Uno dei punti di forza dei servizi sociali del distretto di Vignola è stato a lungo la gestione associata, ovvero intercomunale. In questo ambito Vignola e gli altri comuni del territorio sono stati all’avanguardia. Ad esempio con la costituzione del Consorzio Intercomunale per i Servizi Sociali (COISS) l’1 aprile 1997. Poi fatto evolvere, secondo la normativa regionale, in Azienda di Servizi alla Persona (ASP) dall’1 gennaio 2007 (vedi). La costituzione della nuova azienda ha portato a confluire in essa anche le due “vecchie” IPAB di Vignola e Spilamberto, con l’idea che un unico contenitore consentisse di migliorare funzionalità ed efficienza. Quella svolta fu anche l’occasione di un dibattito nelle sedi istituzionali in cui si confrontarono due diverse visioni dell’assetto del welfare locale: un ulteriore potenziamento dell’ASP (secondo la logica “tutto il sociale in quest’unico contenitore”) versus un recupero di funzioni da parte dell’Unione ed il ridimensionamento dell’ASP a gestore di alcuni specifici servizi (strutture residenziali e semiresidenziali, assistenza domiciliare) (vedi).
[1] Qualche anno dopo gli amministratori locali imposero questo secondo modello (vedi). Il modo opaco e frettoloso in cui questa decisione fu assunta dice già molto sulla fragilità del tessuto argomentativo che la sorreggeva. Di fatto si evitò qualsiasi dibattito pubblico ed anche le sedi istituzionali proprie (consigli comunali e consiglio dell’Unione) non trattarono l’argomento (la discussione – se di vera discussione si trattò – venne ingabbiata nel Comitato di distretto – un organo i cui lavori non sono sottoposti al principio di pubblicità), limitandosi a ratificare decisioni prese altrove. Oggi siamo di nuovo ad un punto di “svolta” circa gli assetti del welfare locale. I nuovi amministratori dovrebbero evitare gli errori del passato, innanzitutto dal punto di vista del metodo. Trasparenza ed anche partecipazione sono d’obbligo nella formazione dei “nuovi” orientamenti decisionali.

La costruzione della nuova sede amministrativa dell’ASP G.Gasparini a Vignola (foto del 13 giugno 2013)
[2] Con la delibera n.1 del 9 aprile 2014 il Comitato di Distretto di Vignola (ne fanno parte i 9 sindaci del distretto più il direttore del Distretto sanitario) ha deciso lo scioglimento dell’ASP G.Gasparini ed il trasferimento dei servizi da essa gestiti nell’Unione Terre di Castelli (qui il testo della delibera con anche un sintetico verbale della discussione: pdf). Della vicenda erano a conoscenza solo gli addetti ai lavori, visto che tanto i consigli comunali, quanto il consiglio dell’Unione Terre di Castelli non sono stati minimamente coinvolti (si poteva, invece, organizzare la presentazione del “documento tecnico” e relativa discussione nelle assemblee elettive). Poche settimane prima della fine della legislatura, al termine di un percorso a bassa evidenza pubblica e sostanzialmente opaco (i documenti conclusivi della fase di “istruttoria”, che dovrebbero prefigurare le diverse opzioni disponibili ed i punti di forza e debolezza di ciascuna di esse, non sono pubblici!), si è dunque compiuto un blitz con l’assunzione di una decisione altamente contestabile (tant’è che lo stesso PD l’ha contestata nella immediatamente successiva campagna elettorale). Anche questo è un segno dell’inadeguatezza dei vertici dell’Unione Terre di Castelli nella passata legislatura (la coppia Denti-Lamandini).

Inaugurazione del “giardino alzheimer”. Da sx: Marco Franchini (presidente ASP), Patrizio Roversi, Francesco Lamandini (sindaco di Spilamberto e assessore dell’Unione Terre di Castelli) (foto del 16 giugno 2012).
