In questa prima fase della campagna elettorale, in attesa di sapere quali idee i diversi candidati proporranno per il governo della città, alcuni elementi saltano all’occhio. Singolare, ad esempio, è la posizione del PD. Il partito si trova imbarazzato dall’amministrazione Denti (PD anch’essa? verrebbe quasi il dubbio) relativamente a cui non ha il coraggio di evidenziare i meriti (temendo di doversi sobbarcare gli ancora maggiori demeriti). E, inoltre, compone una lista (quella PD!) che è un “misto mare” (per usare un’espressione di Giorgio Cerè, capolista della lista alleata La Vignola che vogliamo). Sì, forse è meglio riflettere su quanto emerso sinora e porre qualche interrogativo.
[1] Il primo dato da cui partire è un dato davvero eclatante. Vignola è uno dei pochissimi casi in cui il sindaco PD, dopo il primo mandato, non si ricandida. Una scelta frutto del pressing interno ed esterno per lo scarsissimo appeal del sindaco uscente (certificato dal famigerato trevirgolacinque: vedi). Ricandidare Daria Denti avrebbe significato compromettere le chances del PD. E’ un dato eclatante! Ma chiaramente il PD ha tutto l’interesse a non tematizzarlo. A farlo uscire dalla pubblica attenzione. Eppure le cose sono andate esattamente così: una delle peggiori amministrazioni nella storia vignolese. C’è nessuno che se ne assume la responsabilità? Possibile che il PD non senta il dovere di spiegare alla città cos’è andato storto? Possibile che pensi di cavarsela con la candidatura di Giancarlo Gasparini che le è stato al fianco per i 4/5 di questa legislatura? (ovvero fino a quando l’affaire Manfredi ha fatto saltare tutto: vedi).

Giancarlo Gasparini e Daria Denti in occasione della prima seduta del consiglio comunale (foto dell’11 luglio 2009)
[2] Il giudizio sull’amministrazione del sindaco Daria Denti è così controverso che imbarazza pure il PD. E’ singolarissimo, ad esempio, che l’attuale candidato sindaco del PD non citi mai l’eredità dell’amministrazione Denti. Ovvero quell’insieme di cose realizzate nel corso della legislatura 2009-2014. Il fatto è che è un’eredità composta di cose fatte bene (poche), ma soprattutto di cose fatte male o non fatte affatto (tante). E così il PD ed il suo candidato sindaco non sanno bene come “trattare” questa ingombrante eredità. Vorrebbero nasconderla come polvere sotto il tappeto. Vorrebbero toglierla da sotto gli occhi degli elettori. Invitano a non parlare del passato (evitano di assumersi responsabilità e di rendicontare – elementi fondamentali di ogni democrazia) e promettono che in futuro sapranno fare meglio. Eppure proprio questo partito, con i suoi silenzi imbarazzati (e imbarazzanti), con le difese d’ufficio al sindaco in carica e ad ogni suo atto (in consiglio comunale e sulla stampa), con l’incapacità di offrire anche solo un po’ d’informazione “viva” e di dibattito vero sui temi più importanti alla città, ha inferto in questi cinque anni una “sofferenza” non piccola a Vignola, ai suoi cittadini, ai suoi giovani – pensiamo a vicende quali un PSC non terminato dopo ulteriori cinque anni (vedi), la solita triste occupazione delle istituzioni (vedi), lavori pubblici realizzati senza costrutto (come il parco di via di Mezzo: vedi; o la “sistemazione” di via Libertà: vedi), una città lasciata andare in progressivo degrado (vedi), una “partecipazione” usata solo a fini di marketing (vedi), un’Unione Terre di Castelli politicamente dissestata (come la vicenda statuto ha reso evidente a tutti: vedi). Eccetera.
[3] Le primarie del PD hanno selezionato Giancarlo Gasparini come candidato sindaco. Come dissi allora (vedi) si tratta del candidato che, dei tre partecipanti alle primarie, ha effettivamente più chances. Pediatra stimato e impegnato da tempo nella parrocchia di Pratomavore, era la persona più conosciuta e socialmente riconosciuta. Anche oggi è questa la sua principale forza. Ma siccome non è nuovo del mestiere (era già in giunta con Gino Quartieri nel 1990!) i cittadini vorrebbero giustamente sapere qualcosa di più sulle sue realizzazioni da amministratore e politico. Ad esempio, per stare ai fatti più recenti, delle cose realizzate da presidente del consiglio comunale dal luglio 2009 al giugno 2013 (a fronte di una indennità di carica percepita di circa 68mila euro lordi complessivi). Siccome a me non viene in mente nulla, attendiamo sue indicazioni in merito.
[4] Ultimo elemento che colpisce è la lista dei consiglieri PD, presentata pubblicamente nei giorni scorsi. Si stenta a riconoscerla come una lista PD (e magari per qualcuno questo è un titolo di merito!). Sembra invece proprio un “misto mare” (per usare le parole, non certo complimentose, con cui Giorgio Cerè, coordinatore della lista La Vignola che vogliamo, alleata al PD, ha etichettato l’aggregazione civica che sostiene Mauro Smeraldi). Del gruppo consiliare uscente è confermata una sola persona (Daniela Gozzoli). Quasi nessuno che abbia “esperienza” o competenza politica-amministrativa. Insomma, il forte rinnovamento ha forse garantito un po’ di entusiasmo, ma pagando un prezzo non indifferente in termini di capacità di visione, competenza amministrativa, conoscenza dei problemi e dei progetti per la città. Sembra quasi di assistere alla rivendicazione dell’inesperienza come valore (come usa fare il M5S)! La parola “partito” oggi suona male. Ma se partito dev’essere (parliamo del PD, in fondo) è perché esso garantisce alcune funzioni: la formazione del personale politico-amministrativo, una certa continuità negli orientamenti (l’immagine più efficace è quella – purtroppo non riscontrabile nella realtà – del “partito palestra” di Fabrizio Barca: vedi). Invece il PD vignolese ha adottato una diversa strategia. Quella del camaleonte. Si è mimetizzato da “lista civica”. Un segno dei tempi?
SIAMO CAMALEONTI; ECCOCI QUA.
Io vengo addirittura da fuori comune, mandato dalle oscure forze del male della Cavazzona per tentare di fermare il “rinnovamento” del mio caro compagno di liceo Mauro Smeraldi. Per farlo sono entrato nella lista La Vignola che vogliamo, che sostiene Gasparini a Sindaco. Almeno noi abbiamo avuto il pudore di stare fuori per vent’anni dalla politica, dopo che Tangentopoli aveva promesso un futuro radioso, Un futuro radioso tradito proprio dall’incapacità al disegno di lungo termine di quella parte che Smeraldi rappresenta (ricordiamoci di come sono caduti i governi di sinistra faticosamente costruiti contro Berlusconi). E cosa ci è saltato in mente, di rientrare e di prenderci la briga di di mettere la faccia nel circolo PD ? Ci è successo di votare prima Renzi e poi Gasparini (e poi voteremo Bonucchi per La Vignola che vogliamo), a meno che la nostra storia professionale non ci faccia diventare all’improvviso degli incompetenti.
Attenzione, in 30 anni di mestiere abbiamo capito bene i meccanismi che tengono lontani i cittadini dalle decisioni . E questo ruolo (di traduttori di lingue difficili) cercheremo di ricoprirlo a favore di quanti sono oggi costretti ad aspettare le decisioni calate dall’alto. Ricordo a Paltrinieri che molti centri di potere sono vecchi di alcuni decenni e sono molto più vicini a Smeraldi di quanto possa sembrare (e ciononostante hanno fallito nel realizzare proprio il principio della partecipazione). La società è cambiata più velocemente di quanto le liste antagoniste possano pensare; noi vogliamo discutere il PAL, non aspettare che ce lo sottopongano.
Noi siamo camaleonti, che lentamente vengono a riprendersi il loro ruolo di cittadini, anche cambiando colore se questo serve a migliorare l’amministrazione (e perchè no anche il partito; noi non siamo il partito palestra di Barca e neppure l’antipalestra di Bersani, – siamo la LIsta per La Vignola che vogliamo – e sta a vedere che su questo entusiasmo si ricompatta la gioiosa macchina da guerra !), E non siamo gli unici camaleonti, visto che il curatore del blog viene dal PD, è iscritto in un lontano circolo PD (come me) ed è stato consigliere, vice.sindaco, assessore proprio per il PD.
Conosco molti della lista Smeraldi e prima di tutto li rispetto, ma hanno una differenza: sono fermi da mezzo secolo sulla teoria, noi cambiamo colore da una vita e adesso abbiamo un verso, una direzione in cui andare. La “mobilitazione cognitiva” la facciamo noi, attraverso il coinvolgimento di persone nuove, nel segno di semplificazione, trasparenza, sviluppo, integrazione e tolleranza. Domani, non nella prossima vita.
Caro Andrea,
ti ringrazio per il tuo post “camaleontico”, perché mi concedi l’occasione di puntualizzare una serie di questioni che molti in città già sanno e che mi sento in dovere di estendere alla qualificata platea del tuo blog.
Parlando per la prima volta a casa tua direi di iniziare con le buone maniere. Breve presentazione:
mi chiamo Massimo Dragonetti, 39 anni libero professionista, sassolese di nascita, dal 2007 felicemente e orgogliosamente vignolese. Sono da sempre impegnato nel volontariato (sociale, culturale, cooperazione internazionale), nella politica (ho ricoperto diversi ruoli SG, PDS, DS, PD), nella scuola (sempre stato rappresentante genitori nelle scuole dei miei due figli) e sono uno dei candidati “civici” nella lista PD.
Premetto che solitamente riesco ad avere il dono della sintesi, ma per te farò un’eccezione 😉
[1] SI, L’AMMINISTRAZIONE DENTI HA DELUSO, MA ADESSO SI CAMBIA MARCIA
Nascondersi dietro a un dito non è mai una gran strategia, quindi vediamo di chiarire alcune ovvietà sulla rinuncia alla corsa del sindaco uscente Daria Denti.
Che più di qualcosa sia andato storto è, come dicevo, ovvio.
Certo sono state fatte cose positive, ma ho come l’impressione che la tua attenzione sia catturata da quelle negative. Ti rivelerò un segreto: anche io guardo sempre prima alla cose che non vanno. Per provare ad aggiustarle però. Quindi diciamo le cose come stanno.
L’Amministrazione Denti è stata caratterizzata da una forte chiusura, da un arroccamento attorno alla regina, da una scarsissima capacità di ascolto, confronto e partecipazione.
E’ vero che ha fatto cose positive e negarlo sarebbe intellettualmente disonesto.
Ma ha deluso. Punto.
Per questo adesso si cambia marcia.
Per questo chi sostiene Giancarlo Gasparini parla di TRASPARENZA, APERTURA, ASCOLTO, COLLABORAZIONE, PARTECIPAZIONE. Così, giusto per fare un esempio…
[2] CHI SBAGLIA PAGA E I COCCI SONO…DI TUTTI – ADESSO PENSIAMO ALLA VIGNOLA DEL FUTURO
In politica chi sbaglia non sempre paga…
Lei, seppur tardivamente, i suoi errori ha iniziato a pagarli e credo sia un segnale di rinnovamento anche questo.
Il fatto che un sindaco donna, giovane, competente non corra per il suo secondo mandato è emblematico, ma la richiesta di cambiare marcia è stata talmente forte da ribaltare il tavolo, da riaprire le porte e le finestre per far entrare aria nuova, fresca, energia, entusiasmo, competenza, passione.
Noi della nuova lista PD che sostiene Giancarlo Gasparini siamo qui proprio per questo.
Per riconoscere ed archiviare gli errori del passato, ma SOPRATTUTTO per RAPPRESENTARE, DISEGNARE, PROGETTARE e REALIZZARE insieme a tutti i vignolesi la VIGNOLA DEL FUTURO.
[3] GIANCARLO GASPARINI A FIANCO DI DARIA DENTI? AHAHAHAHAH…
Giancarlo Gasparini è stato al fianco di Daria Denti per 4/5 di legislatura solo perché le sedie in sala consigliare sono vicine!
La distanza politica tra Giancarlo Gasparini e Daria Denti è più che evidente. Lo dicono la sua storia, la sua attività politica, il suo ruolo di garanzia in consiglio, lo dicono le sue rumorosissime dimissioni dalla presidenza del consiglio comunale a chiusura di un’ulcera politica perforante che non si poteva più sopportare (tra l’altro dimissioni molto apprezzate da chi all’opposizione fa di cognome Smeraldi).
Ricordo a tal proposito che Giancarlo Gasparini da presidente del consiglio comunale è riuscito a garantire che le risposte alle interrogazioni venissero date entro i termini previsti dalla legge(30gg), cosa non di poco conto in un contesto in cui regnavano un silenzio e una lentezza imbarazzanti. Noi vogliamo dire fin da ora che nella nuova amministrazione, fin dalle nomine dei ruoli di garanzia, si dovrà agire per garantire questa correttezza istituzionale, senza più forzature, perché questo è il vero sale della democrazia.
Certo lasciami aggiungere che nonostante le grandi differenze, Denti e Gasparini sono uniti da valori universali ed irrinunciabili come circondarsi e lavorare per il bene comune insieme a persone che difendono l’Italia unita, la Costituzione Repubblicana antifascista figlia della Resistenza e della guerra di Liberazione e non la Padania e i padani golpisti serenissimi costruttori di carri armati, affamati di rivoluzione con le mutande verdi pagate da noi contribuenti.
E che il candidato Smeraldi si sia seduto, tra gli altri, a fianco della Lega civicamente mascherata del consigliere leghista Simone Pelloni secondo me è molto peggio!
I vignolesi hanno ben poco da stare serenissimi…
[4] IDEE, CONTENUTI, FATTI CONCRETI – NOI ABBIAMO GIA’ INIZIATO
A Vignola non servono le polemiche, i pettegolezzi, gli scontri in punta di fioretto.
Servono i fatti. Serve pensare al futuro e non rimuginare sul passato.
Negli incontri che stiamo facendo in questa campagna elettorale stiamo parlando di SEMPLIFICAZIONE e SBUROCRATIZZAZIONE della macchina comunale, di RIDUZIONE DEI COSTI, di MANUTENZIONE della città a partire dal VERDE pubblico, di LAVORO, di SCUOLA, di CULTURA, di ASCOLTO, di PARTECIPAZIONE, di LEGALITA’, di SICUREZZA,…e di molto altro ancora.
Non sono i soliti slogan, caro Andrea.
Vuoi un’esempio?
Giancarlo Gasparini ha già detto pubblicamente che se diventerà sindaco la prima cosa che farà sarà ridursi lo stipendio del 50%. Perché questa per noi è la politica, quella vissuta come servizio e non come professione. Non cambierà il bilancio comunale, è vero, ma è un segnale, forte e chiaro, che è ora di cambiare.
“Combatteremo conto la casta!”, disse il giovane notaio pensionato, che di caste s’intende…
Noi abbiamo già iniziato… 😉
Vuoi un altro esempio?
Abbiamo detto, ripetuto e non ci stancheremo mai di ripetere che Vignola non ha bisogno di costruire più case! ZERO CONSUMO DI TERRITORIO. Ma ZERO DAVVERO!
C’è bisogno di riqualificare l’esistente, di combattere l’illegalità, di stimolare i proprietari affinché si impegnino ad ampliare l’offerta casa per i giovani, per le famiglie, per le fasce più bisognose, grazie ad una rimodulazione più equa delle leve fiscali che agevolino chi affitta, magari ad un prezzo calmierato, e che recuperino gettito da chi invece tiene le proprietà vuote e sfitte. Si chiama legalità, equità.
Come vedi anche qui noi abbiamo già iniziato.
Prima dicevo della casta dei notai. Potrei aggiungere:
“Basta costruire a Vignola”, disse il costruttore candidato civico che ha costruito più di tutti a Vignola negli ultimi 20 anni…lui che di costruzioni s’intende.
Scusami, faccio una pausa, mi viene il rogito…;)
Potrei continuare, ma preferisco fermarmi qui. Per due motivi:
1 – perché so che c’è già qualcuno pronto a dire che stiamo copiando un compitino in classe fatto da altri 😉
2 – perché non amo le polemiche, preferisco restare sui fatti.
Nel PD, ma soprattutto, in città è cambiata aria.
Ed è proprio quest’aria di cambiamento e rinnovamento che ha creato le basi per comporre una lista PD molto più “civica”, più vicina ai cittadini, alle famiglie, alle professioni, alle tante anime della città.
Come forse non si era stato in grado di fare nel passato.
Tra l’altro un renziano della prima ora come te non può nascondere che siamo in presenza di un grande cambiamento, sia a livello nazionale che a livello locale, e che l’esigenza di cambiare verso sia solo il primo passo per un lungo e faticoso percorso di riavvicinamento tra cittadini e politica.
Non esiste un civismo di serie A e uno di serie B.
Esiste l’impegno politico per il bene comune, sincero, onesto, trasparente, senza secondi fini, nell’interesse di tutti in città, a partire dalle fasce più deboli.
