Martedì 21 il consiglio comunale di Vignola ha approvato consistenti modifiche allo statuto comunale, con particolare riferimento alla sezione del Titolo I (Disposizioni generali e norme di principio) ed al Titolo II (Istituti di partecipazione e di democrazia diretta). Rimandiamo ad un secondo momento un commento su questa importante modifica (alcune innovazioni sono convincenti, ma c’è anche qualche punto debole) per soffermarci invece sulla posizione assunta dal gruppo consiliare PD, l’unico che ha votato contro alle modifiche statutarie (approvate invece dai tre gruppi consiliari civici e dal M5S). In verità non è tanto il voto contro ad apparire singolare (è ovviamente una delle possibilità), ma la completa assenza di una proposta alternativa. Eppure il percorso di modifica dello statuto si è sviluppato per parecchi mesi con il coinvolgimento (e la possibilità di proposta) di tutti i consiglieri a ciò interessati (oltre ai cittadini, ovviamente). Dopo oltre 6 mesi di lavoro il PD non è stato in grado di formulare alcuna controproposta. Men che meno di proporre emendamenti sui punti che riteneva meno convincenti. Altro che armata Brancaleone! Insomma encefalogramma piatto. “Il PD ha detto ‘no’ a questo statuto perché la città ha altre priorità” – sono queste le parole del segretario PD di Vignola Federico Clò. Una foglia di fico sull’evidente incapacità di pensare al rinnovamento della democrazia locale (altro che “sinistra pensante”: vedi; o “mobilitazione cognitiva”: vedi).

Il Resto del Carlino – Modena, 23 giugno 2016, pag. 17.
[1] Con maggiore dettaglio rispetto ad altri organi di stampa è Il Resto del Carlino – Modena che ha riportato le motivazioni del voto contrario del gruppo consiliare PD: “Il PD ha detto ‘no’ a questo statuto – è il segretario Federico Clò a parlare – perché la città ha altre priorità, vedi la crisi che attanaglia le famiglie e le attività economiche [come se Renzi non fosse impegnato fortemente a modificare la Costituzione – annoto subito]. E perché comporta dei rischi per la democrazia rappresentativa in cui crediamo: cittadini e istituzioni devono dialogare, chi governa deve ascoltare gli elettori, ma poi è compito suo decidere. Sennò a cosa servono le elezioni? Per non parlare del rischio che una petizione possa bloccare o cancellare progetti importanti in cui si è già investito. Altro tempo e denaro persi. Una follia.” A me sembra che questa posizione evidenzi il vuoto di pensiero che caratterizza oggi il PD sul tema della democrazia locale – certamente a Vignola. Come se la democrazia rappresentativa che sorregge le amministrazioni locali funzionasse oggi perfettamente senza sbavature, ovvero non avesse bisogno anch’essa di un’azione di rinnovamento per “riavvicinarla” ai cittadini. E come se non fosse giunto davvero il momento di prendere sul serio il tema della consultazione referendaria, eliminando il quorum divenuto da tempo un dispositivo usato strumentalmente per far fallire il referendum (una posizione che non è più sostenibile dopo che alle ultime elezioni regionali, in questa civilissima regione, i votanti sono crollati al 37,7%! vedi).

Gazzetta di Modena, 23 giugno 2016, pag. 21.
[2] Anche a livello locale i motivi di insoddisfazione verso le istituzioni democratiche non mancano e sarebbe segno di intelligenza sia riconoscerli, sia cercare di porvi qualche rimedio. Sempre più la macchina amministrativa si configura come una “holding comunale” in cui pezzi di servizi sono affidati (vuoi per legge, vuoi per decisione autonoma dei comuni) a soggetti esterni, con conseguente perdita di capacità di indirizzo e controllo. Possibile che il PD sia talmente assueffatto a governare (od a non-governare) da non percepire l’insoddisfazione verso gli attuali dispositivi di governance (vedi)? Possibile che non riconosca che “trasparenza” e “partecipazione” (anche dei cittadini) possono oggi contribuire ad un migliore funzionamento di questi “circuiti del potere” altrimenti opachi ed autoreferenziali? La maggioranza civica, sotto la guida dell’assessore Monica Maisani, ha enfatizzato soprattutto i temi della “democrazia diretta”, trascurando ugualmente importanti innovazioni statutarie volte a far funzionare meglio la nostra consunta democrazia rappresentativa, cercando, ad esempio di potenziare gli aspetti dell’accountability (rendicontazione) e della responsiveness (ascolto e coinvolgimento dei cittadini, così da garantire una migliore “rispondenza”). Ma su questi temi, ugualmente importanti, non è venuta dal PD alcuna proposta! Invece il tema del rafforzamento della democrazia rappresentativa locale tramite innesti di democrazia diretta e anche (ed è su questo che le nuove norme statutarie sono fragili) nuovi dispositivi volti a “far funzionare meglio” la democrazia rappresentativa è un tema importante (vedi). E merita analisi, studio, riflessione e proposta. Tutte cose che di questi tempi non si trovano nel PD vignolese. Questo almeno a giudicare dalle “proposte zero” presentate al consiglio comunale ed alla città in questa occasione.
