Fondazione di Vignola: il bluff dello sviluppo locale

Chi come me aveva accolto con favore la decisione della Fondazione di Vignola di “investire” sullo sviluppo locale non può che rimanere profondamente deluso dalla prima annualità del nuovo programma. Già era evidente che la scarsa dotazione di risorse riservata a questo programma di attività (dal 2014 per la prima volta inserito tra i “settori rilevanti”: vedi) non avrebbe consentito di incidere significativamente sulla realtà locale, rendendo velleitario qualsiasi tentativo di orientare la traiettoria dello sviluppo locale. Adesso è chiaro che al problema “quantitativo” se ne aggiunge uno “qualitativo”: manca innanzitutto una visione sullo sviluppo locale mirata sulla realtà del territorio e, secondariamente, si è rinunciato ad attrezzare la Fondazione per consentirle di giocare un ruolo di guida (anziché di semplice dispensatore di fondi). Con i 150.000 euro disponibili nel 2014 per il programma “sviluppo locale” si sono dunque finanziati interventi che sarebbero stati comunque finanziati anche in passato (magari rubricandoli sotto altro titolo). L’unica novità, per così dire, è un finanziamento di 55mila euro per un incerto progetto di marketing territoriale all’associazione Eidos che da tempo collabora con la Fondazione di Vignola.

Erogazioni della Fondazione di Vignola distinti per settore, anni 2005-2014 (NB Il dato relativo al 2012 non include 510mila euro erogati per la ricostruzione di una scuola a Mirandola)

Erogazioni della Fondazione di Vignola distinti per settore, anni 2005-2014 (Il dato relativo al 2012 non include 510mila euro erogati una tantum per la ricostruzione di una scuola a Mirandola)

[1] E’ dalla lettura del bilancio d’esercizio 2014, con annesso “bilancio di missione”, che si ottengono le informazioni su quanto fatto dalla Fondazione di Vignola in termini di erogazioni nel 2014 (qui il documento in pdf). Come anticipato, l’ammontare complessivo delle “erogazioni” cala da 1,8 a 1,5 milioni di euro, effetto della crisi economica e della minore capacità degli investimenti finanziari di generare utili (nulla a che vedere con le assai più drammatiche riduzioni delle erogazioni di altre fondazioni di origine bancaria). In realtà, come in passato, una parte rilevante di tale ammontare è impiegato per le attività proprie della Fondazione (circa 460mila euro, a cui si aggiungono 50mila euro per l’attività del Centro di Documentazione, una voce singolarmente inserita nel settore “Ricerca scientifica e tecnologica”!). Insomma, quanto effettivamente “erogato”, nel 2014, ammonta a 985mila euro, così ripartito: 279mila euro per iniziative “arte, attività e beni culturali” (di cui 106mila euro per finanziare la stagione teatrale vignolese: vedi); 285mila euro per progetti di “educazione, istruzione e formazione”, prevalentemente delle scuole locali; 100mila per progetti di “ricerca scientifica e tecnologica”; 199mila per iniziative riconducibili agli “altri settori” (spiccano 70mila euro per la nuova sede AVAP e 68mila per ambulanza ed ecografo per l’ospedale di Vignola).

Ripartizione per settore delle

Ripartizione per settore delle “erogazioni” 2014 (valore assoluto 1,5 milioni di euro)

