Chi cercasse un’idea originale, un progetto accattivante, una visione innovativa sul futuro della città rimarrebbe inevitabilmente deluso. Nulla di tutto ciò si trova nelle dichiarazioni e nei documenti (striminziti, per la verità) che accompagnano le tre candidature alle primarie del PD. Si registra piuttosto la corsa a prendere le distanze dall’amministrazione Denti, visto lo scarso appeal di cui gode in città (vedi) (a modo suo lo fa anche Mauro Scurani, che pure è tuttora assessore comunale, visto che non fa altro che rimarcare l’esigenza di “correggere il tiro” e di fare cose che in 5 anni non sono state fatte!). In un certo senso è inevitabile, visto che negli ultimi anni il PD locale ha perso ulteriormente la propria (già non entusiasmante) capacità di elaborazione politica. E questo non è certamente un fatto positivo per la città.
[1] La lettura del poco, pochissimo materiale che i tre candidati – Serena Bergamini, Giancarlo Gasparini, Mauro Scurani – mettono a disposizione dei cittadini a cui chiedono il voto è tutt’altro che entusiasmante. Una sequenza di slogan banali, frasi fatte, obiettivi generici (e dunque innocui): Vignola “deve diventare sempre più un grande polo di attrazione turistica” (e chi non è d’accordo? il problema semmai è come, con quali azioni e con quali risorse); “rilanciare la qualità del centro storico” (di nuovo: qualcuno non è d’accordo? vedi); un “comune aperto”, una “smart city”, un’amministrazione “trasparente e partecipata” e via di questo passo. Insomma, è un po’ una fiera delle banalità. Nessun progetto vero e concreto, con tanto di studio di fattibilità, da sottoporre ai cittadini, al vaglio della loro critica. Nessuna presa di posizione rispetto ai temi controversi che sono da tempo in agenda, alcuni chiaramente percepiti dai cittadini, altri nel limbo di una politica che ha perso capacità di visione e capacità di impegno per progetti che possono fare la differenza per la città ed il territorio. Cito le prime questioni, con potere di “discrimine”, che mi vengono in mente:
- pedonalizzare il centro storico (vedi)?
- rimettere in uso come piazza il piano di superficie del parcheggio di Corso Italia (vedi)?
- introdurre la raccolta porta-a-porta ed il conferimento mirato ad isole ecologiche, in grado davvero di trasformare i rifiuti in “risorsa” (grazie alla differenziazione di qualità ed al riciclaggio spinto)?
- progettazione partecipata con i cittadini – di default! – per tutte le opere con costo superiore ai 100mila euro?
- ridisegno della governance della holding-comunale e delle sue aziende partecipate?
- trasparenza totale dell’azione amministrativa?
- la “cura del ferro” come propone Paolo Silingardi (vedi), candidato alle primarie PD (però a Modena), ovvero una ramificazione provinciale di nuove linee ferroviarie di collegamento con la città capoluogo?
E così via. Nessuna presa di posizione su queste od altre questioni vere o innovative. Si galleggia invece sulla superficie delle cose. Solo enunciazioni di principio, certo in larga parte condivisibili, ma prive di qualsiasi traduzione in un progetto vero e concreto che faccia capire di cosa stiamo parlando, di quale portata e quale rilevanza, ovvero del contributo che può davvero dare a costruire una diversa traiettoria di sviluppo, un diverso futuro per Vignola ed il territorio dell’Unione.
[2] In assenza di differenze programmatiche forti (che ci sono invece altrove: pensiamo ai tre candidati PD che si fronteggiano a Modena od anche ai due candidati di Spilamberto) agli elettori non rimane, come criterio di scelta, che la conoscenza sociale dei candidati (e qui Gasparini, essendo stimato pediatra, un qualche vantaggio ce l’ha). La maggiore capacità di iniziativa che caratterizza chi non si è candidato all’ultimo minuto (come ha fatto Serena Bergamini ed ancor di più Mauro Scurani) aggiunge qualche ulteriore vantaggio sempre a favore di Gasparini. Comunque, ancora pochi giorni ed il risultato sarà noto. Come ho già avuto modo di osservare (vedi) le primarie svolgeranno comunque la loro funzione di selezionare un candidato, ma senza dare alcun contributo significativo alla formazione di un programma per il futuro di Vignola. E questo è un aspetto preoccupante per la città. Queste primarie sono così il segno di un ulteriore abbassamento della qualità della politica locale. Come se il principale partito cittadino, al governo ininterrottamente nel dopoguerra, avesse paralizzata la capacità di immaginare qualcosa di davvero nuovo per la città – eppure, lo riconosce anche il PD, stiamo vivendo la crisi economica più grave (e lunga) da ottant’anni a questa parte! Se non ora, quando?

