L’uscita di Vignola dalla gestione associata della Polizia Municipale segna una sconfitta della politica locale

La tribolata vicenda della Polizia Municipale dell’Unione Terre di Castelli si chiude lasciando sul campo un cumulo di macerie. Per ragioni non immediatamente comprensibili la giunta dell’Unione ha infatti dato vita ad uno di quei giochi a somma negativa in cui alla fine tutti i partecipanti perdono. Non ci sono vincitori, infatti, in questa vicenda, ma solo sconfitti. E questo vale in primo luogo per l’Unione stessa che ne esce indebolita come progetto politico. Insomma, si va all’indietro. Si smonta per la prima volta un pezzo significativo di gestione associata (è questo il senso dell’uscita non di un comune minore, ma del comune capofila). La filosofia che intelligentemente aveva sin qui guidato (non senza problemi: vedi) il progetto dell’Unione Terre di Castelli – assieme è meglio, assieme si può fare di più – non trova più attori in grado di metterla in pratica, pur rimanendo vera (anzi oggi, nella situazione di crisi economica e riassetto istituzionale, essa è vera più che in passato). E’ questo il messaggio devastante che ci consegna questa vicenda. Qualcuno nelle file delle rispettive tifoserie (PD da una parte, civici dall’altra) potrà esultare, la stragrande maggioranza dei cittadini potrà restare indifferente a questa vicenda, ma ciò nonostante essa segna un evidente arretramento della politica locale – un danno non immediatamente misurabile, ma comunque certo per tutte le comunità di questo territorio.

Il Resto del Carlino, 3 ottobre 2015, p.22.

Il Resto del Carlino, 3 ottobre 2015, p.22.

[1] L’assessore alla sicurezza dell’Unione, il sindaco di Castelvetro Fabio Franceschini, ha preso una cantonata rimproverando al collega di Vignola la volontà di imporre agli altri comuni della gestione associata il programma vignolese in materia di sicurezza (più presidio del territorio, collaborazione con gli altri corpi di polizia, ecc.) – così sulla Gazzetta di Modena del 3 ottobre (pdf). Perché quel programma è in realtà il programma dell’Unione, adottato dal consiglio dell’Unione con delibera n.3 del 22 gennaio 2015 (pdf; il tema sicurezza è trattato alle pp.7-8 del documento programmatico). Che il corpo unico vada riorganizzato non è una richiesta estemporanea dell’amministrazione vignolese. E’ un obiettivo che tutta l’Unione si è data. D’altro canto le dichiarazioni rilasciate dopo la rottura hanno la funzione di giustificare le posizioni già prese (agli occhi di cittadini attoniti, ma per lo più distratti), non di spiegare cos’è successo. Dall’altra parte il presidente dell’Unione, nonché sindaco di Vignola, Mauro Smeraldi prende una cantonata se minimizza l’accaduto, come se questa vicenda non avesse ripercussioni sulla capacità d’azione dell’Unione che in questo momento presiede (vedremo per quanto). Su Il Resto del Carlino (3 ottobre 2015, p.22: pdf) afferma infatti “No, non credo che l’Unione o il dibattito sulla fusione possano avere ripercussioni da questa vicenda. Né che gli altri comuni vogliano farcela pagare in futuro su altre nostre proposte” – al che giustamente il giornalista, Valerio Gagliardelli, chiosa: “ottimismo allo stato puro”. Questa vicenda certifica che una “giunta” dell’Unione, una “squadra” con una visione minimamente condivisa (pur nella diversità delle posizioni di partenza) e con un livello minimo di fiducia reciproca non è mai nata. Ciò che prima si poteva solo supporre, oggi è un dato di fatto evidente a tutti. Che la vicenda abbia ripercussioni pesanti sulla capacità d’azione dell’Unione è nell’ordine delle cose. Ribadisco, si tratta di una sconfitta collettiva, di una sconfitta dell’intero gruppo dei sindaci che i cittadini hanno chiamato ad amministrare questo territorio. Mentre le città più importanti di questa regione (Bologna e Modena in primis) esibiscono oggi un certo dinamismo, questo territorio resta al palo, anche per l’incapacità della politica locale di definire chiare priorità e di darsi un metodo di lavoro per gestire l’eterogeneità (politica e territoriale). Vorrei sbagliarmi, ma temo che se disponessimo di un sistema di indicatori di performance territoriale ci rappresenterebbe un territorio incapace di fare sistema e dunque in arretramento.

Gazzetta di Modena, 3 ottobre 2015, p.25.

Gazzetta di Modena, 3 ottobre 2015, p.25.

[2] Ho l’impressione che un accordo onorevole per tutti possa essere raggiunto, così da salvare la partecipazione di Vignola alla gestione associata e tenere aperta la porta per il rientro di Savignano (come scritto nel programma di legislatura dell’Unione). Personalmente mi sono convinto, seguendo la vicenda in questi mesi, che un avvicendamento ai vertici del corpo unico sia salutare. Sia opportuno (vedi). Confidavo che i temi posti dall’amministrazione di Vignola (più presidio del territorio, ergo una diversa organizzazione della Polizia Municipale – ecc.) potessero ottenere riconoscimento anche dalle altre amministrazioni, magari meno motivate ad abbandonare l’assetto esistente. Ma un clima di reciproca diffidenza tra i sindaci, l’incapacità di riconoscere la sensatezza di alcuni temi posti da un lato, il modo a volte maldestro di porli dall’altro … insomma, come dicevo, si è determinata una situazione che rispecchia un gioco a somma negativa: la scelta più probabile è quella che penalizza tutti. Ed è quello che è successo. Ripensamenti? Improbabili. Le prime dichiarazioni alla stampa fanno pensare che siamo già andati oltre, siamo già nella fase in cui nessuno vuol “perdere la faccia” e deve giustificare di fronte ai cittadini (o al proprio gruppo di riferimento) l’ineluttabilità del percorso intrapreso. Convincendoli anzi che i benefici saranno superiori ai “costi” (vale per la gestione associata che rimarrà con 6 comuni – Castelnuovo, Castelvetro, Spilamberto, Marano, Guiglia, Zocca, per circa 52mila abitanti ed un territorio vasto e disperso; vale per l’eventuale gestione associata Vignola-Savignano, per 35mila abitanti, ma su un territorio assai compatto). Temo che le cose non andranno così e che l’eventuale miglioramento che potrà registrarsi sul servizio della polizia municipale a Vignola (ammesso e non concesso che sarà così), verrà pagato in termini di difficoltà nel lavorare assieme sui molti fronti in cui i servizi sono gestiti in forma associata e le politiche sono unitarie (più del 50% della spesa corrente dei bilanci comunali è data da trasferimenti all’Unione). In ogni caso il messaggio che oggi la politica di questo territorio trasmette al mondo intero è il seguente: “non siamo in grado di affrontare progetti complessi; forse non vogliamo neppure provarci”. Non è un bel messaggio.

Polizia Municipale in servizio in centro storico a Vignola: si può intensificare?

Polizia Municipale in servizio in centro storico a Vignola: si può intensificare? (foto del 13 giugno 2015)

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