Dopo le fortissime tensioni interne di fine estate (con il rischio concreto di una fine prematura della legislatura) la maggioranza “civica” si dà una seconda chance. Essa sarà tale, tuttavia, solo se i compositi problemi esplosi nelle settimane scorse (dopo un lungo periodo di incubazione) hanno davvero dato maggiore consapevolezza a tutti – sindaco, assessori, consiglieri comunali – che occorre un diverso metodo di lavoro. Insomma, se l’episodio è stato (ribadisco: per tutti) occasione di apprendimento. Il “dispositivo” messo in campo (variamente denominato: gruppo di lavoro, cabina di regia, direttivo, ecc.) serve a garantire maggiore coordinamento e condivisione – nel tentativo di recuperare il sin qui mancato equilibrio tra ruolo di sindaco e ruolo di leader della maggioranza (vedi). Occorre tuttavia evitare il rischio che si trasformi anche in un luogo di decisioni (rispetto a cui non ha legittimità), decisioni che invece vanno mantenute negli appositi organi: giunta e consiglio sul versante istituzionale; liste civiche allargate sul versante “politico”. Questo è il nodo cruciale da presidiare. Se la “stabilizzazione” andasse a scapito del confronto aperto e del coinvolgimento ci si ritroverebbe assai presto con un nuovo fronte di problemi. Considerazioni che possono apparire astruse o cavillose, ma che sono fondamentali per gestire un’impresa collettiva come questa. Nel frattempo anche il PD dice qualcosa, interrompendo un lungo periodo di afasia (vedi). Ma “dire qualcosa” non è di per sé sufficiente.
[1] “Per affiancare il Sindaco e permettere una comunicazione più rapida ed efficace con le liste, è stato costituito un gruppo di lavoro formato da due componenti per ogni lista, che insieme al primo cittadino avranno il compito di verificare la realizzazione degli obiettivi e coordinare gli incontri delle liste. Lo scopo è quello di mettere a punto un’efficiente metodologia di lavoro che permetta una rapida comunicazione, coinvolgimento e condivisione delle azioni.” E’ un passaggio del comunicato congiunto che Valerio Gagliardelli, giornalista del Il Resto del Carlino – Modena, sintetizza così: “Detta in altro modo, prima di ogni decisione strategica Smeraldi dovrà ora dialogare e condividere le proprie scelte coi civici, attraverso i loro 6 delegati.” (qui l’articolo di oggi: pdf). Indubbiamente coglie nel segno, ma la formulazione fa pensare ad una sorta di “gabbia” per il sindaco ed è dunque fuorviante. Nel senso che qualsiasi maggioranza – regola a cui non possono sfuggire neppure i “dilettanti” civici – funziona solo se le decisioni strategiche sono condivise almeno tra il sindaco (eletto dai cittadini) e la sua maggioranza consiliare (anch’essa eletta dai cittadini). Il programma elaborato in campagna elettorale e sottoposto agli elettori è indubbiamente una buona cornice, ma deve essere continuamente aggiornato, perfezionato, integrato – ed è su questo fronte che andrebbe esercitata la leadership nella coalizione civica. Una parte non trascurabile di tensioni nascono dal non aver adeguatamente presidiato questa funzione. Sapremo presto se il nuovo dispositivo di coordinamento funzionerà per davvero. E se per davvero si vorrà investire in un confronto più puntuale, più continuo, più aperto tra le tre liste (cosa che doveva essere fatta sin dall’inizio – allora si parlava di costituire un’associazione “contenitore” delle tre liste). E’ chiaro che ad oggi è stata solo disegnata un’architettura teorica. Peraltro che ciascuno investe di aspettative non proprio coincidenti. Per questo è bene dire con chiarezza che si tratta solo di una seconda chance. Se e come “funzionerà” è da vedere. Serve l’intelligenza politica degli “attori”. Che sino ad ora non ha brillato.
