Da quando è nato, nell’autunno 2007, il PD non ha avuto certo vita facile, riscattata solo recentemente dall’affermazione elettorale del suo leader Matteo Renzi. Contemporaneamente, invece, il PD di Vignola ha ottenuto il suo peggior insuccesso uscendo sconfitto dal ballottaggio alle elezioni comunali 2014 e dunque cedendo il comune ad un sindaco “civico” (vedi) – uno dei pochissimi casi di sconfitta nella “rossa” Emilia-Romagna, tra l’altro in corrispondenza del “momento Renzi”. Può essere che con questo episodio si aprano inaspettate chances di “ricostruzione” per il PD locale. Può essere. A patto che sappia leggere criticamente i suoi primi sette anni di vita, qui da noi contrassegnati più da problemi irrisolti che da momenti incoraggianti. Vediamo.
[1] I momenti salienti del PD vignolese in questi anni sono indubbiamente due: le primarie del gennaio 2009 per la scelta del candidato sindaco (allora le vinse Daria Denti contro Luca Gozzoli, candidato dell’ultimo minuto – mai nessuna scelta fu più sbagliata: vedi); la campagna elettorale del 2014 con relativa sconfitta del candidato sindaco Giancarlo Gasparini (vedi). Insomma, episodi tutt’altro che entusiasmanti. Ma anche a lato di questi due episodi importanti (e “sfortunati”) non si ricorda nulla di particolarmente significativo. Non un’idea per la città. Non un’iniziativa particolarmente eclatante. I problemi di oggi sono quelli di sempre – al primo posto sta un “deficit di elaborazione politica” oramai divenuto cronico (vedi). E così, come si è visto con il programma elettorale 2014, molti nodi critici della vita politico-amministrativa locale non sono neppure percepiti come tali (nuovi modelli di governance, partecipazione dei cittadini, nuovo modello di sviluppo locale, politiche ambientali innovative, ecc.). La qual cosa, ovviamente, rende difficile anche solo la ricerca di possibili soluzioni – figuriamoci il trovarle, le soluzioni! Non penso di essere troppo severo nel descrivere l’attività politica del PD vignolese in questi anni. Di certo non è stato un “partito palestra” e di certo non è stato un luogo di “mobilitazione cognitiva” (ma neppure ci ha provato) – per stare alle categorie di Fabrizio Barca (vedi). D’altro canto non era questa la funzione che gli veniva richiesta. Da tempo il partito locale si trova in posizione di subalternità rispetto ai propri amministratori (il sindaco in primis) e nonostante tutti i proclami circa un’azione di “riequilibrio” la situazione in questi anni non è affatto cambiata. E’ però cambiata ora, con le elezioni comunali 2014. Ora, non essendoci più un sindaco PD, il partito locale ha la possibilità di scrollarsi di dosso la “dipendenza” dagli amministratori locali ed impostare un nuovo ciclo di apprendimento circa la città ed i suoi problemi. Certo, cosa nient’affatto facile. Ma perlomeno la sindrome “non disturbate il manovratore” non impedirà più lo svolgimento di un dibattito “senza rete”, cioè vero.
[2] Perché ciò possa avvenire occorre però superare un ulteriore handicap che ha penalizzato il PD locale in questi anni: la scelta di coordinatori (segretari) rassicuranti, ma deboli. Anzi, rassicuranti perché deboli. Anche qui si potrebbe parlare di “sindrome”: la “sindrome del segnaposto”. Ovvero la scelta di coordinatori del circolo locale non in virtù della loro “forza” politica, ma della loro “debolezza”. Insomma, figure di mediazione, incapaci di far saltare gli equilibri ereditati da una tradizione politica sempre più ingombrante ed inconcludente (il contrario di quanto fatto da Matteo Renzi a livello nazionale). Ed incapaci di “disturbare il manovratore”, ovvero il sindaco di turno. E’ stato così sin dall’inizio, con la scelta, da parte del “patto di sindacato” locale ex-DS ed ex-Margherita, di Vera Ricci quale primo segretario del PD cittadino (per inciso, una vicenda che mi ha visto sin da subito diversamente schierato: vedi). Pochi mesi dopo (sic!) ed era la volta di Giancarlo Gasparini (vedi), segretario “ingessato” dalle tensioni interne al partito in vista dell’imminente scelta di un nuovo candidato sindaco (le primarie del gennaio 2009: vedi) e comunque rimasto alla guida del PD vignolese per poco più di un anno (ottobre 2008-gennaio 2010). Da allora la discesa è continuata: prima con Claudio Bazzani (vedi), dal gennaio 2010 al novembre 2011, quindi con Daniele Mislei (vedi), dal novembre 2011 all’ottobre 2013. Solo con Serena Bergamini (vedi), coordinatrice del PD vignolese dall’ottobre 2013 al gennaio 2014 (quando si dimise per candidarsi alle primarie 2014: vedi), si esce da questo schema. Ma oramai è troppo tardi: da un lato sta un’amministrazione assai poco gradita dai cittadini (vedi), dall’altro la corsa alla candidatura di Gasparini alle primarie è già partita da tempo (vedi). Il resto è cronaca di pochi mesi fa (vedi). Cinque segretari cittadini in neppure sette anni – decisamente troppi (e troppo deboli). Attualmente il partito locale è “commissariato” in attesa del congresso da tenersi dopo l’estate (vedi). Forse stavolta, non avendo più la preoccupazione di non recare intralcio ad un proprio sindaco si avrà finalmente il coraggio di eleggere un segretario vero?