Trovo tutto sommato divertente che si accusi Giancarlo Gasparini e la lista PD di tatticismo e camaleontismo, quando da altre parti si propone -continuando con le metafore culinarie- una ricetta con ingredienti incompatibili tra di loro.
TORTA CIVICA – ingredienti per 4 persone:
500 gr di farina del sacco di Vignola Cambia, 100gr di burro Rubbiani, aggiungere due uova belle grosse di destra populista, un pizzico di SEL, aggiungere un po’ d’acqua (pubblica, sono d’accordo), mescolare tutto ed amalgamare il composto con la Lega, che di solito lega solo con chi gli lascia giocare alla Padania.
Vignola non ha bisogno di questo.
Questa è la politica dell’aprire il frigorifero e prendere quello che c’è pur di mangiar qualcosa.
Questo si che vero camaleontismo.
Questo è voler indorare una pillola che sa di supposta.
Qui non si parla di tattica caro Andrea, ma di cambiamento reale, di qualità, di fatti.
Avrai notato che la nostra lista PD è stata annunciata, con nomi e cognomi, età e professioni.
Le nostre facce sono in giro per la città e i nostri curricula, sempre per essere trasparenti prima di tutto, verranno resi pubblici questa settimana sul sito del PD e sui vari profili Facebook, giusto il tempo di raccoglierli tutti.
Chiunque può accusarci di essere troppo “civici”.
O troppo poco. O medi.
Ma noi ci siamo.
Con le nostre facce, le nostre storie, con la nostra coerenza.
E le altre liste che corrono per le elezioni?
Chi sono?
E la lista civica che sostiene Smeraldi?
Chi siete? Da dove venite? Cosa portate?
Un fiorino!
Anzi, un Fiorini 😉
Io penso che fin da subito, senza aspettare il 26 maggio, sia indispensabile lavorare per riprendere in mano le tante cose lasciate a metà e ridare forza all’azione di governo di questa città.
C’è tanto da fare, quindi:
bando alle polemiche e sotto coi fatti.
Noi abbiamo già iniziato 😉
Un caro saluto,
Massimo Dragonetti
Non credo di conoscere Massimo Dragonetti e non credo che saprei intervenire con piena competenza nel dibattito che sta interessando la tornata elettorale vignolese.
Mi sento però, con molta serenità, di consigliargli un qualche approfondimento a proposito della Costituzione e del dibattito in corso (revisione articolo 138; Senato, per esempio) andandosi a leggere , ad esempio, “un certo” onorevole Tocci.
Per evitare poi eccessi di personalizzazioni potrei portare esempi in cui lo stesso politico, poniamo un leghista di mia conoscenza, è stato esaltato o demonizzato a seconda dello schieramento in cui compariva.
Infine sui beni comuni mi auguro davvero di trovarlo al mio fianco, ma non solo per brindare a corsa finita.
Dimer Marchi.
Caro Andrea,
vorrei commentare questi interventi che non trovo nemmeno spiritosi.
Primo perché chiamano “civiche” le loro liste di persone nominate dal candidato sindaco, ma tant’é oggi va di moda così, l’ha insegnato Berlusconi. Infatti diverse persone mi hanno chiamato per dirmi di aver ricevuto al telefono la richiesta di Gasparini di candidarsi; in effetti è un metodo perfetto di selezione.
Secondo perché il rinnovamento consiste nel trasformare il pd nel pdc: partito della democrazia cristiana. Oggi ho visto che Giordano Succi autenticava le firme circondato da tanti vecchi democristi o ex forzisti (Dragonetti, sei di Sassuolo, fidati che è così). Mi ha fatto effetto, ma anche un po’ di tenerezza per la storia da onesto comunista di Succi.
Terzo, lo dico sempre per il buon Dragonetti che non sa, Gasparini è al potere da più di vent’anni. Nessuno però ricorda una sua idea eclatante o un’azione significativa. Dimettersi per prepararsi giusto in tempo alla corsa per fare il sindaco e prendere pubblicamente le distanze dalla Denti non lo vedo come una gran cosa. Io lo chiamo opportunismo.
Quarto. Rimproverare ad un notaio di fare i rogiti è come rimproverare ad un medico di prescrivere farmaci. Leggo solo una gran malafede e molta semplicità di idee.
Quinto. Ha fatto ridere tutti la dichiarazione di Gasparini (rispetto al lascito all’Ausl del terreno tra la Coop e la Circonvallazione) che si impegnava a far rispettare la volontà testamentaria di donazione verso l’ospedale. Non c’è bisogno che si sforzi: è già stato deciso così. Anche noi prometteremo di impegnarci affinché il fuoco bruci e il ghiaccio raffreddi. E ridursi lo stipendio da sindaco è un altro annuncio dell’ovvio: per chi continua a fare il suo lavoro è sempre stato così.
Sesto, oggi Gasparini promette partecipazione e trasparenza. Non è credibile. Non l’ha fatto quando aveva tutto il potere per farlo, farne ora una bandiera ha tutta l’aria di una rincorsa alle nostre liste civiche (vere e non “farlocche”). Noi di “Vignola per tutti” ci siamo dal 1995, la nostra storia parla per noi.
Settimo, trovo che le dichiarazioni dei due candidati siano prive di fair play, però capisco che essere lì, nel partito, e perdere il potere dopo settant’anni può dare alla testa.
Ciao, Marco.
Mi sento di rispondere al Sig Dragonetti invitandolo ad informarsi prima di fare delle domande chiaramente retoriche. Io, insieme ad altri ho fondato la lista Vignola per Tutti che per due legislature è stata presente in consiglio comunale. C’è stata con ONESTA’ impegno e con un grande lavoro di critica costruttiva, cercando di analizzare in profondita il bilancio comunale e di fare i rilievi necessari alle varie proposte della maggioranza quando queste potevano essere migliorate e rifiutandosi di votare gli ordini del giorno di natura politica da chiunque presentati. Ci siamo occupati di Vignola! Si informi.
Caro Massimo, cercando di contenere al massimo la lunghezza delle risposte:
[1] E’ la schizofrenia del PD a cui tu partecipi. C’è una parte del PD che pensa che l’amministrazione Denti sia stata la migliore ed un’altra parte (forse oggi maggioritaria ed a cui tu appartieni) che pensa che invece abbia manifestato gravi carenze e che comunque abbia deluso. Ma quello che scrivi tu qua, il tuo giudizio, è assai diverso da quanto il sindaco ha scritto nel suo bilancio di mandato 2009-2014 e che verrà, in un qualche modo, consegnato ai cittadini. E’ troppo chiedere al PD di parlare UNA lingua chiara? Ad esempio di approvare un documento di valutazione dell’amministrazione uscente? Di assumersi la propria responsabilità di fronte ai cittadini dicendo cosa va bene e cosa non va bene di quanto realizzato dall’amministrazione Denti? Insomma, è in corso un processo di apprendimento (mobilitazione cognitiva) o si tratta di semplice opportunismo? Un partito dovrebbe essere in grado di fare questo, altrimenti è peggio di un’armata brancaleone.
[2] Chi sbaglia paga … è un sano principio. Ma ha sbagliato solo Daria Denti o ha sbagliato un partito incapace di percepire gli errori dell’amministrazione e dunque per un’intera legislatura acquiescente? (Gasparini solo per 4/5 – non è un gran titolo di merito) E chi risarcisce la città degli errori fatti? Delle risorse male allocate o della fiducia nelle istituzioni consumata? Insomma, non ci vedrei proprio nulla di male nel fatto che a “pagare” fosse chiamato proprio il PD. Anzi, sarebbe solo il segno del fatto che vige un principio di responsabilità.
[3] Il mio giudizio su Giancarlo presidente del consiglio comunale è diverso dal tuo. Per me non ha fatto nulla di significativo. Ma questa diversità di giudizio non riflette tanto una nostra diversa collocazione “politica”. Ma piuttosto una diversa consapevolezza su cosa dovrebbe fare un presidente del consiglio in questi tempi di sfiducia verso la politica (insomma, mi sembri un po’ sprovveduto). Come sono state spese le risorse a disposizione del presidente del consiglio? Cosa è stato fatto per avvicinare i cittadini all’organo politico di rappresentanza? Cosa è stato fatto in termini di trasparenza, di informazione ai cittadini? Quante e quali sedute consiliari “aperte”? Quante iniziative nei quartieri? E potrei proseguire ancora per parecchio. L’impegno a contenere i tempi di risposta alle interrogazioni in 30 giorni (come prevede la legge, non il bon-ton) è davvero pochino. Ridicolo farne un titolo di merito.
[4] I fatti? Avete già iniziato? Al momento ci sono solo chiacchiere, Massimo. Il cambiamento reale, in politica come nella vita, prima lo si fa, poi si può parlarne (ed intestarsi i meriti). Voi siete ancora all’annuncio (e di che cosa non si sa ancora bene). Avete fatto dei fatti sul PSC? Ma quali, Massimo? Suvvia. L’atto di indirizzo che ha approvato nei giorni scorsi il gruppo consigliare PD (e che prevede ancora la possibilità di consumo di territorio) questo è un “fatto”. Altro che stop al consumo di territorio! Le tue sono chiacchiere – al momento. E la “lotta contro la casta” che tu citi come fatto è semplicemente ridicola: che cosa giustifica il fatto che il presidente del consiglio comunale prenda 68mila euro lordi (euro più, euro meno) nei primi quattro anni di questa legislatura? Forse la mole di lavoro (assolutamente non paragonabile a quella di un assessore!) che è chiamato a svolgere? E il fatto che Giancarlo si sia mantenuto l’indennità intera (come se quello di presidente del consiglio fosse per lui un lavoro esclusivo) è lotta alla casta? Vabbé. Ne riparliamo quando sai ciò che dici. Evidentemente l’entusiasmo non basta.
Degli aspetti di folklore, ampiamente presenti nel tuo commento, preferisco non occuparmene. Solo una cosa che ho trovato particolarmente sgradevole: il giocare sull’equivoco, ad esempio tirando in ballo la professione di Mauro Smeraldi o di Francesco Rubbiani. Ho già risposto su quest’ultimo punto a Rossella Masetti e qui per comodità ripeto: “Perché il consumo di territorio lo fanno le regole urbanistiche (dunque il PRG vigente o il PSC in fase di predisposizione), non imprenditori locali che svolgono la loro attività all’interno del quadro normativo approntato dagli amministratori cittadini. E’ dunque troppo facile imputare a loro il “consumo di territorio”, quando invece si tratta di responsabilità in capo agli amministratori PD di questa città.” Questi sarebbero i fatti.
Bè, dovendo dirla tutta, la camaleonticità è una caratteristica del PD Vignolese. Allora, alla cena di sostegno hanno brillato, nell’ordine
1 l’Onorevole Richetti, il quale ha definito la lista un 3 per 2. Che fa sei, per la cronaca
2 E’ stato grottesco , ma illuminante, vedere l’ex sindachessa che , dopo aver fatto l’impossibile per contrastare Gasparini, ora appare in ogni dove pronta a levare il suo scudo in sua difesa.
Dopo la sconfitta, doppia, ha dovuto rimettere le penne al loro posto. La vita è dura, la coerenza rara, e nel dopo politica un posto di lavoro andrà ben trovato. O no? E dunque sia tutti dentro, nel tentativo di piazzare lei e i suoi ragazzi da qualche parte. Chissà se dopo la fine di Maggio, di questo mescolamento di ingredienti insipidi ne faremo definitivamente a meno.
Il rinnovamento consiste nel trasformare il pd nel pdc: partito della democrazia cristiana. Oggi ho visto che Giordano Succi autenticava le firme circondato da tanti vecchi democristi o ex forzisti (Dragonetti, sei di Sassuolo, fidati che è così). Mi ha fatto effetto, ma anche un po’ di tenerezza per la storia da onesto comunista di Succi…
Potrei essere d’accordo con Sirotti… ma per motivi diversi dai suoi… Questo maquillage ci fu chiesto dagli elettori nel 2009 candidando me, come Marco ben sa anch’io venivo dall’oratorio laico… e candidando gente moderata in Vignolanoi. Queste esigenze espresse dall’elettorato non furono rispettate nella composizione della giunta, poi in seguito nelle politiche culturali, vedi nomina Fondazione quindi… Quindi bisogna essere coerenti con le scelte fatte in passato per il bene della sinistra e della democrazia cittadina. Quindi se il rilancio della sinistra vignolese dovesse passare anche attraverso la sconfitta e la vittoria di un moderato come Smeraldi io non sarei più di tanto angosciato. Essere di sinistra dovrebbe essere una questione culturale e non un semplice fatto di poltrone o di visibilità pubblica.
Inoltre tengo a precisare come Marco ha ben capito il dibattito politico dal 2009 ad oggi é cambiato; il PD locale non vorrei che cercasse di rispondere all’esigenze degli elettori 2009 (cosa in cui non si mostrarono particolarmente brillanti… ma alla fine meno arrabbiati di quelli odierni…), dimenticando quelli del 2014 per essere sempre fuori tempo, come é da un pò abitudine di una parte della sinistra nostrana.
Caro Andrea, capisco il momento elettorale, però sembra non la si trovi mai pari. Nella lista del PD sono tutti nuovi tranne la molto stimata Daniela Gozzoli. Giudizio: troppo nuova e inesperta. Intanto devi considerare che, a parte alcuni (presenti più in altre liste in verità) che vorrebbero sempre esserci le persone capaci e perbene spesso dopo un esperienza da consigliere comunale rispondono con un “ho già dato grazie”. Faccio qualche esempio per tutti come il bravo dott. Castagnini o lo stimato Succi. Sinceramente la lista del PD invece mi pare un ottima lista, ricca di esperienze e sensibilità, piena di gente disinteressata che pensa con la propria testa, se non fossi schierato con Smeraldi penso lo dovresti riconoscere anche tu cliccando su “Mi piace”. Che Marco Sirotti giocando a confondere tra lista PD e lista civica a sostegno di Gasparini veda la democrazia cristiana mi sembra il sintomo di una certa difficoltà a collocare politicamente se stessi. Io continuo a rispettare Smeraldi anche se si candida in contrapposizione al candidato del PD, se io ho fatto il sindaco è perché lui prima di me dovette rinunciare a causa del proprio lavoro alla candidatura a sindaco offertagli dal centrosinistra, mi sembra però abbia prevalso come collante delle liste che lo sostengono, la voglia comunque di dare una lezione storica al PD locale. Intendiamoci, a volte le lezioni servono e i bagni di umiltà ancor di più, a tutti, me compreso, per tornare al livello dei cittadini, ma la realtà cambia velocemente e fortunatamente il PD è ancora vivo e cambia con essa. Il Pd locale a cui si vorrebbe dare una lezione, se è esistito nella forma che ognuno gli dà, non c’è più, travolto dal cambiamento indotto da Renzi, travolto da un amministrazione che non è stata capace di costruire un rapporto con la città e che ha pensato di nascondere il problema annullando il partito su se stessa, emarginando il dissenso. Certo che alla fine i nodi vengono al pettine e l’amministrazione ha pagato quel che doveva, con lo stop al primo mandato, non penso tu avessi in mente l’impiccagione sulla pubblica piazza. Nessuno della passata giunta e del passato consiglio è in lista. Il PD a cui dare la colpa lo cercano tutti, lo cerca Daria Denti che pensa che il suo insuccesso sia dovuto al fatto che il PD non l’abbia sostenuta, lo cerchiamo io e te, che avevamo la speranza di un forte cambiamento della politica e dei suoi metodi e abbiamo dovuto aspettare Renzi per vedere avviato il processo di cambiamento. Lo cerca Rubbiani che aspirava a fare il sindaco nell’ultimo mandato di Gino Quartieri e il partito glielo negò. Fu costretto a reinventarsi un lavoro dalla sera alla mattina e si mise a fare l’immobiliarista, sicuramente con maggiore soddisfazione economica di quanto se ne possa avere facendo il sindaco. Lo cerca Sirotti che vorrebbe sconfiggere il nemico di sinistra di sempre. Lo cerca la Lega che è arrivata ad un soffio dal riuscire a batterlo e poi si è sgonfiata inesorabilmente. Lo cercano gli ambienti verdi e di un estrema sinistra che soffrono da sempre un PD di governo che non presta sufficiente attenzione ai movimenti. Lo cercano i Grillini che non esistono senza un partito simbolo da demolire. Lo cerca Smeraldi, anzi lo ha cercato nella passata legislatura e non trovandolo ha deciso di combatterlo, proprio oggi che forse dovrebbe ammettere che il nuovo volto del PD non gli dispiace. A me quel PD sembra uno, nessuno, centomila, se lo trovate bruciamo in piazza l’arroganza di quel potere e di quel modo di intendere la politica, ma non mi convincete sul fatto che l’attuale lista del PD che si presenta alle elezioni sia qualcosa di assolutamente diverso e nuovo, dentro questa lista ci sono diverse persone che come me e te hanno lavorato per il cambiamento, non facciamogli una colpa se non si sono arresi e ci mettono la loro faccia per proporre un programma di buon governo. Vedi Andrea, anche io mi sono trovato a essere molto critico verso i vertici del PD, devo però ammettere che i meccanismi democratici di un partito sono ancora in grado di sviluppare cambiamenti drastici, i movimenti non hanno ancora garantito la stessa capacità, nascono con un leader e muoiono con quel Leader senza la garanzia della vaccinazione da delirio di onnipotenza che scatta inesorabilmente se non ci sono meccanismi di controllo e di sfiducia sanciti nelle regole democratiche degli statuti. Per quanto nata da un partito malridotto, la lista del PD è un segno inequivocabile di cambiamento, Basterà? Lo spero proprio, farebbe molto meglio a Vignola della caccia alla strega che una volta bruciata, consente di sopire la propria rabbia, ma non costruisce nulla di buono per il futuro, per nessuno, nemmeno per quelli arrabbiati.
