Lo scenario della combustione in materia di gliceridi o, detto volgarmente, rifiuti artefatti di grassi animali si sta modificando rapidamente. La scintilla mediatica è stata certamente la trasmissione di Report (RAI3) del 18 ottobre 2015 (vi si dice: “Il grasso animale: la direttiva europea recepita dai ministeri della Salute e delle Politiche agricole lo classifica come combustibile per produrre energia rinnovabile, mentre quello dell’Ambiente non si è aggiornato. Così è il burocrate locale che decide se un impianto può funzionare, o deve essere bloccato.” – vedi), unita probabilmente alla pubblicazione sulla rivista di Medicina Democratica del quadro esatto normativo a livello nazionale ed europeo (abbracciando 2 ministeri italiani e 2 Commissioni europee) [un articolo scritto da Roberto Monfredini: pdf], in tema di combustione grassi/rifiuti animali. Leggi il seguito di questo post »
Un gigantesco cambio di “rapporto di lavoro” nel mondo INALCA. L’allarme della FLAI CGIL
20 giugno 2015E’ da alcune settimane che FLAI CGIL Modena e FLAI CGIL Emilia-Romagna stanno richiamando l’attenzione su un singolare passaggio di personale nel mondo del gruppo INALCA di Castelvetro, fondato nel 1963 da Luigi Cremonini (vedi) e oggi al primo posto in Italia nel settore della macellazione e lavorazione delle carni bovine, al terzo posto nel settore agroalimentare. La vicenda è presentata così: “950 soci lavoratori del Consorzio Euro 2000 sono stati coinvolti in uno dei più giganteschi cambi di “rapporto di lavoro” che si sia mai registrato sul territorio nazionale e regionale nel settore dell’industria alimentare” (vedi). In passato su questo blog ci si è occupati dell’azienda con riferimento al contestato progetto di impianto di cogenerazione a biomasse (vedi). Gli allarmi lanciati dall’organizzazione degli “alimentaristi” della CGIL gettano luce sulla dimensione “sociale” dell’agire d’impresa (e soprattutto sul rischio di un uso strumentale delle agevolazioni previste dalla Legge di stabilità 2015 per sostenere il Jobs Act). Anche in passato su questo fronte ci sono state contestazioni (vedi). Oggi sembra delinearsi un nuovo singolare episodio. Leggi il seguito di questo post »
Una guerra di trincea per la difesa dell’ambiente. Ultime news dal fronte circa l’uso di grassi animali per produrre energia, di Roberto Monfredini
21 ottobre 2013Tutto quello che rimane del nostro luculliano modo di produrre l’alimento carneo termina in una classificazione, i SOA (sta per Sottoprodotti di Origine Animale). Questi a loro volta sono classificati in tre categorie: 1, 2, 3. Con i sottoprodotti di categoria 3 la destinazione primaria è il cibo in scatola per cani e gatti. Con i sottoprodotti di categoria 2 si fa il biogas. Mentre i sottoprodotti di categoria 1 sono vero e proprio rifiuto (vedi), spesso pericoloso che deve essere smaltito ad elevate temperature stabilite dal regolamento 142/2011. Leggi il seguito di questo post »
Un grido d’allarme per questo territorio, di Roberto Monfredini
15 marzo 2013Aprile 2012. Molti giornali nazionali riportano la notizia che ad Andria, in Puglia, 13 veterinari, un biologo e un cinquantina di allevatori e macellatori, hanno ricevuto avvisi di garanzia per reati gravissimi (vedi). Si sospetta la trasformazione “cartacea” degli scarti di macellazione di categoria 1 (rifiuti) in categoria 3. Si tratterebbe, cioè, dell’utilizzo di scarti pericolosi per la salute umana ed animale (e per questo destinati all’incenerimento) per produrre cibo per animali. Se ne accorgono gli spagnoli che segnalano il caso alla Guardia Forestale la quale conduce due anni di indagini con videoriprese che portano all’emissione degli avvisi di garanzia. Leggi il seguito di questo post »
Centrale a biomasse Inalca un anno dopo. Il punto di Roberto Monfredini
15 dicembre 2012Da 7 Luglio 2011, giorno in cui è stata presentata la domanda di autorizzazione alla costruzione della centrale a biomasse, ad oggi il Comitato No Impianto a biomasse Inalca (vedi) di strada ne ha fatta tanta. E’ passato un anno dalla famosa riunione del 30 novembre a Castelnuovo Rangone, convocata per capire qualcosa del progetto (allora sconosciuto ai cittadini!). Da allora sono cambiati con grande rapidità gli scenari e per questo vale la pena provare a riepilogare cosa è successo. Perché la “lotta” non è ancora finita e serve ancora la mobilitazione di tutti i cittadini interessati a difendere l’ambiente e la propria salute. Leggi il seguito di questo post »
