A Vignola c’è l’isola dis-ecologica

C’era una volta l’isola ecologica di via dell’Agricoltura, a fianco del nuovo mercato ortofrutticolo. Nel 2008 essa fu dismessa, non appena venne completata la nuova e più moderna isola ecologica di via Barella – denominata Ecopolis ed inaugurata il 29 marzo 2008 (qui il pdf). Oggi la vecchia “isola” o “stazione” ecologica è ancora usata da HERA come area di stoccaggio dei cassonetti. Solo che nel frattempo, come testimoniano le foto, l’area immediatamente antistante, anzi il vialetto di accesso (tra la sbarra ed il cancello), è divenuta una mini-discarica a cielo aperto. Insomma, un’isola dis-ecologica. Rispetto a cui troppi occhi fanno finta di non vedere.

[1] Questo spettacolo di degrado è il frutto di due inciviltà. Una prima inciviltà è quella di quei cittadini vignolesi che hanno scaricato i propri rifiuti ingombranti (ci sono divani, elettrodomestici, mobili, ecc.) in un’area che non è più da tempo destinata al conferimento di tali rifiuti. In ogni caso ci sono orari e regole d’accesso che vanno seguiti per il conferimento a qualsiasi “stazione ecologica” – non è che i rifiuti possono essere abbandonati. Nessuno è giustificato a lasciare i rifiuti per strada o anche in un luogo solo un po’ più appartato, magari perché non ha trovato (o non ha trovato aperta) la vigente stazione ecologica. Ma c’è anche una seconda inciviltà. Che è quella degli enti pubblici che hanno consentito che una tale area di degrado potesse crescere nel tempo – visto che non è assolutamente credibile che questa mini-discarica sia il risultato di poche ore di conferimenti. HERA continua ad utilizzare l’area della vecchia isola ecologica e non è plausibile che non si sia accorta di tale scempio. Lo stesso vale per l’amministrazione comunale, tenuta a presidiare il territorio anche tramite il pattugliamento della polizia municipale. Eppure lo scempio è lì in bella mostra a chiunque percorre via dell’Agricoltura. A proposito. Io ho ricevuto la segnalazione da parte di un cittadino esasperato che lamenta la persistenza del degrado e l’inazione delle autorità pubbliche.

Una mini-discarica a cielo aperto in via dell’Agricoltura a Vignola. Sullo sfondo si vede l’area di stoccaggio dei cassonetti di HERA (foto dell’1 novembre 2012)

[2] La coscienza sporca della civiltà dei consumi. E’ quella che emerge ogni volta che focalizziamo l’attenzione sul tema dei “rifiuti” e sul modo in cui ne gestiamo la raccolta e lo smaltimento. Tema scomodo. Visto che rappresenta l’altra faccia, quella dark, delle pulsioni consumistiche che ancora, anche in tempo di crisi economica, contraddistinguono la nostra società. Anche quella locale. Eppure questo tema, assieme a quello dell’approvvigionamento energetico (e del risparmio) e dell’uso razionale delle risorse ambientali, è sempre più centrale nella nostra società. Anche se facciomo il possibile per eluderlo o marginalizzarlo. L’operato dell’amministrazione Denti su questo fronte è assolutamente deludente. Specie se lo si confronta con le profonde esigenze di innovazione che prepotentemente emergono. Se è stata apprezzabile l’iniziativa del Last Minute Market (anche se la performance del progetto è tutt’altro che entusiasmante), dopo si è mancato l’appuntamento dell’elaborazione di un piano sistematico di innovazione sul modo in cui la città affronta il tema dei rifiuti. Con l’obiettivo (misurabile) di ridurne la produzione, di facilitare la raccolta differenziata, di promuovere la “seconda vita” delle cose. Come, ad esempio, avviene nel vicino comune di Spilamberto, dove l’associazione Overseas ha realizzato, presso la stazione ecologica, un centro di recupero e riuso in cui convogliare gli oggetti scartati dalle famiglie, rigenerarli, e rimetterli in circolazione – dal significativo nome L’isola che c’é (vedi). Non c’è un’unica azione risolutiva, ma, come spesso avviene, l’azione più efficace è quella che dispiega una gamma differenziata di iniziative. Che però richiede una regia, un po’ di intelligenza od expertise nei processi di innovazione sociale, oltre ovviamente ad un minimo di risorse. Tutti ingredienti sino a qui mancati dall’amministrazione Denti. A cui, come troppe volte abbiamo rilevato, piace buttarla sul marketing. Dunque mentre per le feste cittadine è annunciato il titolo di “ecofeste” (però: vedi), larga parte del territorio comunale sfugge a livelli minimi di controllo e decoro. Ed anche le vecchie “isole ecologiche” finiscono per trasformarsi in “isole dis-ecologiche”. Insomma, manca cultura e capacità per la cura e manutenzione della città. Che o si fa con i suoi abitanti o non si riesce a fare. Specie poi se queste politiche sono “appaltate” per intero ad HERA Spa.

