Il difficile compito di rilanciare l’Unione Terre di Castelli. E’ importante provarci.

18 ottobre 2020

Amarcord 2014: Francesco Lamandini posa la prima pietra del Tecnopolo dell’Unione Terre di Castelli. Peccato si sia rivelato un progetto fallimentare (foto del 5 aprile 2014)

Molto opportunamente e senza perdere tempo l’ex-sindaco di Spilamberto Francesco Lamandini ha richiamato l’attenzione sulla congiuntura favorevole che si è aperta per l’Unione Terre di Castelli con l’elezione di Emilia Muratori a sindaca di Vignola (vedi). Quella di Lamandini è anche un’ultima chiamata per gli amministratori locali ed in primis per i sindaci dei comuni dell’Unione (oggi tutti PD tranne il sindaco “civico” di Zocca): serve un rilancio del progetto dell’Unione, serve uno scatto per trascinarla fuori dalle sabbie mobili in cui è caduta nell’ultimo decennio, servono nuove idee, nuovi obiettivi, nuovi progetti. In questa situazione il tema delle materie che i comuni hanno conferito all’Unione (le “deleghe”), non può essere un tabù – se ne può ridiscutere, meglio se con il coinvolgimento delle minoranze (ovvero il centrodestra), se questo è utile per superare le improduttive polemiche del passato (es. su HERA, ASP, Polizia Municipale, PSC-PUG ovvero pianificazione urbanistica, ecc.). E quindi consentire di nuovo all’Unione Terre di Castelli di recuperare capacità di fare e tornare a divenire un’esperienza innovativa ed avanzata. Leggi il seguito di questo post »


Studio di fattibilità sulla fusione dei comuni/2. Analisi superficiale su mappa servizi, proposte nuovo statuto, nuova fusione in rapporto all’Unione, ecc.

7 novembre 2016

Prosegue l’analisi della documentazione prodotta da Nomisma e MIPA sulla fusione dei comuni dell’Unione Terre di Castelli. Dopo l’Analisi socio-economica (vedi) prendiamo in considerazione i documenti 2, 3 e 4. Si tratta di documenti di analisi della realtà attuale e che dovrebbero iniziare a fornire ragioni e prospettive per la fusione (o le fusioni). Purtroppo non è così. Quando ci sono dati utili non vengono adeguatamente “valorizzati”. Ma in genere mancano analisi convincenti (ovvero approfondite, non limitate agli slogan pro-fusione). Anche questi tre documenti testimoniano della superficialità dell’analisi. Del cattivo lavoro di “studio” svolto. Leggi il seguito di questo post »


Verso gli ‘stati generali’ dell’Unione Terre di Castelli

24 luglio 2016

Tra le poche iniziative politiche nel caotico quadro locale una in particolare merita di essere seguita e incoraggiata. Prende il via da una mozione presentata dai due capigruppo della “strana maggioranza” (vedi), ovvero Iacopo Lagazzi (gruppo consiliare PD ecc.) e Mauro Minozzi (gruppo liste civiche – dopo l’uscita del M5S che ha costituito un proprio autonomo gruppo) e che verrà posta in approvazione al consiglio dell’Unione nella prossima seduta, il 28 luglio (qui l’ordine del giorno – si tratta del punto 8: pdf). Con l’obiettivo di rimettere in moto, innanzitutto in termini di elaborazione programmatica (ma anche in termini di “condivisione del potere”) una delle Unioni di comuni più importanti d’Italia. Che l’Unione Terre di Castelli passi un momento di grave difficoltà è cosa nota (vedi). Ed è anche noto che le difficoltà sono responsabilità diffusa – dal presidente, il civico Mauro Smeraldi, agli assessori (gli altri 7 sindaci dei comuni che ne fanno parte), ai consiglieri tutti (sino ad ora incapaci di giocare un ruolo minimamente significativo e, sperabilmente, positivo). Insomma, non esiste “un cattivo”, ma un sistema di “incapacità” diffuse. Ed è questo che occorre scardinare – sapendo che gli “attori” sono questi e che, a breve, non possono essere sostituiti (almeno sino alle prossime elezioni comunali del 2019 – del 2017 per Castelnuovo Rangone). Leggi il seguito di questo post »


Si complica ulteriormente il governo dell’Unione Terre di Castelli

8 giugno 2016

Anche le elezioni comunali di Zocca riguardano i cittadini vignolesi, così come quelli degli altri comuni dell’Unione Terre di Castelli. In una situazione in cui più della metà del bilancio comunale (parte corrente) è costituita da trasferimenti all’Unione è evidente che occorre prestare particolare attenzione a ciò che succede a quel “tavolo”. Anche perché la situazione dell’Unione è oggettivamente “complicata”, come hanno evidenziato i primi due anni di questa legislatura – tutt’altro che entusiasmanti. Come già detto: l’Unione Terre di Castelli sta passando un grave momento di difficoltà. Il peggiore da quando è nata (vedi). Ed ulteriori “sviluppi” sono attesi a breve: nel 2017 si vota a Castelnuovo Rangone e, soprattutto, dall’1 gennaio 2017 è previsto l’ingresso in Unione del comune di Montese. Risulta allora evidente quanto grave sia stato l’errore strategico commesso nella passata legislatura dai presidenti Lamandini e Denti: il non aver impostato un metodo di lavoro che accettasse come un dato di fatto l’eterogeneità politica e territoriale. Eterogeneità che da allora è ulteriormente cresciuta. Una politica incapace di un’adeguata visione strategica presenta inevitabilmente il conto a tutti, anche se magari con qualche anno di ritardo. Ora siamo nella palude senza che alcuno (neppure il presidente Mauro Smeraldi) sappia bene cosa fare. Leggi il seguito di questo post »


L’Unione fuori dalla palude: come fare?

