Nei pressi di viale Europa (so che non sapete dov’è, ma esiste, ve l’assicuro) un triangolo di terreno pubblico è stato piantumato con cespugli ornamentali da parte di alcuni cittadini che abitano nella via. Una libera iniziativa di cura di uno spazio pubblico – proprio mentre i beni pubblici (parchi, aiuole, arredi, piazze, ecc.) sono sempre più abbandonati a sé stessi (vedi). Su Facebook, dove la foto dell’intervento è stata postata, indicano che “sono stati Marcella, Renzo e gli altri vicini.” Dunque vi sono persone che ancora ci provano. E’ una buona notizia. Probabilmente il fenomeno è più diffuso di quello che pensiamo. E probabilmente vi sono molte persone che sarebbero disponibili a mobilitarsi, se solo ci fosse qualcuno pronto ad innescare l’iniziativa. Fossi un amministratore di questa città proverei a prendere sul serio questo compito.

L’aiuola pubblica sistemata autonomamente dai residenti all’incrocio tra viale Europa e via C.Goldoni (foto del 5 agosto 2013)
[1] I più – ripetendo un ritornello che dalle antiche polis greche sino ad oggi non ci ha più lasciato (riecheggia nella commedia Le rane di Aristofane) – sono convinti della decadenza del senso civico e della “corruzione dei costumi”. Dunque, per stare all’oggi, scarseggiano i cittadini impegnati a tener pulito dalla neve il marciapiede di fronte a casa od al negozio (che pure è un obbligo) o ad annaffiare e curare fiori e verde pubblico davanti a casa. E così via. Se anche fosse così non è detto che questo debba essere un destino ineluttabile. Ovvero che non si possa invertire il trend. E’ già successo in passato e potrebbe di nuovo succedere oggi. Lo ha ricordato Robert D.Putnam con un bel libro-riflessione sulla vicenda americana (vedi). Cosa possiamo fare dunque per avere più cittadini impegnati ad adempiere ai propri doveri verso la collettività? E che esprimono il proprio attaccamento verso la comunità partecipando civicamente e la propria appartenenza al luogo curandolo?

L’aiuola pubblica sistemata autonomamente dai residenti all’incrocio tra viale Europa e via C.Goldoni (foto del 5 agosto 2013)
[2] Se è vero che un atteggiamento di attenzione attiva verso lo spazio pubblico in cui si vive non può essere prodotto con atti amministrativi è però anche vero che alcune azioni di “facilitazione” o di “visibilità”, confidando in un effetto imitazione, possono essere messe in campo. Raccontate con ironia ne trovate già qui un primo elenco, occasionato dall’emergenza neve (vedi). I modi possono essere diversi. E nelle amministrazioni più sensibili – non certo a Vignola! – le sperimentazioni sono in corso da tempo. Richiamare l’attenzione sul fenomeno e dargli visibilità è il primo passo. Per fare questo perché non allestire una grande “vetrina” in uno spazio pubblico in cui raccontare, essenzialmente per immagini, le storie dei piccoli e grandi impegni a vantaggio della città o di suoi pezzi di territorio? Quella di “Marcella, Renzo e gli altri vicini” sarebbe una di queste. Certo, non è detto che proprio a loro farebbe piacere – ma è una cosa che comunque andrebbe fatta. Di certo tra coloro che curano il verde, piantano autonomamente alberi nei parchi (vedi), puliscono dove altri hanno sporcato (vedi), tinteggiano le aule scolastiche dei figli, animano la micro comunità in cui vivono o di cui sono testimoni o altro del genere, un po’ di cittadini disposti a farsi raccontare si trovano. Una volta alla settimana o una volta ogni quindici giorni l’allestimento cambia e si racconta una storia nuova. Con volti, nomi, cose fatte, progetti, ecc. Inutile qui entrare nei dettagli sul dove, sul come selezionare storie e persone, sul budget necessario e così via. O sul network di iniziative (di condominio, di quartiere e di città) che andrebbe intessuto per promuovere questo cambiamento. Per poi magari completare il tutto con uno o più eventi – ed una festa cittadina dell’impegno civico, con la partecipazione dei “comitati” o gruppi di cittadini. Non sono questi gli aspetti più difficili, ma l’idea del modello del cambiamento. Oltre alla volontà politica di perseguirlo con continuità (e nonostante gli ostacoli).

Un albero di castagno piantato da cittadini (di nascosto dall’amministrazione!) in uno dei parchi vignolesi (foto del 18 marzo 2013)
[3] Gareth Morgan, famoso teorico delle organizzazioni, una volta ha proposto il concetto di “termiti strategiche” per evidenziare l’andamento evolutivo e non pianificabile dei processi di cambiamento – la costruzione del termitaio veniva cioè proposto come un modello (in quanto risultato non intenzionale di tante micro-azioni; una sorta di “architettura senza architetti”). La conduzione del cambiamento, suggerisce Morgan, non deve essere basato “su un piano strategico dettagliato; e nemmeno imposta. Deve affermarsi e formarsi in modo autorganizzato, evolutivo” (Morgan G., Immaginizzazione. Un modo nuovo per agire nelle organizzazioni, Franco Angeli, Milano, 1996, p.74: vedi). Mi sembra un’immagine potente per questo genere di cambiamento. Lo ripeto. Fossi un amministratore di questa città proverei a prendere sul serio questo compito.
Interessante proposta che però non verrà raccolta ,secondo me, in quanto tutta l’attività di ogni amministrazione territoriale o associativa, non è finalizzata da anni, ad un miglioramento delle condizioni della comunità di appartenenza, ma solo alla propria riconferma nel ruolo, ma soprattutto nello stipendio..
Per questo motivo può dare spazio solo ai fedelissimi.
Quelli che sperano a loro volta di venir di venir cooptati nel futuro.
Per ottenere questa sicurezza, ” loro” si sono inventati anche la creazione di società formalmente esterne, nelle quali transiteranno ( = verranno nominati ) senza averne però nessuna competenza.
Una sorte di pensione supplementare a spese della comunità.
Questo è il peso che l’economia non riesce più a sopportare.
Di questo si dovrebbe discutere prioritariamente, non delle ottime iniziative di singoli o di gruppi armati di BUONA VOLONTA’, come quella segnalata.
Nella nostra storia siamo passato dalle cure caritatevoli degli ordini mendicanti prima della Rivoluzione francese, al Sistema Sanitario Nazionale ; non dobbiamo auspicare che si possa tornare indietro.
( nemmeno nella cura del verde )
Libertè – Egalitè – Fraternitè.
Abbasso questa nuova forma di assolutismo corporativo s-partitico !
Vorrei ricordare che il 7 agosto è comparsa questa notizia sui giornali locali ” Per affrontare le costose spese di gestione e la mancanza di volontari per la manuntenzione delle aree verdi, Castelnuovo Rangone lancia il progetto ‘Adotta un parco’, in cui invita associazioni, gruppi informali e singoli cittadini a contribuire attivamente alla cura dei parchi pubblici.
Il territorio comunale di Castelnuovo, infatti, può vantare 470mila mq di verde pubblico (comprese le aree boschive), di cui 380mila mq solo di verde pubblico attrezzato (parchi, giardini, cortili delle scuole).” Credo che sia una buona idea da replicare anche a Vignola, se non ricordo male era una delle tante proposte formulate da Andrea. Penso che sia utile e necessario avere cura della propria città. Partendo dai parchi per proseguire con l’arredo urbano. Abbiamo bisogno di buona educazione