L’industria del turismo sembra essere una delle poche a crescere in Italia, almeno secondo i mass media. In realtà il turismo italiano è in contrazione o stagnante (plausibilmente sente gli effetti della crisi economica), mentre crescono arrivi e presenze di stranieri (basta consultare i dati pubblicati annualmente dall’Istat: vedi). Per l’Italia è soprattutto l’Europa a rappresentare il bacino di domanda estera più importante, anche se non ha più le potenzialità di crescita quantitativa di un tempo o che adesso mostrano le “economie emergenti” (vedi). Interrogarsi sul potenziale turistico dei comuni dell’Unione Terre di Castelli può sembrare velleitario – ed in effetti si tratta di una micro realtà (nulla a che vedere con le città d’arte in regione; men che meno con la costiera romagnola o anche l’entroterra romagnolo). Ma è altrettanto vero che il potenziale esistente è tutt’altro che sfruttato. Politiche di promozione turistica non sono mai decollate – gli unici soggetti che si muovono sono i privati che operano nell’incoming e nella promozione di eventi. Si affaccia un certo protagonismo della Fondazione di Vignola, in primis con “tracce in luce” (vedi). Si tratta di un progetto promettente certo, ma embrionale. Le iniziative a livello di Unione Terre di Castelli sono state sino ad oggi solamente simboliche, quelle comunali insignificanti (anche se va riconosciuto il discreto posizionamento di Castelvetro in ambito provinciale: nel 2015 6° per gli arrivi, 8° per le presenze). A ciò si aggiunga che da oltre un anno il soggetto gestore delle politiche di promozione del territorio (la Strada dei vini e dei sapori “Città Castelli Ciliegi”) è fuorigioco (vedi), il nuovo IAT non è ancora decollato, manca un adeguato sito web di promozione turistica – ma qualcuno se n’è accorto?

Titolo sbagliato quello della Gazzetta di Modena del 9 agosto scorso: non c’é alcun raddoppio degli arrivi, ma solo la crescita di qualche punto percentuale. Il dato è comunque inferiore a quello di qualche anno fa.
[1] Se dobbiamo prendere per buoni i dati su arrivi e presenze nelle strutture ricettive pubblicati dalla Gazzetta di Modena (9 agosto 2016: pdf) siamo lontani dai valori di 4-5 anni fa. Nel 2011 i comuni di Castelnuovo, Castelvetro, Savignano, Spilamberto e Vignola registravano 28.734 arrivi e 84.465 presenze (una permanenza media, dunque, di 2,9 giorni per ogni arrivo) (vedi). I dati parziali del 2015 (primi dieci mesi) ci dicono che siamo lontani da quei valori. Su base annua si possono stimare circa 27.500 arrivi (-4,3% sul 2011) e circa 53.000 presenze (-37% sul 2011). Ma è soprattutto la componente nazionale in diminuzione, mentre gli stranieri sembrano in aumento. Il dato poi è relativo alle “vacanze” (brevi o lunghe) ed ai soggiorni per lavoro, ovvero a pernottamenti nelle strutture ricettive. C’è anche un fenomeno turistico tipo “mordi e fuggi”, che si svolge in giornata. E’ comunque rilevante per la ristorazione e per lo shopping – sarebbe interessante poter disporre di stime di questo fenomeno. E per una realtà marginale, in termini di attrazione, come questo territorio è comunque un fenomeno da non sottovalutare. Certo che senza un minimo di sistema di monitoraggio è difficile pensare a politiche pubbliche “razionali”.