Ecco il “gruppo di volontari che accompagna Mauro Scurani nel cammino verso le primarie”. Tutti gentlemen? (foto dell’8 febbraio 2014)
[3] In assenza di un vero dibattito sui progetti per la città la competizione si gioca al ribasso, al suono di punzecchiature e polemiche. E’ una regola della comunicazione politica: qualcosa bisogna pur dire. Ne abbiamo avuto la prova in più occasioni – da ultimo su Il Resto del Carlino di oggi, 27 febbraio (pdf). Il tema del contendere: il costo del segretario e direttore generale (per la “modica” cifra di 246mila euro l’anno!): decisamente troppo per Gasparini (come dargli torto? se ne è solo accorto un po’ tardivamente! – Francesco Rubbiani, consigliere della lista Città di Vignola, lo sta dicendo dall’inizio della legislatura!), tutto “falso” per Scurani (se ne accorgerà, forse, ancora più tardivamente?). Ma consumata questa piccola querelle viene da dire: tutto qua? dove stanno le idee ed i progetti per la città ed il territorio? Questo vuoto, non è forse il segno di una incapacità di “elaborare”? Della mancanza di una capacità di pensiero (vedi)? In confronto alla piattezza di questi tempi il periodo tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900 sembra “vulcanico”: nascita della Cassa di Risparmio, istituzione di un asilo infantile (tramite una società di azionisti), la realizzazione del primo ponte sul Panaro, il Tramway per Bologna, e così via. Certo, utopia è termine screditato, ma di un po’ di pensiero utopico ci sarebbe un gran bisogno. Ma non cercatelo dalle parti del PD.

I tre candidati alle primarie PD: Serena Bergamini, attuale segretario cittadino; Giancarlo Gasparini, ex-presidente del consiglio comunale; Mauro Scurani, assessore comunale uscente.
[4] Ultima considerazione. In questa generale banalizzazione (dove la politica assomiglia sempre più all’amministrazione di un condominio) spicca comunque, non certo in positivo, la posizione di Mauro Scurani. Posizione singolare, la sua. Sarebbe l’ambientalista del gruppo. Quello che dovrebbe proporre i progetti maggiormente innovativi in termini di sostenibilità, di rispetto e valorizzazione ambientale. Ma è un ruolo che non può giocare (diversamente da Paolo Silingardi a Modena, per intenderci) visto che siede tuttora in una giunta che su questi temi non è stata in grado di fare nulla di rilevante! Anzi! Non può dunque dire (credibilmente) “stop al consumo di territorio non compromesso”, visto che per due volte ha approvato documenti del PSC, con delibere di giunta, che prevedono ancora consumo di territorio agricolo (vedi)! Non può dire (credibilmente) che bisogna impostare diversamente la gestione dei rifiuti visto che la prassi del suo assessorato è stata improntata all’elogio del cassonetto (vedi)! Non può neppure proporsi come credibile promotore del verde urbano e di una nuova cultura degli alberi in città, visto che questa è l’amministrazione che ne ha segati di più (vedi)! Non può parlare di partecipazione e coinvolgimento dei cittadini nella progettazione – visto che vi ha rinunciato proprio quando poteva (pensiamo al tristissimo progetto del parco di via di Mezzo: vedi) – e nella pianificazione della città (qui il riferimento è alla tristissima performance esibita sul PSC: vedi). E’ davvero una singolare posizione la sua. Ci si chiede davvero se non c’era altro modo, volendosi “mettere al servizio della città”, che candidarsi alle primarie PD.
PS In realtà un’idea davvero innovativa è emersa nel corso del dibattito: “vorremmo collocare nei magazzini ex CRV dietro l’ospedale i nostri archivi storici con documenti medioevali” – afferma Scurani nel corso del dibattito a tre riportato da Il Resto del Carlino del 18 febbraio 2014, p.17 (pdf). Peccato che si tratti di un’idea strampalata proprio dal punto di vista urbanistico: l’area individuata è quanto di più infelice possa esserci per ospitare funzioni culturali (che andrebbero collocate in prossimità del centro, magari lungo la traiettoria “culturale” Rocca-ex-mercato-biblioteca Auris, come si diceva una volta).