Verde al verde? A quando buone pratiche di cura del “bene comune” verde pubblico?, di Stefano Corazza

Penso che ogni cittadino di Vignola che guardi la sua città con un minimo di attenzione non possa non porsi, prima o poi, la domanda sul perché ogni forma di verde pubblico, dalle alberature stradali alle aiuole spartitraffico, all’arredo verde (sempre molto scarso) dei parcheggi, dai parchi (anche sedicenti o presunti tali) ai percorsi attrezzati, ecc. versi in uno stato di manutenzione così deplorevole sul piano della qualità e della continuità.

Taglio di ligustri cinesi nel cortile delle scuole medie L.A.Muratori.

Taglio di ligustri cinesi nel cortile delle scuole medie L.A.Muratori.

[1] Cominciamo dal verde attrezzato delle scuole e per rendere chiaro il discorso parliamo di due esempi molto concreti. Alle scuole Medie Muratori, poco tempo dopo la nevicata che aveva spezzato alcuni rami di alcuni dei ligustri cinesi arborescenti presenti lungo due lati (Sud e Ovest) del perimetro dell’area scolastica, i tecnici comunali hanno effettuato, con l’usuale solerzia (solo quando si tratta di abbattimenti), un intervento di taglio indiscriminato di tutti gli esemplari presenti (se ben ricordo 12-15 alberelli) senza che tale intervento avesse la benché minima motivazione (i danni ripeto erano limitati). Ho personalmente raccolto vibrate proteste di molti insegnanti della scuola e anche sconcerto da parte di alcuni dei privati confinanti. Naturalmente il rapido blitz di taglio non è stato seguito da nessun intervento di rimozione delle ceppaie e di messa a dimora di nuove piante.

Uno dei ligustri cinesi tagliato nel giardino delle Scuole medie L.A.Muratori.

Uno dei ligustri cinesi tagliato nel giardino delle Scuole medie L.A.Muratori.

Per fortuna i ragazzi della Prima “I“ ed “L” con i loro insegnanti, con il supporto dei Giardinieribelli “Wangari Maathai” (Guerrilla Gardening di Vignola) e con il generoso contributo in piante di Stefano Miani (Floricoltura Miani) hanno ripiantato, nella Giornata della Terra il 22 aprile scorso, lungo il lato Sud, una bella siepe di viburno e alloro di oltre trenta metri. Siamo qui di fronte ad un caso di mala-manutenzione che non è stata in grado di discernere con cura le azioni da svolgere caso per caso e ha procurato un grave danno e impoverimento dell’area cortiliva della scuola sicuramente superiore al risparmio che qualcuno dirà si è ottenuto “standardizzando” l’intervento sulla voce “eliminazione”.

Alunni della Scuola media L.A.Muratori piantano una siepe in occasione dell'Earth Day 2015.

Alunni della Scuola media L.A.Muratori piantano una siepe in occasione dell’Earth Day 2015.

[2] Alle Scuole superiori Paradisi mai come quest’anno, in questa stagione, la ricreazione dei ragazzi li trasporta davvero in un altrove esotico: fra le alte erbe della “savana”. Andate a vedere in quali condizioni versa il giardino della scuola (vedi foto sotto). Pare che la Provincia che ne avrebbe competenza non abbia stanziato quest’anno alcuna somma per la manutenzione del verde cortile (peraltro abitualmente limitato ad un intervento di taglio “alla cieca” dell’erba “una tantum” in tarda primavera). E così, alla faccia della “sicurezza” tanto sbandierata dalla Giunta precedente ma che pare sedurre anche alcuni membri di quella attuale, si tollera tranquillamente il rischio che l’erba secca venga innescata al fuoco da uno dei tanti mozziconi di sigaretta gettati da studenti maleducati. Anche in questo cortile i pochi elementi di distinzione qualitativa: siepi, un orto, una spirale di piante officinali, qualche rosa e pianta da fiore derivano da interventi estemporanei degli alunni e dei Giardinieribelli o dalla buona volontà di qualche bidello.

La

La “Savana” presso le Scuole superiori Paradisi.

[3] Per il sedicente Parco …. (più prosaicamente ex-via G.Galilei) che serve (?) le scuole elementari J.Barozzi e le connesse scuole dell’infanzia (e di cui ho già più volte parlato su questo blog: vedi) il discorso sarebbe molto articolato. Basti qui dire che la dopo la “sistemazione” della sede stradale non solo si può verificare la poca funzionalità dell’assetto realizzato ma a tutti i problemi irrisolti già segnalati si aggiunge ora anche l’assenza di manutenzione.
[4] Uscendo dagli ambiti scolastici bastava, fino a lunedi 8 giugno, affacciarsi sull’area verde (??, forse gialla) della fossa sotto le mura lungo Via Tavoni per vedere… un’altra savana. Gialla è rimasta anche dopo lo sfalcio in quanto il tagliato è stato lasciato in sito (in nome di una presunta gestione ecologica del prato?).

