La cerimonia di inaugurazione si è tenuta martedì 29 giugno alle 18.30. Ad essere inaugurato è stato il parco di San Michele in Bosco, antica chiesa sulla collina a ridosso di Bologna, fuori porta San Mamolo. Annessa alla chiesa un antico monastero olivetano del XV secolo, ma le cui origini risalgono al IV secolo dopo Cristo. Forse oggi ai visitatori di Bologna il nome di San Michele in Bosco dice ancora poco. In effetti per larga parte del XX secolo tra l’ex-monastero, trasformato in ospedale (nel 1896, grazie ad un lascito del chirurgo bolognese Francesco Rizzoli, divenne sede dell’Istituto Ortopedico Rizzoli) e la città sono cresciute barriere fisiche e simboliche. L’area, ospedalizzata, ha perso la percezione della monumentalità. Il bosco, attorno al monastero, è cresciuto e si è infittito, sino a sottrarre agli ospiti la vista sulla città e, per converso, impedire ai bolognesi la visione della sommità della collina con l’antico complesso monumentale. Questi sviluppi del XX secolo rappresentano un caso esemplare di “scomparsa” di un pezzo di territorio.
La collina di Vignola: le immagini
2 giugno 2010La collina ad ovest di Vignola. “Sopra” la città. Con il borgo di Campiglio, la chiesa di San Michele Arcangelo, la località Santa Croce, la località Il Poggio, Santa Maria Rotonda (XV secolo). Villa Martuzzi, il sentiero panoramico da Campiglio alla Pieve romanica. Alla sua base, oltre alla Pieve, anche il Mulino di Tavernelle (XVII secolo). Occorre recuperare il legame della città con questa parte di territorio (vedi). Davvero bello.
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Vignola ha perso il rapporto con la sua collina
23 Maggio 2010Al giorno d’oggi abitare in città significa sempre più perdere il contatto con l’ambiente circostante, con la campagna ed il resto del territorio. Le cause di ciò sono molteplici. Il complesso dei bisogni alimentari è soddisfatto da pochissime grandi strutture: supermercati ed ipermercati. Le relazioni punto-punto con le aziende agricole del territorio non ci sono più da tempo, né sembra potersi affidare per ricostruirle ad una “Strada dei vini e dei sapori” in crisi economica e di idee (vedi1; vedi2). Oltre a ciò una mobilità tutta centrata sull’automobile porta a conoscere il territorio come se questo fosse limitato alla porzione immediatamente a ridosso delle strade. Il paesaggio più “frequentato” è quello che si vede dal finestrino dell’automobile – come se esso fosse in realtà null’altro che una serie di fondali di cartone che costeggiano la strada. Questi ed altri tratti della vita moderna hanno come conseguenza una conoscenza molto selettiva del territorio ed una generale perdita di consapevolezza e di significato di una rilevante parte dei “segni” storici della presenza dell’uomo. Anche Vignola ed i suoi abitanti soffrono di questa sindrome. Leggi il seguito di questo post »