[3] Peraltro questo episodio ripeteva un analogo episodio decisionale di cinque anni prima, quando sul finire della legislatura 2004-2009 i vertici dell’Unione (la coppia di fatto Adani-Lamandini) assunse con un blitz in Comitato di distretto la decisione di trasferire in blocco il servizio sociale professionale dall’ASP all’Unione. In quel caso la decisione venne quindi implementata, non senza ritardi, contestazioni, fornitura di spiegazioni supplementari a stakeholder perplessi ed arrabbiati (es. le organizzazioni sindacali) (vedi). E venne anzi accompagnata anche da una buona dose di manipolazione: facendo credere che la “territorializzazione” del servizio (la distribuzione dell’ufficio delle assistenti sociali sui territori) fosse necessariamente legata al loro trasferimento sotto l’Unione. Evidentemente la politica locale, quella targata PD, non ce la fa ad organizzare l’assunzione di decisioni importanti in modo trasparente (informando circa contenuti e modalità dell’iter decisionale e mettendo a disposizione degli interessati i documenti che servono agli amministratori a decidere) e partecipato (dando cioè a chi è interessato l’opportunità di partecipare alla formazione degli orientamenti decisionali con proprie osservazioni, documenti, ecc., ovvero aprendo un pubblico dibattito). Una politica debole, consapevole delle proprie inadeguatezze innanzitutto intellettuali, preferisce l’opacità e la chiusura delle arene decisionali. Sta di fatto che, anche per questo motivo, gli ultimi anni della gestione associata del welfare locale difficilmente possono essere letti come un “progresso”, come un’ulteriore attestazione di questo distretto su posizioni di “avanguardia”. Siamo invece in piena fase involutiva, dove al ridursi delle risorse si aggiunge una più grave penuria di “visione”! A tutto questo si aggiunge l’occupazione delle poltrone secondo logiche spartitorie indifferenti al merito (vedi).
[4] La delibera del Comitato di distretto dell’aprile scorso certifica (sic) che “la soluzione più congrua e coerente con principi di semplificazione amministrativa, adeguatezza gestionale, efficienza, economicità ed adeguamento all’evoluzione dei bisogni dei cittadini sia costituita dall’individuazione dell’Unione Terre di Castelli quale soggetto pubblico unitario al quale assegnare la gestione dei servizi sociali e socio sanitari del Distretto di Vignola”. Con questa formulazione al tempo stesso enfatica ed assolutamente vuota si chiude un dibattito striminzito tra pochi amministratori e pochissimi tecnici. Che la cosa non sia affatto chiara, né convincente, lo testimoniano anche le perplessità avanzate in campagna elettorale dal PD stesso (il partito di appartenenza del duo Denti-Lamandini e di molti sindaci nei comuni del distretto – un po’ meno in questa legislatura, in verità), quando chiese di “approfondire” la questione e di non procedere all’applicazione di una decisione non adeguatamente motivata. In ogni caso il cambio di amministrazione che ha interessato molti comuni ha di fatto imposto una pausa di riflessione. Il tema, ad esempio, è stato di nuovo posto all’ordine del giorno dell’assemblea dei soci dell’ASP del 2 ottobre scorso, senza però che la discussione risultasse conclusiva (pdf). Si trattava cioè di decidere se dar seguito alla decisione dello scioglimento dell’ASP (assorbendo i servizi da essa gestita nell’Unione Terre di Castelli) od invece prendersi una pausa di riflessione per meglio “elaborare” il progetto del nuovo assetto del welfare locale in questo distretto. Spero che sia prevalsa questa seconda opzione, perché in tal modo ci sarebbe la possibilità di “recuperare” una corretta impostazione del processo decisionale. A tal fine servirebbe infatti:
- un report che in modo analitico metta a confronto le opzioni individuate come percorribili, evidenziando i pro ed i contro di ciascuna di esse (non esistono soluzioni organizzative perfette o ideali, ma solo più “adatte” di altre dati gli obiettivi che si perseguono, il contesto in cui si opera, la fase del ciclo temporale in cui ci si inserisce) ed eventualmente indicando quella preferita sulla base degli argomenti sino ad allora emersi;
- la pubblicazione del report e l’apertura di una fase di raccolta di “osservazioni”, ovvero di contributi scritti di analisi ed osservazione critica dei diversi aspetti del tessuto argomentativo imbastito a supporto della decisione, così da affinare l’analisi “costi-benefici” delle diverse opzioni;
- una fase di risposta a ciascuna delle osservazioni avanzate, così da rispondere con contro-argomenti ai nuovi argomenti prodotti (almeno allorquando non si ritengano convincenti i nuovi argomenti portati dai partecipanti al dibattito).