Polloni alla base dei tigli di via Libertà. Ancora oggi, 15 giugno, la situazione è così!

Polloni alla base dei tigli di via Libertà. Ancora oggi, 15 giugno, la situazione è questa!

[5] Vediamo come va per le alberature stradali. L’invocazione “manutenzione, manutenzione” proveniente dal processo partecipativo su Via Libertà (vedi) nessun successo ha avuto con l’amministrazione Denti e poco appeal pare avere anche oggi. Almeno a giudicare dall’assenza di un minimo intervento di spollonatura di cui avrebbero necessità i tigli della strada sia per consentire un agevole(per modo di dire) transito sui marciapiedi (quei pochi praticabili) sia per favorire lo stato di salute della pianta cui i polloni stessi tolgono una parte di apporto nutritivo.

Riduzione del colletto dei bagolari di Viale Mazzini.

Riduzione dell’area permeabile al piede dei bagolari di Viale Mazzini.

[6] La rapidità con cui sono invece stati eliminati (per garantire la “sicurezza”?), verso la fine dell’inverno, 3-4 bagolari presenti in Via Trento Trieste con rimozione dei ceppi e pronta asfaltatura; la riduzione dell’area permeabile al piede dei bagolari di Via Mazzini (per evitare la zoppìa delle bancarelle del mercato???) evidenziano un aspetto contraddittorio con la spiegazione prevalente che viene data della insufficiente manutenzione del verde pubblico: la mancanza di risorse.

Bagolari eliminati in Viale Trento Trieste.

Bagolari eliminati in Viale Trento Trieste.

[7] Riservo l’ultimo esempio di incuria, dei molti possibili, al già discusso impianto “un albero per i nuovi nati” realizzato in Panaro, lungo il percorso Natura, dalla precedente giunta fra il 2013 e il 2014 (vedi). Come prevedibile e previsto la manutenzione da allora ad oggi è stata pari a 0 (zero). Piccoli atti vandalici hanno asportato nel tempo tutori (cannucce) e protezioni in plastica delle piante. Nell’inverno un pesante mezzo ha lasciato solchi e ha danneggiato piante e terreno nell’angolo Ovest dell’area piantumata e fino a pochi giorni fa neppure le piante più cresciute erano visibili dato che la proliferazione erbacea incontrollata aveva completamente ricoperto tutto il terreno.

Un albero per ogni nuovo nato 2013! Questa la situazione attuale.

Un albero per ogni nuovo nato 2013! Questa la situazione attuale.

Dopo uno sfalcio parziale la situazione appare tuttavia anche peggiore. Non solo diverse decine di piante appaiono secche o scomparse ma la plastica della pacciamatura rimossa e quella dei parallelepipedi di protezione dei fusti è sparsa su tutta l’area. Ah, dimenticavo: i rifiuti presso le panchine per la sosta non vengono raccolti da diverse settimane.

Situazione dei cestini dei rifiuti lungo il Percorso Natura, nei pressi dell'area di piantumazione degli alberi dei

Situazione dei cestini dei rifiuti lungo il Percorso Natura, nei pressi dell’area di piantumazione degli alberi dei “nuovi nati” del 2013.

[8] Si può certo ammettere che gli enti locali siano strozzati da una forte pressione determinata da una strumentale ideologia del “pareggio di bilancio” che fa loro mancare risorse o capacità di spesa in settori chiave della loro competenza. Si può altresì riconoscere che spesso la spesa prioritaria sia assorbita da particolari emergenze sociali ineludibili. Altrettanta attenzione deve però essere prestata al fatto che non esista “bene comune” più “bene comune” del verde pubblico. Dal verde pubblico sono garantiti servizi ecosistemici che producono gratuitamente benessere, in molteplici sfaccettature , per tutti ed ognuno dei cittadini, come persino la legge italiana sugli “spazi verdi urbani” sembra riconoscere (vedi). La gestione del verde pubblico è anche, per legge, considerata uno dei “servizi indivisibili” cui sono destinati i proventi di una specifica tassa locale, la TASI, che tutti i cittadini proprietari di casa sono tenuti a versare.
Ma c’è anche un altro aspetto che mi preme sottolineare. Non esiste un campo più adatto, di più immediata verifica, con maggiore forza di coinvolgimento attivo per l’esercizio applicativo da parte dell’istituzione comunale dei principi della partecipazione dei cittadini di cui l’attuale Giunta ha fatto un punto chiave del suo programma. E’ proprio sulla gestione del verde pubblico infatti che sono generalmente più diffuse iniziative e protagonismo dei cittadini sia in forme spontanee autorganizzate (Guerrilla Gardening, Comitati di quartiere, Comitati di genitori – vedi), sia in forme associative su iniziative specifiche come: “puliamo la città” (Legambiente), “gestione di aree per cani” (ENPA o gruppi cinofilli), “oasi della biodiversità”(WWF, LIPU), eccetera. Tali attività avvengono tuttavia spesso in forma episodica (anche nella città di Vignola) e con scarso o nullo stimolo/supporto da parte dell’istituzione locale. Il volontariato nelle sue diverse forme è invece una ricchezza che deve essere utilizzata a salvaguardia dei beni comuni.

