Unione dei comuni o fusione dei comuni? Su questa domanda il PD locale è bloccato da un’intera legislatura (vedi). Cinque anni senza fare un passo in avanti nella discussione. Cinque anni senza neppure riuscire ad impostare in modo produttivo una discussione. Succede allora che ci si ritrova nella campagna elettorale del 2014 come se si fosse in quella del 2009. Con le idee confuse esattamente allo stesso modo. Con i candidati PD (al momento quelli alle primarie) che procedono in ordine sparso: ciascuno ha una sua idea, in genere fondata sulla sabbia delle impressioni, anziché sulla roccia degli studi di fattibilità. L’ultimo caso è quello di Daniela Barozzi, candidata alle primarie del PD a Spilamberto. Nella recente intervista rilasciata a Il Resto del Carlino dell’11 febbraio afferma: “Alla fusione sono contraria: l’identità comunale va tutelata fino a quando non viene dimostrato dai dati che conviene fondersi. E molti studi recenti fissano tra i 15 mila e i 30 mila abitanti la dimensione ideale di un ente locale che funziona” (pdf). Chi è in difficoltà si affida al richiamo del campanile. Vediamo cos’è che non va. Leggi il seguito di questo post »
L’Unione Terre di Castelli secondo la consulta economica: un soggetto senza una linea politica chiara
19 gennaio 2014L’Unione Terre di Castelli “in questi ultimi anni è stata vista come un soggetto senza una linea politica chiara”. Sono le parole con cui il presidente della Consulta Economica, Daniele Bartolini, ha riassunto le valutazioni della consulta stessa sull’Unione Terre di Castelli (vedi). Possiamo dare loro torto? Purtroppo no, di ragione ne hanno da vendere. L’Unione Terre di Castelli è da tempo priva di una chiara direzione di marcia. E se le cose stanno così qualche responsabilità va imputata, com’è naturale, a chi la sta guidando, oramai dall’inizio del 2012 (vedi). Ovvero al presidente Daria Denti. Certo, lo ribadiamo qui per l’ennesima volta, l’Unione a 8 comuni è macchina più complessa, essendo eterogenea politicamente e territorialmente. Proprio per questo serve una guida autorevole, trasparente, coraggiosa. L’opposto di quanto si ritrova oggi. E ciò si traduce in un deficit di “buona politica”, ovvero in “occasioni mancate” per questo territorio (questi sono i veri “costi” della politica locale). Leggi il seguito di questo post »
Fusione dei comuni in Valsamoggia. Cos’è che non va
25 aprile 2012Il percorso verso la costituzione del comune unico della Valsamoggia (vedi) è arrivato ad un punto decisivo. Nel volgere di pochi giorni i consigli comunali dei 5 comuni interessati approveranno la delibera per richiedere alla Regione Emilia-Romagna l’adozione di una legge per istituire il nuovo comune. Iniziano Bazzano, Castello di Serravalle e Monteveglio, il 26 aprile; quindi Crespellano, il 27 aprile; infine Savigno il 30 aprile. A quel punto il procedimento è formalmente avviato e potrà essere fermato solo se il voto referendario (ad oggi ipotizzato per l’ultima domenica di novembre, il 25) consegnasse un esito fortemente negativo. Non mi azzardo in previsioni, ma ritengo plausibile che con queste deliberazioni consiliari si superi il “punto di non ritorno”. Il referendum è infatti soltanto “consultivo” – lascia margini agli amministratori per decidere di procedere indipendentemente dal suo esito. Anche se è chiaro che una prevalenza del no al comune unico potrà mettere a rischio il raggiungimento dell’obiettivo. In vista di questo primo impegnativo passaggio nei consigli comunali si è tenuta ieri sera a Bazzano, organizzata da Sinistra Ecologia Libertà-SEL Bologna, una interessante iniziativa, per presentare la proposta di organizzare un processo partecipativo che alimenti il dibattito in vista del referendum di fine anno (vedi). Anche se, va subito notato, l’apertura di un processo partecipativo richiederebbe la possibilità di un esito aperto, mentre