Se lasciamo da parte le schermaglie elettorali dobbiamo riconoscere due cose. (1) La prima riguarda il processo di innovazione all’interno del PD. Anche dopo aver letto le tue considerazioni ritengo corretto quanto scritto nel post: “il forte rinnovamento ha forse garantito un po’ di entusiasmo, ma pagando un prezzo non indifferente in termini di capacità di visione, competenza amministrativa, conoscenza dei problemi e dei progetti per la città. Sembra quasi di assistere alla rivendicazione dell’inesperienza come valore (come usa fare il M5S)!” I processi di innovazione, quando sono fisiologici, garantiscono un mix equilibrato tra innovazione e mantenimento, tra inserimento di nuove persone e presenza di persone che per l’esperienza politico-amministrativa fatta garantiscono una base non trascurabile di competenze e capacità. Qui invece si è azzerato. Con l’effetto di portare in consiglio un gruppo quasi completamente privo di esperienza politico-amministrativa. Per un grillino forse questo è un punto di forza. Di certo non lo è per me. A me sembra un elemento di fragilità o comunque di incertezza. Ma non c’é solo questo. Si vede abbastanza bene come la lista sia il frutto di un assemblaggio frettoloso, maturato nel giro di poche settimane. I canali delle conoscenze personali sembrano aver pesato assai di più (ma non poteva essere diversamente, visto che l’operazione di “reclutamento” si è svolta in tempi brevi) che la prova delle “capacità politiche”. Le persone messe in lista, nella maggior parte dei casi, sono persone che si avvicinano adesso per la prima volta all’attività politico-amministrativa (quanti di loro sanno qualcosa dei provvedimenti più importanti approvati dall’amministrazione uscente o in corso di definizione?). Non sono persone (tranne una piccola minoranza) che si sono “preparate” per fare i consiglieri (che vuol dire seguire i lavori dell’amministrazione, analizzare i problemi e le soluzioni proposte, ecc.) e ora vanno a sostituire le “prime file”. Di nuovo, è un segno di un processo di rinnovamento tutt’altro che fisiologico. In cui la componente di incertezza è alta. Non basta dire che si formeranno una volta entrati in consiglio, visto che per apprendere le capacità politico-amministrative di base qualche anno ci vuole (e c’é anche qualcuno che non impara mai …). (2) Ma c’é un’altra cosa che va detta con chiarezza. E riguarda la triste performance del gruppo consigliare uscente. E ciò nonostante alcune persone di indubbia qualità (come Rossella Masetti, Luca Castagnini e, innanzitutto dal punto di vista umano, Giordano Succi – oltre all’attuale candidato Giancarlo Gasparini). Eppure questo gruppo consigliare ha fallito, nel senso che non è riuscito ad evitare il fallimento politico del sindaco Daria Denti. Io che ho seguito con una certa continuità i lavori del consiglio comunale non ho visto alcuna iniziativa significativa, nessun contributo al dibattito (solo qualche intervento di Giordano, ma più sul piano emozionale che dell’argomentazione politica) in grado di superare il ritualismo della contrapposizione di una maggioranza che si è ritenuta autosufficiente ed una minoranza che, pur con tutte le spigolosità, non ha mai rinunciato ad offrire idee (oggi peraltro riconosciute valide dallo stesso PD, almeno a parole – pensiamo al PSC, alla trasparenza, alla gestione rifiuti, ecc.). Insomma io non ricordo alcuna iniziativa minimamente significativa del gruppo consigliare PD in grado di produrre qualcosa di significativo per la città, di produrre qualcosa di tangibile. Ed infatti questo gruppo consiliare passerà alla storia per non essere stato in grado di proporre (o imporre) un tema, un obiettivo, un programma d’azione (alla faccia della funzione di indirizzo che la legge assegna al consiglio comunale). Dico questo per dire che non basta portare in consiglio persone con entusiasmo, animate da buone intenzioni e con competenze di settore. Non basta. Lo testimonia in modo inequivocabile proprio quest’ultima legislatura.
La testimonianza del vecchio vestito da nuovo camaleontico, è chi scrive commenti come questo sopra. Questi ex sindaci, ex funzionari, ex di qualcosa. Tutt’ora sempre e comunque dentro alle cose elettorali del pd. Il nuovo di tanti anni fa. La vera novità non sta in chi viene messo in prima linea, ma chi è dietro. Sugli scaffali c’è merce nuova, ma i commessi sono gli stessi.
Solo ex sindaci caro Bart tutto il resto lascialo stare, anche con un certo orgoglio di averlo fatto con onestà e non dentro le cose elettorali ma dentro un partito in cui credono nonostante tutto, a cui non hanno mai chiesto e men che meno ottenuto, posti, lavori, poltrone etc. e non dietro ma davanti con tutti gli altri. Solo per dare una mano se in alcuni frangenti può essere utile, ma interessati molto interessati al proprio paese e al suo futuro, al paese di cui sono semplicemente cittadino ma ci tengo, se questo è vecchio o nuovo caro Bart poco mi importa, se sei infastidito puoi passare oltre, altrimenti rassegnati al fatto che anche altri hanno delle opinioni e vogliono esprimerle, mettendoci la faccia davanti e non nascondendola dietro uno pseudonimo caro Bartholomew JoJo Simpson
Caro Roberto,
lo sai che non resisto alla tentazione di intervenire quando scrivi tu, nonostante il parere contrario dei chiamiamoli “miei esperti di comunicazione.”
Le reazioni all’articolo di Andrea, che francamente mi sembra uno dei più pacati rispetto al suo standard, sono decisamente esagerate e credo che tradiscano molto nervosismo.
Non mi riferisco alle stranezze ideologiche dell’amico Decenzio, detto Cenzino (io rappresenterei la Parte che ha tradito il futuro radioso dell’Italia (??) e, ancor più, i centri di potere (??) sarebbero a me vicini). E neppure mi riferisco alle invettive e alle offese del Signor Dragonetti, che non ho il piacere di conoscere e con il quale scambierei volentieri due chiacchere.
Mi riferisco invece proprio a quello che hai scritto tu. Perdonami se mi sono impegnato ad analizzarlo: è un esercizio che mi aiuta a non pensare a cose tristi.
a) anch’io stimo Daniela Gozzoli, che pur conosco poco. E’ una delle coraggiose che ha osato in qualche occasione non allinearsi completamente a Daria (voti di astensione). E’ una delle coraggiose che ha messo in discussione la farsa delle nomine in Fondazione. Attento però: non puoi lodarla nella seconda riga e più sotto scrivere che nessuno del passato consiglio è in lista. Viene il dubbio che poi tu non la tenga tanto in considerazione.
b) stimo anche Luca Castagnini e Giordano Succi. Tra l’altro Luca mi ha aiutato professionalmente con grande impegno e attenzione in un momento difficile. E, quanto a Giordano, credo di conoscerlo meglio di te. Di conoscere soprattutto le sue grandi umanità e sensibilità, due qualità rare e, francamente, poco visibili in tanti “compagni” del rinnovamento che sono venuti dopo. Il ridurre poi la loro assenza dalla lista all’essere persone capaci e perbene, e al luogo comune “ho già dato grazie”, mi sembra francamente e propriamente elettoralistico.
c) devo invece ringraziarti per la verità storica che hai ristabilito sulla mia persona. Smeraldi ha rinunciato in passato (due volte) alla candidatura a sindaco offertagli dal centro sinistra a causa del proprio lavoro. E, quindi, aggiungo io, questa volta l’ha accettato perché sta smettendo il lavoro e ha conservato in questi trenta anni una grande passione per la politica e l’amministrazione. Ti ringrazio soprattutto perché mi riferiscono che in ambienti del PD del rinnovamento stanno girando voci strane sulla mia fuoriuscita dal lavoro.
Da sentimentale non posso peraltro non notare, con sincero dispiacere, una certa tua freddezza e lontananza elettoralistica nei miei confronti. L’uso del solo cognome (Smeraldi) e scrivere “io continuo a rispettare Smeraldi…” mi sembra molto riduttivo e ancora una volta elettoralistico.
d) non voglio insistere sulla storia del PD locale sulla quale tu stesso sei molto critico. Certo che un sindaco (DARIA) che fa di tutto per distinguersi da quello precedente (tu) e un candidato sindaco (Giancarlo Gasparini) che fa di tutto per distinguersi dal sindaco precedente (DARIA), dopo peraltro avere votato tutto quello da lei proposto, lasciano molto perplessi.
e) le liste civiche sono nate proprio perché i partiti (per usare un eufemismo) non erano in grado di sviluppare cambiamenti drastici, come tu scrivi. Tu dici che Il PD di Renzi sarebbe già il rinnovamento. Mah. Sorvolando sul fatto che quasi tutti sono diventati renziani (il che non è certo un segno di rinnovamento) Ti invito a pensare, per rimanere sulle vicende recenti, allo svolgimento delle primarie a Modena o alla nomina di Giusti, renziano della prima ora e vice presidente della fondazione di Modena) anche nel consiglio di amministrazione di Hera, con perplessità espresse persino di Emilio Sabatini.
f) il nostro collante è semplicemente quello di volere creare un’alternativa amministrativa a Vignola. Discutiamo di contenuti. I primi che mi vengono in mente sono il PSC (un flop incredibile) e la cultura (ricordi al primo posto nel programma di Prodi?) . Che fine ha fatto a Vignola?
Alla prossima. Molto cordialmente Mauro
Gentile Smeraldi, mi pare di ricordare che è la seconda volta che lei accenna in questo blog al tema della cultura in relazione a Romano Prodi. Ma esattamente cosa intende? Prodi-cultura? Mi sono perso qualcosa…?
Caro Mauro,
se sapessi quante volte sono stato redarguito perché scrivo su questo blog … ma io non riesco a non rispondere, mi sembra una mancanza di rispetto o di coraggio, una mancata assunzione di responsabilità … i “guru” della comunicazione local direbbero di non farlo ma tra tattica e verità preferisco decisamente la seconda.
Quindi ti rispondo, Mauro, a proposito, io scrivo di getto e spesso non rileggo neanche, i maestri delle elementari dei miei figli spesso mi mandano la mail con la correzione della grammatica, quindi lo Smeraldi era elettorale, nel senso del candidato sindaco, mi è venuto così. Il mio intervento era elettorale, nel senso che interveniva su un tema assolutamente elettorale. La parola elettorale è talmente logora che ormai gli si riesce a dare solo un accezione negativa, mentre dovrebbe essere il momento massimo della partecipazione alla vita politica. Quando dico elettorale quindi non intendo falso o esclusivamente tattico, ma intendo difendere e motivare delle scelte convinte ma evidenziare anche i punti di debolezza di coloro che nel momento elettorale sono avversari (non nemici, semplici avversari). Un altra cosa che mi dicono è che sono lungo quanto Paltrinieri infatti non uso twitter, questa è la sola ragione per cui sono stato essenziale nei riferimenti a Luca, Giordano e Daniela, ma ti assicuro che non avrei bisogno di scriverlo, perché c’è una tale stima verso queste persone che le parole diventano un di più, comunque stiamo parlando persone di grandissimo valore. Non avrei nessuna difficoltà a inserirti in questo elenco, ho il rispetto dell’avversario e la stima della tua persona.Quindi rispetto e comprendo le ragioni della tua scelta di candidarti (non te lo avrei consigliato), ma non le condivido, io sento i partiti come strumenti necessari ad una sana democrazia, ho cercato per lungo tempo di cambiarli, ci ho pensato molte volte, ma non riesco ad abbandonare questa battaglia. Ho definito quei partiti anche mafiosi nella concezione della politica, ma continuo a considerarli uno strumento che ci è stato consegnato dai padri fondatori della nostra democrazia e se non funzionano è una nostra responsabilità. Quindi non sono d’accordo con te, con Andrea, con Erio e con altri che stimo che questa battaglia si conduca demolendo questo partito, nemmeno il PD locale, in particolare in un momento così delicato come l’attuale. tu vedi un alternativa per il futuro che ti rassicura? Guarda, se vincesse una lista civica a Vignola non succederebbe niente di sconvolgente, i comuni si sono ridotti ad un attività ordinaria che non ha molte alternative e oggi ancor più nel civismo, manca la voglia e il coraggio di innovare, di fare scelte e di assumersi forti responsabilità di governo. Però il PD di Vignola la propria scelta di cambiamento l’ha già fatta, io sono certo che le persone che sono in lista portano dentro di sé quei valori che tu vorresti che il PD di Vignola recuperasse. Troppo tardi? non è mai troppo tardi per cambiare e imparare dai propri errori, solo l’orgoglio a volte ci impedisce di farlo. Il processo di cambiamento non è concluso, gli episodi che tu richiami delle nomine della fondazione di Modena sono un rigurgito di arroganza di una politica che si considera al di sopra e i cittadini sudditi che digeriranno col tempo qualsiasi cosa. Quindi il cambiamento deve essere continuamente difeso, sostenuto non abbattuto. In realtà a criticare o a demolire le cose si rischia molto poco. Potresti rischiare un po’ di più e sostenere Giancarlo Gasparini… Con sincera stima Roberto
Gentile Ivano,
non accosto Prodi alla cultura perchè lo consideri propriamente un uomo di cultura. E’ perchè nel suo programma al primo posto c’erano scuola e cultura, nella consepevolezza che senza scuola e cultura nulla può migliorare. E soprattutto non si possono assicurare senso civico, idea di comunità, rispetto dei beni comuni, dignità delle persone, ecc… che oggi mancano in modo evidente.
Le faccio due esempi:
– l’assessore regionale alla scuola e lavoro recentemente ha dichiarato che due grandi aziende che si sono insediate in Emilia (Berluti e Toyota) per prima cosa hanno chiesto una scuola (la formazione).
– le pagine culturali del Sole 24 ore (dalla scienza alla letteratura, alla poesia, all’arte) sono le migliori.
Loro sono più avanti
Cordialmente
Mi fa piacere, gentile dott. Smeraldi la sua precisazione. Sulla scuola della Toyota ci sarebbe da discutere. È certo, le pagine della cultura del Sole 24 ore sono ottime, è l’intera impostazione culturale di quel giornale che non va. La sua è una risposta un po’ vaga, se permette, ma sono sicuro che la approfondirà certamente durante la campagna elettorale.
Cordiali saluti
Carissimi Andrea, Mauro e altri supporters,
l’impressione che ho io leggendovi è che la presentazione degli elenchi dei candidati delle liste (PD e civica) che sostengono Gasparini vi abbia creato qualche difficoltà. Secondo me non vi aspettavate che tante persone perbene, capaci, affermate nelle professioni ed impegnate nella comunità (volontariato, scuola, sport, ecc.) accettassero di venire coinvolte. Vedete che queste sono liste “belle” ed “importanti” e la cosa vi preoccupa per l’esito delle elezioni. E quindi a mio giudizio le vostre reazioni sono, perlomeno, un po’ contradditorie.
Andrea accusa che sembrano “liste civiche” (quasi che con ciò affermi che le liste civiche sono qualcosa di negativo?).
La verità è che, come già sottolineavo in un precedente commento, sta succedendo nel PD di Vignola qualcosa di molto importante di cui anche altrove si coglie la portata senza però riuscire a rispondere in modo positivo.
A me non pare che nella lista del PD manchi esperienza politica. Forse manca l’esperienza dell’amministrare. Questa non può però essere di per sé cosa negativa, altrimenti chi sta in minoranza e non amministra non dovrebbe mai poter diventare maggioranza; dovrebbe poter amministrare solo chi lo ha fatto subito prima (o chi lo ha fatto tempo fa). Quanto a esperienza politica a me sembra che il mix della lista PD sia felicemente riuscito. Diverse persone vengono da esperienze di Partito che sono, nonostante la giovane età, pluriennali. Altri sono stati impegnatissimi nelle primarie, sia nazionali che comunali, dimostrando grande capacità di agire e conseguire risultati. Ad essi si affiancano persone che rappresentano il meglio della comunità.
