Giovedì sera, 6 febbraio, presso il centro culturale di Marano si è tenuta una seduta congiunta dei consigli comunali del distretto per trattare, alla presenza del direttore generale dell’Azienda USL di Modena Mariella Martini e del suo staff, del futuro dell’ospedale di Vignola e del suo pronto soccorso. Tutto si è risolto in un rito di rassicurazione, anche se non tutti ne sono usciti convintamente rassicurati. Certo è che non poteva andare diversamente – anche perché non vi è mai stata una minaccia concreta per l’ospedale di Vignola ed il pronto soccorso, come ho provato ad argomentare sin dall’inizio (vedi). E’ però vero che se il sindaco di Vignola, per primo, parla di rischio chiusura per il pronto soccorso, allora inevitabilmente si scatena la corsa al sorpasso nella difesa ad oltranza. Ed è quanto avvenuto in questi due mesi. Succede così che l’attenzione viene prepotentemente convogliata su una minaccia immaginaria (vedi), mentre i problemi veri (che ci sono tutti) rimangono nell’ombra. Purtroppo anche il “mega-consiglio” di giovedì sera a Marano ha recitato secondo questo copione.

Sala piena al Centro culturale di Marano per il mega-consiglio sull’ospedale di Vignola ed il PS: circa 200 i presenti tra consiglieri comunali e cittadini (foto del 6 febbraio 2014)
[1] Il caso è da manuale. Non serve che la notizia sia vera, basta che sia plausibile. E se a rilanciarla sono le massime istituzioni del territorio (il sindaco di Vignola in primis, a cui si sono accodati più o meno convintamente anche gli altri), allora “diventa vera”. E magari si ingigantisce pure. Così Prima Pagina del 7 febbraio (p.19), dopo due mesi di “allarmi”, riporta le dichiarazioni di Bruno Rinaldi, consigliere del Nuovo Centro Destra, che parla addirittura di “paventata chiusura dell’ospedale di Vignola”! Ma quando mai! La “carriera” di questa notizia ha più a che fare con la sfiducia verso la politica che con i reali programmi che la Regione Emilia-Romagna sta mettendo a punto per l’intero Servizio Sanitario Regionale (e che, dunque, toccheranno inevitabilmente anche l’ospedale di Vignola) (vedi).

Da tempo l’automedica presso l’ospedale di Vignola è H12. Il Direttore generale dell’Azienda USL si è impegnata a portarla ad H24 entro il 2014 (foto del 6 febbraio 2014)
[2] Purtroppo a gridare impropriamente “al lupo, al lupo” è stato per primo il sindaco di Vignola. Chiamando alla mobilitazione per una “guerra preventiva” che non produrrà alcun effetto, visto che le armate dell’avversario – mettiamola così – non sono affatto schierate sul campo da battaglia. Anzi, si è finalmente scoperto (sic!) che il campo di battaglia su cui sono state schierate le truppe vignolesi era quello sbagliato. Visto che le linee guida regionali, in corso di definizione (e comunque con l’obiettivo di migliorare l’assistenza sanitaria, non semplicemente di tagliarne la spesa! vedi), non si caleranno direttamente sui servizi sanitari dei diversi territori, ma verranno “mediate” dai Piani Attuativi Locali (PAL), come in questa regione è sempre avvenuto. Essendo quello in vigore appena scaduto (è infatti il PAL 2011-2013), la riorganizzazione della sanità (e la ricerca di un nuovo più avanzato equilibrio tra servizi ospedalieri e servizi territoriali: vedi) avverrà, a Vignola come nel resto della provincia di Modena, con l’approvazione del nuovo PAL 2014-2016.

Notizie positive sul fronte dello screening mammografico, con il sostanziale azzeramento delle liste d’attesa (le donne in lista d’attesa erano più di 12.000 a luglio 2012) (foto del 6 febbraio 2014)
[3] Tutto bene, dunque? Nient’affatto. Ma non perché ci sia comunque un rischio di “chiusura” dell’ospedale di Vignola o anche solo del suo pronto soccorso. Questa è un’assurdità – che non ha nulla a che fare con la “famigerata” intervista (così l’ha definita il sindaco di Vignola) al Direttore generale della sanità regionale Tiziano Carradori (vedi). L’aspetto davvero preoccupante di questa vicenda è constatare quanto poco il sistema politico-amministrativo locale (con il sindaco di Vignola in testa) abbia la capacità di giocare un ruolo all’altezza della situazione nel processo di indirizzo, controllo e rendicontazione dell’Azienda USL di Modena. Ed anche nel “mega-consiglio” del 6 febbraio lo spettacolo dato dagli amministratori (singolarmente silenti i sindaci del PD) è stato di una tristezza infinita. Amministratori e politici locali hanno dimostrato anche in quell’occasione di non essere affatto in grado di giocare il loro ruolo (ma di trastullarsi ancora con l’idea che sbrigare gli affari della sanità locale significhi fare tre o quattro telefonate all’anno al Direttore generale dell’AUSL!).

