Il lungo inverno del PD vignolese

La chiusa dell’intervista del sindaco di Vignola è al veleno: “l’assenza del PD all’opposizione è totale: ha 5 consiglieri, ma è come non esistessero …” (così su Il Resto del Carlino – Modena del 31 dicembre 2016: pdf). Impossibile dargli torto. Il PD è davvero scomparso. Il 2016 doveva essere l’anno del rilancio, con il superamento del lungo periodo di “commissariamento” seguito alla débacle elettorale del 2014. Infatti a gennaio 2016 veniva incoronato segretario il baldanzoso giovane Federico Clò (vedi). Nei primi mesi si registrava un certo attivismo, magari scomposto e senza una chiara strategia. Ma subito dopo anche quello è scomparso. Ne è seguito il nulla. Non è il primo post che dedichiamo al tema – già in passato abbiamo provato a scuotere il partito (vedi). Inutilmente. Ma ora è passato esattamente un anno, un anno del nuovo segretario. Un bilancio è d’obbligo (e qui … li si aiuta). Anche perché il 2019 si avvicina.

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Prima Pagina, 18 gennaio 2016.

[1] Come fare a valutare la performance di un partito nella sua azione locale? I primi indicatori da prendere in considerazione riguardano quantità e qualità delle iniziative, sia verso la città, sia in consiglio comunale (dove oggi, dopo l’assorbimento dell’unico eletto nella “lista civica” d’appoggio, il gruppo consiliare PD ha 5 componenti – si tratta del gruppo consiliare più grande, ma non si vede). Partiamo da un’analisi dei comunicati e dei post pubblicati nel 2016 sul sito web del PD (vedi). 20 post in tutto il 2016, uno ogni due settimane e mezzo (18 giorni). Non è certo una performance esaltante dal punto di vista quantitativo. E bisogna anche considerare che alcuni di questi post si riferiscono ad iniziative nazionali od al riverberarsi localmente di iniziative nazionali. Certo, anche di questo vive un partito – è solo per dire che gli interventi relativi alla realtà locale sono ancora meno. Bisogna poi evidenziare che nella quasi totalità dei casi tali interventi “reagiscono” ad atti o iniziative dell’amministrazione. Insomma, il PD esaurisce la propria capacità nel “reagire”. Nessuna capacità di anticipare, di cercare di dettare l’agenda politica.

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[2] Vale la pena ripercorrere le iniziative del PD vignolese nel 2016. Poche iniziative. Pochissime quelle in consiglio comunale. Ancora meno le uscite sulla stampa locale. Guardiamo dunque cosa offre (sic!) il PD vignolese. Nulla sulla crisi economica e sull’auspicabile nuovo sviluppo locale. Nulla sulla riorganizzazione del welfare locale (che, certo, è competenza dell’Unione – ma non per questo deve sottrarre alle forze locali il compito di “pensare”: vedi). Nulla sui temi ambientali, l’approntamento di una città in grado di adattarsi meglio all’innalzamento delle temperature ed a fenomeni climatici estremi (ne riparleremo tra vent’anni). Nulla su un nuovo modo di amministrare e fare politica: trasparenza, rendicontazione, partecipazione, nuova governance (vedi). L’unico tema “strategico” (quello della fusione dei comuni) non ha visto alcuna iniziativa concreta, nessun incontro per spiegarlo ai cittadini, nessun documento di analisi e valutazione, nessun contributo significativo al lavoro delle istituzioni (che, essendo stato condotto maldestramente: vedi, ne avrebbe avuto un gran bisogno). Tema che finirà inevitabilmente nel cassetto (vedi). Ma se si perdono di vista le questioni strategiche (strategiche proprio perché rilevanti anche per la nostra ‘periferica’ comunità) rimane solo il parlarsi addosso:

  • 30 dicembre 2016: Linea elettrica Nuova Zocca: solo oneri senza alcun beneficio
  • 29 dicembre 2016: Solidarietà a Renzo Catucci
  • 6 ottobre 2016: Paralisi dell’azione della maggioranza
  • 6 ottobre 2016: Lettera agli iscritti
  • 18 settembre 2016: Su via Libertà inascoltati residenti e commercianti
  • 18 giugno 2016: Festa Unità Vignola 2016
  • 4 giugno 2016: Apertura del Centro Antiviolenza e della Casa Rifugio per le donne vittime di violenza
  • 1 giugno 2016: Approvato l’ODG del Pd Vignola sul 70° anniversario del voto alle donne
  • 31 maggio 2016: I GD Terre di Castelli per la Fusione dei Comuni
  • 26 maggio 2016: #bastaunSI
  • 18 maggio 2016: Il sindaco la smetta con annunci demagogici
  • 29 aprile 2016: Mettere il tema fusione al centro del dibattito politico
  • 16 aprile 2016: Smeraldi ci dica se c’è ancora una maggioranza
  • 8 aprile 2016: Terre di Castelli, Pesci e Lagazzi “Quello strano voto sul bilancio”
  • 2 marzo 2016: Giunta Smeraldi, un bilancio immobile e Tari più cara
  • 11 febbraio 2016: Mercatino del riuso: chiarire meglio il progetto
  • 8 febbraio 2016: Coop: bene lo spostamento, ma chiediamo risposte
  • 25 gennaio 2016: Carta dell’accoglienza e Consiglio aperto sull’integrazione
  • 21 gennaio 2016: Il sindaco lo nega, ma la Lega è decisiva per la Giunta
  • 18 gennaio 2016: Federico Clò è il nuovo segretario del Circolo Pd

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[3] Se vogliamo rendere l’analisi ancora più sofisticata possiamo guardare alle iniziative in consiglio comunale. Da un partito che, avendo amministrato Vignola per 70 anni, dovrebbe esprimere “cultura di governo” in misura anche maggiore alla civica armata Brancaleone ci si aspetterebbe qualche iniziativa di spessore. Invece il PD è risultato completamente muto sul nuovo statuto comunale (vedi), quello che innova profondamente gli strumenti di partecipazione dei cittadini (a volte anche adottando un approccio un po’ ideologico – qui qualche considerazione sul tema generale della necessaria innovazione della democrazia locale: vedi). Eppure, in questo passaggio cruciale, tutto ciò che il segretario del PD vignolese ha saputo fare è dare una testimonianza di “benaltrismo” affermando che “altri sono i problemi della città, non certo lo statuto comunale” (proprio nel momento in cui il segretario PD e presidente del consiglio, Matteo Renzi, teneva inchiodato il paese al tema della riforma costituzionale). Difficile trovare negli annali del PD una dimostrazione di incapacità di visione strategica più eclatante di questa! Ma oltre alla non-partecipazione alla redazione del nuovo statuto comunale il gruppo consiliare PD evidenzia un’altrettanto valida non-partecipazione a tutto il resto. Solo tre interrogazioni o interpellanze nel 2016 (ma anche ipotizzando ce ne sia qualcuna di più, non visibile perché non ancora pubblicata nel sito web del comune: vedi, si tratterebbe comunque di una performance al limite dell’irrilevanza).

  • Una interpellanza sulle politiche di integrazione dei cittadini stranieri – poi finita in nulla (le proposte fatte, un po’ banali in verità, sono state lasciate cadere dal PD stesso che non le ha più riprese).
  • Una interpellanza sullo “stato di degrado di Piazza dei Contrari”, su cui non vale la pena spendere parole (come se non avessero mai girato per la città).
  • Una terza interrogazione sul “progetto Coop”, in cui si dice e non si dice – ancora oggi nessuno ha capito quali sono gli argomenti messi in campo dal PD per valutare il progetto (lo rilevava la stampa locale pochi giorni fa). Certo, tutti si aspettano che infine il PD si pronunci a favore, ma più per “riflesso ideologico” e “contiguità di interessi” (stiamo pur sempre parlando di Coop), che a fronte di un’attenta valutazione dei pro e dei contro del progetto.