Se non ricordo male anche tu, Andrea, quando cominciasti la tua esperienza nelle istituzioni vignolesi non è che avessi alle spalle una lunga esperienza politica. Qualcuno, allora come ora, ritenne che era importante affiancare a esponenti da tempo attivi nei partiti anche persone politicamente meno esperte ma valide sul piano dell’impegno, delle capacità e della trasparenza. Io sono convinto che sia bene ora e credo tu sappia che penso anche che fu bene allora.
Io, come ti ho già scritto, confesso, Andrea, che non ti capisco più. Mi fa piacere che dichiari di restare una persona di sinistra e che quindi alle europee voterai PD e non, ad esempio, la Lega alleata di Marine Le Pen (a proposito, consentimi l’unica polemica cattiva di questo mio commento: chissà se Pelloni riuscirà a portare Marine a Vignola per l’evento conclusivo della campagna elettorale della sua lista?). Io credo che tu abbia svolto un ruolo importante nella sinistra vignolese, prima all’interno dei partiti e poi tirandoti fuori in un momento in cui le cose non brillavano positivamente. Sicuramente anche la tua azione fuori (come quella di altri, io ad esempio, dentro) ha contribuito a portare ad un cambiamento radicale e, ora che questo si sta realizzando, invece di ritornare e contribuire alla “buona” politica locale, deragli nell’antipolitica; continui infatti a chiedere per il PD un quinquennio di espiazione e di penitenza quasi catartico, come se le colpe dei padri dovessero ricadere sui figli e quindi persone diverse e capaci, alcune anche con esperienza politica, non dovessero essere valutate per quello che sono e hanno da dare (Federico Clò, Jessica Rendina, Niccolò Pesci ed Antonia Zagnoni, solo per fare qualche esempio) ma sulla base di quello che è stato fatto da altri in un’esperienza conclusa.
E passo ad un altro aspetto delle reazioni contradditorie che mi pare di rilevare da parte vostra. Per qualcuno a sostegno di Gasparini ci sono in giro troppi “ex comunisti” e troppi “ex democristiani”; per qualcun altro invece ci sono troppe persone nuove e inesperte. Mi ha colpito in particolare l’intervento di Marco Sirotti. Imparo che anche lui, come me, non ama troppo Berlusconi; questo mi fa piacere. Imparo poi che, siccome io sono un ex-democristiano, un onesto ex-comunista come Giordano Succi dovrebbe vergognarsi di stare con me. Forse manca a Marco un po’ di conoscenza della storia, sia mondiale che italiana. Fino alla caduta del muro è successo che persone che avevano gli stessi valori “di sinistra” (li ho già citati in un altro commento: diritti civili – attenzione verso i più deboli – accoglienza verso gli stranieri – rispetto dell’ambiente – partecipazione democratica) militassero in forze politiche diverse perche avevano una diversa visione delle modalità con cui tradurre questi valori in realtà. Con la caduta del muro queste persone hanno potuto trovarsi assieme e, credimi, è stato come arrivare finalmente e gioiosamente a casa (almeno per me). Io, vecchio ex-democristiano, sono orgoglioso di stare con Succi, vecchio ex-comunista. Ho la presunzione di ritenere che anche Giordano sia orgoglioso di stare con me e veda che, in fondo, abbiamo gli stessi valori.
Il nostro ineffabile “Bart” (quello anonimo, quello che non ci mette la faccia) era forse presente alla cena del’11 aprile a Brodano, a sostegno di Gasparini? O aveva forse un informatore?.
In ogni caso non ha visto (lui o il suo informatore) alcune cose.
C’erano quasi 200 persone, e dico poco
Oltre alle tante persone nuove (quelle che sentono la necessità di un ritorno della “buona” politica locale e accettano ora, a fianco del PD, di iniziare ad impegnarsi in prima persona), c’erano anche tanti esponenti “storici”( qualcuno anche ex-democristiano e qualcuno anche ex-comunista, qualcuno già impegnato nell’amministrazione e qualcuno protagonista da sempre delle feste dell’Unità) che lavoravano per la buona riuscita della serata.
E’ questo lo spirito che fa finalmente nascere anche a Vignola il Partito Democratico come “Partito nuovo” unitario della sinistra italiana: l’inclusività. Dispiace che purtroppo ci siano persone di sinistra che non se la sentono di voltare pagina e raccogliere l’invito che la nuova dirigenza locale sta rivolgendo a tutti.
Per concludere mi associo anch’io all’invito che Roberto Adani rivolge a Mauro Smeraldi, e cioè di rischiare un po’ di più e sostenere Gasparini. Capisco che, al punto in cui siamo, difficilmente possa essere accolto. Lo faccio soprattutto sperando che, quale che sia l’esito delle elezioni amministrative, il prossimo quinquennio possa vedere un importante lavoro di ricomposizione della sinistra vignolese. Io credo che in politica sia necessario avere l’occhio un po’ più lungo rispetto alle amarezze e alle difficoltà del contingente. Penso che, per il futuro dei nostri figli e nipoti (io ne ho), sia indispensabile che esista dovunque in Europa un Partito unitario della sinistra che riaffermi l’importanza di un’Unione diversa da quella attuale senza metterne in discussione l’esistenza (non dimentichiamoci che la mia generazione è, da tempo immemorabile, la prima che arriva a 60 anni senza vedere una guerra europea). Credo anche che in Italia , come penso condivida Andrea, il Partito Democratico debba inevitabilmente essere il punto di riferimento unitario della sinistra futura. Nel nostro piccolo sarà bene contribuire a questo obiettivo anche a Vignola. Nella mia visione, una vittoria delle liste civiche invece di contribuire a questo processo lo renderà difficile, proprio perche si porterà dietro questo alleato di centro-destra che proprio non riesco a digerire. Al contrario una vittoria del PD consentirà alla nuova dirigenza del Partito di continuare da subito un percorso di ricomposizione che, come lo stesso Mauro Smeraldi riconosceva, ha già cercato, pur in ritardo, di avviare.
“Io, come ti ho già scritto, confesso, Andrea, che non ti capisco più.” Partiamo da qui. Primo requisito per comprendere: ascoltare (o leggere). Secondo CERCARE di comprendere. Un maggiore impegno forse aiuterebbe. L’unico punto su cui voglio ribattere in questo commento riguarda la composizione della lista. Non critico il ricambio, il rinnovamento. Ci mancherebbe. Critico la mancanza di equilibrio. La forza di un partito, più organizzato, rispetto ad una lista civica, dovrebbe essere quello di garantire il giusto mix tra conservazione delle competenze accumulate e introduzione di nuove persone, prive di competenza amministrativa (e qui preciso una cosa che sai bene ma che fai finta di non capire: non è che per avere competenze amministrative bisogna essere al governo della città; bisogna invece far parte dell’amministrazione – dunque stare in consiglio – o magari anche seguire la vita amministrativa con continuità). Vedo invece che il PD ha azzerato (non so se per volontà, necessità o altro). E le persone in lista, nella quasi totalità, non hanno queste competenze amministrative. Questo è un elemento di fragilità. O, detto altrimenti, questo non è fisiologico. Non sto ovviamente dicendo che TUTTI le debbano avere (ho parlato di mix, infatti). Ma sarebbe opportuno che un nucleo incaricato anche di “socializzare” gli altri, di facilitare l’apprendimento sarebbe salutare ci fosse. Paradossalmente – ma neanche tanto – queste competenze amministrative sono molto più presenti nella lista di Vignola Cambia, visto che, nonostante avesse un solo consigliere comunale in questa legislatura, in questi cinque anni c’è stato un gruppo abbastanza ampio (in larga parte travasato nella lista che oggi si propone ai cittadini) che ha seguito l’attività amministrativa, ha analizzato programmi, progetti e delibere, ha formulato proposte, mozioni, interpellanze e così via. Mi sembra di dire cose persino banali. Non sto dicendo che sono requisiti necessari. Ma di certo sono requisiti che è preferibile avere. La fragilità della proposta PD, in termini di lista (poi vedremo i programmi), la vedo soprattutto in questo. Dobbiamo per forza dire anche qui (come abbiamo sentito ripetere in cinque anni di amministrazione Denti) che va tutto bene? Che il rancio è ottimo e abbondante?
Tra non molto la nazionale italiana parteciperà alla fase finale del campionato del mondo(non seguo il calcio ma credo si dica così ciò che tra qualche mese si avvierà in Brasile. Se dovessimo chiedere agli italiani( anche solo a chi segue il calcio) la formazione ideale, sicuramente, come sempre, ri-scopriremmo che ognuno ha la sua formazione ideale. Ognuna diversa da tutte le altre. Mi pare che anche tu,
Andrea, stia partecipando a questo “gioco”. Nulla da dire perchè in effetti hai dichiarato da subito da che parte stavi e stai. I c.d. “nervi” scoperti li hanno tutti senza eccezione alcuna. Il primo è certamente il sottoscritto. Eppure ci sono molte cose che continuano a non convincermi pur se vivo con disincanto l’attuale fase che porterà, presto, alle elezioni amministrative. Avevo visto con positività l’esperienza della lista civica della dr.sa Smeraldi. Personalmente vedo con molta meno positività( sicuramente non interessa) quest’aggregazione che non riesco ancora a definire. Ho la sensazione, come già espresso su questo blog, che si è davanti al Berlusconi “rovesciato: li si è pensato(pare senza riuscirci) la sostituzione con qualcuno dei figli, quì si sostituisce la figlia con il padre. Lo so, è brutta e cattiva, ma a voi dimostrare che non è così e a voi dimostrare che la Fondazione non sia un nervo scoperto(leggo che il tuo candidato a Sindaco( anche quanto non se ne sente il bisogno) coglie ogni occasione per ricordarle) per una qualche mancata nomina( sono assolutamente d’accordo con quanto a suo tempo scrivesti sulle nomine “pilotate”). Ho sempre preferito la forma ” partito” a qualunque aggregazione “civica” o come vogliano definirsi.Con tutte le contraddizioni, le responsabilità e quant’altro si voglia addossare ai partiti, li preferisco perchè comunque si danno regole(scritte) e nonostante tutto esistono(pur se non in tutti) meccanismi che possono permettere a chi vi aderisce(dato molto più certo di una qualunque”civica” o iscrizione a “blog” o, ancora, web)di creare percorsi tali che permettono di “ribaltare” posizioni altrimenti inamovibili. Non è accaduto così con Renzi? Nel suo piccolo,non sta accadendo così anche a Vignola?. Come sai la discussione sarebbe molto lunga e non può essere affrontata in questa sede. Eppure UNICODE aveva posto delle domande cui, mi spiace, non hai/avete dato risposta. Ricordi? Democrazia, economia, ed altro. Probabilmente anche allora i “consiglieri”(non a te) consigliarono(appunto) di dare la risposta in politichese: leggi……….. . Ti confesso che scorrendo le proposte a consiglieri che tutte le liste hanno presentato, voterò, pur se non richiesto in questa sede, con molta convinzione e con tanta stima la prof.sa Antonia Zagnoni. Non ha conoscenze amministrative? politiche? Ha i requisiti minimi che ricordavi? Per me si! E’ possibile che il mix a cui fai riferimento esista nella lista PD? Per me si, per te “partigiano”( che parteggi,sei di parte come me, ovviamente) no! Immagino che anche tu ricorda quando da Difensore Civico, il sottoscritto, convintamente apprezzò in Consiglio il suo lavoro nella veste che ricopriva. Con me, lo facesti tu e alcuni dei sopravvisuti dell’attuale lista Civica che allora siedevano in Consiglio. Ecco……….. Coerenza, mi verrebbe da dire. Un abbraccio forte.
Antonia Zagnoni è persona che stimo ed è un’ottima proposta. Stiamo parlando di una su sedici. Ci sono altre buone proposte, ovviamente. Anche se assai meno di quanto ci si poteva aspettare (o, se preferisci, di quanto mi aspettavo). Certo che dover scoprire – io – che sopravvalutavo il PD e la sua capacità di “messa in campo” … Per il resto Michele non penso certo di voler determinare la “formazione” degli altri (mi basta contribuire, con un lavoro di analisi e riflessione, alla definizione del programma di questa “Vignola Civica” – anche se poi molte riflessioni sono a disposizione di tutta la città, avversari inclusi). Ma da avversario e cittadino, oltre che da persona che tiene questa piazza pubblica che è il blog AmareVignola dal 2007, mi prendo la responsabilità di una valutazione. Che, come sempre, ho provato ad argomentare. Continuerò a farlo. Il mio obiettivo è produrre informazioni, argomenti, valutazioni e metterle a disposizione di chi è alla ricerca di una bussola per le vicende politico-amministrative locali. Per chi una sua bussola già ce l’ha questo lavoro può anche essere valutato di scarsa utilità. In ogni caso non è detto che i miei argomenti risultino convincenti per tutti. Per te evidentemente non lo sono. La scelta per le elezioni comunali del 25 maggio può essere determinata da diversi fattori. Io sono parte di un progetto che è alternativo al PD e dunque sono chiaramente schierato. Ma sono anche convinto che questo progetto ed i suoi ingredienti – il candidato a sindaco, i componenti della lista di Vignola Cambia, l’alleanza con altre due liste civiche e last but not least il programma – sono meglio di quanto il PD abbia sin qui rivelato (e di quanto del “nuovo corso” è stato sin qui disvelato). In ogni caso un caro saluto.
Ti ho sempre riconosciuto e ti riconosco onestà intellettuale. Come si diceva un tempo….. vinca il migliore……. in questo caso, per me, ovviamente, il PD e la città di vignola. Credo che quello avviato sia un cambiamento vero.
Non sono un ex. Sono e resto orgogliosamente un vecchio ( in tutti i sensi) socialista. Leggo in questi interventi molte insinuazioni e cattiverie. Ma proviamo a fare un pò di chiarezza. La lista Vignola Cambia è nata in contrasto con l’amministrazione Adani. Con la Denti le cose sono andate come tutti sanno e con il PD locale anche peggio. In questi 5 anni sono cambiati almeno 4 segretari e abbiamo dovuto aspettare la Bergamini per avere un incontro fuori tempo massimo, quando la Denti ha rinunciato ufficialmente. Fino ad allora nessun contatto nè con l’amministrazione nè col PD.- Anzi, le opposizioni si sono riavvicinate.Oggi il candidato Gasparini prende le distanze dalla Denti la quale a sua volta l’ha presa da Adani e per la proprietà transitiva….Di quello che è stato tutto tace….e ci si azzanna su chi c’è con chi. Si accusa Vignola Cambia di aver fatto accordi con la Lega, ma se si guardano i candidati delle liste di Gasparini c’è un pò di verde e un pò di azzurro ,per non diversificarsi troppo da Renzi, e un pò di rosso antico, quasi socialista.Noi abbiamo sottoscritto dei punti programmatici di cui andiamo orgogliosi. Adesso la parola passa ai programmi.
PS: Al ballottaggio tra Guarro e Gasparini prometto che voterò per il secondo
PS: sono un elettore del PD,. primarie comprese. Da Veltroni in poi
E’ un peccato che nessuno abbia ripreso l’osservazione di Roberto Adani, un ex sindaco che mi sembra mantenga, e mi fa piacere, la passione politica.
Scrive, Roberto, che in fondo vinca l’uno o l’altro probabilmente, da un punto di vista strettamente operativo, non sarebbe poi un gran sconvolgimento, vista la situazione in cui versano gli Enti Locali.
Premesso che non so se sarà proprio così, sottolineo che io leggo con molta amarezza questa osservazione che si avvicina molto alla verità e che segnala una crisi della democrazia partecipata e della autorevolezza dei nostri Sindaci.
Abbiamo messo sullo stesso piano i Comuni virtuosi e quelli che non lo sono stati, abbiamo sostituito il dibattito ai sondaggi e agli incontri di convenienza: per avere cosa? Qualche poltrona?
Abbiamo ridotto i Comuni a “gabellieri” o poco altro al punto che l’ultima applicazione dell’IMU è sembrata uno spettacolo di vaudeville.
Quindi occorre aumentare la “massa critica”, occorre evitare che le decisioni altrove prese siano comunque da condividere e in ciò si vedrà chi è innovatore e chi no.
Io ho partecipato agli incontri per il PSC e con amarezza, perché io ho rispetto per chi ancora si impegna in politica, ho registrato proposte datatissime, figlie di logiche espansionistiche e poco altro, in piena crisi economica.
Ho sentito “silenzi rumorossisimi” a proposito della riorganizzazione, a mio avviso frettolosa e poco partecipata, dei servizi sociali, che presto avranno conseguenze significative sulla vita di molte famiglie.
Allora siccome non credo di essere un’aquila una domanda è lecita: perché?
Dimer Marchi.
