A Crespellano (Valsamoggia) le liste M5S Valsamoggia e Civicamente Samoggia organizzano un incontro pubblico aperto a tutti i cittadini per informare sugli effetti e le criticità, rilevate da diversi addetti ai lavori e numerose associazioni di tutela del territorio, della nuova Legge Urbanistica presentata alcuni giorni fa dalla Giunta Regionale dell’Emilia-Romagna (vedi). L’iniziativa si tiene venerdì 24 marzo, ore 20.30, a Crespellano (Valsamoggia), presso la biblioteca comunale (via G.Marconi 47). Il nuovo progetto di legge della Regione Emilia-Romagna in tema di urbanistica è stato approvato dalla Giunta Regionale il 27 febbraio scorso (vedi). Rispetto al passato limita le possibilità di espansione edilizia (fissa al 3% del territorio urbanizzato la quota massima di espansione per ogni comune), ma indebolisce la funzione di pianificazione comunale. Ed apre la strada ad accordi che bypassano la pianificazione, visto che quest’espansione è destinata a opere d’interesse pubblico e a insediamenti strategici “volti ad aumentare l’attrattività e la competitività del territorio” (art. 5, c. 2).

Carlo Carrà, Ritmi di oggetti, 1911, Pinacoteca di Brera, Milano (foto del 16 agosto 2016)
[1] Gli obiettivi dichiarati a sostegno del nuovo provvedimento sono anche condivisibili: “consumo di suolo a saldo zero – scopo del provvedimento è quello di fermare l’espansione delle città in nome della rigenerazione urbana e della riqualificazione degli edifici, associato all’adeguamento sismico degli immobili, al sostegno alle imprese, anche attraverso la semplificazione delle procedure, in caso di investimenti tesi alla crescita e allo sviluppo, e la tutela del territorio agricolo”. Ma sono le modalità operative che fanno presagire che la realtà sarà un po’ meno bella rispetto alle intenzioni dichiarate. La soglia del 3% sarà infatti assolutamente flessibile (insomma, dove si posizionerà la soglia lo sapremo solo a posteriori): “Le opere pubbliche, gli insediamenti strategici di rilievo regionale e gli ampliamenti delle attività produttive esistenti non concorreranno, quindi, al raggiungimento del limite del 3% (in quanto interventi diretti a sostenere l’attrattività regionale e la sostenibilità e vivibilità dei territori) e saranno possibili sempre che non vi siano “ragionevoli alternative” in termini di riuso e di rigenerazione dell’esistente. Saranno esclusi dal limite, inoltre, i nuovi insediamenti residenziali collegati ad interventi di rigenerazione urbana in territori già urbanizzati o di edilizia sociale.”

Osvaldo Licini, Angelo ribelle con luna bianca, 1955, Pinacoteca di Brera, Milano (foto del 16 agosto 2016)
[2] E’ per questo che, nonostante gli obiettivi dichiarati, la nuova proposta di legge (il testo dovrà ora essere approvato dall’Assemblea Legislativa) ha ricevuto severe critiche. Queste sono riassunte in un testo redatto dall’Associazione di promozione sociale Eddyburg (una delle realtà più importanti di difesa del territorio e del buon vivere urbano) sul proprio portale (vedi). Riportiamo qui solo un passaggio di questa lettura critica, dove si contesta, appunto, l’indebolimento della funzione pianificatoria, aprendo la via ad un’azione di bricolage condotta alla bisogna, giorno dopo giorno: «La novità dirompente è che il Piano Urbanistico Generale (PUG) “non può [corsivo nostro] stabilire/definire la capacità edificatoria, anche potenziale, delle aree del territorio urbanizzato e di quelle di nuova urbanizzazione, né dettagliare gli altri parametri urbanistici ed edilizi degli interventi ammissibili, con la sola eccezione degli interventi attuabili per intervento diretto” (art. 32, c. 4 e art. 37, c.1). A chi spetta allora, se non al piano urbanistico comunale, di definire la capacità edificatoria e i parametri urbanistici? La risposta sta nel testo di legge: spetta agli accordi operativi derivanti dalla negoziazione fra l’amministrazione comunale e gli operatori privati che abbiano presentato al comune un’apposita proposta (art. 37, c. 3), da approvare in 60 giorni: in tempi evidentemente proibitivi per i comuni! E siffatti accordi “sostituiscono ogni piano urbanistico operativo e attuativo, comunque denominato” (art. 29, c. 1, lettera b). La conseguenza è un piano urbanistico comunale privo di contenuti dimensionali e localizzativi: in pratica, non si saprà quante saranno e dove saranno ubicate le nuove residenze, le attività produttive, le attrezzature e i servizi.»

