Vignola è oggi un caso nazionale. Un fatto di violenza avvenuto la vigilia dell’Epifania tra alcuni giovani stranieri ed alcuni adolescenti italiani ha avuto rilievo nazionale, entrando in risonanza con il frame “guerra all’occidente da parte del terrorismo islamico”. Poco importa che in realtà all’opera non fossero né terroristi, né fondamentalisti, ma semplicemente alcuni giovani stranieri (un marocchino, due tunisini, un albanese di età 20-24 anni) convinti che il loro gesto fosse semplicemente una “bravata” (si sono infatti presentati spontaneamente alle autorità, nella giornata di ieri, a seguito del clamore esploso una volta che l’episodio è stato raccontato alla stampa). Lega Nord e centrodestra hanno prontamente cavalcato il caso, con interventi di esponenti locali, ma anche nazionali. Ovviamente, anche se per gli autori era solo uno “scherzo”, si è trattato di un atto di violenza verso persone, peraltro minorenni – e per questo è giusto che siano puniti secondo la legge. Né di più, né di meno. Non è il caso di evocare pene “esemplari” (se con ciò si intende straordinarie – tutte le pene comminate devono essere “esemplari” allo stesso modo se vogliamo parlare di “giustizia”), né immediate “espulsioni” (le invoca a mezzo stampa il leghista Roberto Calderoli). In questa situazione la politica locale sembra smarrita, magari non priva di un giudizio adeguato sull’episodio, ma priva certamente della consapevolezza circa il “che fare”. Non che politiche di integrazione anche perseguite con determinazione possano azzerare il rischio di episodi di questo tipo. Ma è però vero che nell’Unione Terre di Castelli tali politiche sono state dismesse nella passata legislatura commettendo un grave errore. Che sarebbe bene rimediare. Leggi il seguito di questo post »