Niente finanziamenti POR FESR per la sistemazione di Palazzo Barozzi

Non risulta tra i progetti finanziati dalla Regione Emilia-Romagna con fondi europei POR FESR 2014-2020 il progetto di sistemazione di Palazzo Barozzi. Peccato. L’amministrazione comunale di Vignola, prima distratta poi riluttante, si era infine convinta a presentare un progetto per accedere a tali finanziamenti su (forte) pressione della Fondazione di Vignola. Non c’è alcun dubbio che oggi la maggior capacità di visione strategica risieda in questa (vedi), piuttosto che in quella. Ma degli oltre 32 milioni di euro disponibili per questa regione per progetti di qualificazione di beni ambientali e culturali (il bando è stato da ultimo perfezionato con la Delibera della Giunta Regionale 290 del 29 febbraio 2016: vedi, aveva scadenza 30 aprile e poneva come requisito per noi l’essere città d’arte – fatto che spiega l’impegno in tal senso dell’amministrazione vignolese: vedi) nulla è arrivato su questo territorio. Certo, la sfida era impegnativa. In provincia di Modena, dove la competizione era probabilmente più accesa che altrove, sono stati finanziati solo due progetti: la realizzazione della sede di ERT Fondazione (un progetto presentato dal comune di Modena) per 2,85 milioni di euro e la riqualificazione del Castello estense di Sassuolo con annessa Galleria Estense per 452.295 euro (qui l’elenco dei progetti finanziati: pdf). Non finanziati con le risorse di questo bando – stando ai progetti presentati da nostri vicini – anche i progetti di riqualificazione di Rocca Rangoni a Spilamberto ed il progetto di una “casa dei sapori” a Villa Sorra (Castelfranco Emilia).

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Il palazzo di Hercole Contrari, poi palazzo Boncompagni, detto comunemente “Palazzo Barozzi” (foto del 21 gennaio 2012)

[1] “La Giunta regionale finanzia progetti per valorizzare le aree naturali e il patrimonio culturale dell’Emilia-Romagna, per migliorare la competitività e la capacità di attrazione delle destinazioni turistiche e attivare sinergie tra il sistema culturale ed economico sul territorio. (…) I contributi concessi complessivamente ammontano a oltre 32 milioni di euro. Oltre 10 milioni sono destinati a 6 progetti che riguardano le aree naturali e 22 milioni di euro a 18 progetti per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale” (vedi). I progetti sono stati selezionati sulla base di una valutazione tecnica relativa a “qualità tecnica del progetto”, “qualità economico-finanziaria”, “capacità di integrazione nella filiera turistica regionale”, “concentrazione delle risorse su poli e reti di eccellenza”, “utilizzo di tecnologie digitali”. Il punteggio massimo ottenibile in sede di valutazione era 100. Sono stati considerati “ammissibili” i progetti con punteggio non inferiore a 75 punti. E’ interessante vedere due cose.

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Ripartizione dei finanziamenti erogati (complessivamente circa 32 milioni di euro) per provincia.

  • Ad un’analisi delle erogazioni per provincia emerge il limitato valore delle assegnazioni sulla provincia di Bologna (peraltro su un unico progetto non del capoluogo, ma del tandem Imola-Castel San Pietro) ed il primo posto per la provincia di Ravenna (che ottiene più di 5 milioni di euro per “soli” 3 progetti, peraltro non relativi al capoluogo). Il finanziamento erogato a progetti della provincia di Modena è pari a 3,3 milioni di euro (al quinto posto in questa ipotetica graduatoria per province). Può essere che l’assenza di finanziamenti per il capoluogo di regione abbia una funzione “compensativa” rispetto agli importanti finanziamenti che Bologna ha ottenuto su altri “tavoli”, ma l’ammontare delle risorse infine distribuite per provincia fa pensare che l’erogazione sia avvenuta non considerando il peso demografico (o anche politico) dei territori. Certo, per verificarlo dovremmo poter leggere le schede di progetto ed i punteggia assegnati dalla “valutazione tecnica” tanto dei progetti finanziati quanto di quelli esclusi – ma è un livello di trasparenza non praticato (purtroppo non solo a livello regionale; le cose non cambiano – ahimé – a livello locale).
  • Vi sono finanziamenti significativi a progetti presentati non da un solo comune, ma da una “cordata” di comuni o anche di enti diversi (es. comune/università; unione di comuni/comune; comuni/ente parco). I comuni di Imola e Castel San Pietro hanno presentato assieme un progetto che è stato finanziato con 1,5 milioni di euro (Nuova Ala del Museo San Domenico a Imola e intervento sull’Arena di Castel San Pietro). Tre comuni della provincia di Ravenna (Lugo, Bagnacavallo, Fusignano) hanno parimenti presentato un progetto distribuito sul territorio (riqualificazione integrata Pavaglione, Villa Malerbi , teatro Goldoni e Museo San Rocco) venendone premiati con un finanziamento di 1,4 milioni di euro. Tre comuni dell’Appennino di Forlì-Cesena (Santa Sofia, Premilcuore, Bagno di Romagna) hanno presentato un progetto assieme al Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi ottenendo un finanziamento da 1,8 milioni di euro. E così per altri casi. Poco meno dei due terzi dei progetti finanziati sono stati presentati non da realtà singole, ma da aggregazioni tra comuni, spesso con la partecipazione di altri enti (Università, Parchi, Unioni). Tra i criteri di valutazione non vi era quello del coinvolgimento di più enti, ma non è improbabile che abbiano ottenuto maggiore attenzione i progetti presentati da più comuni/enti. E’ solo il caso di osservare che nel territorio dell’Unione Terre di Castelli, invece, sono stati presentati due progetti distinti (non coordinati tra loro) dai comuni di Vignola e Spilamberto – forse non proprio la strategia vincente (specie quando la competizione è accesa come lo era in provincia di Modena).
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Rocca Rangoni a Spilamberto, futura sede del Museo dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena (foto dell’1 gennaio 2012)

