Una cosa è certa. Da settembre 2014 gli asili nido comunali di Vignola torneranno ad essere due: “Cappuccetto Rosso” a Brodano e “Barbapapà” in località “il Poggio” (vedi). Trasformata in scuola dell’infanzia la struttura “Le Coccinelle” (nell’ex-via G.Galilei). Chiusa (per sempre?) la struttura del “44 Gatti” in via Caio Claudio. Insomma si ritorna alla situazione di dieci anni fa quando, prima del settembre 2004 (quando venne messo in funzione il terzo nido vignolese, il “Cappuccetto Rosso” di Brodano), gli asili nido vignolesi erano solo due: “44 Gatti” e “Le Coccinelle”. La riduzione degli asili nido significa ovviamente anche una riduzione dei posti disponibili. E per la prima volta si ripresenta una consistente lista d’attesa che non potrà essere interamente “assorbita”. E’ una poison pill lasciata in eredità dall’amministrazione Denti. Altro che investimento sui servizi per l’infanzia! Leggi il seguito di questo post »
Il passo del gambero. Vignola rinuncia ad uno dei tre asili nido e i bimbi rimangono in lista d’attesa
9 luglio 2014Dieci anni di politiche locali sugli asili nido. Un bilancio ed uno sguardo al futuro
25 marzo 2012Giovedì 22 marzo una seduta del consiglio dell’Unione Terre di Castelli è stata dedicata ai servizi per la prima infanzia. Potremmo anche dire semplicemente “asili nido”, visto che le altre tipologie sono praticamente scomparse (è rimasto un “centro giochi” a Vignola, presso il nido Barbapapà, ed uno “spazio bambini” a Castelnuovo). Circa 120 i partecipanti, nella quasi totalità educatrici o genitori. Dieci anni di gestione degli asili nido da parte dell’Unione Terre di Castelli è un traguardo importante. E’ giusto dunque provare a tracciare un bilancio. E dico subito che condivido le valutazioni degli amministratori: l’esperienza è positiva. Forse si tratta del settore, tra quelli del welfare locale, che esibisce la performance migliore. Anche se la mancanza di una legge nazionale di sostegno economico agli enti locali per la gestione degli asili nido (che oggi gravano, per la parte non coperta dalle rette delle famiglie, esclusivamente sui bilanci comunali) costituisce un grave elemento di incertezza. Comunque, se guardiamo alla situazione locale vediamo una situazione di qualità e consolidata; un’offerta sostanzialmente adeguata (oggi un po’ in contrazione); un servizio particolarmente attento anche agli aspetti “relazionali”. Fronti su cui lavorare per il miglioramento ci sono, anche se la loro precisa identificazione meriterebbe un po’ di discussione pubblica. Vediamo dunque.