A Spilamberto un variegato fronte del “no alla fusione” (Comitato Spilamberto, No Fusione) ha promosso una raccolta di firme che ha avuto l’adesione di 2.166 cittadini. “Una enormità” – ribadiscono giustamente (vedi). Così è infatti dal punto di vista quantitativo (il 29,6% dei 8.988 elettori o il 31,8% dei 6.821 votanti delle comunali 2014). L’operazione rimane discutibile (è poco sensato prendere posizione prima di un’analisi dei pro e dei contro – a questo servirebbe lo studio di fattibilità: vedi; ed è raccontare balle dire che fare lo studio significa avere già deciso …), ma la “prova di forza” ha indubbiamente avuto successo.

Gazzetta di Modena, 7 aprile 2016, pag. 26.
[1] Un’operazione non semplice (che pure potrebbe avere dalla sua buone ragioni, solo che qualcuno iniziasse a dirle: vedi) si scopre oggi ancora più complicata. Una grave responsabilità ce l’ha pure il PD di Spilamberto che sul tema non è stato in grado di mettere in campo una sola iniziativa (stando alla Gazzetta di Modena avrebbe firmato la petizione anche l’ex-sindaco PD Francesco Lamandini!). In ogni caso la petizione non cambia di una virgola il compito delle attuali amministrazioni, che è quello di fare bene (anzi, a questo punto, benissimo) lo studio di fattibilità. La risposta all’iniziativa spilambertese dovrebbe essere apparecchiata, per così dire, su un altro tavolo. E’ sempre di questi giorni (ne ha dato conto Il Resto del Carlino del 6 aprile scorso) la notizia di un’iniziativa regionale del M5S e della Lega Nord: una proposta di modifica della legge regionale (Lega Nord) ed una risoluzione indirizzata ad impegnare la Giunta Regionale (M5S) per rendere inequivocabile il fatto che il destino dei progetti di fusione è in mano ai cittadini dei comuni interessati. Sarebbe buona cosa che il gruppo consiliare PD in Regione prendesse sul serio il tema. Dare il potere decisionale sulle fusioni ai cittadini, chiamati già oggi ad esprimersi, ma tramite un “referendum consultivo” (qui considerazioni sulla debolezza dell’equivoca posizione espressa dall’assessore regionale Emma Petitti: vedi) è il modo migliore per facilitare il confronto locale – riducendo le strumentalizzazioni presenti in modo chiarissimo anche nella petizione spilambertese (vedi).

Rimane improntata a correttezza istituzionale la replica del sindaco Umberto Costantini (Il Resto del Carlino – Modena, 7 aprile 2016, pag. 25)
[2] La risoluzione del M5S, presentata dalla consigliera regionale Giulia Gibertoni e indirizzata al presidente dell’Assemblea Legislativa (qui il testo: pdf), vuole impegnare la giunta “a non predisporre progetti di legge, riguardanti la fusione in nuovi enti territoriali, per quei comuni nei quali la volontà popolare si sia manifestata in senso contrario a tale scelta mediante strumenti partecipativi predisposti a monte” e via dicendo. Analogo intento ha la proposta di modifica della legge regionale n.24/1996 (vedi) predisposta dalla Lega Nord (qui il testo del progetto di legge che è stato presentato il 18 marzo scorso: pdf). Se il gruppo consiliare PD non vuole accodarsi ad iniziative di gruppi di minoranza, abbia almeno l’intelligenza di farsi carico del problema e di chiarire in modo inequivocabile, grazie ad una propria iniziativa (e modifica della legge), che nei processi di fusione volontaria (quelli cioè che nascono per iniziativa locale) la sovranità circa la decisione spetta in modo inequivocabile ai cittadini. Diverso deve rimanere il caso di riorganizzazioni istituzionali decise a livello statale o regionale – ma non è questo il nostro caso.

Gazzetta di Modena, 17 novembre 2015, pag. 28.
PS Solo un commento al comunicato stampa del Comitato spilambertese, coagulatosi attorno a Bonezzi & Soci (vedi). Scrivono: “Non è stato facile mantenere un profilo inglese. Il Comitato ha subito insulti, maldicenze, persino un “mentono sapendo di mentire” detto da figure istituzionali in consiglio comunale. Molesti gli attacchi del capogruppo Morselli in pubblico e sui giornali ed il suo indimenticabile “firmette” sui social. Sprezzante giudizio, questo, espresso nei confronti di un legittimo esercizio di democrazia . Abbiamo registrato in questa vicenda tanto rancore e tanta stizza da parte di fusionisti. Ci piacerebbe che almeno il tono cambiasse e che il rancore venisse sconfitto da un bel sorriso.” Evidentemente non frequentano Londra e l’Inghilterra. Nel raccontare balle o “spacciare bufale” (clamorosa quella sulla “maggiore efficienza” dei comuni di ampiezza demografica intermedia: vedi) non c’è davvero nulla di inglese. Ma tanto del peggior modo italiano di fare politica. Su questo sempre disponibile al pubblico confronto (vedi).
PPS C’è tuttavia chi la “fusione” la fa davvero. E la fa comunque, senza troppo riguardo per le questioni di campanile. Si tratta di un’iniziativa della “società civile”, anzi delle associazioni sportive del territorio. Tre associazioni sportive (US Vignolese, Spilamberto e Maranese) hanno “fuso” i rispettivi settori giovanili dando vita all’US Terre di Castelli (Gazzetta di Modena del 17 novembre 2015: pdf). Temerari avanguardisti. Chi glielo dice a Bonezzi?