[2] Se la maggioranza “civica” esce (almeno temporaneamente) dal travaglio, il PD esce (almeno temporaneamente?) dal silenzio. Ma lo fa con dichiarazioni che evidenziano la pochezza del momento – diciamo così. Prende la parola quando tutto è finito. Ovvero dopo che la maggioranza ha risolto, in autonomia, le proprie tensioni. In questi mesi è stato in grado solo di giocare il ruolo dello spettatore. Prende la parola il 5 ottobre per comunicare ciò che il Comitato Direttivo ha “deliberato” il 28 settembre (tempestivi?). Ma fosse solo questione di ritardo, pazienza. E’ deprimente l’inconsistenza dei contenuti: “[Il Direttivo] invita, inoltre, il Segretario ed il Gruppo Consiliare ad assumere una forte iniziativa politica coinvolgendo i mondi economici, le associazioni, la comunità civile, al fine di costruire una proposta programmatica per incalzare la Giunta e costruire il percorso per riportare il PD al governo della comunità alle prossime elezioni.” Come a dire: provate a fare quello che non avete fatto sin qui. Una seconda chance anche per l’opposizione? Staremo a vedere.
[3] Il banco di prova più impegnativo dall’una e dall’altra parte – inutile negarlo – rimane il “progetto Coop”, ovvero il progetto di delocalizzazione del negozio Coop di via di Mezzo con contestuale aumento della superficie di vendita da 2.550 a 4.500 mq (vedi). L’accantonamento da parte della maggioranza civica, sembra di capire, è solo temporaneo. Esso nasconde tuttavia diverse intenzioni. E posizioni che rimangono divergenti. Personalmente non ho visto – sino a qui – argomenti convincenti a favore del progetto (in larga parte condivisibili le osservazioni delle associazioni di categoria: vedi). Ma affermare l’esigenza di approfondimenti (dopo che il sindaco aveva voluto premere sull’acceleratore) ed anche di modifiche (dopo che sembrava andasse già tutto bene) significa perlomeno riconoscere che il progetto presentava problemi (e li presenta tuttora). Insomma, si tratta di vedere come si uscirà da questa ambiguità. Ambiguo è anche la posizione del PD, stando a quanto scritto nella mozione approvata dal Direttivo (qui il testo: pdf). Come se maggioranza ed opposizione condividessero fragilità speculari. “Il PD, forza politica sempre disponibile al dialogo e al confronto, nel suo ruolo di opposizione, su ogni iniziativa con al centro politiche di sviluppo e crescita della comunità, desidera riaffermare che le imprese che intendono ampliarsi devono trovare una pronta e convinta disponibilità della amministrazione, con la sola attenzione di non produrre ricadute sociali e ambientali eccessivamente impattanti. Il PD ribadisce che a fronte dell’urgenza di realizzare un nuovo plesso scolastico, il quale era parte integrante dell’accordo di trasferimento del centro commerciale, vanno trovate soluzioni anche slegate da politiche urbanistiche compensative, a partire da forte coinvolgimento di altri soggetti.” Più incoraggiante la parte finale (si esplorino anche modalità alternative di finanziamento), mentre il riferimento a “ricadute sociali e ambientali eccessivamente impattanti” non si sa come interpretarlo. Il progetto presentato dai tecnici Coop in commissione consiliare come va inteso? E’ eccessivamente impattante? Non è dato sapere. Insomma, la tenuta di maggioranza e di opposizione si affida all’indeterminatezza, alla vaghezza. Prima o poi, però, bisognerà dire qualcosa di chiaro. Si vedrà allora la capacità di tenuta.
PS Rassegna stampa di oggi, 6 ottobre 2016: Il Resto del Carlino – Modena (pdf); Gazzetta di Modena (pdf); Prima Pagina – con un commento caustico verso entrambe le parti, “civici” e PD, da parte di Sara Zuccoli (pdf).