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[4] Focalizziamo l’attenzione proprio su Coop. “Come Partito democratico riteniamo che il trasferimento sia un’importante opportunità per il territorio, sia perché appare come una qualificazione commerciale, sia perché avrà effetti in ambito sociale, visto il contemporaneo consistente investimento di Coop Estense nella costruzione del nuovo Polo scolastico vignolese” – così un comunicato del febbraio 2016 (vedi). Davvero si può parlare di “qualificazione commerciale”? Oggi possiamo stimare che dall’ampliamento della superficie di vendita (dai 2.550 mq attuali ai futuri 4.500 mq) Coop Alleanza 3.0 si aspetta un incremento dei ricavi di circa 17 milioni di euro all’anno (vedi). In una situazione di consumi stagnanti i 17 milioni di euro di vendite che Coop vorrebbe fare in più sono vendite sottratte alla rete commerciale esistente (altri supermercati e negozi di vicinato, a Vignola e nei comuni limitrofi). Diciassette milioni di euro, mica bruscolini! E’ questo uno strano concetto di “qualificazione commerciale” della città di Vignola – che forse nel tempo ha raggiunto un suo non troppo squilibrato mix tra supermercati ed esercizi di vicinato, che l’ampliamento di Coop farebbe saltare definitivamente. Forse bisogna interrogarsi più a fondo sulla visione della Vignola del futuro, piuttosto che ripetere meccanicamente i “pensieri” del passato (quando le opere pubbliche si finanziavano con il consumo di territorio, ovvero con i diritti di edificazione). Eppure su questo tema il PD di Vignola sembra balbettare, incapace di articolare una complessiva valutazione dei pro e dei contro del progetto. Incapace di prendere in considerazione ed eventualmente rispondere al documento delle associazioni di categoria riunite in Rete Imprese Italia (vedi) la cui contrarietà al progetto è confermata anche dopo lo stralcio del distributore ed alcuni ritocchi apportativi (vedi).

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Enzo Fiore, Genesi Mao Tse-Tung, 2012 (foto Artefiera Bologna, 26 gennaio 2014)

[5] E’ dunque inverno dalle parti del PD di Vignola. Ma l’impressione è che mentre la stagione climatica tra qualche mese volgerà al bello – insomma, arriverà la Primavera – non così avverrà per il PD di Vignola. Si vede troppo la perdita di capacità d’iniziativa (solo una piccola “fiammata” nei primi mesi del 2016: 15 dei 20 post sono infatti relativi al primo semestre del 2016, dopo la performance scende ancora: meno di un intervento al mese!). Si vede troppo l’incapacità – di cui per primo il neosegretario Federico Clò porta la responsabilità – di organizzare una vera opposizione, capace di intercettare i bisogni della città (non solo le delibere dell’amministrazione!) e di elaborare una nuova visione del futuro di questo territorio dopo dieci anni di lunga crisi economica (senza che si veda la luce in fondo al tunnel). Insomma, è probabile che per il PD non arrivi il disgelo. E non è detto neppure che, anche dovesse avvenire l’esplosione della maggioranza “civica”, si trovi in vantaggio su altre “forze” per tornare ad amministrare la città. L’impressione è che molti cittadini vignolesi percepiscano l’inconsistenza ed il vuoto di idee del PD di Vignola (vedi). Che in più ha l’handicap della “forma partito”, come testimoniato anche dall’ultima tornata elettorale del 2016 (vedi). Ah, Cassandra.

5 Responses to Il lungo inverno del PD vignolese

  1. sergio smerieri ha detto:

    Sotto la neve…la vita continua. Vedrai Andrea che quando ci sarà da votare pro-coop…usciranno dal letargo e si capirà il perchè di questo patto di non belligeranza.
    ss

  2. Andrea Paltrinieri ha detto:

    Ho come l’impressione che anche Vignola si stia allineando alle sorprese degli ultimi mesi ed in particolare a quella di un personaggio come Donald Trump che viene eletto – contro la stragrande maggioranza dei pronostici di qualche mese prima – presidente degli Stati Uniti. Insomma, ho l’impressione che ne vedremo delle “belle”. Ma temo che per chi vorrebbe una politica seria, coerente, davvero al servizio dei cittadini (non dell’ego di turno) siano riservate soprattutto sorprese negative e delusioni. Bisognerà trovare il modo per analizzare con lucidità quanto sta avvenendo a Vignola. Senza farsi prendere troppo dallo spirito di partigianeria (che invece è una costante nella storia di questo paese). Per un po’ ancora proveremo a fare la nostra parte. Descrivendo nel modo più oggettivo possibile quanto sta avvenendo. Aver parlato delle incapacità del PD – ripetendo cose che stiamo dicendo da un po’ di tempo – non vuol certo dire che nell’altro campo, quello della maggioranza, vada tutto bene. Qui si “scoppia”, ma non di salute!