Ciao Dimer, come dimostra proprio l’esperienza del comune di Savignano, amministrato dal 2009 da una lista civica (non priva di eterogeneità “politica” al suo interno), la vita del comune va avanti anche dopo che la maggioranza che ha amministrato il paese per sessant’anni viene sostituita (qualcuno magari non ci credeva). Nessuno “scossone” in negativo, insomma. Merito di un sindaco (Germano Caroli) e di un gruppo di persone impegnate (sia dentro che fuori dal consiglio comunale) che ha spirito pragmatico e senso di responsabilità. Secondo Roberto la riduzione delle risorse a disposizione (tanto per la spesa corrente, quanto per investimenti) livella verso il basso le differenze. Fino ad un certo punto, però. Anche perché proprio la crisi economica ed il downsizing dei comuni richiede una forte capacità di innovare il modo di fare politica (era assai più facile fare l’amministratore quando le risorse permettevano di aggiungere opere, progetti, iniziative anche con l’intento di acquisire consenso; oggi non è più così). E qui, secondo me, sta una delle differenze maggiori tra l’aggregazione “civica” vignolese ed il PD. E riguarda proprio il tema della partecipazione e dei cittadini al governo della città. Le esperienze fatte da Vignola Cambia in questi anni o autonomamente, vedi “La parola ai cittadini”:
https://amarevignola.wordpress.com/2009/12/15/la-parola-ai-cittadini-nuovi-scenari-per-la-democrazia-vignolese/
o sperimentando dall’interno (partecipando) punti di forza e punti di debolezza dei “percorsi partecipativi” proposti dall’amministrazione (vedi “Via della partecipazione” o il percorso sul PSC) ci ha consentito di mettere a punto un modello articolato di coinvolgimento della città, basato sia sul rafforzamento dei deboli istituti della “democrazia rappresentativa” locale, sia sull’innesto di elementi di democrazia diretta e partecipativa, sia sulla trasparenza dei processi decisionali. Tra l’altro siamo gli unici – e forse anche questo qualcosa vuol dire – ad aver organizzato quattro incontri di presentazione e discussione di pezzi del programma con i cittadini.
Caro Andrea, scusami, ma proprio non resisto e cerco di risponderti. Hai proprio ragione a Savignano nessuno scossone, anzi nessuna spinta, anzi quasi nulla, molte pacche sulle spalle però, ma non voglio parlare di Marchi o Linari edelal loro eterogeneità.
A me pare,caro Andrea, che tu stia cercando di elaborare una teoria, una bella narrazione che giustifichi a posteriori un certo tipo di percorso che condividi con alcuni e che di traduce in quell’assemmblaggio elettorale rappresentato dalle liste civiche per Smeraldi.
Le elezioni a Vignola si giocheranno su tre fattori:
L’opportunità. Ovvero la possibilità reale offerta alle opposizioni da parte del PD locale di governare la città. I tanti perché ci si trovi in questa circostanza sono riassunti da me nella scarsa empatia del sindaco uscente con la città. A seguire molte altre ragioni oramai molto esplorate con merito anche da te.
Il cinismo.il cinismo caro Andrea è rappresentato dal fatto che tu come altri cercate ostinatamente motivazioni di ordine programmatico e politico ad una proposta politica, l’insieme delle liste civiche, che in realtà trova il suo perché nella legge elettorale per i sindaci e nell’ostinata volontà di andare contro il PD. Le tue accuse di camaleontismo al PD locale suonano davvero strane perché tu stesso ammetterai che nella lista Smeraldi non esiste solo l’eterogeneita’, ma soprattutto il mimetismo. Con molto cinismo e opportunismo si farà finta di non vedere accanto a se il leghista, l’anticomunista per ideologia, l’omino rancoroso, l’arrivista, l’ambientalista che fa della propria marginalità la sua condizione di vita, etc..e si cercherà loro di dare una forma politica giustificata dagli errori e dalle difficoltà della giunta Denti. Una teoria in dieci libretti per il buon governo, ma non sarà questo a spostare i voti. Legittimo, basta solo scordarsi di ogni singola volta in cui, a Savignano come a Vignola, il leghista di turno ha inveito contro gli immigrati per spostare sui più poveri e deboli il senso della propria frustrazione e incapacità, basta ragionare dicendo che il fine giustifica i mezzi perché è di questo che si tratta.
Personalmente sono uscito dal PD anni or sono perché stanco di giustificare i mezzi per i fini (Renzi compreso, altro che nascita del PD).
Infine il grillismo. Sono tra quelli che rimprovera (solo nella mia testa perché la suddetta non mi saluta nemmeno) a Denti lo slogan “renderò conto a 24000 cittadini” per poi scoprire la versione civica dello stesso slogan: “i cittadini diventano sindaco”.
Tutti? Certo tutti perché la logica politica di questa retorica è semplice: i cittadini sono meglio dei partiti e della politica, sono civili e ingenuamente innocenti, mentre i partiti sono il male. Le colpe della situazione economica? Della politica, il paese va in malora? Colpa dei politici etc..è molto curioso qui come altrove che si dica al PD locale stanne innovando, ma non basta e quando basterà, quando i partiti si scioglieranno nel maredell’indifferenza politico-civica?
Una retorica quella civica strumentale e pre-politica e grillina dove il cittadino puro e libero da conflitti e interessi si assume la responsabilità fino ad oggi usurpata dai partiti. Un cittadino senza passato che guarda al futuro.
Naturalmente a venir eclissato in questo discorso è il conflitto vero, quello esistente nella società anche nel piccolo di Vignola, quello che Vignola cambia, come lista con serie motivazioni di sinistra aveva al centro e che oggi deve declinare in quell’assemmblaggio elettorale contro il PD che è la vostra alleanza.
Un pensionato ieri al mercato mi faceva notare che i programmi di Gasparini e Smeraldi si assomiglieranno molto e ciò che distinguerà i discorsi sarà la credibilità. Insomma non saranno l’elaborazione teorica e politica che tu, caro Andrea, con forza cerchi e giustamente motivi, ma le condizioni retoriche e linguistiche che organizzano il consenso.
Basta non accusare il Pd di “fare”il camaleonte perché le liste civiche hanno fatto del camaleonte un animale da cortile.
È al contrario di come afferma Roberto Adani, non rimarrà la rabbia, la rabbia è la premessa.
Ciao Ivano, è chiaro che non condivido la tua interpretazione di quanto sta avvenendo a Vignola. Fin qui nessuno si stupirà. Cerco dunque di argomentare. Anche se dico subito che il tuo ragionamento mi sembra rigidamente schematico, astratto e cosmicamente pessimista. Anch’io penso che le elezioni a Vignola si giocheranno su tre fattori e che uno e mezzo di questi (all’incirca) sono a favore delle liste civiche che sostengono Smeraldi.
(1) Il primo tu lo chiami “l’opportunità”. Ovvero la disastrosa esperienza dell’amministrazione Denti. Che venga punito chi ha governato male è una regola salutare della democrazia. Gasparini ne è consapevole e per avere una chance ha rotto con l’amministrazione Denti a giugno 2013. Per fare un paragone con Savignano: Maurizio Piccinini, candidato sindaco PD dopo Catia Fornari, non ha avuto il coraggio di smarcarsi da un’amministrazione impopolare e questo gli ha reso assai più complicata la competizione elettorale. Che infatti ha perso. E qui finisce il nostro accordo. Visto che sul resto vedo cose diverse.
(2) Cinismo? E’ un’interpretazione di comodo. Chiediamoci innanzitutto cosa è oggi un partito, o anche l’unico partito realmente esistente, il PD. E’ un mix di cose convincenti e di cose assai poco convincenti. E questo mix cambia in misura anche significativa da realtà a realtà (qui a Vignola, da tempo, il PD è scivolato particolarmente in basso – la sua inesistenza in rapporto all’amministrazione Denti lo testimonia). Qui ci sono 60 anni di governo ininterrotto che hanno progressivamente consumato capacità di relazione con la città e tensione morale. La politica come servizio (tra l’altro a tempo) fa ancora fatica ad affermarsi, mentre l’ambizione di usare il partito come mezzo di carriera personale è ancora fortissima (e non ancora i meccanismi di selezione sono in grado di premiare merito, competenza, coraggio e capacità di visione). La rituale ripetizione di idee consumate fa ancora premio sulla “mobilitazione cognitiva” (ovvero sulla capacità di elaborazione politica) di cui, invece, c’è un gran bisogno. Che in questo contesto un po’ di gente pensi di auto-organizzarsi (magari anche dopo aver provato a far parte di un partito, ma avendo solo accumulato frustrazioni) è inevitabile. Ed è anche salutare. Testimonia di un attaccamento e di un impegno per la “polis”. D’altro canto il livello locale offre questa opportunità. Mentre invece una “lista civica” nazionale è impensabile. Descrivere questo come “cinismo” significa non voler vedere. Mi rendo conto che la sfiducia verso i partiti si traduce in un moltiplicatore di chances per chi partito non è, ovvero per le “liste civiche”. Ho anche scritto che, proprio per questo, la prova della nostra “aggregazione civica” deve venire da un altro fronte, quello delle idee, dei programmi, delle competenze messe in campo, del metodo di lavoro:
https://amarevignola.wordpress.com/2014/02/17/la-vignola-civica-al-lavoro-per-proporre-la-candidatura-di-mauro-smeraldi/
E se ho usato la metafora del camaleonte per descrivere il PD locale, dopo aver analizzato attentamente la composizione della lista, è proprio perché lo sforzo che esso compie non è solo quello di cancellare all’attenzione l’esperienza dell’amministrazione Denti (tattica dello struzzo?), ma anche di presentarsi proprio con quei caratteri di “lista civica” che peraltro tu stigmatizzi. Ha imbarcato in lista persone che con la politica e l’amministrazione della polis nulla c’entrano. E si è fatto affiancare (addirittura?) da una “lista civica”. Ma la differenza, come ho rimarcato, è che i “civici” di Vignola Cambia (ed anche delle altre liste, anche se in misura minore) sono impegnati sui temi della città e della sua amministrazione da almeno cinque anni (una palestra!). Molti di quelli del PD sono reclutati dell’ultimo minuto. Dove sta dunque il partito? Ma non ti fermi lì. Non approvi la “coalizione civica”. Dimenticando che di coalizioni è sempre vissuta la politica, anche locale. Nel 2009 il PD di Vignola si presentava in coalizione con altre tre forze politiche (praticamente tutte “liste civette”, oggi scomparse) ed una lista civica. Quella del PD è una coalizione anche oggi e riproduce al suo interno più o meno lo spettro di posizioni della nostra coalizione civica (solo chi non vuol vedere non vede queste cose) – che però è al lavoro sul programma da più di tre mesi. Insomma, una piccola “palestra” pure questa che ha dimostrato, a chi vi ha preso parte, che c’è una capacità di convergenza molto più alta di quanto altri possono immaginare. E ci sono anche aree di competenza e sensibilità distribuite (sostenibilità, democrazia, sviluppo locale, comunità e sicurezza) che in questo modo possono saldarsi in un programma ed una visione del futuro della città non banale. Infine, abbiamo “scelto” una coalizione, ma non qualsiasi coalizione. Non abbiamo mai pensato, infatti, che bastasse radunare “il resto del mondo” in funzione anti-PD per risultare credibili e dunque vincenti. Ma di questa nostra scelta siamo convinti.
(3) Infine – e questo è il terzo fattore – noi pensiamo che le idee (concrete, realizzabili, innovative, con un pizzico di utopia) contino e possano fare la differenza. E qui il dissenso con ciò che dici è massimo. Non c’è nessun “grillismo”. Neppure nello slogan adottato per la campagna elettorale. Certo, non si cancellerà la differenza tra rappresentanti e rappresentati, tra eletti ed elettori. Questa rimane una “democrazia rappresentativa”. Ma c’è un messaggio di fondo vero in quello slogan. Noi vogliamo cambiare il modo di fare politica! Pensiamo di poter innovare davvero. Il che significa una democrazia rappresentativa a maggiore “responsiveness”, capace di rendicontare sul serio, trasparente. Significa anche ripensare l’informazione a misura di cittadino (possibile che non si riesca a fare un bilancio comunale leggibile per un cittadino?). E significa costruire nuove opportunità di partecipazione e di coinvolgimento, di empowerment, di inclusione nel processo decisionale.
Certo Andrea, non avete mai pensato di radunare il resto del mondo per risultare credibili e vincenti, vi basta la seconda. E in politica non è poco. E, con rispetto, non c’è nessuna prova di credibilità, ma proprio nessuna sul piano delle idee poiché per tutto il mondo accanto a te ciò che conta è il risultato elettorale. Non sarà un bilancio più leggibile a cambiare le cose! Sarà invece, per chi ci crede una politica diversa fatta di scelte anche radicali e non della sola trasparenza e meritocrazia (con rispetto, una risibile puttanata neoliberal).
Davvero credi di cambiare davvero il modo di fare politica? Ti sopravvaluti, lo dico con amicizia. Sarai più trasparente e efficace, sarai più inclusivo e capace e tutto questo non è davvero poco, ma non cambierai l’assetto e l’ ordine dei problemi. Mi sbaglio? Vedremo.
Non approvo i civici? Sbagli, semplicemente non approvo una retorica fasulla che costruisce sui civici una credibilità figlia di un calcolo politico e poco più. In effetti, a ben vedere, non rispondi ad una sola delle obiezioni, politiche e non lo localistche che muovo. Gasparini si mimetizza con e liste civiche? Davvero? Credimi, non mi importa, non conta.
Il grillismo è la scena in cui vi muovete, che piaccia o meno e dentro questa scena cambierete qualcosa, non oltre. Per chi vuole capire il tema non è la democrazia rappresentativa, ma come si sta dentro questa democrazia. Non vi sarà nessuna differenza inclusiva tra i civici e Gasparini, non sul piano che intendo io, ma proprio nessuna, poiché manca davvero una proposta politica vera su cosa significhi inclusione. Stigmatizzo i caratteri civici di Gasparini esattamente come i tuoi (vostri) perché si assomigliano, non certo perché voi siete peggio di loro etc..
Detto questo ben vengano analisi, inclusione, passioni civiche e palestre varie, ma senza dimenticare che il consenso a questo giro lo porteranno la retorica grillina e pre-politica e non un insieme ben fatto di programmi e proposte. È su questo, forse, siamo in disaccordo. Forse..
E’ tutto ineluttabile per te Ivano. Noi saremmo marionette che eseguono un copione scritto da altri, marionette sulla scena del grillismo. Fosse così converrebbe abbandonare la politica e darsi alla meditazione zen, alla filosofia, alla cura dell’orto o alla presentazione di libri di Wu Ming. Fosse così non ci sarebbe scampo. Ma così non è. Non c’è dubbio che oggi Beppe Grillo, abile imprenditore politico, interpreta (e/o crea) l’umore di una parte consistente dell’elettorato italiano. E tutti ci devono fare i conti. Ma questa non è la notte in cui tutte le vacche sono nere, per fortuna. Ci sono differenze significative che invece tu annulli. In questa situazione noi abbiamo costruito, anche con accese discussioni, questa strategia che prova a tenere assieme capacità di governo e chance elettorale. Tra l’altro, lo stesso ha fatto il PD (#mistomare), dopo la disastrosa amministrazione Denti. E per la prima volta su TUTTI i punti che compongono l’offerta elettorale (il candidato sindaco, le persone in lista, il programma) c’è una competizione vera per cui nessuno può permettersi, com’è stato fino al 2009, di pensare in anticipo che vincerà il PD. Anzi.
“Davvero credi di cambiare davvero il modo di fare politica? Ti sopravvaluti, lo dico con amicizia. Sarai più trasparente e efficace, sarai più inclusivo e capace e tutto questo non è davvero poco” – così dici. Non c’è UNA azione, UNA cosa soltanto che, fatta quella, si può dire “è cambiato il modo di fare politica”. Ci sono tante azioni che, messe assieme, possono consegnare una politica più trasparente, più partecipata, più competente (non sarà troppo difficile comporre una giunta migliore di quella di Daria Denti, su questo converrai) e dunque una politica più efficace. Questa è la nostra sfida. E quando aggiungi “ma non cambierai l’assetto e l’ ordine dei problemi”, non so esattamente a cosa ti riferisci. Certo la globalizzazione manco si accorge di chi amministra Vignola e, come dice Salvati, sappiamo che vivremo in futuro in una qualche variante del capitalismo (lavoriamo perché sia la variante “buona”). E se un ottimo sindaco come Roberto Balzani a Forlì scrive le sue “memorie” definendole “inutili” e lui stesso fa l’esperienza del “troppo poco potere” che un sindaco ha per cambiare la politica (figurarsi la società), allora bisogna evitare di nutrire aspettative eccessive:
https://amarevignola.wordpress.com/2014/04/16/roberto-balzani-riflessioni-su-cinque-anni-sindaco-di-forli/
Ma ci sono questioni, diciamo di medio-raggio, su cui anche il sindaco di Vignola, assieme ad altri, può influire: l’assetto ed il funzionamento dell’Unione Terre di Castelli (oggi disastrata), la “governance” delle aziende sovra comunali (dall’ASP ad HERA). E così via. Tutte cose che il PD non è neppure stato in grado di percepire (se non in figure, veri “devianti positivi”, come Balzani).
