L’Unione Terre di Castelli secondo la consulta economica: un soggetto senza una linea politica chiara

L’Unione Terre di Castelli “in questi ultimi anni è stata vista come un soggetto senza una linea politica chiara”. Sono le parole con cui il presidente della Consulta Economica, Daniele Bartolini, ha riassunto le valutazioni della consulta stessa sull’Unione Terre di Castelli (vedi). Possiamo dare loro torto? Purtroppo no, di ragione ne hanno da vendere. L’Unione Terre di Castelli è da tempo priva di una chiara direzione di marcia. E se le cose stanno così qualche responsabilità va imputata, com’è naturale, a chi la sta guidando, oramai dall’inizio del 2012 (vedi). Ovvero al presidente Daria Denti. Certo, lo ribadiamo qui per l’ennesima volta, l’Unione a 8 comuni è macchina più complessa, essendo eterogenea politicamente e territorialmente. Proprio per questo serve una guida autorevole, trasparente, coraggiosa. L’opposto di quanto si ritrova oggi. E ciò si traduce in un deficit di “buona politica”, ovvero in “occasioni mancate” per questo territorio (questi sono i veri “costi” della politica locale).

Maria Lassnig, Du oder ich, 2005 - 55a Biennale d'Arte di Venezia (foto del 17 novembre 2013)

Maria Lassnig, Du oder ich, 2005 – 55a Biennale d’Arte di Venezia (foto del 17 novembre 2013)

[1] Riunitasi qualche giorno fa la Consulta economica dell’Unione ha rilasciato un comunicato in cui riepiloga le sue considerazioni: ha espresso apprezzamento per il “piano delle opere” che l’Unione programma di realizzare nel 2014 (sarà anno di posa delle “prime pietre”, trattandosi di anno elettorale!), ma ha anche criticato nettamente l’abbandono della “discussione” sulla fusione dei comuni e la mancanza di unità tra i sindaci circa la visione strategica, fino a concludere con l’osservazione circa la mancanza di “una linea politica chiara”. Ecco il testo completo: “Contemporaneamente – dice ancora Bartolini – viene dato un giudizio negativo sull’assenza di uno studio di fattibilità su eventuali fusioni di comuni e sull’assenza di uno studio di fattibilità relativamente al passaggio di funzioni dalla Provincia alle unioni.
Infine, viene dato un giudizio negativo sulla mancanza di unità tra i sindaci riguardo alle scelte strategiche e vengono giudicate negativamente le cosiddette geometrie variabili delle funzioni trasferite. In un momento di crisi come questo non sono più possibili i piccoli campanilismi. L’Unione in questi ultimi anni è stata vista come un soggetto senza una linea politica chiara” (qui il testo: pdf).

Hans Scharer, Madonna - 55a Biennale d'Arte di Venezia (foto del 17 novembre 2013)

Hans Scharer, Madonna – 55a Biennale d’Arte di Venezia (foto del 17 novembre 2013)

[2] Assai singolare è la vicenda della “fusione” dei comuni, che da noi aveva visto un inizio di discussione, peraltro a singhiozzo. Senza però poi approdare a nulla. Il motivo è presto detto: gli amministratori locali pensavano di poter cavalcare l’entusiasmo per il progetto per il comune “fuso” di Valsamoggia che però si è schiantato contro il referendum popolare del 25 novembre 2012 (vedi). Da allora il tema è divenuto “rischioso” e dunque ha perso appeal per chi pensava di cavalcarlo per acquisire facili consensi. La politica locale, che prima balbettava, si è così ammutolita! Le ultime dichiarazioni risalgono a due anni fa: “Un’opportunità molto interessante per tutti, da non lasciarsi sfuggire” (Daria Denti, sindaco di Vignola, 16 gennaio 2011). “Oltre l’Unione Terre di Castelli, [la fusione dei comuni è] il coraggio di una scelta verso un nuovo futuro” (Luca Gozzoli, cordinatore PD Unione Terre di Castelli il 22 novembre 2012) (vedi). Invece la legislatura è stata buttata al vento. Sarebbe stato sufficiente fare lo “studio di fattibilità”, mettere i risultati a disposizione di forze sociali e cittadini e fare del tema – a quel punto con cognizione di causa, però! – uno dei temi della campagna elettorale 2014. Nel caso il progetto fosse risultato convincente i cittadini avrebbero potuto dare mandato agli amministratori di procedere con l’iter, sapendo comunque che a “validare” il progetto c’è anche l’ineludibile passaggio  del referendum consultivo (vedi). Questo procedere a zig-zag, questo incedere a stop-and-go non è dunque segno della mancanza di una linea politica chiara? Evidentemente sì.

