presto divenuto obsoleto (vedi), quindi parzialmente rinnovato da una società di sistemi informatici territoriali (vedi). Mi riferisco all’applicativo web RilFeDeUr, un acronimo che sta per “Rilevazione dei Fenomeni di Degrado Urbano” (vedi). Decisamente meglio è l’applicativo “Comuni-chiamo” (vedi) usato da diversi comuni italiani, tra cui vicino a noi quello di Monteveglio (vedi) – oggi parte del comune di Valsamoggia – e molti altri (vedi). Tali sistemi di raccolta e gestione delle segnalazioni sono oggi fondamentali per il rapporto con i cittadini, perché strutturano e “tracciano” la segnalazione e l’intervento che da questa origina. Deve in ogni caso essere superata l’impostazione che fa della segnalazione un procedimento “privato” tra cittadino-segnalatore ed amministrazione-ricevente. E’ bene invece che ogni segnalazione sia pubblicamente accessibile (sia per evitare le segnalazioni plurime – se so che un problema è già stato segnalato, evito di segnalarlo a mia volta; sia per dare ai cittadini la possibilità di un controllo complessivo del territorio). Insomma, la nuova amministrazione sarà messa alla prova non solo sul versante delle risorse per la manutenzione (che debbono crescere), ma anche sul versante degli strumenti di gestione (e della sottostante “filosofia” di fondo: anche qui “pubblicità”!).

Come non si fa manutenzione! Dopo anni viene messo cemento al posto delle originarie lastre. Qui in via Castelvecchio (foto dell’8 marzo 2014)
[3] Ma c’è ancora un ulteriore aspetto nel rapporto tra amministrazione e cittadini vignolesi che deve essere oggetto di profonda innovazione – sempre in merito alla manutenzione della città. Anche qui la parola chiave è “trasparenza”. Trasparenza degli impegni dell’amministrazione verso il territorio, quartiere per quartiere. La formula è quella del “patto di quartiere”, la presentazione pubblica degli impegni dell’amministrazione comunale, anno per anno, circa le opere da realizzare, gli interventi di manutenzione straordinaria e la consistenza degli interventi di manutenzione ordinaria in ogni quartiere della città (vedi). E dunque coinvolgimento dei cittadini del quartiere nella segnalazione dei punti di criticità e nella definizione delle priorità (pur riservandosi, l’amministrazione, la responsabilità delle decisioni ultime). La formula del patto, però, prevede impegni da parte di entrambe i contraenti. In questi anni, non solo grazie anche alla consapevolezza della crisi economica, numerosi cittadini hanno manifestato concretamente il proprio attaccamento alla città con azioni autorganizzate di cura, manutenzione, abbellimento. Cura e pulizia dei parchi (vedi), piantumazione di nuovi alberi nei parchi pubblici (vedi), “guerrilla gardening” (vedi), abbellimento di aiuole con arbusti ornamentali al posto di erbacce (vedi) ed altro ancora – sono tutti episodi registrati in città in questi anni. Che possono e debbono essere aiutati a crescere. Magari con “comitati di quartiere” e “feste dei vicini” (come si è iniziato a fare nella “zona Tunnel”: pdf). Anche su questo fronte, sui dispositivi istituzionali & sociali di sviluppo della cura della città la nuova amministrazione è attesa alla prova dei fatti.
Un po’ di informazioni sul sistema RilFeDeUr, da cui si evincono anche i suoi limiti, si desumono dalle risposte a questa interrogazione del Movimento 5 Stelle a Spilamberto:
http://spilamberto5stelle.blogspot.it/2014/08/interrogazione-rilfedeur.html