Dici che “il consenso a questo giro lo porteranno la retorica grillina e pre-politica e non un insieme ben fatto di programmi e proposte”. Anche qui non è il caso di generalizzare. Il consenso lo porta, questa volta come ogni altra, una molteplicità di cose. Il sentimento dell’antipolitica o dell’antipartitismo è solo una componente. Conta la credibilità che ci si è costruiti nel tempo. Contano le idee o le capacità politiche che si è testimoniata. Contano le relazioni sociali (specie a livello locale). Contano le qualità extra-politiche, ovvero professionali (proprio per questo ho riconosciuto sin dall’inizio che tra i candidati del PD Gasparini è quello che ha più chances). E così via. Da questo punto di vista non vedo sconvolgimenti in atto nelle elezioni comunali 2014. Certo quarant’anni fa il voto era di appartenenza ad un partito. Da tempo non è più così. Ma alla fine, in ogni caso, più del fatto di come si orienta il consenso contano le qualità di chi si propone per “interpretarlo”. Questa, di nuovo, è la sfida.
Non riesco a trattenere la battuta.
E devo dirti caro Andrea che hai proprio sbagliato.
In particolare hai sbagliato animale. Il PD non fa il camaleonte. Fa il gattopardo: cambio tutto per non cambiare niente.
Ciao, Marco.
PS: meno male che la storia non me la sono fatta mai spiegare da Balugani, potrei sennò pensare, grazie al suo breve commento, che la DC sia stata un partito di sinistra (vabbè Zac, ma Andreotti? Gava? per non andare fino a Scelba e a Tambroni…).
RI PS: non ho mai amato Berlusconi. Chi mi conosce bene lo sa. Sono un liberale e lui ci ha traditi da un bel pezzo (visto che va di moda il remember: nella prima repubblica ho votato PLI, PRI, PSI. Mai DC e mai PCI). Ma ho votato il suo schieramento diverse volte, soprattutto quando dall’altra parte c’erano le “gioiose macchine da guerra”. Penso ancora che l’abbiamo scampata bella.
RI RI PS: Fioraio avrebbe dato maggiore prova di onestà intellettuale se avesse ricordato che Antonia Zagnoni fu proposta come difensore civico dalla Rosanna per “Vignola per Tutti”. Noi, a differenza degli altri, non abbiamo mai chiesto alle persone che tessere avessero in tasca al momento di decidere le nomine, ma ci bastava onestà e competenza. Oggi come allora. (Per cui Antonia: in bocca al lupo!).
Carissimo Marco, non credo proprio di dovere dare prova di nulla nè a te nè a chiunque altro di alcunchè. Non mi sono appropriato assolutamente di nulla nè tantomeno di alcuna proposta. Non mi compete, non credo di averne mai avute le caratteristiche( son ben felice di ciò) e sinceramente vivo, per ciò che riguarda me e le scelte che a suo tempo ho preso,con felice “disincanto” la “politica vignolese. Ovviamente non ti sfugge che questo non vuol dire assoluto disinteresse.Tutt’altro. Capisco che la campagna elettorale è in corso, forse però un pò di attenzione in più nel leggere, in questi casi, non guasterebbe. Quanto alle tessere e alle scelte e, perchè no, all’imparzialità di quando ho avuto questo onere, oltre ad assumerne in pieno la responsabilità, mi pare di poter dire con molta tranquillità, di averlo sempre fatto garantendo il diritto di tutti. Ognuno di noi ha un suo portato. Io ho il mio e me lo assumo per intero.Critiche, obiezioni e quant’altro s’intende portare, ben vengano perchè non sono un problema ma un’aiuto a riflettere su ciò che è stato. Se, come capisco, si vogliono affermare primati, devo dirti caro Marco, che quando si partecipa alla formazione di orientamenti e decisioni,soprattutto perchè devono garantire tutti(democrazia? partecipazione? formazione delle decisioni?) il risultato non è mai di uno solo ma di tutti coloro che vi hanno preso parte. In egual misura.Mi sono appropriato di qualche cosa? non mi pare. Non l’ho scritto e non l’ho detto. Smetto perchè non è di polemiche che si vive( anche in politica)e non intendo farne. Il mio breve, piccolo e insignificante percorso non mi permette di aggiungere altro. Ti ho sempre stimato e rispettato molto( te, Stefano e Rosanna)e comprendo che sei in campagna elettorale…………… Auguri Marco e spero tu mi creda che sono sinceri, pur se il mio voto è da un’altra parte.
Un certo “Ivano” afferma che la lista dei cittadini “Insieme per Savignano” è eterogenea: giusto! Abbiamo cercato di “fare” un passo indietro come partiti per vedere di affrontare con meno “soluzioni precotte” i nodi sempre più intricati dell’amministrare.
Giustificare i problemi delle nostre amministrazione come un puro problema di comunicazione o caratteriale da parte di qualche amministratore è consolatorio, ha un fondo di verità, ma è lontano mille miglia dal segnare quel cambio di passo che non può che essere. politico, programmatico e partecipato.
Quanto ci costa l’avere immobilizzato nel mattone tanti soldi altrove indirizzabili? Non l’hanno forse detto in tante sedi autorevoli che non più di 9-10 anni fa chiedere un mutuo per costruire case era così facile che “abbiamo creato muratori dal nulla”.?
Quanto ci costa non avere pensato in termini più organici ed estesi alla riqualificazione del già edificato e ad una corretta e seria manutenzione del territorio? Vogliamo addossare tutto ciò alla Denti: fate pure, ma il problema è tutto davanti a noi.
Infine un po’ di sale non guasta:
noi siamo stati definiti un’armata brancaleone: ci ripresentiamo con quella lista e con quello spirito.
Gli amici del PD hanno “azzerato” Savignano Democratica e si presentano come PD-Centrosinistra, ma il loro spirito di coalizione è assai scemato.
Dimer Marchi, Savignano.
Cinque anni fa in questi giorni si leggevano spesso sul web tanti commenti pesanti, piccati, che cercavano solo la polemica cattiva, scollegati dai fatti, bordate anonime e spesso vere sciocchezze. Leggere invece questo scambio, specie nella sua parte centrale, al di là di alcune polemiche, fa comunque ben sperare della qualità delle persone e del dibattitto in campo, a suo modo già un risultato.
Sperando di non dovermi rimangiare queste parole nel proseguo della campagna elettorale, devo dire che questo dialogo mi ha fatto riflettere circa un punto intorno al quale è andata ormai da tempo formandosi la mia opinione politica sul territorio.
La salute dei “canali di organizzazione della partecipazione politica dei cittadini”, noti anche come partiti, è certamente un bene per tutti i cittadini e rivestendo il PD un ruolo chiave in quanto partito su questo territorio, ogni cittadino dovrebbe essere più sereno nel vederlo più in forma e sul pezzo di quando non sia stato sin qui.
Detto questo lo stato di salute del Partito Democratico, il suo rinnovamento, è una responsabilità precisa del Partito, dei suoi dirigenti e dei suoi iscritti, non del territorio, non dei cittadini, il territorio non è il partito, i partiti sono semmai al servizio del territorio. Sembra una banalità e sulla carta lo è, ma il processo di adesione tra quello che oggi è il PD e questo territorio, costruitosi in quasi settant’anni di continuità, ha abituato molti a vedere nell’iniziativa politica fuori da questi confini sempre e comunque un atto “personalmente” ostile. Non sto chiaramente parlando delle emanazioni locali dei partiti nazionali di colore diverso (che in settant’anni per lo più hanno giusto marcato una bandierina di rappresentanza), e non mi addentro nel rapporto più complesso tra PSI e PCI. Ma sicuramente questo è il caso delle liste civiche (evidentemente quelle non alleate) e in parte della sinistra a sinistra del PD.
Leggo spesso che diversi dicono di lavorare da dentro per il rinnovamento e si chiedono perchè altri lo facciano dal di fuori e inevitabilmente, in questo caso, in contrapposizione. Ecco, mi collego a quanto scrivevo sopra, sono sinceramente contento dell’attivismo e di ogni onesto miglioramento, ma mi stupisco del fatto che sia ancora così difficile capire che se qualcuno ha costituito una realtà politica diversa sul territorio è perchè ci sono divergenze di lettura del contesto in cui viviamo, di elaborazione di proposte, di visione che evidentemente non sono riconducibili ad un’unità. Vedere in questo personalismi o rancori, eresia o incapacità di comprendere è da un lato poco utile a capire la realtà e dall’altro beh… direi anche un po’ offensivo della capacità di discernimento altrui.
A Roberto Adani vorrei dire che apprezzo sempre molto quando leggo suoi interventi. Inoltre basta guardare a comuni limitrofi per vedere come non sia una dote comune a tutti gli ex sindaci avere un atteggiamento come il suo. Dopo il ballottaggio del 2009, in cui evidentemente il giudizio sul suo doppio mandato ha giocato un ruolo accanto all’appeal del candidato (per dirla come la direbbe Andrea…), e dopo aver subito in quell’occasione una “corsa interna al distinguo” dall’operato della sua amministrazione, invece di aver preso a pensare ai fatti suoi con tanti saluti a tutti è ancora qui ad argomentare e a sostenere quel partito, il suo partito. Da un lato è un comportamento che ammiro sinceramente, dall’altro, per quanto riguarda la mia opinione, non posso però che vedere con un sopracciglio alzato un partito che a livello locale ogni cinque anni deve rimarcare la differenza da sè stesso per continuare ad essere (specie se nei cinque anni precedenti non ha dimostrato pari dinamismo interno).
Ad Amos Balugani vorrei dire che mi associo a chi dice di non condividere la sua rilettura storica sulla sinistra italiana e su come si è arrivati al PD… senza scomodare Scelba (che lo lasciamo dov’è…) mi viene in mente un ex tesserato DC di Modena che di nome fa Carlo Giovanardi… dubito che foste insieme alla porta di Brandeburgo!
La mia riflessione sulla sinistra mi fa pensare che proprio l’Emilia Romagna sia una regione profondamente immobile dove l’allineamento è forte e la creatività debole.
Lo scorso anno per lavoro ho seguito un convegno di Italiani Europei e l’ho trovato un’esperienza straziante: la discussione su temi che stavano alla sinistra come l’Abissinia, la palese cooptazione dei membri secondo la logica de “ecco il nostro uomo all’Enel, ed ecco il nostro uomo all’Acea”, l’inconcludenza del “pensatoio” e la mancanza di conclusioni di un qualche valore. Aver visto poi la cordata D’Alema/Bersani/Cuperlo aver vinto sempre a mani basse in regione… è una cosa che fa bollire il sangue quando penso a tutti i volontari e gli iscritti che hanno in mente un Berlinguer e si affidano invece a questi grigi lottizzatori.
Di Renzi direi che oggi si fa fatica ad avere un’opinione, sono tutti renziani, è come cercare un partigiano il 25 aprile… piuttosto, a proposito di essere più creativi ma perdenti condivido i mal di pancia di un Civati.
Ad Ivano invece direi che credo che il grillismo veicolo di antipolitica non abbia una particolare affinità con quanto sta succedendo a Vignola (chiaramente lista cinque stelle di Vignola a parte…). Questo perchè l’operazione fatta dalla coalizione che sostiene Mauro Smeraldi è esattamente l’opposto della “purezza” campata per aria dai cinque stelle, dove il politico è sempre sporco e colpevole e il cittadino sempre innocente e irresponsabile. La coalizione che sostiene Mauro Smeraldi è un compromesso e la politica è proprio l’arte del compromesso, inteso senza accezioni. Il punto sta nel fare compromessi al rialzo e positivi per la comunità e non al ribasso e positivi per pochi.
Compromesso vuole anche dire che le cose non saranno al 100% come vuoi tu, ma che troverai punti d’accordo gli con altri e che ti andranno bene, vedi i programmi.
Se io dicessi che la coalizione tra Vignola Cambia, Città di Vignola e Vignola per Tutti è assolutamente il mio dream team per il governo di Vignola mentirei a me stesso prima che agli altri (stesso discorso vale per tutte le volte che ho votato Pd o Sel alle politiche…). Ma se mi chiedessero se questo è un compromesso accettabile direi in totale onestà intellettuale che secondo me questo è un compromesso largamente accettabile e che si tratta della migliore proposta in campo per Vignola, che sono stato contento quando ho saputo che Mauro aveva intenzione di candidarsi e che ho ampiamente maggiore fiducia in questo compromesso e nelle persone che lo sostengono che non in Giancarlo Gasparini, persona con cui ho condiviso la passione per il teatro in passato e che pure ha tutto il mio rispetto, e nel Pd, a cui auguro tutto il bene, ma a cui non darò il mio voto.
Caro Antonio, sottoscrivo senza troppe riserve tutta la parte sul PD che credo davvero debba includere molto più pensiero critico e capacità di ripensare non solo alcune linee programmatiche, ma anche la propria visione e lettura della storia di questo Paese (TAV, istruzione, modernizzazione etc..)
Sul grillismo. Liberissimo di valutare Smeraldi un buon candidato, solo io non parlavo di anti politica, ma di condizioni, opportunità e di pre-politica. La condizione è rappresentata dalla non troppo giusta legge elettorale, l’opportunità è data dal fatto che, come hai ben individuato, c’è qualcosa di strano se un sindaco deve sempre essere sbugiardato da quello dopo (e credimi, non è solo un problema PD, ma della politica in generale), mentre la narrazione, il Frame narrativo per fare gli intellettuali, dove ‘avverranno’ queste elezioni è proprio questa scena grillina dove i cittadini si scagliano contro i partiti con argomenti grotteschi. (ti capita di frequentare bar, mercati, discussioni al ristorante?). Tutto questo, a parer mio, è molto grillino e non riguarda solo le liste 5stelle, ma la costruzione dell’informazione e del consenso politico a livello nazionale come locale. Soprattutto è molto pre-politico perché fa leva sul risentimento, sulla sfiducia, sul generico cambiamento, non soppesa meriti e demeriti, azzera il passato di ognuno di noi..individua un nemico e polarizza la discussione.
Non significa essere schematici ne vorrei essere definitivo, ovvero sostenere che tutto è già deciso e nulla cambierà. Non è questo il piano, cercò di descrivere un funzionamento che prescinde in parte dagli attori.
Se poi tu ritieni la proposta di questa coalizione elettorale un buona proposta, ben venga. Io non ho il metro per giudicare. Solo il compromesso di cui scrivi per me non è solo all’interno della lista (ben mimitizzato e organizzato) ma soprattutto con questa narrazione.
