Cittadini che si prendono cura dei parchi pubblici. In via Cavedoni è già realtà

Alcuni degli associati di "Dog Mania". A sinistra Enrica Magnoni, presidente (foto del 25 gennaio 2014)

Alcuni degli associati di “Dog Mania”. A sinistra Enrica Magnoni, presidente (foto del 25 gennaio 2014)

La propensione a prendersi cura dell’ambiente e dei luoghi in cui si vive è probabilmente diffusa più di quanto si pensi. Ha probabilmente solo bisogno di un “catalizzatore”. A volte l’innesco avviene spontaneamente, a volte è conseguenza di un intervento deliberato, dell’iniziativa di un amministratore sensibile o illuminato. Qualcosa del genere è successo di recente nell’area del parco di via Cavedoni (per intenderci: subito oltre gli orti per gli anziani). Alcune persone, residenti nel quartiere, hanno iniziato a curarsi del parco pubblico: un po’ di sorveglianza, annaffiatura d’estate quando serve, interventi di pulizia e così via. La passione per i cani li ha quindi spinti a costituirsi in associazione ed a coinvolgere altre persone. E’ così nata l’associazione “Dog Mania” (presidente è Enrica Magnoni) che nel corso del 2013 ha ottenuto attenzione da parte dell’amministrazione comunale che ha delimitato ed attrezzato una porzione di quel parco ad area di “sgambatura cani”. Ma l’associazione non si limita a curare la zona assegnata, ma realizza con continuità interventi di cura e miglioramento dell’intero parco.

L'area di "sgambatura cani", adeguatamente recintata, nell'ambito del parco di via Cavedoni. Sul fondo si vede il retro del centro diurno "I portici" (foto dell'1 febbraio 2014)

L’area di “sgambatura cani”, adeguatamente recintata, nell’ambito del parco di via Cavedoni. Sul fondo si vede il retro del centro diurno “I portici” (foto dell’1 febbraio 2014)

[1] E’ con la delibera di giunta municipale n.87 del 17 giugno 2013 che l’amministrazione comunale decide di procedere all’affidamento diretto all’Associazione “Dog Mania” della gestione della costituenda area sgambatura cani di via Don Celestino Cavedoni. A quest’atto di indirizzo segue una successiva delibera di giunta (n.123 del 26 agosto 2013) di approvazione dello schema di convenzione. In sintesi: all’amministrazione comunale spetta la realizzazione dell’area (recinzione, eventuali arredi e cartellonistica) e gli interventi necessari di manutenzione straordinaria; all’associazione Dog Mania la cura dell’area, la manutenzione ordinaria e l’allacciamento idrico ed installazione di una fontana per abbeverare i cani. L’area destinata a “sgambatura cani” è un’area di circa 1.300 mq (la seconda realizzata a Vignola; una prima area fu realizzata nel 2003-2004 presso via I.Nievo a Brodano). La convenzione ha durata quattro anni ed assicura, tra l’altro, l’accesso all’area di sgambatura anche ai proprietari di cani che non fanno parte del Comitato stesso.

La fontanella per abbeverare i cani nell'area sgambatura (foto dell'1 febbraio 2014)

La fontanella per abbeverare i cani nell’area sgambatura (foto dell’1 febbraio 2014)

[2] La realizzazione di un “servizio” in autogestione costituisce un primo aspetto interessante della vicenda. Ma non è tutto. La particolarità di questa esperienza è infatti che i promotori non solo curano l’area in cui portano i propri cani, ma si fanno carico di curare ed intervenire con piccoli miglioramenti anche della restante porzione del parco di via Cavedoni. Grazie alla loro iniziativa e grazie ai fondi raccolti anche tramite la “festa dei vicini” che essi hanno contribuito a realizzare l’1 e 2 giugno 2013 il parco si è infatti progressivamente popolato di nuove panchine, di arbusti decorativi, di nuove piante. Insomma si è attivato un prezioso “dispositivo sociale” di sorveglianza e cura di un parco urbano (e sappiamo di quanto ce ne sia bisogno).

