Stravaganti divagazioni estive sulle processioni, di Beppe Manni

23 agosto 2014

Raccolgo l’invito di Cesarino Venturi a pubblicare questo articolo sulle “processioni”, di Beppe Manni (un tempo prete, ora scrive sulla Gazzetta di Modena – il testo è stato lì pubblicato il 12 agosto scorso). Una scossa alle “chiese asfittiche che vogliono aggregare sui miracoli”.

Settembre andiamo è tempo di … processioni. Le processioni sono belle: colorate, sonore, partecipate. La processione religiosa. Il pellegrinaggio al santuario. E poi. La sfilata di Carnevale. La manifestazione politica. La marcia per la pace. Nasce dal bisogno di manifestare collettivamente i propri sentimenti di gioia, penitenza, rivendicazione. Le processioni sono espressione della cultura del popolo. Leggi il seguito di questo post »


1911. Vignola partecipa alla celebrazione del cinquantenario dell’Unità d’Italia

28 luglio 2010

La curiosità mi è venuta dalla lettura di un libretto dello storico Emilio Gentile – Né stato, né nazione. Italiani senza meta, Laterza, Bari, 2010 (vedi). Una riflessione sulla “nazione” italiana e sugli italiani. Che parte ricordando le polemiche in occasione della celebrazione dell’unità d’Italia. Non quelle del 2010 (in vista dell’evento torinese del 2011: vedi), che pure sono già iniziate – merito della Lega Nord (vedi). Ma quelle del 1911, quando venne celebrato il cinquantenario dell’unità (proclamata con legge del 17 marzo 1861). Perché anche l’evento del 1911 – la celebrazione dei primi cinquant’anni del Regno d’Italia – fu accompagnato da numerose polemiche, visto che tanto i cattolici, quanto i socialisti, quanto i repubblicani rifiutavano (per diverse ragioni) lo Stato nazionale realizzato con il Risorgimento. “Per i cattolici il 17 marzo 1911 fu giornata di lutto nazionale. Per i socialisti, il giubileo dell’Italia unita era una bugia perché la patria non esisteva ancora per il proletariato.” (Gentile E., p.12) Per i repubblicani, infine, ad essere una disgrazia era la monarchia. Insomma i motivi di insoddisfazione non mancavano e questo alimentò un certo “dibattito”. Anche diversi intellettuali dell’epoca manifestarono insoddisfazione per lo stato dell’Italia cinquant’anni dopo l’Unità: “L’Italia come oggi è non ci piace” – così scriveva Giovanni Amendola su La Voce dell’1 dicembre 1910. Pure Benedetto Croce si lamentava, commentando le celebrazioni del cinquantenario, della “decadenza che si nota nel sentimento dell’unità sociale” (Gentile E., p.13). E a Vignola? Si registrò per caso un’eco di quel dibattito? Di quello scontento? Sarebbe interessante capire come andarono le cose. Leggi il seguito di questo post »


65° anniversario dell’eccidio di Pratomavore. Un commento

14 febbraio 2010

Il 65° anniversario dell’eccidio di Pratomavore ha visto l’introduzione di alcuni elementi di novità nella celebrazione dell’evento. Non uno ma due i giorni dedicati al ricordo. Sabato 13 febbraio con la manifestazione sul luogo dell’eccidio. Domenica 14 febbraio con la celebrazione di una messa, presso la Chiesa di Pratomavore, a suffragio dei caduti. Ancora più significativa è la partecipazione degli alunni delle classi quinte della scuola elementare di Vignola, resa possibile dallo svolgimento della manifestazione nella giornata di sabato (oltre che dalla sensibilità del Circolo Didattico di Vignola e del suo dirigente). Queste innovazioni testimoniano della volontà dell’amministrazione comunale di dare maggiore rilevanza sociale all’evento, promuovendo una più ampia partecipazione della cittadinanza. Leggi il seguito di questo post »