Via Libertà cambia profilo

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Due diversi progetti per la sistemazione di via Libertà. Il primo sotto l’amministrazione Denti, il secondo sotto l’amministrazione Smeraldi. E’ chiaro che non è il modo ottimale di lavorare (visto il cambio di filosofia progettuale), ma sono cose che succedono quando avviene un “ribaltone” nell’amministrazione della città. Il primo progetto, relativo al tratto tra via Agnini e via dell’Oratorio, è stato realizzato dall’amministrazione Denti tra 2013 e 2014 (vedi). Dei limiti di quel progetto si è discusso ampiamente (vedi). Il secondo progetto, relativo al tratto tra via dell’Oratorio e via Matteotti, è appena stato completato dall’amministrazione Smeraldi: da giugno ad ottobre il cantiere, l’11 novembre l’asfaltatura della strada (vedi), dal 21 novembre l’introduzione del senso unico di marcia tra via Labriola e via Cesare Plessi in direzione centro (qui l’ordinanza del sindaco: pdf). Di questo progetto era stato realizzato nel 2015 un primo stralcio, con la realizzazione della rotatoria alla confluenza di via Libertà con via Circonvallazione (vedi). I miglioramenti introdotti dal secondo progetto sono evidenti: il senso unico (con relativo restringimento della sede stradale) ha consentito di realizzare un’ampia pista ciclabile. Questo è un bene. Ma non tutto è ugualmente convincente. Vediamo.

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Via Libertà costeggiata ora da un’ampia ciclabile (ma forse era meglio evitare la pavimentazione in massello) (foto del 27 novembre 2016).

[1] Partiamo dagli obiettivi perseguiti dal nuovo progetto. Sono dichiarati a pag. 28 del progetto esecutivo redatto dall’Ing. Fabio Ferrini nel giugno 2015: “Dall’intervento progettuale nel suo complesso è attesa una forte diminuzione del numero di incidenti, una forte incentivazione della mobilità pedonale e ciclabile in sicurezza a scapito di quella veicolare, una riduzione delle emissioni gassose di scarico degli autoveicoli ed una riduzione dell’inquinamento acustico.” Si intende anche conseguire una “riduzione della velocità di percorrenza su via Libertà a favore della sicurezza” (pag. 24). Inoltre le attività commerciali di via Libertà (secondo stralcio) “saranno beneficiate dalla regolamentazione della sosta con apposita segnaletica stradale, oggi assente, e con la creazione di un numero di parcheggi superiore [rispetto a prima]” (nella zona interessata dal primo stralcio, ovvero in prossimità della rotatoria su via Circonvallazione) (pag. 24). Come non condividere questi intenti? Peccato che, come è usuale (e qui purtroppo il “colore” dell’amministrazione non fa differenza) nessuno si prenderà la briga, tra un anno o due, di andare a verificare se gli obiettivi sono stati raggiunti. Ed eventualmente rivedere il progetto. Che comunque ha già raccolto la contrarietà di un po’ di cittadini che hanno firmato una petizione contro (protesta fatta propria dal PD di Vignola senza grande convinzione: vedi).

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Via Libertà, incrocio con via Raimondi (foto del 27 novembre 2016)

[2] E’ importante ad esempio chiedersi come verrà conseguito l’obiettivo di ridurre la velocità degli autoveicoli in circolazione su via Libertà. E’ sufficiente dichiarare la strada “zona 30”? Temo di no. Sappiamo che le strade a senso unico invitano ad una maggiore velocità (non ad una minore velocità). Ed in assenza di controlli è facile prevedere che non saranno molti gli automobilisti così disciplinati da non superare i 30 km/h. Insomma, per conseguire una “riduzione della velocità di percorrenza su via Libertà a favore della sicurezza” (pag. 24) servirà probabilmente altro. Non è chiaro se ad oggi contemplato. Di norma si utilizza il rialzamento degli incroci, ma tale soluzione non è stata adottata né nel primo né nel secondo progetto. Oggi, inoltre, sappiamo dagli studi preparatori per il nuovo Piano Urbano del Traffico (PUT) che proprio nelle vie a senso unico si concentrano gli incidenti nell’area urbana (evidentemente proprio per l’eccessiva confidenza che hanno gli automobilisti in tali tratti).

