Due nuove guide per i visitatori della Rocca di Vignola

23 marzo 2013

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Sono state presentate sabato 16 marzo (all’evento “Accade in Rocca”) e subito messe a disposizione dei visitatori. Si tratta di due nuove guide per la Rocca di Vignola: una guida cartacea e un’audio-guida o, più precisamente, un audio-racconto. Una “nuova guida storico artistica” e “un originale audio racconto attraverso il quale la Rocca di Vignola conduce il visitatore a scoprire le sue peculiarità evocando le voci ed i personaggi protagonisti della sua storia” (così nel manifesto sull’evento). Due novità importanti che sviluppano ulteriormente il progetto di innovare i modi di trasmissione della conoscenza storica sulla Rocca medioevale, le sue vicende, i suoi personaggi. In particolare l’audio-racconto. Mio figlio tredicenne che con me l’ha provato ne è uscito entusiasta. Io apprezzo il lavoro svolto, ma colgo anche qualche limite. Leggi il seguito di questo post »


La Rocca di Vignola e la città. Qualche riflessione a partire dal restauro degli affreschi della Sala delle Colombe

23 settembre 2012

Uno degli esempi più importanti in Italia di pittura civile, ovvero a decoro di un edificio non religioso, della prima metà del ‘400 si trova a Vignola. Nella Rocca. Un ciclo straordinario di affreschi voluto da Uguccione Contrari (1379-1448) (vedi), amico, feudatario e ministro di Nicolò III d’Este (1383-1441) (vedi), marchese di Ferrara. Dopo aver ottenuto le terre di Vignola il 25 gennaio 1401 (che allora divennero contea), Uguccione trasformò la Rocca in una signorile dimora, facendo affrescare le pareti interne (piano terra e primo piano) ed anche le pareti esterne. Un lavoro realizzato entro il terzo decennio del Quattrocento e che ci consegna oggi la possibilità di ammirare questo grande ciclo di affreschi tardogotici. La Fondazione di Vignola sta procedendo ad un’opera di progressivo restauro che, dopo aver riguardato l’antica cappella al primo piano (nel 2005, vedi, sotto la presidenza di Giorgio Cariani), poi il loggiato d’ingresso (nel 2011, vedi), ha interessato oggi la Sala delle Colombe, riportata all’antico splendore (vedi). Una visita è d’obbligo. Leggi il seguito di questo post »


Segni. Cinque secoli di graffiti nella Rocca di Vignola

28 giugno 2010

Con il titolo “Segni” è stata inaugurata il 12 giugno una singolare esposizione alla Rocca di Vignola. Oggetto della mostra sono appunto i “segni” che una popolazione varia – abitanti, ospiti, visitatori – ha lasciato sulle pareti della Rocca stessa. Incisioni, disegni, scritte, scarabocchi, impronte. Nelle sale affrescate, nelle prigioni, nei camminamenti, nelle stanze degli armigeri. Dal XV al XX secolo. Molti segni risultano incomprensibili o dicono davvero poco. Altri sono firmati o consentono comunque di fare congetture sull’autore. Qualcuno offre un piccolo squarcio sulla vita di allora e sulla condizione di chi lo lasciò. “CAPPE. ALTE. RICCI. QUI. ENTRO’. SENSA MOTIVO CIURA DI FARE VENDETTA” – così si legge inciso in una cella della torre Nonantolana. “ADI 16 8br 1581 IO GALVANO FUI MISO IN PRIGIONE CREDENDO DI FARE BENE P[ER] IL NOSTRO PATRONE ET TROVAI A GRAN MIO DANO ET COSTO CHE FEZE MALE” – questa scritta è invece nello stipite di una porta della sala delle colombe, un tempo riservata all’amministrazione della giustizia. Graffiti e scritte sui muri della Rocca ci offrono un diverso punto di vista su più di cinque secoli di storia. Una storia “dal basso”, fatta delle vicissitudini, tribolazioni, sogni del “volgo” che ha frequentato il castello di Vignola. Una storia complementare a quella delle fonti ufficiali; quest’ultima più attenta a fornire elementi di conoscenza delle élites locali (con l’eccezione degli atti dei tribunali, spesso uniche fonti che consentono di ricostruire le microstorie quotidiane della gente del popolo – un bellissimo esempio è il libro dello storico Carlo Ginzburg, Il formaggio e i vermi. Il cosmo di un mugnaio del ‘500, Einaudi, Torino, 1976: vedi). La mostra rende accessibile questa dimensione di storia popolare.

Dalla mostra "Segni": una delle 21 immagini di grande formato, scritta incisa in una cella della torre Nonantolana (foto del 19 giugno 2010)

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