[2] Ovviamente la Fondazione di Vignola insisterà nella ricerca di finanziamenti per la sistemazione di Palazzo Barozzi di cui ha oggi la gestione (mentre la proprietà rimane della Parrocchia) (vedi). E’ bene che sia così e noi ci auguriamo che abbia successo prima nel fundraising, quindi nella realizzazione (anche se, per quanto è dato sapere, il progetto di utilizzo del palazzo pare più un affastellamento di attività eterogenee che un tutto organico con una chiara identità). Resta però da sollecitare gli amministratori comunali di questo territorio (ed in primis il sindaco di Vignola che è anche presidente dell’Unione) affinché si impegnino seriamente nello sviluppo di una pianificazione strategica di area (ovvero di Unione Terre di Castelli, peraltro in allargamento al comune di Montese). L’ottenimento di finanziamenti importanti come quelli erogati dalle regioni (su risorse europee POR FESR – vedi) richiede, per i territori di provincia (politicamente più deboli), una maggiore bravura. C’è poco da girarci attorno. Che poi significa una migliore capacità di focalizzazione sugli asset importanti da valorizzare ai fini dello sviluppo economico, dell’attrazione turistica, della crescita culturale. Non è pensabile che la giunta dell’Unione non riesca a fare un lavoro serio di “pianificazione strategica”, necessariamente partecipato dalle realtà del territorio (associazioni, imprese e cittadini). Perché se non si inizia a lavorare sin da subito (siamo già in ritardo, in realtà, visto che la legislatura è iniziata due anni fa), ovvero a mettere avanti il lavoro di costruzione del consenso su una visione realistica, ma ambiziosa, dei centri attrattivi del territorio (almeno dal punto di vista culturale ed ambientale) sarà più difficile per ciascun comune confezionare progetti di qualità sui bandi che erogano i finanziamenti più importanti. Ci sono risorse di leadership per questo importante compito?

PS La delibera della Giunta Regionale dell’Emilia-Romagna n.1737/2016 consente di ricostruire meglio il quadro della progettualità presentata e poi ammessa a finanziamento. 19 i progetti presentati per la sezione “qualificazione di beni ambientali” (tra questi solo uno di enti modenesi); 72 invece i progetti presentati per la sezione “qualificazione di beni culturali”. Di questi ultimi 11 sono presentati da enti modenesi (15,3%). Di questi 11 progetti 4 sono presentati da comuni dell’Unione Terre di Castelli (un progetto ciascuno per i comuni di Vignola, Spilamberto, Castelvetro; un progetto unico, con il comune di Fanano capofila, per i comuni di Marano, Guiglia, Zocca e Montese). In ordine sparso, anzi sparsissimo. E nessun progetto finanziato, anche se il punteggio maggiore è conseguito dai 5 comuni di montagna (85 punti), seguiti dagli altri: Spilamberto (80), Vignola (79) e Castelvetro (78). Dei comuni dell’Unione solo Castelnuovo e Savignano non hanno partecipato al bando! Qui il testo della delibera della Giunta Regionale (pdf).

One Response to Niente finanziamenti POR FESR per la sistemazione di Palazzo Barozzi

  1. Andrea Paltrinieri ha detto:

    La delibera della Giunta Regionale dell’Emilia-Romagna n.1737/2016 consente di ricostruire meglio il quadro della progettualità presentata e poi ammessa a finanziamento. 19 i progetti presentati per la sezione “qualificazione di beni ambientali” (tra questi solo uno di enti modenesi); 72 invece i progetti presentati per la sezione “qualificazione di beni culturali”. Di questi ultimi 11 sono presentati da enti modenesi (15,3%). Di questi 11 progetti 4 sono presentati da comuni dell’Unione Terre di Castelli (un progetto ciascuno per i comuni di Vignola, Spilamberto, Castelvetro; un progetto unico, con il comune di Fanano capofila, per i comuni di Marano, Guiglia, Zocca e Montese). In ordine sparso, anzi sparsissimo. E nessun progetto finanziato, anche se il punteggio maggiore è conseguito dai 5 comuni di montagna (85 punti), seguiti dagli altri: Spilamberto (80), Vignola (79) e Castelvetro (78). Dei comuni dell’Unione solo Castelnuovo e Savignano non hanno partecipato al bando! Insomma … la “grande ammucchiata”!!!!

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