AES+F, Allegoria sacra - 55a Biennale d'Arte di Venezia (foto del 17 novembre 2013)

AES+F, Allegoria sacra – 55a Biennale d’Arte di Venezia (foto del 17 novembre 2013)

[3] Chi pensa che piuttosto che l’«avventura» del comune unico, è preferibile lo status quo, non vede che lo status quo si sta progressivamente deteriorando. In ogni caso fermi non si può stare. O si prende sul serio il tema della fusione, o si deve affrontare ugualmente sul serio il tema di un migliore funzionamento dell’attuale struttura istituzionale composta da comuni (con organi pieni della rappresentanza, ma che “perdono di vista” più del 50% del bilancio, fatto da trasferimenti all’Unione) ed Unione (con un consiglio ancora più debole e tutto il potere, anche di indirizzo, in mano alla giunta, ovvero ai sindaci). L’esperienza più che decennale dell’Unione Terre di Castelli ha evidenziato in modo inequivocabile che questa struttura non regge, ma alimenta tensioni nel circuito comuni-Unione. Se a tutto ciò aggiungiamo che pezzi sempre più importanti di servizi sono affidati ad aziende (dall’ASP ad HERA) di cui si perde, in misura più o meno ampia, il controllo, allora risulta evidente il grande fabbisogno di innovazione istituzionale! Ma anche su questo fronte in questi cinque anni di legislatura non si è registrata alcuna innovazione (e neppure la si è ricercata). Il cambio di presidenza del 2012, se possibile, ha ridotto ancora di più le chances di intervento e di risoluzione di questa “questione” di lungo corso. E’ così che i problemi di sempre si cristallizzano, anziché venire definitivamente risolti, come da ultimo ha evidenziato la discussione sul nuovo Statuto, nient’affatto aiutata ad incanalarsi per il verso giusto da una conduzione surreale di cui la presidenza porta certamente la responsabilità (vedi).

Waheeda Malullah, A Villager's Day Out, 2008 - 55a Biennale d'Arte di Venezia (foto del 17 novembre 2013)

Waheeda Malullah, A Villager’s Day Out, 2008 – 55a Biennale d’Arte di Venezia (foto del 17 novembre 2013)

[4] Il fatto è che con le elezioni comunali del 2014 il quadro rischia di diventare ancora più complesso (mettendo a dura prova l’istituzione Unione ed enfatizzando ancora di più le sue fragilità). Non è solo il fatto che in ogni comune in cui si vota il PD non ha più la certezza di proseguire la lunga tradizione amministrativa, logoratasi per incapacità di “elaborazione politica”. E’ anche il fatto che nel corso di questa legislatura è mancato il lavoro di revisione dei processi decisionali politici ed amministrativi, a partire da quelli imperniati sulla giunta dell’Unione. La crescita dell’eterogeneità, non escludibile (e per qualcuno anche probabile), richiede un diverso modo di lavoro nella squadra non più politicamente omogenea dei sindaci. Già oggi si manifestano, con particolare riferimento a Guiglia, tensioni improduttive. Difficile che dopo la tornata elettorale le tensioni siano destinate a diminuire – se non si mette mano all’ingegneria istituzionale (nel senso di più partecipazione delle comunità locali alla formazione degli indirizzi, ma anche di più trasparenza e di strumenti efficaci di monitoraggio della performance e di rendicontazione). Di nuovo, la revisione dello statuto poteva essere un’occasione importante per impostare questo lavoro. Ma come sempre succede quando le questioni si affrontano con atteggiamento “tattico”, anziché con spirito “strategico”, all’appuntamento si è arrivati tardi e male. E qualcuno pensa davvero di andare avanti con una presidenza Denti per altri 5 anni?

