Riparte il carrozzone del PSC: si farà un salto di qualità?

Riparte il carrozzone del PSC dell’Unione Terre di Castelli o, più precisamente, dei cinque comuni di Castelnuovo, Castelvetro, Savignano, Spilamberto e Vignola. Oggi si è tenuto un incontro tra i cinque sindaci, qualche assessore all’urbanistica ed i tecnici. Questa sera a Savignano, in un’iniziativa promossa da SEL di questo territorio in collaborazione con la Lista dei cittadini di Savignano, una discussione sul tema (ed in particolare sulla mobilità) animata dall’arch. Lorenzo Carapellese (pdf). Bisogna subito dire che non c’è da invidiare gli amministratori dei cinque comuni chiamati a trovare il bandolo di una matassa alquanto ingarbugliata: trasformare in un prodotto di qualità una serie di documenti che oltre a soffrire della mancanza di una coerente visione (vedi) è nata obsoleta (per i lunghissimi tempi di gestazione) e lo diviene di più ogni giorno che passa (tanto da aver ricevuto osservazioni pesantissime da parte della Provincia: vedi; e prima ancora dalle liste civiche: vedi). Fare in fretta è dunque l’imperativo. Ma bisognerà anche “fare bene”. E per “fare bene” non c’è che una via: aggiornare il “documento strategico”, ovvero quel documento in cui è sintetizzata quell’unica visione che poi verrà declinata secondo specificità territoriali e anche sensibilità parzialmente differenti.

Porzione relativa a Vignola della

Porzione relativa a Vignola della “Carta di assetto del territorio”, uno dei documenti del PSC. Riporta, tra le altre cose, anche il “nuovo territorio rurale urbanizzabile” che per Vignola sono 18,9 ha.

Essendo cambiate tre amministrazioni su cinque (e tra queste va contato il “ribaltone” civico vignolese) il passaggio è obbligato. Ovviamente con tempi contingentati, però. Tre mesi per aggiornare il documento strategico è meglio spenderli ora. Potrebbe risultare tempo ben impiegato. Specie per chi crede che occorra fare un salto di qualità dal punto di vista metodologico: prendere sul serio gli interrogativi emersi nella passata legislatura, quando di fatto il lavoro sul PSC è stato re-impostato anche se sotto forma di collage tra obiettivi parzialmente diversi comune per comune (ma sarebbe meglio dire sindaco per sindaco) innestati su un quadro conoscitivo malfatto e comunque già obsoleto. E’ ragionevole, dopo un percorso così tribolato, non voler fare i perfezionisti – su questo ciascuno potrà convenire. Ma una maggiore chiarezza sugli obiettivi (es. stop al consumo di territorio?) e su come questi possono essere davvero perseguiti (come fare concretamente rigenerazione urbana nella nostra specifica realtà) è d’obbligo.

PS Trattandosi di un percorso che conta oramai sette anni di “lavori” alle spalle il materiale sul PSC è ricchissimo, forse più su questo blog che altrove. E’ tutto disponibile nella categoria PSC.

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