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Confluenza di via Pace su via Libertà. Qui sarebbe stato opportuno mantenere rettilineo il percorso ciclabile anche nell’attraversamento di via della Pace (foto del 27 novembre 2016)

[3] La realizzazione di una pista ciclabile che percorre tutta via Libertà o quasi (sul lato nord) è un’ottima cosa. Recupera anche un elemento progettuale del primo progetto, quello realizzato dall’amministrazione Adani al finire della seconda legislatura (ma poi abbandonato troppo facilmente a seguito delle proteste raccolte nell’assemblea di presentazione dell’intervento, ad inizio 2009). La ciclabile in sede propria ha dimensioni minime di 250 cm (da progetto) e, come nel caso della ciclabile di via Resistenza, è separata (e protetta) dalla sede stradale da un cordolo alto 15 cm. Sempre come fatto in passato per la ciclabile di via Resistenza la pavimentazione è in massello anziché in asfalto (e questa è una scelta discutibile, non solo per via dei costi). Già si riscontrano stagnazioni d’acqua in alcune zone dopo la pioggia – segno che la pavimentazione non è realizzata a regola d’arte. Ma soprattutto non molto convincente è la soluzione adottata per l’attraversamento della ciclabile della sede stradale di via della Pace. Qui i ciclisti sono costretti a rientrare facendo una sorta di gimkana (sarebbe stato meglio non deviare dal percorso rettilineo).

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Ristagno d’acqua lungo la pista ciclabile (foto del 27 novembre 2016)

[4] Davvero strampalata è invece la soluzione di raccordo con il complesso scolastico (ex-via Galilei) alla confluenza di via Libertà con via Matteotti. Si è voluto realizzare una sorta di isola rialzata, riempita con “pietrischetto bianco 4/5 mm”. Opera di cui non c’era assolutamente bisogno – era sufficiente delimitare e proteggere l’area rispetto alla sede stradale (offrendo protezione a chi deve accedere al complesso scolastico con le sezioni di scuola dell’infanzia). Invece l’isola è addirittura sezionata con percorsi di attraversamento: una soluzione più dispendiosa e che imporrà costi di smantellamento nel caso in futuro si riveda il senso di marcia dell’ultimo tratto di via Libertà (quello che costeggia le scuole Barozzi). In ogni caso bastava una protezione dalla sede stradale (senza necessità di rialzo e di riempimento con sassolini bianchi). La soluzione adottata è debole dal punto di vista estetico (sassolini bianchi?), ma soprattutto da quello funzionale (sarà interessante vedere le operazioni di pulizia dalla neve in quell’area di accesso alla scuola).

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L’isola bianca!! Un’isola pedonale rialzata: più dispendiosa, poco funzionale, inestetica (foto del 27 novembre 2016)

[5] Sul lato nord di via Libertà (sulla sinistra per chi la percorre andando verso il centro) il completamento della pista ciclabile anche nel tratto tra via dell’Oratorio e via Agnini ha comportato l’eliminazione di alcuni parcheggi. Ma non dappertutto è avvenuto questo. Davanti alla tabaccheria all’incrocio con via Agnini un’accesa fase di negoziazione (che a detta di alcuni residenti ha visto coinvolti esponenti della giunta vignolese) ha portato a salvare parcheggi che dovevano essere soppressi, con conseguente collo di bottiglia della pista ciclabile. Intensa negoziazione sembra essere avvenuta anche per la collocazione del parcheggio riservato a persone con disabilità. Bussate e vi sarà aperto. Chiedete e vi sarà dato. Tanto il progetto della ciclabile può essere sacrificato (per qualcuno: migliorato?).

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Posti auto eliminati per far posto alla ciclabile (inevitabile) (foto del 27 novembre 2016)

[6] Non tutte le soluzioni adottate nella risistemazione della parte rimanente di via Libertà (primo stralcio, ovvero da via Circonvallazione a via Agnini; secondo stralcio, ovvero da via Oratorio a via Matteotti) sono ugualmente convincenti. Il sacrificio di un senso di marcia ha liberato spazio per una nuova pista ciclabile – e questa è una soluzione convincente. Ma la via a senso unico richiede nuovi provvedimenti per limitare la viabilità e non è detto che dichiararla “zona 30” sia sufficiente. Altri aspetti potevano essere meglio curati (es. l’intersezione con via della Pace) ed alcune “leggerezze” dovevano essere evitate (es. l’isola rialzata e riempita a pietrischetto bianco alla confluenza tra via Libertà e via Matteotti). In ogni caso è importante, anche al fine di recuperare al progetto i cittadini oggi scettici o contrari, rendicontare a breve (tra uno o due anni) il raggiungimento degli obiettivi assegnati al nuovo progetto. Vorrà farlo l’amministrazione Smeraldi?

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Più spazio per il colletto degli alberi lungo la ciclabile (foto del 27 novembre 2016)

PS Qui la Relazione illustrativa del progetto esecutivo redatto dall’Ing. Fabio Ferrini nel giugno 2015 (pdf).

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