[3] La qualità della persona al vertice del partito (e della sua “squadra”) è condizione necessaria, ma non sufficiente. Serve anche altro. Serve recuperare la capacità di svolgere la principale funzione che i partiti dovrebbero svolgere: raccogliere i “problemi” dalla società ed elaborare risposte politico-programmatiche (ovviamente su scala locale, in questo caso). Serve dunque, per così, dire un giusto atteggiamento di ascolto e di apertura; un “metodo di lavoro” per la messa a punto delle risposte da dare ai bisogni collettivi; un nuovo impegno alla comunicazione. Sono cose che si va dicendo da tempo. Essendoci di mezzo l’estate suggerisco alcune letture da cui prendere spunto: Salvatore Biasco, Per una sinistra pensante (vedi); Fabrizio Barca, La traversata. Una nuova idea di partito e di governo (vedi); e da ultimo Salvatore Vassallo, Liberiamo la politica. Prima che sia troppo tardi (vedi). Ma sono cose che anche io scrivevo all’inizio del 2008, oramai un secolo fa (politicamente parlando) (vedi). Insomma, se saprà mettere in campo un vero segretario, un nuovo gruppo dirigente (competente ed energico), un nuovo modo di “fare politica”, magari è la volta buona che si riesce davvero a far nascere il PD di Vignola. Auguri di buon lavoro.
Nuova segreteria per il PD di Vignola. Ma senza segretario! Intanto però il congresso “slitta” al 2015, dopo essere stato annunciato per l’autunno 2014. E’ un ulteriore segno di debolezza del PD cittadino (segno che il futuro nuovo segretario non è ancora stato individuato da “chi conta”). E’ quanto apprendiamo da un comunicato del PD provinciale. Eccone il testo:
“Paola Covili, Massimo Dragonetti, Daniela Gozzoli, Rossella Masetti, Daniele Mislei, Giuseppe Novembre e Niccolò Pesci: questi i nomi che compongono la nuova segreteria del Partito democratico di Vignola definita nel corso del direttivo del 23 luglio scorso. Un primo importante passo che il Pd di Vignola compie dopo la sconfitta elettorale di giugno, dimostrando un alto senso di responsabilità verso i propri elettori e una gran voglia di ricostruire un rapporto di fiducia e collaborazione con tutta la città.
Il Partito democratico di Vignola riparte di slancio dopo il partecipato direttivo di mercoledì scorso, 23 luglio, dal quale é emersa la nuova segreteria (in ordine alfabetico): Paola Covili, Massimo Dragonetti, Daniela Gozzoli, Rossella Masetti, Daniele Mislei, Giuseppe Novembre e Niccolò Pesci. Squadra che affiancherà Enrico Campedelli nel lavoro di ripresa dell’attività politica post-elezioni e che nei prossimi giorni individuerà un coordinatore-portavoce, in attesa del congresso fissato per il prossimo anno, quando saranno eletti il nuovo segretario e la nuova segreteria. É il primo importante passo che il Pd di Vignola compie dopo la sconfitta elettorale del giugno scorso, dimostrando un alto senso di responsabilità verso i propri elettori e una gran voglia di ricostruire un rapporto di fiducia e collaborazione con tutta la città. La segreteria si é riunita nella mattinata di sabato, 26 luglio, per definire il programma di lavoro dei prossimi mesi: dal lavoro a stretto contatto con il gruppo consigliare alla creazione di gruppi di lavoro tematici, dalla definizione di un calendario di iniziative pubbliche ad incontri con tutti i principali attori della città (associazioni, scuola, sanità, commercio, …), senza dimenticare la riorganizzazione della comunicazione interna ed esterna, il tesseramento, la festa provinciale e le imminenti elezioni regionali.”