Un docu-film del Movimento 5 Stelle sul caso della centrale Inalca
25 ottobre 2012Roberto Monfredini, uno degli esperti del Comitato No Centrale a biomasse Inalca (vedi), mi ha invitato a partecipare alla realizzazione di un video in cui provare a raccontare la vicenda del progetto di Centrale a biomasse dell’Inalca Spa di Castelvetro (vedi). Ho accettato perché sono convinto anch’io che questa sia una vicenda da raccontare. Sia per evidenziare il ruolo importantissimo che il Comitato contrario al progetto ha saputo giocare nella mobilitazione del territorio, nel convogliare attenzione sul comportamento delle istituzioni pubbliche, nel produrre argomenti poi risultati importanti per non concedere l’autorizzazione al progetto originario (vedi). Che sono poi le cose che ho scritto in alcuni post su questo blog – vedi – e che ribadisco nell’intervista. Sia per richiamare l’attenzione su una vicenda non ancora conclusa e che merita di essere seguita anche dopo il pronunciamento di “parziale autorizzazione” da parte della Conferenza di servizi, nel maggio scorso.
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Ultime news dal Comitato No Impianto a biomasse Inalca
14 agosto 2012Dopo la conclusione dei lavori della Conferenza di servizi, il 22 maggio scorso, il Comitato No Impianto a biomasse Inalca ha deciso di continuare la lotta contro il progetto dell’azienda di Castelvetro. Come sappiamo il progetto originario relativo ad una centrale di cogenerazione alimentata dal grasso ottenuto dal trattamento degli scarti della macellazione bovina è stato “sezionato” in due parti: la Conferenza di servizi ha bocciato la parte terminale, relativa all’impianto di termovalorizzazione, ma ha dato il via libera alla parte di trattamento degli scarti, il cosiddetto impianto di rendering (vedi). Il Comitato è però convinto che anche questo impianto e la successiva destinazione degli scarti trattati (8.600 tonnellate annue di farine animali e 4.500 tonnellate annue di grasso animale) non sia conforme alle normative comunitarie e dunque continua la lotta a tutela dei cittadini e del territorio (intanto le firme raccolte sono salite, oggi, a 5.283). E’ di questi giorni la decisione di ricorrere al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) contro la decisione della Provincia di Modena, grazie anche all’intermediazione e collaborazione del Codacons di Modena. Intanto è stato eletto un nuovo presidente del Comitato (vedi) ed è stata messa in campo una nuova ed ulteriore azione di autofinanziamento: una bottiglia di lambrusco al prezzo di 10 euro per contribuire alle spese del Comitato (vedi). Che sia il caso di “berci su”? Leggi il seguito di questo post »
Centrale a biomasse Inalca. Cosa succede?
20 giugno 2012La Conferenza dei servizi, riunitasi il 22 maggio scorso, ha stabilito che “non risulta possibile concedere l’autorizzazione a realizzare l’impianto di cogenerazione”. La decisione era stata anticipata a Il Resto del Carlino, in modo decisamente singolare, dall’assessore provinciale Stefano Vaccari (era il 3 maggio: pdf; si deve tenere conto che pochi giorni dopo si tenevano le elezioni comunali a Castelnuovo Rangone, uno dei comuni interessati dall’impianto!). Ma la vicenda non finisce qui. Sempre nella seduta del 22 maggio, il rappresentante di Inalca ha comunicato che “la ditta ritiene prioritaria la realizzazione della sezione di rendering, che può essere alimentata dai motori e dalle caldaie già esistenti presso l’impianto. Richiede pertanto di valutare separatamente le due sezioni impiantistiche”. In pratica l’originario progetto viene diviso in due. La seconda parte viene “bocciata” (il termovalorizzatore per la produzione di energia) – appunto nella seduta del 22 maggio. Si andrà invece a realizzare solo la prima parte. Per ora. Così, con gran tempestività, è stato certificato dalla Conferenza dei servizi del 18 giugno scorso. Che ha approvato questo “nuovo progetto” (vedi).