[2] E’ quanto fatto dalla Fondazione di Vignola nel settore dello sviluppo locale a risultare poco convincente. Che qualcosa non sia andato per il verso giusto lo si intuisce già dal fatto che non sono state impiegate per intero le risorse teoricamente disponibili (pari a 150mila euro). Solo 122.500 euro sono stati in effetti erogati nel 2014. Il fatto è che la Fondazione ha rinunciato a dotarsi di una visione forte sullo “sviluppo locale”, rinunciando ad esempio ad impegnarsi nel sostegno delle attività di ricerca & sviluppo, di trasferimento tecnologico, di promozione dell’innovazione nelle realtà industriali e del terziario avanzato del territorio, di sviluppo della “green economy” o di qualche altra visione innovativa dell’economia. Tutto ciò che era prefigurato fino a qualche anno fa con l’etichetta “tecnopolo” (si tratti di sostegno alle start up o di sostegno all’innovazione della realtà economica locale) è al momento accantonato. L’unico “sviluppo locale” che la Fondazione di Vignola riesce a “percepire” è quello legato al marketing territoriale, ovvero alla promozione turistica del territorio (per una descrizione solo un minimo dettagliata si vedano le pp.55-56 del documento relativo al bilancio consuntivo 2014). Certo, un settore che ha margini effettivi di sviluppo, ma limitare lo sviluppo locale a questo è decisamente riduttivo. E ciò nonostante anche all’interno di questo settore non è assolutamente chiaro “cosa fare”. Lascia perplessi l’erogazione di 55mila euro ad un progetto di marketing territoriale dell’associazione Eidos, associazione che da anni collabora con la Fondazione di Vignola (es. per le guide alla Rocca), ma ad oggi priva di competenze di alto profilo nel settore. Insomma, l’unico “sviluppo locale” effettivo rischia di essere quello dell’associazione stessa. Sempre ad Eidos vanno poi altri 20.000 euro per la gestione dell’Info Point in piazza dei Contrari. Altri 10mila euro sono destinati ad un ipotetico “fondo di valorizzazione territoriale” senza che sia specificata una sola azione concreta da realizzare con tale finanziamento. A fronte dell’impegno di 85mila euro (il 70% di quanto erogato per questa linea di intervento nel 2014) non c’è uno straccio di documento che definisca obiettivi e modalità operative del nuovo programma (sic) messo in campo dalla Fondazione. Viene così il sospetto che l’obbligo delle visite con guida alla Rocca di Vignola, introdotto per i giorni festivi, abbia solo lo scopo di “implementare” il programma centrato su Eidos! Le restanti erogazioni, pari a 37,5mila euro, sono ripartite tra Consorzio di Tutela della Ciliegia di Vignola IGP (finanziamento che sarebbe stato comunque erogato comunque, come già fatto in annualità passate) per 20mila euro, Consorzio VITA di Castelvetro anch’esso per la promozione turistica (15mila euro) e un’iniziativa del Comune di Vignola (2.500 euro).

La Rocca di Vignola vista da piazza dei Contrari. In primo piano la torre del Pennello, lesionata (foto del 23 ottobre 2013)

La Rocca di Vignola vista da piazza dei Contrari. In primo piano la torre del Pennello, lesionata dal terremoto del 2012 ed ora oggetto di intervento di consolidamento (foto del 23 ottobre 2013)

[3] Tutt’altro che esaltante, poi, è la modalità di erogazione per il settore della “ricerca scientifica e tecnologica”. Tolti i 50mila euro collocati qui impropriamente e destinati alle attività del Centro di documentazione della Fondazione stessa (che fa ricerca storica, che non è ricerca scientifica e tecnologica) restano 100mila euro di erogazioni: 30mila ancora al Consorzio della Ciliegia tipica di Vignola per ricerca sulle varietà IGP; 10mila all’Azienda USL di Modena per uno studio sull’erogazione delle cure palliative; 60mila euro per 4 progetti di ricerca nel settore biomedico dell’Unimore (è del tutto lecito nutrire dubbi sull’efficacia di progetti di ricerca di importi così limitati che si traducono di fatto in una borsa di studio annuale per un ricercatore – un modo per soddisfare forse le esigenze di qualche docente universitario, ma che difficilmente può produrre risultati scientifici significativi). Anche in questo caso la Fondazione funge da bancomat (a beneficio soprattutto dell’Università che invece di preoccuparsi di contribuire, tramite la partecipazione al consiglio della Fondazione, all’elevamento culturale e/o strategico del territorio, si preoccupa essenzialmente di procacciarsi finanziamenti per progetti di dubbia efficacia, vista l’esiguità degli importi) senza alcuna preoccupazione di valutare efficacia e ricadute delle risorse stanziate.

Il Pardo (ghepardo) di Uguccione Contrari, elemento decorativo della sala dei Leoni e dei Ghepardi nella Rocca di Vignola (foto del 15 agosto 2013)

Il Pardo (ghepardo) di Uguccione Contrari, elemento decorativo della sala dei Leoni e dei Ghepardi nella Rocca di Vignola (foto del 15 agosto 2013)

[4] Come evidenzia anche l’esperienza 2014, permane un deficit di trasparenza nell’operato della Fondazione di Vignola. I progetti presentati (o propri della Fondazione) per importi di maggiore consistenza (es. superiori a 10 o 20mila euro) dovrebbero essere resi pienamente accessibili, mediante la pubblicazione sul sito web istituzionale. Oggi non è così. Un po’ di total disclosure servirebbe non solo alle amministrazioni comunali, ma pure alle fondazioni di origini bancarie, tra cui anche la Fondazione di Vignola! Invece la prassi a cui si sono accomodati anche gli attuali amministratori è quella di una relativa opacità. Nessun impegno “straordinario” alla trasparenza, alla rendicontazione, al coinvolgimento delle comunità locali di riferimento (vedi). Che in realtà risulterebbe “straordinario” solo per gli standard decisamente bassi di questo paese. Un po’ più di trasparenza e di confronto anche dialettico potrebbe invece aiutare la Fondazione a fare scelte più proiettate al futuro, più sfidanti, piuttosto che ad intendere lo “sviluppo locale” come la crescita dei soggetti che operano nel cortile di casa.

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