Buone pratiche. Studenti dell'Istituto Superiore A.Paradisi coltivano un orto aiutati da Maria.

Buone pratiche. Studenti dell’Istituto Superiore A.Paradisi coltivano un orto aiutati da Maria.

[9] Dunque per evitare di rimanere “al verde” anche di idee mi permetto di suggerire alcune direzioni in cui l’Amministrazione Comunale potrebbe muoversi perché il verde pubblico non rimanga una sinecura affidata a soluzioni sbrigative e impoverenti, ma nel rispetto dei suoi stessi programmi politici diventi anche con l’apporto dei cittadini una questione cruciale per garantire e migliorare la qualità della vita della città.

  1. E’ necessario dare al cittadino l’informazione più accurata possibile di quale quota della TASI viene destinata alla creazione, gestione e cura del verde pubblico.
  2. E’ indispensabile fare conoscere preventivamente la programmazione annuale e pluriennale degli interventi. Per l’inquadramento strategico di tale programmazione sarebbe opportuno dotarsi di un vero e proprio “piano per la biodiversità” come molte città europee hanno fatto e vanno facendo nel quale siano identificati i servizi ecosistemici legati agli spazi verdi pubblici, ma anche privati, che devono essere conservati ed incrementati non solo in ambito urbano ma su tutto il territorio comunale in un’ottica che prenda in seria considerazione la necessità di mitigare gli effetti del cambiamento climatico.
  3. Deve essere reso accessibile il censimento degli alberi avviato dalla precedente amministrazione e deve esserne data adeguata informazione ai cittadini come lo stesso Assessore precedente aveva promesso.
  4. La necessità deve aguzzare l’ingegno. Occorrono iniziative per mobilitare la sensibilità e la buona volontà dei cittadini a collaborare per la gestione del verde pubblico. Non parlo di installare bar e/o chioschi nei Parchi (Modena insegna…). Parlo di creare le condizioni affinché i cittadini possano agire insieme per il bene comune. Ad esempio i contributi forniti dal Comune alle istanze Associative (Ass. Ambientaliste, CAI, Scout ad esempio) potrebbero essere condizionati alla realizzazione di progetti (di ristrutturazione, di ricostruzione, di potenziamento etc.) e/o programmi (manutenzione attrezzature, sfalci, pulizie periodiche, controllo, etc.) di intervento.
  5. Va recuperato un rapporto che vada oltre la semplice attività di controllo e vigilanza con le guardie ecologiche che il Comune stesso aveva provveduto a formare e costituire come gruppo, ma che non mi risulta siano state davvero organizzate ed utilizzate.
  6. Per stimolare la costituzione di gruppi di cittadini che si adoperino per il verde pubblico sarebbe interessante prevedere che essi possano disporre per la loro attività volontaria di attrezzature fornite dal magazzino del Comune magari sotto la guida di un operaio comunale e con una copertura assicurativa. D’altro canto davvero coinvolgente sarebbe prevedere nel bilancio comunale un piccolo ammontare di risorse messo a disposizione di gruppi di volontari (spontaneamente aggregati su istanze specifiche) per realizzare progetti mirati ad accrescere, migliorare, mantenere il patrimonio di verde pubblico della città. I progetti potrebbero essere selezionati attraverso processi partecipativi.
  7. In questo quadro la ricerca di sponsor privati che possano sostenere queste e altre iniziative avrebbe, credo, maggiori possibilità di successo dato che esso implica (la partecipazione attiva) e non ipotizza soltanto (il messaggio pubblicitario) un rapporto con i cittadini.
  8. La gestione delle aree verdi scolastiche va ripensata come un unico ma articolato grande progetto didattico per la biodiversità e la bellezza sostenuto dall’istituzione comunale che abbia come protagonisti attivi sia gli alunni/studenti che i docenti che i genitori.
  9. Occorre uscire da logiche emergenziali basate su ossessioni securitarie avvallate da perizie tecniche sedicenti scientifiche per entrare in una logica del verde pubblico come prima fonte di benessere, di salute e di qualità urbana che i cittadini devono in prima persona proteggere, conservare, accrescere.

One Response to Verde al verde? A quando buone pratiche di cura del “bene comune” verde pubblico?, di Stefano Corazza

  1. gesualdo ha detto:

    Salve,
    le situazioni descritte sono INNUMEREVOLI …. solo in periodo pre elettorare le amministrazioni ( precedenti e, a giudicare dall’ andazzo questa NON è da meno ) si notano interventi sul verde e sulla pulizia della città ! Ad esempio, fate una passeggiata in via per Spilamberto all’ altezza del Macdonald e date una occhiata alle aiule … erba altissima e sporcizia ovunque….
    Credo sia una VERGOGNA che l’ amministrazione non si faccia carico di provvedere ….

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