A poche ore dall’apertura di Vinitaly 2015 (il salone veronese del vino, alla sua 49° edizione, prenderà il via domani, 22 marzo, per terminare il 25 marzo) mi trovo come ogni anno, a riflettere sulla grande forza che il nostro territorio ha nel settore agroalimentare ed enologico. Tra le pagine di questo blog ho più volte raccontato piccole e medie realtà della nostra terra (vedi), che con forza e passione lavorano e si divincolano tra le mille difficoltà che trovano davanti a loro, per portare l’eccellenza della nostra tradizione e cultura gastronomica in giro per il mondo, rendendoci grandi sulle tavole dei grandi.
Molto spesso però, comunicare la Qualità e l’Eccellenza può risultare assai complesso, non certo per mancanza di “contenuto” in bottiglia (mi piace ricordare come il Lambrusco – non solo il Modenese – sia il vino italiano più esportato nel mondo), ma piuttosto perché nella filiera produttiva non tutti i “soggetti” sono ugualmente tutelati: produttore, consumatore … e comunicatore (in questo caso il sommelier). Della grande crescita qualitativa del Lambrusco ho già parlato, ora vorrei provare a spiegarvi il Disciplinare DOP (Denominazione di Origine Protetta), croce e delizia di chi segue i processi produttivi, ma soprattutto una sigla che dovrebbe (condizionale d’obbligo) fornire al consumatore la garanzia di qualità in quanto massima denominazione presente in Europa. Ritengo comunque che le cose non stiano proprio così, quindi andrò con ordine, cercando di essere il più semplice, chiaro e … meno noioso possibile. Leggi il seguito di questo post »