Una delle opere iconiche della Pop Art è il disegno di una pistola dalla cui canna si srotola il fumetto “bang!”. E’ la metafora perfetta del PD di Vignola. Che oramai ha rinunciato a fare qualsiasi “rumore”. Così non disturba. Lo si è visto chiaramente in quest’ultimo mese e mezzo, segnato da tensioni fortissime nella maggioranza “civica” (vedi). Con il rischio concreto – lo ha affermato il sindaco – di una fine prematura della legislatura. Eppure in tutto questo bailamme il PD di Vignola è riuscito nella strepitosa impresa di non dire nulla. Nulla. N-U-L-L-A. Insomma, non sono neppure stati capaci di fare “bang!”. Ovvero di chiedere conto alla maggioranza di quello che stava succedendo. Di impegnarla a dimostrare alla città d’essere ancora una maggioranza e di essere in grado di realizzare il programma con cui si è presentata agli elettori. Di risolvere le proprie tensioni in modo trasparente, senza accordi sottobanco. Negli ultimi 4 mesi sono stati capaci solo di un comunicato su via Libertà (vedi). Fatto senza troppa convinzione. Evidentemente per dimostrare innanzitutto a se stessi d’essere vivi. “Vedete? Abbiamo fatto pure un comunicato su via Libertà, per contrastare (sic) il progetto del senso unico!” Vivi? C’è da dubitarne. Di sicuro non vitali. E in ogni caso, ugualmente di sicuro, non sono rilevanti. Eppure il neo-segretario Federico Clò si era atteggiato a castigatore della maggioranza civica (vedi). Ed il neo-capogruppo in consiglio comunale, Niccolò Pesci, aveva solennemente dichiarato, all’atto dell’insediamento nella carica, che non avrebbe “fatto sconti all’attuale maggioranza al governo della città” (vedi). Per fortuna! Mai si era vista nella storia di Vignola un’opposizione più irrilevante e più povera d’idee.
[1] Lo si vede chiaramente non solo per quanto non fa, ma anche per come fa quel poco che fa! Guardiamo al proposito il comunicato su via Libertà. Un testo di 240 parole (unico comunicato nell’arco di quattro mesi, ovvero 120 giorni, ovvero una media di 2 parole al giorno – un esempio di produttività!) (vedi). Questa “artiglieria pesante” che cosa rimarca? Due cose. Il traffico (che risulterebbe peggiorato rispetto a prima) e l’inquinamento (provocato dall’aumento dei percorsi indotto dal passaggio da strada a doppio senso di marcia a strada a senso unico). Tutto qui? Ma come si fa ad argomentare contro un senso unico tirando in ballo l’aumento dell’inquinamento? Come se l’amministrazione Smeraldi avesse realizzato il primo senso unico di Vignola! Ed i sensi unici realizzati dalle amministrazioni PD (ovvero il 95% di quelli presenti a Vignola) non inquinavano? E’ chiaro che una viabilità con sensi unici allunga i percorsi. Ma i vantaggi stanno altrove: in primo luogo in una migliore sicurezza. Che è l’obiettivo da sempre dichiarato di questa filosofia della viabilità (ovvero ridurre gli incidenti che si verificano agli incroci). Oltre a liberare spazio nella carreggiata, da utilizzare per parcheggi (che infatti aumentano rispetto ad oggi) e per altro (una pista ciclabile). E il traffico? Forse non era già presente?
[2] Ma poi il PD di Vignola dimentica che la risistemazione di via Libertà, con le assurde soluzioni oggi presenti, sono state realizzate dall’amministrazione PD retta da Daria Denti. Possibile che non vedano quanto assurdo risulti l’inserimento di paletti a protezione dei pedoni, reso necessario dall’aver realizzato la sede stradale allo stesso livello del marciapiede? E infatti sono in larga parte piegati (venendo quotidianamente urtati dalle automobili: vedi) – cosa che costringe ad un continuo intervento di manutenzione (e chi paga?). Alla fine tutto quello che il PD di Vignola sa dire è questo: “La scelta del senso unico appare, quindi, una scelta ideologica, frutto tra l’altro di miopia amministrativa, non basata su dati e sulle reali esigenze della comunità.” Una sciocchezza.
[3] Un’ultima considerazione, sempre a riprova della mancanza di “vitalità”. Se il PD di Vignola vuol intervenire in modo significativo sul progetto di risistemazione di via Libertà possibile che tutto ciò che sa fare sia scrivere uno striminzito comunicato? Possibile che non sia in grado di innovare né le forme dell’analisi, né quelle della comunicazione? Che so, un video di interviste a cittadini che frequentano quella via in auto o in bici? Un report fotografico sul traffico nella via? Un progetto alternativo che dimostri alla città come loro avrebbero riprogettato la via facendo meglio – addirittura – del sindaco Denti? Nulla di tutto ciò. Troppo impegnativo. Troppo innovativo. Troppo efficace. Meglio uno stanco (e pessimamente argomentato) comunicato stampa – che in effetti ha avuto risonanza pari a zero. Dispiace dirlo: sono zombie della politica. Alla città che avrebbe bisogno di un’opposizione come si deve questi rispondono: cercate altrove.
Hanno fatto la festa.! Hanno messo i cartelloni per il si.! Scrivono tantissimo su fb.(!) Ma cosa volete??
Idee? Propositi? Elaborazioni politiche? Addirittura che costoro dessero il colpo finale alla maggioranza che ha offerto la testa su un piatto? Voi volete idee, impegno, capacità e ‘palle’. E perché le cercate li dentro? Che diamine!!. Su, siamo seri.
Lasciateli convocare i direttivi e stilare verbali. Dico, perché volete svegliarli?
Già, perché svegliarli? In realtà la teoria politica afferma che un’opposizione vitale è importante per la dinamica democratica. E’ un’osservazione che condivido (poi, certo, bisogna intendersi: c’é vitalità e vitalità – ma questo è un altro discorso). Ma temo già il criterio della “vitalità” non risulti soddisfatto dal PD locale. Comunque, la conclusione della mozione approvata dal Comitato direttivo del PD di Vignola nell’ultima seduta è proprio una chicca e merita di essere riportata:
““[Il Direttivo] invita, inoltre, il Segretario ed il Gruppo Consiliare ad assumere una forte iniziativa politica coinvolgendo i mondi economici, le associazioni, la comunità civile, al fine di costruire una proposta programmatica per incalzare la Giunta e costruire il percorso per riportare il PD al governo della comunità alle prossime elezioni.” Della serie: come ricordare l’ovvio. Ma forse così ovvio non è.