Giornate di presenza complessive nelle strutture ricettive: confronto tra province di Bologna, Ferrara, Parma e Modena (anni 2005-2014). Dal 2012 la provincia di Modena sconta gli effetti del terremoto (fonte: Istat)
[2] Nelle città i turisti stranieri sono in aumento. Qualcuno in più arriva certamente anche sul nostro territorio, secondo un processo di “spalmatura” più o meno casuale, più o meno indirizzato. Quando la marea si alza, si alzano tutte le barche, anche le più piccole. La crescita del turismo straniero riguarda dunque anche il nostro territorio (Unione Terre di Castelli), ma è cosa assai relativa. E’ bene comunque predisporre una migliore capacità di accoglienza (e di orientamento). Ma forse il turismo che più ci riguarda è quello di ambito regionale, quello del weekend. Modena e Bologna le principali città verso cui attrarre turisti e visitatori, ma anche oltre. Non avendo un patrimonio paesaggistico o storico-monumentale di primo piano è nell’organizzazione della sua fruizione che bisognerebbe eccellere. Con “dispositivi” in grado di trasformare in esperienze gratificanti (ma anche cognitivamente arricchenti) la fruizione delle “emergenze” locali: Rocca di Vignola, Sassi di Roccamalatina, Museo dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Spilamberto e poco altro. Tra gli eventi il PoesiaFestival può ancora crescere tanto (vedi). Lambrusco Grasparossa e ciliegie di Vignola come prodotti caratterizzanti (se ne possono citare altri, ma da 100 km di distanza già non si percepiscono). Insomma, avendo meno, dovremmo provare ad essere più bravi (a fare di più con meno: vedi).

Presenze (n. giornate complessive nel mese) negli esercizi ricettivi (italiani e stranieri) – anno 2014 (fonte: Istat)
[3] Ma anche in questa congiuntura relativamente favorevole mancano le politiche pubbliche. E’ stupefacente l’incapacità della giunta dell’Unione di elaborare un documento programmatico sulla promozione turistica. E’ stupefacente la mancata messa a fuoco dei pochi attrattori culturali presenti sul territorio e l’organizzazione di un’adeguata campagna di comunicazione per presentarli oltre i confini locali (uno dei pochi eventi in grado di superare i confini locali è il PoesiaFestival: vedi). Lungi dal pensare che l’industria del turismo e culturale possa soppiantare l’industria vera, in downsizing, bisogna però riconoscere un qualche contributo questo settore potrebbe pur darlo allo “sviluppo locale”. Ciò che manca è dunque proprio la politica: incapace di immaginare un futuro diverso, di confrontarsi alla ricerca delle necessarie “selezioni” (non si può sostenere ed investire su tutto), di costruire il necessario consenso. La “nuova” giunta dell’Unione è insediata da due anni e mancano risultati tangibili. Accade qui lo stesso che in altri settori (vedi polizia municipale e sicurezza, vedi sviluppo locale, vedi politiche per la famiglia o gli stranieri, vedi politiche culturali, ecc. ecc.): manca dinamismo. Mancano idee prima ancora che risorse. Non è giunto il momento di svegliarsi?
Particolarmente buoni i dati sugli afflussi turistici 2016 a Bologna, tanto da risultare una piacevole sorpresa, in particolare per la misura dell’incremento rispetto al 2015. Colpisce innanzitutto la forte crescita di arrivi e presenze di turisti stranieri (boom di pernottamenti di stranieri: +11,9% rispetto al 2015). I dati sono riportati in questo articolo di la Repubblica – Bologna:
http://bologna.repubblica.it/cronaca/2017/02/19/news/bologna_boom_di_turisti_2_4_milioni_nel_2016-158661833/
Nel 2016 “i pernottamenti degli stranieri sono stati 1,21 milioni, mentre gli italiani, pur in crescita dell’8,6%, si sono fermati a quota 1,18 milioni.”
“Ma da dove provengono i nuovi estimatori della città? Quasi un terzo dei turisti arriva dall’Unione Europea. A dormire di più in assoluto sotto le Torri sono gli inglesi (118mila presenze), seguiti da spagnoli (107mila), tedeschi (96mila) e francesi (77mila). In crescita anche quelli che arrivano da Grecia, Danimarca e Bulgaria. Fuori dall’Ue, tra gli amanti di Bologna ci sono i turisti russi (39mila) e soprattutto quelli che si imbarcano dagli Usa: l’anno scorso le presenze degli statunitensi negli hotel sono arrivate a 94mila e ormai tallonano da vicino gli inglesi, mentre continua il calo dai turisti cinesi (meno 27%), che si fermano a 47mila pernottamenti.”