Il parco di via Cavedoni: si vedono le nuove panchine ed alberi ed arbusti di recente piantumazione (foto dell'1 febbraio 2014)

Il parco di via Cavedoni: si vedono le nuove panchine ed alberi ed arbusti di recente piantumazione (foto dell’1 febbraio 2014)

[3] Le iniziative “informali” di cura del territorio testimoniano della presenza di un atteggiamento attivo da parte di un numero significativo di cittadini – probabilmente minoritario, ma non certo trascurabile. Le manifestazioni di tale atteggiamento non sono tutte simili – nel parco di via Ragazzi del ’99 alcuni cittadini rimpiazzano alberi morti per incuria (vedi), nei nuovi quartieri di Brodano si prendono cura di un’aiuola pubblica (vedi), in via Cavedoni l’atteggiamento di “cura” riverbera oltre l’area di stretta competenza dell’associazione. Sono episodi che dovrebbero incoraggiare un’amministrazione attenta a predisporre un piano sistematico di intervento nei diversi quartieri. La mobilitazione di cittadini singoli od associati, la costituzione di comitati o di associazioni strutturate apre la via costituisce un obiettivo importante, non solo nell’ottica di supplire alla carenza di risorse per la cura e la manutenzione che affligge gli enti locali – e su cui l’amministrazione Denti non ha certo dato di sé grande prova (vedi). E’ importante anche come momento che dischiude il farsi carico, in gruppo, di un problema collettivo, ovvero come occasione di empowerment.

Stefano, uno dei soci di "Dog Mania", con i suoi cani (foto dell'1 febbraio 2014)

Stefano, uno dei soci di “Dog Mania”, con i suoi cani (foto dell’1 febbraio 2014)

Un’amministrazione attenta andrebbe incontro a queste “effervescenze civiche” non solo con l’intento di garantire servizi al proprio territorio, ai propri luoghi pubblici. Ma anche con quello di avviare, tramite la partecipazione, dei processi per dare consapevolezza ai cittadini su temi e problemi del quartiere e della città. Coagulando esperienze di questo genere si creano le condizioni per un nuovo rapporto tra amministrazione e cittadini in cui i rapporti di collaborazione reciproca possono trovare una cornice, da rivisitare periodicamente, sotto forma di “patto di quartiere” (vedi): da un lato gli impegni dell’amministrazione (tra cui quello di una discussione preventiva con i cittadini del bilancio annuale e degli schemi di allocazione delle risorse), dall’altro quelli dei cittadini disposti ad impegnarsi per curare e migliorare l’ambiente in cui vivono. Si può fare? La risposta è sì.

3 Responses to Cittadini che si prendono cura dei parchi pubblici. In via Cavedoni è già realtà

  1. ildebrando ha detto:

    abito nel palazzo che confina con l’area gestita dall’associazione dog mania. Inizialmente ero scettico perchè nei mesi precedenti le stesse persone che poi si sono associate erano solite aggregarsi, assieme ai loro cani ovviamente, nel giardino del centro sociale “età libera” con l’abitudine di passare a piedi da quel giardino al parco di via cavedoni attraverso una rottura nella rete di confine, contribuendo a rovinarla ulteriormente. Inoltre, per dirla tutta, facevano un bel po’ di rumore fin dalla mattina presto… ironicamente erano molto più chiassosi i padroni che i loro cani.
    Mi sono in seguito completamente ricreduto su questa iniziativa e sulle persone che la stanno gestendo: il parco è migliorato molto grazie a loro, e posso solo confermare quanto scritto nell’articolo. Ce ne vorrebbero di più di associazioni così a vignola! ormai non si può più sperare in un lavoro decente da parte dell’amministrazione comunale, deve ripartire tutto dai cittadini.

  2. Andrea Paltrinieri ha detto:

    Giovanni Costanzini, del gruppo scout Agesci Vignola 2 (una delle associazioni che hanno sede a lato del parco) mi ha fatto notare una importante inesattezza nel testo – che ho dunque provveduto a modificare. In realtà l’area del parco è affidata alle cure, tramite apposita convenzione, delle tre associazioni (tra cui, appunto, il gruppo scout Vignola 2) che hanno sede sul lato est del parco. Mi riprometto dunque, dopo aver raccolto più precise informazioni, di tornare sull’argomento ed eventualmente di apportare precisazioni.

  3. Monique Marta ha detto:

    Sono andata all’area cani, perché mi trovo spesso a Vignola, ma non mi è stato permesso di entrare. Il presidente mi ha detto che l’area è riservata solo ai soci…

    Come può, un terreno sul quale il comune ha investito, essere diventato una proprietà privata?

    monique

Lascia un commento