Una mini-discarica a cielo aperto presso via dell’Agricoltura, nell’area che fino al 2008 ha ospitato la vecchia “isola ecologica” (foto dell’1 novembre 2012)

PS Ho tanto navigato. Sul sito web del comune di Vignola. Senza trovare nulla su ubicazione ed orari della “stazione ecologica” di via Barella. Sul sito web di HERA, invece, almeno l’indicazione della localizzazione c’è (vedi). Non degli orari di apertura, però. Almeno questa informazione non emerge dopo una “normale” ricerca.

L’isola dis-ecologica di via dell’Agricoltura a Vignola. Particolare (foto dell’1 novembre 2012)

2 Responses to A Vignola c’è l’isola dis-ecologica

  1. Arch. lanfranco Viola ha detto:

    Desidero complimentarmi per l’articolo che mi da modo di segnalare una altra modalità che consente ad HERA di realizzare importi UTILI.
    A Ferrara da anni non viene fatta la pulizia-manutenzione dei chiusini -caditoie stradali così che ,come conseguenza ad ogni fortunale,tutte le cantine e la autorimesse private poste sotto il livello stradale si riempiono di acqua,con gravissimi danni per i privati.
    Questa estate,in occasione di uno di questi forti Temporali si è riempita di acqua anche l’ingresso del Duomo,il cui pavimento si trova solo a – 60 cm sotto il piano stradale!
    L’assessore ai Lavori pubblici (?) interpellato in merito ha risposto :”Sto attendendo un Report sul problema da Hera ”
    Da allora nulla è successo.

  2. Andrea Paltrinieri ha detto:

    Nella giornata di ieri, mercoledì 7 novembre, l’area è stata sgombrata. E questo è un fatto positivo, su cui, personalmente, non avrei scommesso. La vicenda ci consegna questi insegnamenti. (1) Ci sono istituzioni preposte alla gestione dei rifiuti (HERA, comune) che mentre richiedono ad altri comportamenti virtuosi, hanno da parte loro comportamenti ambivalenti o opportunistici. Come abbiamo scritto nel post la responsabilità principale di questo caso di degrado e malcostume è dei cittadini che lì hanno scaricato dei rifiuti. Ma subito dopo viene la colpevole disattenzione ed anche inazione delle istituzioni. (2) Segnalare le cose con cortesia spesso funziona, ma non sempre. La soglia di attenzione di molte istituzioni è raggiunta troppe volte solo portando il tema sui giornali o … mobilitando il Gabibbo (e simili). In questo caso, si è dovuto ricorrere ai giornali, ma almeno c’é stata tempestività nell’intervento. (3) Ora, però, occorre operare affinché il fenomeno di degrado, la mini-discarica, non si riformi. Questo sarà un test interessante dell’attenzione che le istituzioni pubbliche mettono verso la propria mission di tutela ambientale. Ci aggiorneremo. Altri segnali sin qui raccolti non sono affatto incoraggianti. Qui gli ultimi due esempi in ordine di tempo:

    https://amarevignola.wordpress.com/2012/08/25/lotta-alla-zanzara-tigre-iniziamo-con-il-buon-esempio/

    https://amarevignola.wordpress.com/2012/10/13/caro-sindaco-avrai-capito-che-occorre-pulire-i-tombini/

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