Caro Antonio, i tuoi argomenti, i tuoi toni e le tue argomentazioni sono serie e spesso anche convincenti, non condivido la conclusione, ma questo potrebbe essere persino scontato in questo tempo elettorale. Mi trovo abbastanza d’accordo con Ivano, che stimo da tempo, ma è vero, viviamo in un tempo di populismi. Intendendo per populismo quel fenomeno per il quale, io rappresento il mio popolo che è l’unico a essere nel giusto mentre tutti gli altri popoli sono in malafede, disinformati e nel torto. A livello locale possiamo sostituire popolo con cittadini e ci troviamo nel tempo attuale in cui anche il civismo più serio si trova a sguazzare cercando di approfittare a modo suo del momento propizio per scagliare una picconata. Io caro Antonio cerco di difendere il PD, non perché sia sempre difendibile, ma perché mi spaventa l’alternativa in cui si demoliscono i partiti, e in parte lo meriterebbero pure, ma con essi si demoliscono le istituzioni e ancor più il senso delle istituzioni. Il sono tutti uguali, l’apriamo il parlamento con l’apriscatole, i dipendenti pubblici dipinti come degli incapaci preludono alla distruzione di un sistema politico e istituzionale oltre il quale c’è il nulla, non c’è il governo dei cittadini, ma c’è il tutti contro tutti. Siamo già al “io rappresento i cittadini” e ho ragione, al mi piace e non mi piace, alla complessità trattata con superficialità. E’ sempre più frequente incontrare qualcuno che dice “ma chi è stato quel deficiente che ha studiato questa soluzione”, bastava chiedessero a me che gli avrei spiegato su un foglio a quadretti come dovevano fare. Vedi, mio padre, che aveva studiato meno, ma era dotato di maggior umiltà, buon senso e rispetto delle istituzioni, di fronte ad una soluzione avrebbe cercato di capire perché era stata presa, avrebbe chiesto, si sarebbe informato, avrebbe dato per scontato che qualcuno in assoluta buona fede aveva studiato il problema e aveva cercato di approssimare la migliore delle soluzioni. Siamo già un paese fragile dal punto di vista del senso dello stato, questa ondata di populismo degli ultimi 20 anni ci sta dando il colpo di grazia. Oggi, di fronte ad una carta gettata a terra, nessuno pensa ma chi è quel cretino che l’ha gettata, ma a quel deficiente di un sindaco che non pulisce la città. Non mi convince quindi un civismo che si limita a dire “adesso fate provare noi che rappresentiamo i cittadini, o peggio che siamo i cittadini o ancora peggio che non l’abbiamo mai fatto, che impareremo… le istituzioni sono una cosa molto seria in quanto cosa di tutti, è molto facile demolirle è più difficile farle funzionare, ancora di più rischiare cose innovative, che possono fallire essere criticate, non riuscire, scontentano sempre una parte e a volte non accontentano nessuno perché cercano di fare i conti con il futuro, che forse un giorno riconoscerà il valore di quelle scelte. A me piacciono ancora dei partiti che pensano e durano nel tempo, che abbiano il coraggio di scelte di lungo periodo che vanno oltre il mandato amministrativo, che saranno ancora qui anche tra 20 anni a rispondere ai cittadini del loro operato sia per le scelte azzeccate che per quelle sbagliate, e soprattutto per queste ultime, avranno l’umiltà di ammetterle ai cittadini assumendosi anche la responsabilità di individuare gli aggiustamenti necessari…
Alcune cose che dici, Roberto, sono condivisibili. Le trovi anche più estese e meglio argomentate in molti post di questo blog (che tra poco raggiungerà la ragguardevole mole di mille post!). Ma c’è un’ambiguità di fondo che invece è assolutamente inaccettabile. E su cui è opportuno fare chiarezza. L’antipolitica a cui tu ti riferisci non è affatto – come invece tu lasci intendere – un tratto della cultura politica delle liste civiche che oggi sostengono la candidatura a sindaco di Mauro Smeraldi. Non lo è di Francesco Rubbiani, non lo è di Marco Sirotti, non lo è di Simone Pelloni, ecc. Non lo è di tutto il gruppo di Vignola Cambia che per cinque anni ha seguito passo-a-passo l’attività dell’amministrazione Denti, ha cercato di esercitare una funzione di controllo (come la legge assegna al consiglio comunale), ha fatto proposte (alcune delle quali anche raccolte, ma poi in genere non realizzate) e cercato di contribuire alla formazione degli orientamenti politico-amministrativi (in verità senza incontrare, in chi era al governo della città, un reale interesse ad ascoltare e comprendere). E come ho già rilevato può sembrare paradossale – ma la cosa appunto si spiega con la storia recente – che nelle liste che verranno proposte agli elettori vi sia molta più competenza politico-amministrativa nella lista di Vignola Cambia che in quella del PD! Che sarebbe poi il “partito”. E’ così proprio perché noi riteniamo davvero che “le istituzioni sono una cosa molto seria in quanto cosa di tutti”. E’ inaccettabile l’ambiguità che tu pratichi nel non distinguere le liste civiche dal M5S – quest’ultimo sì che, anche a livello locale, ha saputo solo dire che anche a Vignola la politica fa schifo! Ma questa, come dicevo ad Ivano, non è la notte in cui tutte le vacche sono nere. Ci sono differenze significative che non vanno cancellate: nelle persone e nelle proposte di programma per la città. E’ inaccettabile che tu nasconda queste differenze. Cercando di far passare il messaggio liste civiche = antipolitica = grillismo. Così non è. Come è inaccettabile l’immagine, di nuovo associata a tutti i movimenti e liste civiche (mettendo nel mazzo anche “il civismo più serio”), della sola volontà di “demolire” l’esistente (che sarebbe poi un’amministrazione PD di lungo corso e che in questi ultimi cinque anni ha dato il peggio di sé). “A livello locale – scrivi – (…) ci troviamo nel tempo attuale in cui anche il civismo più serio si trova a sguazzare cercando di approfittare a modo suo del momento propizio per scagliare una picconata.” Picconata – termine caratteristico di un momento della storia politica italiana non troppo lontano da noi. Ovvero azione di demolizione. Da anni, invece, alcune liste civiche stanno lavorando per COSTRUIRE una visione alternativa a quella mancanza di progettualità e coraggio che ha caratterizzato l’amministrazione uscente (pare che fosse PD). C’è più continuità nelle loro posizioni che nella storia del PD locale che invece – alla faccia dei “partiti che pensano e durano nel tempo, che abbiano il coraggio di scelte di lungo periodo che vanno oltre il mandato amministrativo” – ogni 5 anni deve praticare un “ribaltone” per prendere le distanze dalla propria amministrazione precedente! Così è stato con il sindaco Daria Denti che assai presto si è proposta per un “ribaltone” delle scelte amministrative di Roberto Adani. E così è ora con Giancarlo Gasparini, candidato che prova ad accresce le proprie chances distinguendosi da un’amministrazione Denti che ha solo deluso! Questo dunque sarebbe il “partito”! Purtroppo quest’ultima legislatura ha reso evidente a tutti che il re è nudo (Gasparini ha avuto l’intelligenza, un po’ tardiva per la verità, di coglierlo rassegnando le dimissioni da presidente del consiglio comunale dopo aver condiviso con il sindaco Denti 4 dei 5 anni della legislatura): privo di capacità di elaborazione politica (tutto ciò che riesce oggi a fare è assumere i temi dei “movimenti civici”, cercare di adattarli nei propri schemi, senza però riuscire a tradurli in realizzazioni significative: trasparenza, partecipazione, stop al consumo di territorio, rifiuti zero, ecc. – sono tutti esempi di temi NON elaborati all’interno del PD, ma da questo solo scimmiottati), incapace di formare nuovi amministratori, ridotto esso stesso a scimmiottare le famigerate liste civiche sul tema del rinnovamento e dell’alterità dai partiti.
Ho provato a resistere…e mi hanno pure consigliato di non porre questa domanda…ma non resisto. Scusa Adani ma cosa vuol dire:
A me piacciono ancora dei partiti che pensano e durano nel tempo, che abbiano il coraggio di scelte di lungo periodo che vanno oltre il mandato amministrativo, che saranno ancora qui anche tra 20 anni a rispondere ai cittadini del loro operato sia per le scelte azzeccate che per quelle sbagliate, e soprattutto per queste ultime, avranno l’umiltà di ammetterle ai cittadini
forse sono io che non capisco ma… mi puoi fare qualche esempio…ecco fammi un paio di esempi, anche personali se vuoi e/o di partiti che durano 20 anni e di amministratori che rispondono delle cazzate che hanno fatto…non un tema eh, grazie.
chiedo scusa ai lettori del blog per la pochezza del mio intervento ma non riesco a trattenere la domanda.
sergio smerieri
Se per quanto ci è possibile proviamo a guardare dall’alto a questi anni, vediamo nella sfera dei rapporti sociali, della cultura civile e politica, dell’economia tante, tante cose che non ci piacciono. Non so se farle coincidere con gli ultimi vent’anni, questo è un arco temporale comodo alla politica di oggi, ma credo che la crisi sia ben più lunga.
La segmentazione e l’immobilità del mercato del lavoro su base geografica e dei contesti familiari/amicali, una presunta efficienza ed etica sociale che ha emarginato la cultura come materia diffusa e ne ha fatto un passatempo per pochi, una deriva dell’asservimento ai consumi che forse ha picchiato più duro qui dove ci sentiamo tutti eredi di un innato, “innocente” e furbetto buonsenso che non in paesi dove il capitalismo lo hanno inventato. In una sola parola parliamo di imbruttimento, della società e dei rapporti umani. Sì è vero, forse prima non eravamo meravigliosi, ma il trend non pare affatto positivo.
Io non tratto con i guanti il Movimento 5 stelle, lo trovo figlio di tante scorciatoie e di tanti alibi. Ma non mi sento di accusare neppure Grillo per questo clima, piuttosto penso ci sguazzi dentro con un certo stile. D’altro canto gli attori della politica non mi sembra si siano posti il problema e i partiti canonici non mi sono sembrati in questo ventennio nel loro complesso i garanti di un cammino verso il futuro e il benessere della collettività.
Se caliamo tutto questo a Vignola penso che fatte le debite proporzioni con il quadro locale, tutti fuori e dentro la politica, facciano i conti con questi temi, non vedo un Partito Democratico che si contrappone alle liste civiche in questo modo, no, mi sembra un po’semplicistico e fuorviante. Settant’anni di monocromo non ne saranno stati la causa, ma certamente non hanno fatto da argine a questo senso di scollamento sociale e frustrazione individuale.
Lo scontro tra il PD e le liste che sostengono Mauro Smeraldi si gioca su un altro piano, molto più prosaico. Un piano fatto di PSC, di rapporti con HERA, di futuro dell’Unione Terre di Castelli, di rapporto con i cittadini (a cui non servono avvocati o capi popolo, no, ma probabilmente un orecchio più attento sì), di politiche organiche e non di spot per il centro storico, di cultura (“un ufficio cultura… il mio regno per un ufficio cultura!”), e potremmo andare avanti così per righe e righe…
Ora, le liste civiche esistono da ben prima che Grillo inizasse a “sfanculare” il mondo, proprio perchè sono uno strumento che talvolta può rappresentare le istanze del territorio meglio rispetto ad un partito nazionale. Fanno parte della nostra democrazia da tempo e non credo abbiano di per sè molto a che fare con “l’imbruttimento” di cui sopra.
Ma meno male che non siamo tutti d’accordo! Così ci teniamo un po’ di suspanse per il 25 maggio… però no, non credo che questi timori verso il civismo vignolese siano altro se non un buco nell’acqua.
P.s.
mmmh… non vorrei però giocare a poker con il morto… per cui, beh, che dire… questo è il link al blog dell’M5S di Vignola: http://www.vignola5stelle.it/vignola/home.htm
Provate a porre la questione a loro e a vedere che vi dicono sull’argomento…
Caro Andrea, nel mio post non parlo genericamente dell’antipolitica, ma parlo quasi esclusivamente di populismo, cioè di quell’atteggiamento per cui io rappresento i cittadini e i miei cittadini sono i soli che hanno diritto di rappresentanza, partecipazione etc… Non dico che le liste civiche siano i protagonisti di questo populismo, dico però che anche loro giocano in questo campo. Non tutte le componenti che sostengono Smeraldi e neanche Smeraldi stesso hanno questi tratti di populismo, ma le componenti sono talmente eterogenee che trovare un denominatore comune è difficile. Ho avuto molte volte la sensazione che le liste civiche fossero convinte di sapere cosa i cittadini volevano, argomentavano dicendo che glielo avevano chiesto, se ribattevi che anche tu avevi chiesto ai cittadini, i tuoi cittadini non erano mai quelli giusti. Non erano giusti i cittadini che avrebbero tagliato un albero per far posto ad una ciclabile per poi ripiantarlo un po’ più in là, non erano giusti i cittadini vignolesi che votavano alle elezioni perché votavano il PD e lo votavano non perché approvassero le sue proposte programmatiche, ma per fedeltà. Erano quei cittadini di serie B che se l’Unità diceva che gli asini volavano dicevano che svolacchiavano. I cittadini veri invece erano quelli che partecipavano alle proprie iniziative, mentre gli altri che se ne stavano a casa, se non volevano partecipare perdevano il diritto ad essere cittadini, almeno di serie A.
Qui sì che c’è un’analogia con Grillo ( ma non penso affatto che le liste civiche siano grillismo), che pensa che i cittadini siano solo quelli che possono intervenire a sorpresa sul suo Blog. Sui diritti d’autore rispetto ai temi del programma, io non ve li pagherei. A porre alcuni temi come consumo di territorio zero, sono stati i cittadini, hanno reagito di fronte a un PRG (quello del 98) che è stato quasi bruciato nell’arco di 5 anni per una situazione speculativa sull’edilizia che, non dimentichiamo, è stato un fenomeno mondiale. L’economia del mattone c’era anche in Spagna, in Grecia, in Francia, negli Stati Uniti… A Vignola come in tutti gli altri comuni si è costruito troppo e troppo in fretta e questo ha prodotto ovunque la richiesta di uno stop al consumo di territorio, il tema è al centro della campagna elettorale di tutte le competizioni amministrative assieme a quello del lavoro e dello sviluppo. Il Pd e le liste civiche stanno quindi facendo solo il loro dovere di rispondere con proposte a questi temi. La questione invece è proprio di come si risponde concretamente a queste cose. Ti ricordo che noi, perché c’eri anche tu, cominciammo nel 2000 a studiare come si poteva fare riqualificazione urbana su ampia scala, il progetto della STU di Vignola fu riconosciuto dal ministero tra i primi 5 della regione. Lo facemmo quando né i partiti, né gli attuali candidati nelle varie liste alle amministrative parlavano ancora di riqualificazione e riuso del territorio. Ti ricordo che l’incarico per il nuovo PSC aveva al centro l’obiettivo della riqualificazione e del consumo zero. Altra cosa è che quegli studi avessero detto che per riqualificare vaste zone dello spazio urbano recuperando anche maggiori spazi pubblici all’interno della città, avevano bisogno di sacrificare qualche spazio libero per delocalizzare le attività esistenti e incongrue. E’ facile dire consumo zero di suolo, si può con una mossa ad effetto incatenarsi ad un albero, ma poi si deve dire come, si deve esplicitare come si rendono economicamente sostenibili questi processi, non basta dire che per la riqualificazione del centro storico si chiederà ai privati, bisogna spiegare come si rendono possibili trasformazioni che sono diseconomiche e che spontaneamente non si realizzano.
Partecipazione, in tutti i tempi della storia i cittadini hanno preteso partecipazione e almeno a livello locale i partiti, qualsiasi essi fossero, se hanno ottenuto consenso elettorale, lo hanno ottenuto perché erano in sintonia con i loro elettori, anche il tema partecipazione non è esclusivo di qualcuno ma è preteso dagli elettori di tutte le forze politiche. Rifiuti zero e rimodulazione delle tariffe, bisogna dire, siccome la tassa rifiuti deve essere a pareggio come si fa e se aumentano le tariffe per le famiglie e di quanto, perché già ora le aziende pagano una parte dei rifiuti che in realtà producono le famiglie e se si vuole diminuire il peso sulle imprese significa che deve aumentare quello sulle famiglie. Se si sostiene anche giustamente che gli investimenti sull’acquedotto e sul sistema fognario non devono essere remunerati, significa che devono essere finanziati con risorse pubbliche che per legge devono venire dalle tariffe e quindi si dovrebbe dire di quanto si vuole aumentare le tariffe dell’acqua e per fare cosa. Lo stesso vale per le altre imposte locali. Invece sul lavoro, questo è un tema difficile, come si salvano gli attuali posti di lavoro e come se ne creano di nuovi, questo è un tema su cui cimentarsi, dovrebbe essere la principale piattaforma di confronto.
Non basta rispondere al problema del reddito degli agricoltori con i gruppi di acquisto solidale. Anche questa storia delle piccole cose semplici, vanno bene in un incontro di quartiere in cui ci si impegna a chiudere quella buca che è lì da anni, ci vogliono, ma la situazione del paese è drammatica, servono proposte complesse e anche ambiziose. Io so che un comune può fare molto, so anche che le idee e le competenze sono abbastanza rare, ma ancora di più registro che il coraggio di alzare il tiro e rischiare non è dei nostri tempi. Questo significa governare, fare proposte e assumersene la responsabilità con delle scelte spesso difficili e incerte, su queste soluzioni se avete delle idee potete reclamare il diritto d’autore, si brevettano le soluzioni non i problemi.
Per fortuna Roberto. Per fortuna almeno tu, perché vedo che Antonio e Andrea faticano, forse per motivi elettorali, a trovare la via per descrivere questo scontro politico come inscenato da questo populismo e da questa pre-politica, che appunto non è l’anti-politica grillina e forcaiola, ma un modo di rappresentare i conflitti e la discussione pubblica che è esattamente quello che descrivevi nei dialoghi, immaginari e reali allo stesso tempo, di cui sopra. Con quanta velocità si organizzano slogan come rifiuti zero e consumo zero quando diversi protagonisti della scena fino a qualche anno fa erano impegnati anima e corpo in tutt’altre direzioni. Il sottoscritto in prima linea insieme a molti civici di oggi. Cosa si perde? Naturalmente la complessità che tu, caro Roberto, rivendicavi come imprescindibile oggi, in campagna elettorale, come dopo.
E certo, Antonio, le liste civiche esistono prima di Grillo basta non replicare all’infinito il giochino che “noi siamo il cambiamento” mentre i partiti sono il passato perché è davvero una mossa semplificante.
Andai a Genova nel 2001 con Attac e pochissimi partiti, tutti molto piccoli. Molte delle ragioni di allora oggi sono più forti e vere; rimane come dato politico eclatante però che nessuna delle organizzioni che allora dettavano l’agenda politica è sopravvissuta. Non vuol essere un argomento “a favore” dei partiti, ma qualcosa vuol dire, qualcosa di importante.