  3. bah! ha detto:

    La possibilità che il PD subentri alla fine dell’aggregazione civica, è inesistente. Anche se ancora allo stesso tavolo, la coalizione è di fatto un esperienza terminata. Ma l’ inesistenza dell’opposizone porta a chiedersi se sia meglio questa lunga agonia, rispetto ad urne nelle quali questo PD ( questo), magari per inerzia si ritrovi vincitore.
    Cosa improbabile, vista la assoluta incosistenza di costoro.
    Oggi nei quotidiani si adombra che sarebbe il pd a dare una mano ai voti mancanti nelle giunta nsulla questione coop, confermando di fatto una posizione orribile ed opportunista. Il peggior pastrocchio immaginabile, ma prevedibile. E’ uno dei punti piu’ bassi di tanti anni di politica vignolese. Mi chiedo se la dentro, qualcuno, ricordandosi comunque di aver espresso uomini ed idee che questa città l’hanno plasmata, non si incazzi un poco. Almeno un poco. L’attesa che si liberi il posto vacante , qualora la giunta necessiti di un salvataggio, è la sola posizone politica che questo baldo gruppo sembra sia capace di esprimere. Girando nelle loro riunioni, la sola cosa che si sente è una totale insoddisfazione per come sono , per il loro segretario, per l’andazzo, per la loro incosostenza. Una lamentazione senza fine della loro deriva. Ma, vorrei dirvi, ma che accidenti fate, oltre a lamentarvi?

    • Andrea Paltrinieri ha detto:

      Concordo sulla debolezza del PD vignolese: è il primo dato che salta all’occhio, almeno per chi ha seguito la politica vignolese per un po’ di tempo. Poche idee e ben confuse – si potrebbe dire. Poche, confuse, di basso livello. In questa situazione il PD può giocare un ruolo solo accidentalmente, solo grazie al fato. Ovvero al fatto che il sindaco Smeraldi, contro ciò che ha scritto nel programma elettorale e contro alla sua stessa maggioranza (maggioranza che lui ha fortemente voluto, ma che oggi è contraria al “progetto Coop”), ha bisogno di una “stampella” per far passare il progetto Coop in consiglio comunale. In effetti un livello così basso della politica vignolese non s’era ancora visto. Io per primo sono sconcertato.

  4. Diana Garofani Manzini ha detto:

    Oltre che sconcertata, io sono anche preoccupata: ma è necessario nel nostro territorio un altro super-super- supermercato?
    Ormai a Vignola ci sono più supermercati che fili d’erba!!
    Se si andasse avanti con un progetto Coop della misura richiesta sarebbe un vero disastro sotto tutti gli aspetti: geologico/ambientale, impatto, bomba su tutti gli altri negozi della zona e hiroshima del centro storico (che si diceva di voler aiutare e valorizzare!) in cambio di una “scuoletta” per la quale si possono trovare altri contributi – credo persino che gli esercenti di negozi e di altri supermercati piuttosto che subire un attacco tanto forte da farli “morire” sarebbero disposti ad autotassarsi o ad usare il metodo crowdfunding per costruire la scuola.
    Dico scuoletta perché con il denaro recuperato, che pare una cifra così grossa – ma a fare i conti bene non mi sembra che lo sia poi tanto, non si costruisce una bella scuola grande, antisismica, senza alcuna barriera architettonica, con del verde, ecc ecc.

    Credo che il giovane e onesto vicesindaco stia sbagliando i conti se crede di trovare 9 persone che diano le dimisssioni (stanno troppo bene attaccati alle loro seggioline).
    Consiglierei pure a lui di non dimissionarsi perché, alla fine di questa brutta e infida partita, a rimetterci sarà purtroppo soltanto lui (la Comunità ci rimetterà sempre e comunque!).
    L’ ecomostro si farà, grandissima con tanto cemento da impermeabilizzare “tutta Vignola” (terremoti non docet?), senza alcun coltivatore di verdure, con il benestare di tutti quelli che siedono in Consiglio e buona pace dei tanti che dovranno chiudere la propria bottega.

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