Arriva il no alla Centrale a biomasse Inalca. Una riflessione
27 Maggio 2012Il progetto presentato da Inalca Spa per la realizzazione di una centrale a biomasse da realizzare nello stabilimento di Castelvetro è stato valutato “non conforme” dalla Conferenza dei servizi che si è riunita il 22 maggio scorso. “L’impianto di termovalorizzazione dell’Inalca di Castelvetro non è conforme alle norme europee e alle norme urbanistiche quindi non può esser realizzato.” Il giudizio era già stato anticipato, in modo assai singolare, dall’assessore provinciale all’ambiente Stefano Vaccari (il 3 maggio su Il Resto del Carlino) – l’unico motivo che può spiegare questa prassi inusuale è il timore di effetti sul voto (visto che a Castelnuovo il 6 e 7 maggio si sono svolte le elezioni comunali) (vedi). Il Comitato No Centrale a Biomasse Inalca esprime soddisfazione per l’epilogo di questa vicenda (vedi), ma già si prefigura impegnato ad affrontare altri progetti del genere, sinora solo abbozzati (si parla di un “polo energetico” in comune di Castelnuovo Rangone). Più che commentare questa decisione, mi preme riflettere ancora una volta sul procedimento e sul ruolo giocato dal Comitato. Vediamo.
Dall’azione del Comitato NO impianto a biomasse Inalca uno stimolo agli amministratori locali anche per una reale trasparenza
13 marzo 2012Più di cento persone hanno preso parte, venerdì 9 marzo a Spilamberto, all’assemblea pubblica promossa dal Comitato No impianto biomasse Inalca (vedi). Altrettante erano presenti all’incontro dell’1 marzo, questa volta a Castelvetro, sempre organizzato dal Comitato. Intanto il Comitato prosegue la raccolta di firme contro l’impianto: 2.500 firme sono quelle ad oggi acquisite. E’ in atto, insomma, un’importante azione di informazione e di mobilitazione dei cittadini. Sull’importanza dell’azione del Comitato abbiamo già scritto (vedi). Esso svolge una triplice azione: una funzione di “allerta”, ovvero di richiamo dell’attenzione della collettività su un progetto a cui sono associati elementi di rischio o pericolosità; una funzione di “mobilitazione”, ovvero di sensibilizzazione dei cittadini, invitati così a cercare informazioni ed a farsi un’opinione su un tema controverso; una funzione di “produzione” di informazioni, dati, argomenti da opporre al progetto, utilizzando i canali istituzionali (le “osservazioni” al “procedimento unico” attivato in sede provinciale – la fase di raccolta delle osservazioni termina l’1 aprile 2012). E’ significativo che in queste ultime settimane l’azione del Comitato sia stato apprezzato non solo dai cittadini, ma anche dagli amministratori. Ho personalmente ascoltato l’apprezzamento del sindaco di Castelvetro, Giorgio Montanari: “Il Comitato sta facendo un buon lavoro” (così nella seduta della commissione consiliare del 21 febbraio, poi ripetuto nell’assemblea dell’1 marzo). Ed anche il 9 marzo, a Spilamberto, tanto il vicesindaco Daniela Barozzi, quanto il consigliere comunale PD Marco Villa hanno ringraziato il Comitato per l’opera che svolge. Tutto bene, dunque? Forse sì. Ma forse proprio questa vicenda dovrebbe far interrogare gli amministratori locali sulla trasparenza dei processi decisionali delle amministrazioni che presiedono (o in cui queste sono coinvolte – ricordiamo che l’autorizzazione dell’impianto è di competenza della Provincia e che l’amministrazione comunale di Castelvetro è “solo” un “partecipante” alla conferenza di servizi). Su questo almeno una considerazione va fatta. Leggi il seguito di questo post »