25 aprile 2016

La diagnosi è ampiamente condivisa. Diversi sindaci lo pensano. Lo stesso molti degli attuali consiglieri dell’Unione Terre di Castelli. Ex-amministratori concordano. L’Unione Terre di Castelli sta passando un grave momento di difficoltà (vedi). Il peggiore da quando è nata. L’immagine della “palude” – un terreno su cui si avanza, se si avanza, con grande difficoltà – vuole richiamare la difficoltà a prendere decisioni, ad affrontare progetti impegnativi, a mettere in agenda progetti di cui questo territorio avrebbe un grande bisogno (uno su tutti: interventi per lo “sviluppo locale”: vedi) ma di cui neppure percepisce l’urgenza. Circa un anno fa il sindaco di Castelnuovo Carlo Bruzzi chiese un “tagliando” sull’accordo che aveva portato il civico Mauro Smeraldi alla presidenza dell’Unione (vedi). Non se n’è fatto nulla. La vicenda della Polizia Municipale, il tira-e-molla sull’ASP, il PSC perso nelle nebbie, una progettazione culturale e turistica di territorio che non riesce a decollare – sono le manifestazioni di questa fase di stallo. Oggi evidente a tutti. Ed esplosa ulteriormente con il voto sul bilancio di previsione 2016 (vedi). Un’istituzione zoppa, dunque. Che determina di fatto un arretramento di questo territorio – mentre altri territori e soprattutto altre città risultano molto più dinamici. In questa condizione di depressione istituzionale la giunta ha data “rassicurazioni” ai due gruppi consiliari che in futuro ci sarà maggiore coinvolgimento. Il consigliere M5S Filippo Gianaroli, a sua volta, ha proposto un paio di modifiche al Regolamento del consiglio (turni di parola organizzati diversamente; differenza fra interrogazione ed interpellanza). Poi è calato il sipario. Insomma, la montagna ha partorito il topolino! Né le promesse fatte oggi per un futuro lontano, né un ritocco al funzionamento del consiglio dell’Unione sono sufficienti ad attutire il disagio istituzionale. Men che meno a rimettere l’Unione in carreggiata, portandola fuori dall’attuale “palude”. Serve altro. Leggi il seguito di questo post »


Partecipazione alla definizione degli indirizzi della Fondazione di Vignola? Un dibattito del 2005

5 gennaio 2016

Una delle rare occasioni (o forse l’unica) in cui considerazioni critiche ed inviti ad una correzione di rotta, indirizzati alla Fondazione di Vignola, sono stati formulati a mezzo stampa è stata nella primavera del 2005, alla vigilia di un rinnovo dei vertici. Essendo uno degli intervenuti (in qualità di capogruppo DS) ho rinvenuto le carte di quel “dibattito” in uno dei faldoni di cui è composto il mio archivio, in uno dei frequenti momenti di riordino. “Dibattito” decisamente monco, visto che allora non vi fu una presa di posizione degli organi della Fondazione. Ma ancora interessante a più di dieci anni di distanza, visto che alcune delle sollecitazioni di allora attendono ancora di essere raccolte. All’origine vi fu una presa di posizione di Ivano Baldini, vignolese, presidente dell’associazione di volontariato “Per non sentirsi soli” (nonché vicepresidente della Consulta del volontariato cittadina). Baldini lamentava allora la marginalità del settore sociale in termini di erogazioni (solo il 12,39% delle erogazioni del 2003). Ma la sua presa di posizione fu l’occasione per alcuni successivi interventi – uno dei quali con considerazioni ancora attuali sui meccanismi di governance. In previsione di qualche prossima considerazione sulle recenti modifiche statutarie vale la pena ricordare quel momento. Leggi il seguito di questo post »


Un sasso nello stagno: “civismo” significa “campanilismo”?