qui le cinque amministrazioni comunali hanno già deciso: la “fusione” si farà. Ciò che interessa una parte politica (che chiede un percorso per una partecipazione informata dei cittadini), interessa assai meno alle amministrazioni coinvolte (che già operano alla ricerca del consenso sul progetto, non per dibattere i pro od i contro). Comunque, vorrei cogliere l’occasione di questi eventi per mettere in luce alcune criticità o impostazioni non convincenti del progetto. Premetto che sono favorevole alla fusione di comuni come risposta all’eccessiva frammentazione amministrativa che caratterizza l’Italia (più del 70% degli 8.100 comuni ha meno di 5.000 abitanti) ed alle conseguenti inefficienze e perdita di capacità di governo (vedi). Ma mi è anche molto chiaro che per processi complessi di questo tipo non basta l’ottimismo della volontà. Vediamo. Leggi il seguito di questo post »
Fusione dei comuni dell’Unione Terre di Castelli? Dieci giorni di dibattito confuso
24 gennaio 2011Un macigno lanciato nello stagno. E’ stato questo l’effetto dell’intervento di Umberto Costantini, giovane consigliere del PD di Spilamberto e dell’Unione Terre di Castelli, su Il Resto del Carlino di venerdì 14 gennaio, in cui ha lanciato l’idea della “fusione” tra comuni. Di fronte ad un futuro di tagli per gli enti locali (il debito pubblico dell’Italia è oramai al 120% del PIL ed anche un cambio di governo non cambierà la prospettiva di progressiva riduzione delle risorse disponibili: vedi) Umberto Costantini vuole esplorare la possibilità di recuperare risorse da un’opera di razionalizzazione degli assetti politico-amministrativi. Per continuare a garantire l’attuale livello di servizi (che in realtà, già nel 2010, ha visto i primi tagli, ad esempio ai servizi scolastici: vedi) l’idea è quello di un nuovo assetto amministrativo che potrebbe ridurre le spese per la gestione della macchina amministrativa. Un’idea che dovrebbe essere approfondita grazie ad uno studio di fattibilità. Questa la proposta che Costantini ha avanzato dalle pagine del Carlino e che aveva già illustrato, nei mesi passati, in diversi incontri di partito, sia comunali che dell’Unione. Il suo primo post sul tema, nel suo blog Spilumberto, è dell’11 giugno 2010, sette mesi fa. Ne è seguito un dibattito a mezzo stampa decisamente confuso e che testimonia, in primo luogo, la fragilità del PD del territorio. Proviamo a ripercorrerlo, cercando di evidenziare gli argomenti di rilievo (pro o contro che siano) e ad inquadrare, di nuovo, il tema. Leggi il seguito di questo post »
Unione o fusione di comuni? Prima bisogna aver chiaro l’obiettivo. Che è la capacità di governo, di Roberto Adani
15 gennaio 2011Il tema delle aggregazioni di comuni è un tema che non può essere affrontato al di fuori di un progetto di riassetto istituzionale generale. Il tema principale infatti non è fondere i comuni per spendere meno. Ma al limite fondere i comuni perchè siano realmente capaci di governare il territorio e promuovere sviluppo sia economico che sociale. A che servono dei comuni che riducono tutte le spese, consulenze, progetti, personale, servizi ma poi sono residuali e inefficaci nel creare occasioni di sviluppo e di crescita soprattutto per i giovani, le famiglie e le imprese. Si può spendere poco ma spendere molto male semplicemente perchè non si raggiungono risultati importanti per il territorio che si vorrebbe governare. Leggi il seguito di questo post »
Quella magica parolina: governance
11 giugno 2008Riflessioni sulla governance come nuova modalità del governo locale anche a Vignola.
Governance è un termine che sempre più spesso si ritrova nei discorsi sulla politica e sull’amministrazione anche in Italia. E’ solo una moda? O questa innovazione terminologica segnala qualcosa di sostanziale, un fenomeno nuovo? Buona la seconda, direi. Leggi il seguito di questo post »