4 Responses to L’Unione Terre di Castelli secondo la consulta economica: un soggetto senza una linea politica chiara

  1. Arch. Lanfranco Viola ha detto:

    E’ divenuto urgente iniziare a GRIDARE che se qualcosa NON FUNZIONA è prima di tutto COLPA di chi è in Plancia
    Nei nostrì comuni, ci sono troppi epigoni di Capitan Schettino e quasi nessun Graduato a terra,responsabile come Falco De Gregorio

    guardatevi questi due minuti di video e godetevi l’ironia che potrebbe essere valida per 100 altre situazioni.

    • Monica ha detto:

      Buongiorno Sig. Andrea, sono a chiederle un chiarimento alla sua affermazione “Già oggi si manifestano,con particolare riferimento a Guiglia,tensioni improduttive”.
      Ringraziandola le invio cordiali saluti.
      Monica Amici

  2. Andrea Paltrinieri ha detto:

    Ciao Monica, partiamo da un dato di fatto: basta leggersi la stampa locale degli ultimi mesi per vedere numerosi episodi di conflitto in seno all’Unione Terre di Castelli. In molti casi si vede l’amministrazione comunale di Guiglia da un lato e la presidenza o l’assessore al bilancio Lamandini dall’altro. Questo è la spia del venir meno di un metodo politico di analisi e risoluzione dei problemi. E’ secondario chi, nell’uno o nell’altro caso, ha ragione. Il dato di fatto è la presenza di tensioni che nascono da diverse “visioni” sul ruolo che l’Unione Terre di Castelli deve giocare. E’ pensabile andare avanti così? Sono tentato di rispondere: no. Forse va fatta una seria discussione politica tra gli amministratori di questi 8 comuni. Occorre fare uno sforzo per recuperare una visione sufficientemente condivisa del rapporto che deve esserci tra Unione e comuni. Del modo in cui occorre tenere un raccordo tra i due livelli (e sul fatto che sino ad oggi il raccordo è risultato troppo flebile tutti sono d’accordo). E’ mancata autorevolezza da parte di chi ricopre la carica di vertice? Non si è trovato un adeguato metodo di discussione? Altri motivi ancora? Forse è tutto vero. Sta di fatto che l’Unione Terre di Castelli è entrata in sofferenza nel corso di questa legislatura. Mi sembra saggio prendere sul serio il problema, piuttosto che continuare ad alimentare polemiche – dall’una e dall’altra parte – del tutto improduttive. Certo, non può essere Guiglia che tiene in ostaggio l’intera Unione. E non può essere l’Unione che forza ed impone con continuità decisioni e politiche non gradite ad uno o più dei suoi comuni. La discussione sulle modifiche allo statuto poteva essere una buona occasione. A patto che la discussione fosse avviata per tempo (cosa che non è stato) ed in modo adeguato (neppure questo è avvenuto). Convengo sulla conclusione che l’occasione è stata sino a qui sprecata.

  3. Monica ha detto:

    Ciao Andrea!! Concordo con te e su quanto scrivi eccetto al punto “discussioni improduttive” perchè nel merito,per quanto riguarda il Comune che rappresento quindi a favore dei cittadini di Guiglia,sono state molto produttive portando notevoli risparmi alle casse comunali di conseguenza ai cittadini (si veda discussione su esternalizzazione trasporto scolastico…e non da ultimo il trasferimento della funzione di Protezione Civile…). riguardo il resto, come ho già detto, condivido con te va assolutamente fatta una profonda discussione politica fra Amminsitratori sulla visione Unione, sulla guida della stessa, sui rapporti fra Unione e comuni che la compongono e non solo ma anche sui rapporti fra i singoli amminsitratori…! C’è molto da fare……da lavorare…… da recuperare……di tempo se ne è sprecato fin troppo!!!!

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