Rendering del nuovo supermercato Coop, vista aerea (documentazione del progetto). 24.000 mq di nuova cementificazione – opera “strategica” per il territorio?
[3] Cosa significa questo, ad esempio, per le vicende vignolesi del “progetto Coop”, quello che sarebbe il più grande insediamento commerciale della storia della città (vedi)? E’ una domanda da porsi. Anzi, proprio le nostre vicende potrebbero aiutare a capire meglio come funzionerebbe la nuova legge regionale – proprio facendo riferimento ad un’ipotesi di insediamento commerciale di grandi dimensioni. Dobbiamo necessariamente intendere ciò come un “insediamenti strategico” (sic) volto “ad aumentare l’attrattività e la competitività del territorio” (art. 5, c. 2)? Insomma, ci sono buone ragioni per seguire le vicende in Assemblea Legislativa della nuova legge regionale. Così come ci sono buone ragioni per partecipare all’incontro di Crespellano il prossimo venerdì 24 marzo. Meglio andare.
PS Ecco i dettagli sull’iniziativa: venerdì 24 marzo 2017 ore 20,30 Crespellano (Valsamoggia) – Sala Conferenze del Palazzo Garagnani incontro pubblico “Pane o Cemento?” organizzato da M5s Valsamoggia e Civicamente Samoggia. Interverranno: Giulia Gibertoni – Consigliere regionale MoVimento 5 stelle; Piergiovanni Alleva – Consigliere regionale l’Altra Emilia-Romagna; Paola Bonora – docente di geografia Università di Bologna (nonché autrice del volume Fermiamo il consumo di suolo. Il territorio tra speculazione, incuria e degrado, Il Mulino, Bologna, 2015: vedi); Ezio Righi – architetto Italia Nostra Modena (qui un suo intervento critico contro il nuovo progetto di legge: vedi). Coordina Sabrina Magnani – Civicamente Samoggia.
“Non c’è risparmio di suolo, non c’è qualificazione urbana. Per tutto quanto concerne le iniziative immobiliari per nuovi insediamenti o di rigenerazione urbana, è soppressa la possibilità stessa di una cogente disciplina urbanistica preventiva, sottraendo meticolosamente ai comuni ogni potere e strumento per governarli.
L’interesse pubblico alla qualità e funzionalità del territorio è ignorato, e la massima attenzione è dedicata a disporre le condizioni di maggior vantaggio per la rendita fondiaria nelle realtà urbane maggiori.” E’ questa la sintesi delle critiche al progetto di legge regionale avanzate da Ezio Righi. Qui il testo completo:
http://www.eddyburg.it/2017/01/le-bugie-della-nuova-legge-urbanistica.html
Da considerare anche il commento di Lorenzo Carapellese:
” Dal consumo zero di suolo al ” a fra che te serve? “. Una “urbanistica sporcacciona” che ci riporta indietro di almeno duecento anni. Mentre il pensiero era rivolto alla rigenerazione urbana intesa come operazione complessa e delicata di urbanistica micellare da condurre in profondità dei tessuti urbani come una buona crema sta ad una pelle un poco avvizzita per qualificare spazi ereditati dall’800 e novecento, qui siamo di fronte ad una proposta di legge di destrutturazione totale dell’urbanistica. Urbanistica ancora una volta intesa come solo edilizia, mattone, metro quadro e cubo per arrivare alla santificazione di “accordi operativi” che ricordano appunto più le attitudini del “ a fra’ che te serve? “ che non il tentativo di ricucire parti di città, verso una città più bella ed inclusiva, meno costosa, meno auto-centrica, più in linea con quello che si sta prefigurando in tutta Europa ed anche in America attraverso il new urbanism, ed altre visioni di intendere lo sviluppo urbano.”
Mamma mia!!!! ma sono tutti folli…??!
La cosa che più mi sconvolge è questa: il nuovo progetto di legge della Regione Emilia-Romagna in tema di urbanistica è stato approvato dalla Giunta Regionale il 27 febbraio scorso. Ma allora è il presidente Bonaccini che fa queste leggi…??? Allora è il PD che fa queste scelte??? Quindi per Vignola cosa possiamo aspettarci?