Non ti delego. Un libro di Aldo Schiavone per andare oltre la democrazia rappresentativa

14 Maggio 2013

L’ultimo libro di Aldo Schiavone (Non ti delego. Perché abbiamo smesso di credere nella loro politica, Rizzoli, Milano, 2013, pp.219, 15 euro: vedi) è una riflessione, svolta in un linguaggio accessibile a tutti, sulla “crisi” della “democrazia rappresentativa”, con anche un tentativo di coglierne i processi di superamento in atto e di prefigurare modalità per andare oltre. Per Schiavone diventa possibile una democrazia in cui si restringono gli spazi della rappresentanza ed aumentano, invece, quelli della democrazia diretta. Consentendo così di recuperare il concetto di “sovranità popolare”. Leggi il seguito di questo post »


Democrazia/1. Scongelare l’idea della democrazia rappresentativa

18 marzo 2012

Da un po’ di tempo c’è fermento nel campo della teoria della democrazia. Si è ridotta la presa della concezione egemone, quella che identifica la democrazia con la “democrazia rappresentativa” e quest’ultima semplicemente con la competizione elettorale tra partiti, limitando la partecipazione dei cittadini essenzialmente all’elezione dei propri rappresentanti (essendo questi chiamati a fare le leggi). Sono infatti emerse e cresciute altre concezioni, identificate da espressioni quali  “democrazia partecipativa” e “democrazia deliberativa” – espressioni che richiamano l’attenzione su aspetti del processo democratico in precedenza trascurati. Queste innovazioni teoriche stanno lentamente alimentando un certo numero di “sperimentazioni” (il “bilancio partecipativo” di Porto Alegre è il caso più significativo). Si tratta di esperienze sino ad oggi decisamente minoritarie, marginali, anche confuse. Ma questo fermento segnala l’insoddisfazione per una concezione di democrazia ritenuta troppo striminzita e testimonia della ricerca di nuove configurazioni. La crisi economica in atto ha messo in discussione l’egemonia liberista in economia. Qualcosa di analogo si registra sul fronte politico. Anche in questo ambito è oggi necessario chiedersi se davvero questa democrazia rappresentativa sia l’unica modalità di implementazione della democrazia o se, invece, questa supposta esclusività non sia ideologia. Nulla di meglio, per introdurre il tema, che una canzone di Giorgio Gaber, da lui magnificamente interpretata: Le elezioni (1976). Una condensazione malinconica di quella concezione della democrazia rappresentativa che vorrebbe lasciare all’elettore solo il potere di fare una croce sulla scheda elettorale e, magari, di … rubare la matita dalla cabina elettorale come sotterranea espressione di “protesta” nei confronti del sistema.

Leggi il seguito di questo post »