La decisione, infine, sta in capo alle istituzioni che ne portano la responsabilità. Come è anche ora, la decisione formale sta in capo al Comitato di distretto e quindi all’Assemblea dei soci dell’ASP (organismi sostanzialmente coincidenti), ma la procedura “trasparente e partecipata” potrebbe consentire di mettere meglio a fuoco la batteria argomentativa a sostegno della decisione, grazie all’intelligenza collettiva prodotta tramite la discussione pubblica (che per quanto imperfetta difficilmente sarà di livello inferiore alle discussioni “private” che hanno portato alle decisioni degli ultimi anni). Inoltre renderebbe evidente all’intera cittadinanza le modalità adeguate per prendere decisioni su materie complesse come queste, facendo crescere anche la “competenza” della società civile verso decisioni inerenti agli assetti istituzionali ed organizzativi, oltre alla “fiducia” verso le istituzioni (per il modo trasparente ed inclusivo della formazione della decisione). Sino ad oggi l’unico che ha dato un contributo scritto è il presidente dell’ASP Marco Franchini (trasmesso ai soci dell’ASP). Gliene va dato atto. Sarebbe opportuno non lasciar cadere questo stimolo e cogliere invece questa occasione per “aprire” davvero una discussione pubblica sull’assetto del nostro welfare locale. Con l’auspicio di tornare presto ad essere una realtà di avanguardia.
PS del 30 novembre 2014. A seguito delle dichiarazioni del presidente dell’ASP, Marco Franchini, riportate su Il Resto del Carlino del 22 novembre scorso, il presidente dell’Unione Terre di Castelli e sindaco di Vignola, Mauro Smeraldi, ha rilasciato un comunicato stampa in cui dichiara l’intenzione di “coinvolgere con la partecipazione” la comunità, ovvero i cittadini, nel ridisegno del welfare locale. Qui il testo (pdf).
quanto mai opportuno un pubblico dibattito su un aspetto cosi importante della amministrazione della cosa pubblica e che è fortemente sentito dalla generalità dei cittadini
Decisione rimandata di 6 mesi. E’ quanto annuncia Mauro Smeraldi, sindaco di Vignola e presidente dell’Unione Terre di Castelli, con un comunicato stampa uscito lunedì 24 novembre (ma pubblicato sul sito web dell’Unione solo il 26 novembre): “Proprio per non commettere errori dettati dalla fretta si è fissato un tempo di sei mesi a partire dalla fine di settembre per effettuare ogni stima e valutare i dati, prima di andare ad effettuare qualsiasi decisione definitiva.” E’ una buona cosa. Ma ancora meglio sarebbe portare questa riflessione in uno “spazio pubblico”, ad esempio, terminati gli studi “tecnici”, avviare un’ “istruttoria pubblica” sulla riorganizzazione del welfare locale. Di “istruttoria pubblica” se ne parla sin dal dicembre 2007:
https://amarevignola.wordpress.com/2007/12/28/piu-partecipazione-dei-cittadini-al-governo-locale/
E’ una buona cosa, quindi, che Mauro Smeraldi risponda alle sollecitazioni del presidente dell’ASP, Marco Franchini, affermando la volontà di “coinvolgere con la partecipazione” la comunità, ovvero i cittadini, in quest’opera di riprogettazione del welfare locale. L’istruttoria pubblica potrebbe essere un buon modo, in quanto aperto ed efficace. Per quanto riguarda la gestione, occorre invece più trasparenza. Ma anche su questo fronte una risposta è data:
“D’altro canto quella di un Welfare più aperto alla cittadinanza è una richiesta che arriva da più parti, segno che le potenzialità ci sono e si tratta di andarle a cogliere. Già durante la stesura del programma elettorale, durante il dialogo intrecciato con tante realtà presenti sul territorio, così come ascoltando i semplici cittadini, avevamo deciso ad esempio di inserire la proposta di rendere pubbliche le sedute del Comitato di Distretto e dell’Assemblea dei Soci dell’Asp. Oggi questa stessa richiesta ci è arrivata dal Gruppo Sanità e Sociale interno all’Università della Libera Età Natalia Ginzburg di Vignola. Sul tavolo ci sono tutte le premesse perchè questo sia un percorso ricco di stimoli ed estremamente concreto.” Confidiamo che possa davvero essere così.
Qui il testo completo del comunicato stampa:
Fai clic per accedere a cs-dichiarazioni-smeraldi-su-asp-26nov2014.pdf