2 luglio 2015

C’è un dato che salta all’occhio nella recente approvazione della convenzione intercomunale per lo studio della “riorganizzazione istituzionale” avvenuta nel consiglio dell’Unione Terre di Castelli del 27 giugno scorso. E’ la distribuzione asimmetrica delle “defezioni”. Da un lato il fronte tutto sommato compatto dei sindaci e del gruppo consiliare PD (Centrosinistra per le Terre di Castelli). Dall’altro quello assai più frastagliato del gruppo consiliare “Cittadini insieme nell’Unione”, in cui confluiscono i consiglieri “civici” o comunque non-PD (alcuni di centrodestra, uno del M5S). Non mi riferisco tanto alle assenze nella seduta consiliare di sabato 27 giugno (in larga parte contingenti, visto che la seduta consiliare è stata prima ipotizzata per venerdì 26 e poi successivamente spostata a sabato 27, quando diversi consiglieri avevano già altri impegni). Ma al fatto che le due amministrazioni che non hanno aderito appartengono entrambe al fronte “civico” – si tratta di Savignano e Guiglia. E’ del tutto casuale? O, piuttosto, è conseguenza di un più marcato atteggiamento “autarchico”, di un maggiore “campanilismo” del fronte “civico”? O di una minore fiducia nella capacità d’azione “collettiva” degli enti locali del distretto? E’ una domanda che sta bene posta. Leggi il seguito di questo post »


Dopo la strepitosa vittoria civica del 2014. Uno sguardo al futuro

11 gennaio 2015

Non c’è alcun dubbio che l’evento vignolese più importante del 2014 sia l’avvicendamento alla guida della città: il PD lascia; subentra una coalizione civica guidata da Mauro Smeraldi. Questo è il risultato delle elezioni comunali 2014. Nel 2009 il candidato PD era stato portato al ballottaggio, ma ha vinto (vedi); nel 2014 è stato di nuovo portato al ballottaggio, ma ha perso (vedi). Va ribadito ancora una volta: il risultato è storico. Anche perché ottenuto nel momento in cui, in ambito nazionale, il PD è trascinato al 40% dall’effetto Renzi (sono rare in questa regione le sconfitte del PD alle elezioni comunali 2014; una di queste è quella vignolese). A Vignola, per la prima volta dal dopoguerra, l’amministrazione non è targata PD. Degli ingredienti di questo “ribaltone civico” abbiamo già detto (vedi): da un lato una serie clamorosa di errori sul fronte PD (a partire dalla scelta, nel 2009, del sindaco sbagliato); dall’altro la costruzione di una proposta politica alternativa sufficientemente credibile, a partire dal candidato sindaco. Pur nella sua straordinarietà, la vicenda elettorale del 2014 sembra già oggi appartenere ad un “passato remoto”. Sono i tempi che i mass media impongono alla politica, anche locale. Più che “celebrare” nuovamente quell’evento, conviene dunque provare a guardare al futuro. Leggi il seguito di questo post »


Un sindaco part-time a Vignola? Meglio di no/2

3 giugno 2014

Uno scambio di opinioni con Roberto Adani sulla questione del “sindaco part-time a Vignola” merita di essere ripreso al fine di comprendere meglio la posta in gioco. In sostanza Roberto dice che non essendo più il tempo dei grandi progetti, sia dal punto di vista istituzionale (l’Unione Terre di Castelli è già fatta), sia dal punto di vista delle piccole “grandi opere” locali (vista la ridotta capacità d’investimento degli enti locali), ed essendoci funzionari di buon livello, può bastare anche per Vignola un sindaco part-time (è quanto prospetta il candidato sindaco Giancarlo Gasparini, visto che, in caso di elezione, pensa di dividersi tra incarico amministrativo e professione: vedi). Sintetizzo un po’ brutalmente: è sufficiente un amministratore ordinario per l’ordinaria amministrazione. Vorrei spiegare perché non è così. Leggi il seguito di questo post »


Perché non riusciamo ad avere servizi pubblici di qualità?

29 settembre 2013

Giovedì 26 settembre ho preso parte, in rappresentanza dell’associazione degli utenti “In prima classe per Bologna-Vignola”, alla seduta della IV Commissione consiliare della Provincia di Bologna. Unico punto all’ordine del giorno la ferrovia Bologna-Vignola: “stato del servizio, investimenti realizzati e prospettive future”. Relazioni e dibattito hanno richiesto un paio d’ore. Ed è stato tutt’altro che entusiasmante. La solita ritualità del gioco delle parti, ma in più l’impressione, che io ho provata vivissima, di un ente che da tempo ha perso il controllo delle cose di cui discute. E circa gli impegni che in quelle sedi si assumono solenni – faremo … miglioreremo … e così via – va detto chiaramente che manca completamente un qualsiasi dispositivo di controllo che renda un minimo credibile quanto vi si dice. Ciò che questi episodi evidenziano è un classico problema di governance: il servizio è affidato ad un’azienda pubblica (TPER Spa), ma senza adeguati dispositivi di indirizzo, controllo, rendicontazione questa si autonomizza largamente non solo dagli utenti del servizio (che poi sarebbero anche cittadini-contribuenti!), ma pure dagli enti locali (comuni e provincia) toccati dal servizio e chiamati in causa quando esso non funziona. E persino dalla committenza del servizio (la Regione Emilia-Romagna che ne detiene il 46,13% del capitale, ecc.: vedi). Succede per TPER. Succede per Hera. Pur con differenze non trascurabili succede anche per l’Azienda USL. E così via. Leggi il seguito di questo post »