Caro Roberto, ti stai arrampicando sugli specchi perché per la prima volta nella storia della città il PD è in difficoltà e rischia davvero di dover cedere ad altri la responsabilità del governo. Il tuo ragionamento è rigidamente schematico, manicheo. Tutto ciò che non è “partito” è insidioso od inaffidabile. Espressione di demagogia e populismo. Ovviamente non è così e tu lo sai bene. A livello locale la funzione dei partiti (ascolto della città, elaborazione di programmi che rispondano con lungimiranza alle richieste ed ai bisogni, formazione e selezione di un gruppo di amministratori) può essere svolta tranquillamente da liste civiche. Puoi negarlo? Puoi citarmi una funzione che le liste civiche non possono svolgere a livello locale, magari pure meglio rispetto ai partiti? Questo è quanto noi abbiamo fatto in questi anni. Per cui ci presentiamo oggi con una proposta credibile di governo della città: un candidato assolutamente credibile (tant’è che voi stessi avete proposto a lui di candidarsi a capo di una coalizione che includesse pure il PD!); un gruppo eterogeneo, ma coeso e portatore di buone capacità politico-amministrative (se non altro per avere con continuità seguito l’amministrazione vignolese in questi anni); e che per diversi mesi si è confrontato per mettere a punto un programma di cambiamento per questa città. Oggi le firme per la presentazione delle liste sono state depositate e assieme ad esse il programma. Nei prossimi giorni ci sarà dunque la possibilità di confrontarli e di ragionare su chi ha le idee migliori, più convincenti (o anche meno populiste se vuoi) per il governo di questa città. Al momento se sei intellettualmente onesto devi riconoscere che idee e programmi “civici” sono stati fatti propri dal PD di Vignola: stop al consumo di territorio, modalità nuove di gestione dei rifiuti (ti ricordo che il sindaco PD di Forlì, Roberto Balzani, sta dicendo da tempo le cose che diciamo noi – ma è un “marziano” dentro al PD!); più trasparenza, nuovi istituti di partecipazione, ecc. Purtroppo gli ultimi cinque anni hanno visto il PD di Vignola sostenere (spesso ad occhi chiusi) un sindaco privo di una visione chiara sulla Vignola del futuro, ma allo stesso tempo particolarmente chiuso ed arrogante. Una sorta di piccolo clan. E’ “roba vostra”, Roberto. Di cui dovreste innanzitutto chiedere scusa ai vignolesi. Perché le macerie che lascia l’amministrazione Denti (in termini di incapacità, di progetti lasciati alla deriva, di sfiducia prodotta) richiederanno un grande lavoro di rimozione e ripristino. Questi sarebbero i fatti. Per il resto ribadisco che non credo negli schematismi. Anche un’aggregazione civica come quella che sostiene Mauro Smeraldi può essere la migliore risposta ai bisogni di questa città. Non sto dicendo che le liste civiche sono meglio a prescindere, ma che – ad essere intellettualmente onesti – occorre una più puntuale capacità di discriminazione e valutazione. Oggi, 2014, per una serie di ragioni (che vanno dalla consunzione dell’amministrazione Denti e dalla sua tristissima performance; l’afasia del partito e la sua incapacità in questi anni di formare persone con alte competenze politico-amministrative; il fortissimo ricambio a cui è stato costretto; la proposta di un candidato sindaco part-time – incredibile per Vignola, non ne convieni?) la nostra aggregazione civica risulta più credibile nel proporsi di amministrare la città. Non c’entra il populismo. Non c’entra la demagogia (il cui campione è Daria Denti, mica Mauro Smeraldi!). C’entra la qualità della proposta e dei suoi ingredienti (lo ripeto: candidato sindaco; persone in lista e tipo di competenze politico-amministrative che portano; idee ovvero programma). Su questo sarebbe opportuno stare. Leggo la tua tendenza a gettarla in rissa (ovvero ad introdurre schematizzazioni insopportabili) come un segno della difficoltà del PD.
Un’ultima cosa sui “partiti” (e sul PD in particolare) non vorrei però risparmiartela. Anche il PD è oggi una macchina per produrre carriere professionali. Per fare della politica una professione o una fonte di guadagno, indipendentemente dai meriti. Vogliamo andare a vedere chi siede nei consigli di amministrazione di enti e società partecipate in questa provincia? Chi è a capo di ACER, AMO, ecc., chi siede nel CdA di HERA (Razzoli sta smontando ora) e nel vasto sottobosco degli incarichi dipendenti dalla politica? Vogliamo parlare di Liliana Albertini a lungo nel consiglio della Fondazione di Vignola (un modo anche questo per finanziare il partito)? O dell’incarico affidato a Gino Quartieri dal comune di Modena per seguire il piano della mobilità? O, per stare più vicino a noi, vogliamo rassicurare gli elettori dicendo che Luca Gozzoli si troverà un lavoro una volta che avrà terminato di fare l’assessore provinciale? Vogliamo anticipare agli elettori quale “incarico” la Regione (o un qualche altro ente regionale) conferirà a Daria Denti per ricompensarla delle amorevoli cure prestate alla nostra ridente cittadina? Potrei continuare, ma il quadro mi sembra già abbastanza chiaro. Non vorrei però essere tacciato di populismo o demagogia. Sto solo chiedendo che l’impegno in politica sia davvero preso come un servizio. Peraltro reversibile. E sempre sottoposto ad una seria valutazione e rendicontazione. Forse il PD potrebbe provare a dare il buon esempio proprio dal rinunciare all’occupazione di enti, società, istituzioni. Ma anche a Vignola questa “sensibilità” è mancata. Qualcuno nel partito ha alzato la voce quando tramite questo blog l’opinione pubblica è stata messa a conoscenza dell’affaire Novembre (il segretario dei GD messo, non certo per meriti e competenze, nel cda dell’ASP G.Gasparini)? Come troppo spesso succede arrivate tardi. Anche per questo è bene #cambiaredavvero.
Caro Ivano, guarda io semplicemente questo scontro non lo vedo incarnato dallo scontro politico tra Pd e Liste civiche di Vignola. La lettura semplicistica delle cose è comune ai cittadini che di default diffidano dei partiti come di quelli che continuano a votare lo stesso partito per abitudine, per fede, per timore dell’ignoto.
Gli slogan sono per definizione semplicistici e francamente non mi fanno impazzire diversi di quelli in circolazione questo giro…ma mi preoccupo piuttosto di quanta e quale sostanza c’è sotto.
Quanto ai casi “tipo” di cui sopra… beh… sulla teoria sono d’accordo al 100%, però credo che se partiamo da Vignola e dalla storia recente qualche problema ad esempio sul tema dei rapporti con la cittadinanza ci sia. E’ evidente che c’è stata una certa disomogeneità nell’ascolto a gruppi e categorie di cittadini, che iniziative come il percorso partecipato per via Libertà sia stato come dire…””ambiguo””, che incontri come ad esempio quelli con i residenti del centro su progetti impattanti come il famoso “incubatore” siano stati organizzati in modo frettoloso e con non troppa cura (volantini recapitati all’ultimo o non recapitati proprio)… sono cose che si fanno sentire. E allora, è sicuramente generico dire “I cittadini diventano sindaco”, ma se guardiamo al caso di Vignola forse si vede come questo slogan nasca da una scintilla molto concreta. Sul discorso cittadini di serie A e di serie B… mah… capisco, però mi sembra così abc della democrazia che non saprei che dire… nessuno è stato obbligato a vestirsi da Class in questi anni e dubito che qualcuno in futuro possa essere obbligato a coltivare i pomodori biologici sul davanzale… sempre per tenere il discorso con i piedi a Vignola…
Però passatemi che a me sembra una grande semplificazione anche voler incarnare sempre insieme la continuità e il cambiamento… no perchè io non capisco, come si può dire da un lato che chi sbaglia si assume le sue responsabilità e poi dire che la stessa forza politica ha fatto un bagno di rinnovamento ed è pronta per continuare ad amministrare? Si sciacquano i panni in casa e non si dice mai quali sono gli errori… si desume che i responsabili siano sempre (e solo…) i sindaci uscenti… ma cosa imputava il Pd ad Adani nei giorni del ballottaggio del 2009? E cosa ha da dire oggi Gasparini per bacchettare Daria Denti? O è solo una questione di sondaggi? Se non ce lo sentiamo dire, da elettori chiamati ad esprimere al contempo una preferenza e un giudizio, a quali responsabilità dovremmo fare riferimento per poter apprezzare un cambiamento? No… è un discorso frastornato e una dinamica frustrante da osservare.
Io non ho difficoltà a dire che se votassi a Spilamberto voterei serenamente per Umberto Costantini. Quando voto alle politiche, in Europa ecc… voto per dei partiti. Delle persone che conosco e ragionevolmente deduco che voteranno per Mauro Smeraldi la grande maggioranza vota tradizionalmente per dei partiti. I partiti in generale, ma a maggior ragione sul territorio, dovrebbero prendere spunto da quanto di positivo c’è nei civici delle amministrazioni locali per incamerare qualcosa che hanno smarrito o che non hanno mai avuto ma che adesso serve e va canalizzato ai vertici della politica.
Concludo dicendo che se avessi trovato un partito sul territorio che mi avesse convinto non avrei fatto questa scelta. Per esempio… beh, se si fosse presentato il Partito d’Azione… sarei corso a votarlo!
E con questa buon 25 aprile a tutti.
Caro Andrea non capisco cosa intendi con metterla in rissa, non ho il fisico per fare a botte e, nel caso, corro forte. Comunque negli ultimi 5 anni hai giustamente chiesto un rinnovamento e un risveglio del PD. Non dire che non ci siano stati voci di dissenso nel PD, magari sono rimaste una minoranza, ma sono stati diverse anche sulle vicende che richiami, io stesso ho scritto più di una volta anche sul tuo blog. C’è chi lo ha fatto negli organi del partito, chi ha scritto ad esempio sul tuo blog, chi ha utilizzato la stampa locale. Forse non abbastanza, può essere, ma mi puoi citare un altra forza politica o forza civica in cui sia emersa una discussione o un confronto esplicito e trasparente su un tema. Mi dirai che avete discusso a lungo, ma questo lo affermano tutti. Quello che tu pretendi dal PD io non l’ho mai visto nelle altre forze politiche, né quando sono all’opposizione né quando sono al governo. Non l’ho sentito per esempio a Savignano dove nonostante io pensi tutto il bene del mondo di Caroli, se dovessi citare una sola azione di un qualche peso sul piano della crisi economica, della riqualificazione urbana, delle opere pubbliche, sulle energie alternative, sulla valorizzazione degli spazi verdi o dell’ambiente, investimenti significativi sulla scuola o sul volontariato… farei fatica a citartene uno, quindi tutto questo pluralismo e capacità di autocritica da dove si evince? Farei meno fatica a citarti qualche intervento positivo della tanto vituperata Katia Fornari. Lo dico per provocare, ma almeno una qualche pista ciclabile, nuove scuole, un bel centro sportivo per il volontariato, lo spostamento del frantoio dal fiume (non ultimato ma qui siamo già in terreno di Caroli) un isola ecologica… riesco a citarle. Diciamo la verità, che se Caroli non fosse espressione di una lista civica, uno come te l’avrebbe stroncato sul piano delle cose realizzate e della visione strategica.
Caroli invece è stato bravo sul piano del rapporto con la città, ed è certificato che si possa resistere almeno una legislatura basandosi sostanzialmente su una buona capacità di tenere relazioni. Detto questo però , Vignola non è Savignano, non perché sia più grande ma perché svolge un ruolo guida sul territorio e serve quindi una visione politica che vada oltre le piccole cose. Io questa capacità non riesco proprio a vederla. Non riesco proprio a vedere la capacità delle liste civiche nate all’ombra dei campanili di elaborare un progetto di governance territoriale. Il PD ha sicuramente avuto un periodo di stasi negli ultimi 5 anni, ma non non puoi sostenere che le liste civiche avrebbero mai avuto nemmeno l’idea di realizzare un unione di comuni, non per niente, al di là dei dettagli, si sono opposte con tutte le loro forze al comune unico della Valsamoggia e non per niente si sono ritirate appena ne hanno avuto occasione da qualche servizio gestito in comune. Il Pd di Vignola invece è stato capace di rinnovarsi in occasione di queste amministrative, e se c’è una cosa che ha sempre saputo fare bene è autocritica fino quasi all’autolesionismo. Tu pretenderesti un gioco dell’oca però in cui il PD non solo ritorna alla casella di partenza ma salta il turno per i prossimi 5 anni, vorresti, invece che confrontarti sul piano delle idee delle strategie e delle intelligenze delle persone, giocare da solo e vedere se riesci a vincere. Quindi caro Andrea attento alla casella 52, la prigione, per liberarti devi aspettare che l’altro concorrente ti raggiunga… poi come è giusto si riparte alla pari e conta solo l’abilità a tirare i dadi.
PS su Hera e il sindaco di Forli ti risponderò…
Mi limito all’essenziale, lasciando perdere il folklore. (1) Governance territoriale e liste civiche. La gestione affidata a Lamandini, prima, e soprattutto a Daria Denti, poi, non ha certo migliorato lo stato di salute dell’Unione Terre di Castelli. Oggi qualsiasi progetto di governance territoriale deve prima ricreare quel minimo di fiducia tra sindaci e territori. Certo, nella fase iniziale la costituzione dell’Unione ha beneficiato dell’omogeneità politica delle amministrazioni fondatrici. Ma questa condizione facilitatrice non c’è più. L’accresciuta eterogeneità politica e territoriale avrebbe dovuto spingere ad un diverso modo di governare, con un impegno paziente e tenace a costruire un consenso sulla strategia di medio periodo. Peccato non sia avvenuto. Ed ora le cose sono divenute terribilmente più complicate. Dopo le elezioni comunali del prossimo 25 maggio si tratterà di ripartire da qui, prendendo come un dato di fatto l’accresciuta eterogeneità e dandosi un metodo di lavoro in grado di recuperare una visione strategica da tempo assente. Non ho alcun dubbio sul fatto che Mauro Smeraldi e la maggioranza che lo sostiene, nel caso dovesse prevalere, sarà in grado di ridare impulso ad un processo da troppo tempo in stand-by, quando non in regressione. (2) Sullo stato del PD. Capisco che essendo in campagna elettorale si debba rispondere d’ufficio “va tutto bene” alla domanda sullo stato di salute del PD dopo la pessima amministrazione Denti. Basta in realtà guardare la composizione delle liste elettorali, pensare ad un candidato sindaco part-time (per Vignola?) e leggersi il programma per capire che così non è. Certo, volti nuovi ed entusiasmo ci sono (e chi non ce l’ha lanciandosi in campagna elettorale?). Ma tutto ciò si è pagato in termini di capacità politico-amministrativa. Tant’è che, come ho argomentato, una lista civica come Vignola Cambia si ritrova assai meglio attrezzata. Comunque, i dadi sono in mano agli elettori. Saranno loro a dire chi avanza fino al traguardo e chi si ferma prima.
PS Tendenziosa la tua ricostruzione della vicenda Valsamoggia. Che la proposta emerga da chi è al governo del territorio è naturale. Ma diversamente da quello che tu dici le liste civiche del territorio non erano contrarie, in origine. Hanno però avanzato due richieste: una precisazione dello studio di fattibilità (lacunoso – per usare un eufemismo) e l’organizzazione di un percorso di coinvolgimento dei cittadini sul progetto. Un PD maldestro e manipolatorio (come purtroppo spesso si trova dove è al governo da lungo tempo) ha fatto finta di niente. E’ a quel punto che le liste civiche hanno detto no. Va ricordato che il progetto di fusione è stato bocciato dai cittadini in 2 dei 5 comuni interessati. Oggi, dopo che la Regione ha modificato la propria posizione, assumendo l’orientamento di approvare i progetti di fusione solo se approvati al referendum in tutti i comuni coinvolti, la fusione Valsamoggia non diventerebbe realtà. Per rinfrescarti la memoria qui trovi il materiale sulla vicenda:
https://amarevignola.wordpress.com/category/valsamoggia/
Ahi, ahi, assente per un po’ mi sono perso passaggi importanti e mi scuso. Non vorrei apparire come colui che vuole glissare o altro, ma il tema dei partiti e dei populismi mi stanno a cuore.
1) Credo che tutti siamo consapevoli che i partiti sono un “prodotto” storico che muta caratteristiche e forme nel corso del tempo.
2) Credo ragionevole affermare che c’è chi vede i partiti come organi puramente strumentali alla gestione del potere e chi li ha intesi principalmente come forma e strumento per organizzare la partecipazione e assicurare rappresentanza ai ceti popolari.
3) E’ noto che c’è chi esalta la capacità di un partito di tenere insieme fazioni e obiettivi diversi, seppure non inconciliabili, almeno nel breve periodo (partito democratico U.S.A.; Labour party , ad esempio) e chi invece esalta una, vera o presunta, fedeltà ideale.
Una prima domanda è legittima: un partito può essere giudicato a prescindere dai modi e dagli obiettivi del suo operare?
Che senso ha approvare documenti congressuali se poi richiamando le difficili condizioni del presente restano lettera morta? Forse quei documenti erano pure “esercitazioni intellettuali” o erano espressione di quel populismo che si vorrebbe evitare?
Tom Benettollo poco prima di morire disse che non andava accettata la perniciosa divisione fra le due sinistre: di governo e di opposizione, ossia “del niente subito e del tutto mai”.
Per questo ritengo che ripartire dal teritorio e da modi diversi di rappresentarlo e di “pensarlo” possa essere un buon modo per evitare che i partiti diventino solo espressione dei gruppi dirigenti e che diventi consuetudine la passività alimentatrice dei populismi e dei regimi autoritari.
Dimer Marchi.