I dati sul servizio di continuità assistenziale (“guardia medica”) nel 2013. Rimane comunque uno degli anelli deboli dell’assistenza sanitaria sul territorio (foto del 6 febbraio 2014)
[4] Quante sono le probabilità di sopravvivenza di una persona colpita da infarto del miocardio? Quante sono le probabilità se ad essere colpito è un cittadino di Modena, o se invece si tratta di un cittadino di Vignola o di Zocca? E per chi è colpito da un tumore? E così via. Esiste una differenza significativa nelle chances di vita e di cura tra chi risiede al centro, nel capoluogo di provincia o di regione, e chi sta in periferia, o addirittura sull’Appennino? E, se come è plausibile questa differenza esiste, si sta riducendo nel corso del tempo oppure no? E quali sono i costi economici e sociali della gestione della salute e delle cure per chi non sta nel capoluogo di provincia? Queste sono le domande che andavano poste. Andavano poste all’inizio della legislatura e per ciascuna di esse occorreva negoziare degli obiettivi di miglioramento delle capacità di cura, ovvero di riduzione di questa differenza (ovviamente passando per la CTSS, con un “accordo politico” con gli altri distretti “di periferia” che condividono tutti lo stesso interesse: il riequilibrio). Così da rendere più esigibile il diritto ad un uguale trattamento, indipendentemente da quale parte del territorio si abiti. Purtroppo manca un adeguato sistema informativo in grado di rappresentare come il dispiegamento di risorse (organizzative, professionali, tecnologiche) si traduce in capacità di cura ed in salute dei cittadini in questo e negli altri distretti. Colpevolmente nessun sindaco l’ha chiesto. Così come nessuno – e tantomeno il sindaco di Vignola – ha chiesto che:
- aumentino le prestazioni di day surgery (che infatti non sono aumentate in questi anni: vedi);
- aumenti l’offerta di specialistica ambulatoriale (anche questa ferma, con la conseguenza che una parte importante delle prestazioni sono fruite fuori distretto);
- si promuova per davvero la medicina di gruppo (che non esiste affatto);
- si metta mano davvero ad una riorganizzazione della “continuità assistenziale” (leggasi “guardia medica”) – i migliori antidoti contro l’intasamento del pronto soccorso (codici bianchi).
E così, sebbene esistano ampi spezzoni di un tale sistema informativo, siamo privi di un “cruscotto” che renda intelligibile ai cittadini (e non solo agli esperti) qual è la situazione dell’assistenza sanitaria nel distretto. Quello che i sindaci dovrebbero iniziare a fare è quello di chiedere obiettivi trasparenti, presentarli pubblicamente e verificarne il raggiungimento (magari, vista la complessità della materia, con l’ausilio delle associazioni di volontariato sociosanitario, del Comitato Consultivo Misto, dei cittadini). Da questo punto di vista la presente legislatura è passata invano. Ed anche per questo motivo voltar pagina è doveroso.

L’intervento del consigliere comunale di Vignola Simone Pelloni (gruppo Lega Nord) nel corso del mega-consiglio (foto del 6 febbraio 2014)
PS I riti come quello di giovedì sera sono magari avvincenti (non a caso si è scelto come location un teatro), ma assai poco efficaci, sia come occasione di trasmissione delle informazioni, sia come momento di controllo sull’operato dell’azienda sanitaria. Neppure questo hanno imparato sindaci, consiglieri, forze politiche. Ovviamente la responsabilità primaria sta nelle forze che amministrano e che hanno organizzato l’evento. Altro che “sinistra pensante” (vedi)! Qui il resoconto che ne ha dato Il Resto del Carlino del 7 febbraio 2014 (pdf). Qui l’intervento di Bruno Rinaldi del NCD che, ovviamente, non si sottrae al gioco di chi la spara più grossa con il sindaco di Vignola, su Prima Pagina del 7 febbraio 2014 (pdf). I consiglieri PD intervenuti al dibattito (si trattava pur sempre di un consiglio comunale dove potevano prendere la parola solo i consiglieri!) sono stati Giordano Succi (Vignola) e Maurizio Piccinini (capogruppo PD nel consiglio dell’Unione). Quest’ultimo, in particolare, con un intervento rubricabile nella categoria “lucciole per lanterne”. Segnalo anche gli interventi dei consiglieri di minoranza vignolesi Antonio Guarro e Simone Pelloni.
Bravo Andrea, era questo che bisognava dire. E’ il depotenziamento, gia’ in atto, delle branche specialistiche, vedi chirurgia, eccellenza x Vignola, invidiata da tutta la provincia.
Qualunque cosa affermino e su qualunque cosa diano assicurazioni, i politici s-partici, sappiate che sono promesse
che non valgono nulla.
Istruttiva è la storia recente dell’Ospedale di Comacchio, che in più, rispetto a Vignola ,in estate conta 4 Milioni di Presenze Turistiche.
Vedi http://www.estense.com/?p=359238
Qualche anno fa, nell’Ospedale S. Camillo di Comacchio la Sanità Regionale, ha investito diversi milioni di euro, pur sapendo che di lì a qualche anno, ,l’avrebbero chiuso.
Questa è la capacità di PROGRAMMAZIONE dei loro Arci-esperti regionali.
O almeno ci stanno provando, contro la volontà della popolazione che vi si oppone, anche con una occupazione PACIFICA che dura
da oltre 100 giorni.