PS Nessun comunicato stampa o post sul sito web del PD (neppure su facebook) per spiegare la posizione assunta. Davvero inspiegabile. Forse segno di disorientamento o forse segno di imbarazzo. Non è stata una buona prova, né per il segretario Federico Clò (pure consigliere comunale), né per il capogruppo Niccolò Pesci. Peccato.
Ero presente in Consiglio alla serata dell’approvazione delle modifiche allo Statuto e devo dire che sono rimasto deluso e amareggiato dall’intervento brezneviano di Federico Clò.
Ho misurato, anche, una certa tristezza negli sguardi dei membri del gruppo PD. (ma questo è un mio sentire).
Meriterebbe, comunque, che la trascrizione dell’intervento dell’esponente del PD fosse dato interamente alla stampa poichè da esso i cittadini con pienezza verificherebbero che i marziani sono fra noi.
anche io ero presente in veste di cittadina e concordo in pieno con ciò che ha scritto Maurizio Tonelli. Sono rimasta allibita sia dalle parole che dall’ atteggiamento…. Non posso dire di essermi sentita delusa in quanto molto lontana ideologicamnte al PD, ha semplicemente confermato le mie idee.
I miei più sentiti complimenti all’attuale amministrazione per l’impegno dimostrato in questo anno e mezzo di cambiamenti positivi e all’eleganza con cui ha risposto alla/e provocazone/i dell’opposizione ( niente affatto propositiva).
PARTECIPARE PER CONTARE E SCEGLIERE – Valter Cavedoni
Considero un errore il voto contrario dei Consiglieri del PD al nuovo Statuto Comunale. Un astensione critica poteva essere la scelta giustà. Ho partecipato all’iniziative promosse dall’Amministrazione Comunale di Vignola, sulla partecipazione dei cittadini alla gestione della cosa pubblica. Considero queste iniziative sulla partecipazione dei cittadini molto importanti e rappresentano un momento di educazione permanente. Perciò quando posso partecipo. La crisi della politica, che parte dagli anni 80’, è la conseguenza della crisi dei partiti politici che non svolgevano più il loro ruolo di promuovere e organizzare i cittadini, per partecipare alla gestione e al controllo della cosa pubblica, previsto dalla Costituzione. Il Partito Democratico deve dare un contributo critico a sostegno di queste esperienze di partecipazione.
Le liste civiche e i M5S sono un tentativo, anche se velleitario, di supplire a tale limite dei partiti. La carenza di democrazia interna del M5S denota la contraddizione e il fallimento democratico di tale movimento. Senza democrazia interna, non si può promuovere la democrazia esterna nella società. Una legge, come prevede la Costituzione, dovrebbe garantire la democrazia interna delle forze politiche.
Io considero il Partito Democratico, la forza politica che ha più potenzialità per assolvere a tale ruolo. Renzi, anche con tutti i suoi errori, ha il merito di avere ridato un ruolo alla politica contro il dominio delle forze economiche degli ultimi decenni. Sia Pericle nell’antichità, sia De Gasperi e Togliatti nel ‘900, hanno sempre avuto un grande potere. Il problema è come controllare collegialmente l’esercizio di quel potere con un partito organizzato e ben strutturato, che oggi manca.
Bernie Sanders negli Stati Uniti, con il coinvolgimento dei giovani, dei cittadini e la sua ispirazione socialista e la laburista Joanna Cox in Inghilterra, con il suo impegno per i diritti civili e per la costruzione dell’Europa democratica, che gli è costata la vita, rappresentano esempi cui ispirarci per costruire il nostro Partito Democratico.
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PS: “Partecipare per contare e scegliere” era il motto che usavamo negli anni 70′, quando io ero presidente del circolo Polivalente Olimpia
Condivido queste tue considerazioni, Valter. E’ stato un grave errore per il gruppo consiliare del PD non aver avanzato proprie controproposte, come se l’attuale funzionamento della “democrazia rappresentativa” locale fosse già ottimale. Come se non vi fosse l’urgenza di introdurre nuovi strumenti, nuovi istituti di ascolto, coinvolgimento, partecipazione dei cittadini. Vent’anni fa erano i partiti che si facevano carico della raccolta delle istanze dei cittadini, della città, per portarle dentro alle istituzioni. Oggi chiaramente non è più così. Per questo motivo il rinnovamento delle istituzioni della democrazia locale è tema importante.
La cosa triste è il fatto che hanno partecipato e il discorso (io c’ero), nell’ultima riunione plenaria, il discorso del PD mi aveva fatto davvero piacere, perchè pieno di ringraziamenti e di stima, orgogliosi di aver partecipato. E io ero orgogliosa che questa amministrazione avesse portato avanti un progetto condiviso tra tutti i rappresentanti del popolo.
Perchè tutti insieme rappresentiamo Vignola maggioranza e minoranza. E insieme siamo la democrazia, tutti devono essere ascoltati e messi in condizioni di partecipare.
Questa frenata mi ha lasciato sorpresa, delusa e arrabbiata del voltafaccia.