Infine è giunto. Il 2014, anno di elezioni comunali a Vignola. Segna la fine di questa legislatura avviatasi nel giugno 2009 con un evento epocale per Vignola: il ricorso al secondo turno, ovvero al “ballottaggio”, per la scelta del sindaco (vedi). Il punto più basso, sinora, toccato dal PD e dal suo candidato a sindaco, Daria Denti (vedi). Che nonostante un avvio rocambolesco (chi avrebbe mai detto che un candidato della Lega Nord, a Vignola, avrebbe potuto mettere in fibrillazione il partito che storicamente governa questa città?) ed una legislatura condotta in modo assolutamente deludente (tanto da meritarsi il voto più basso, in provincia di Modena, dai cittadini intervistati: vedi) sembra assolutamente determinata a ripresentarsi per la seconda volta. E’ meglio prepararsi a questo pessimo scenario.
[1] Fa riflettere il voto severissimo che un campione di cittadini vignolesi intervistati per conto del PD ha dato dell’amministrazione Denti: tra il 3 ed il 4 (su una scala da 1 a 10). Pensiamo che il sindaco di Modena, Giorgio Pighi, dalla performance nient’affatto esaltante, ha avuto un voto medio pari a 5,8 (vedi). Daria Denti ha ricevuto assai meno! Ci si dovrebbe aspettare un suo “passo indietro”. Eppure tiene sostanzialmente in mano il partito vignolese – oramai ridotto a nulla più di un comitato elettorale. E’ dunque assai probabile che quando infine non sarà più possibile rinviare la comunicazione alla città circa l’intenzione in merito all’eventuale secondo mandato – indicativamente attorno al 15-17 gennaio – scopriremo che intende ripresentarsi di nuovo. Pur dopo aver profondamente deluso.
- Pur dopo aver fatto promesse in campagna elettorale palesemente non mantenute: come quella sullo “stop al consumo di territorio non compromesso” (vedi) o sul coinvolgimento dei cittadini nelle scelte più importanti della città (tra cui l’impegno preciso di presentare “il bilancio comunale previsionale, prima dell’approvazione, nei diversi quartieri” – fatto solo il primo anno e pure maldestramente: vedi).
- Pur dopo aver formato una giunta di bassa se non bassissima qualità (lo ribadisco, l’unico assessore che si è un po’ distinto è l’assessore Mauro Scurani: vedi) – quello dell’incapacità, a livello locale, è il vero “costo” della politica!
- Pur dopo aver continuato nella pratica di occupazione partitica delle istituzioni (con la nomina del segretario dei Giovani Democratici nel cda dell’ASP G.Gasparini: vedi).
- Pur dopo essersi mostrata assolutamente incapace di ripensare il rapporto con le società partecipate (si tratti di Hera, di AMO, dell’Azienda USL o altro ancora – è il tema della “governance”, da tempo in attesa di più trasparenza sugli indirizzi e di una vera rendicontazione!) o di condurre la “macchina” dell’Unione Terre di Castelli. E così via.
Eppure – questa la mia previsione – il sindaco uscente non rinuncerà a ripresentarsi. C’è una carriera politica da salvare. Anche a costo di infliggere altri anni segnati dal “grande freddo” nel rapporto con la città (vedi). Eppure sappiamo bene che nel secondo mandato un sindaco è assai meno “rispondente” agli interessi della città, non temendo più un ulteriore giudizio elettorale! Mi immagino, dunque, che cosa significherebbe ciò nell’eventualità di un secondo mandato di questo sindaco. E mi chiedo: siamo sicuri?

Inaugurazione del parco di via di Mezzo. Peccato che la manutenzione del verde pubblico sia disastrosa! (foto dell’8 giugno 2013)
[2] Eppure c’è bisogno di una diversa politica in città. Diversa nei modi e diversa nelle idee guida. Diversa nei modi innanzitutto perché c’è da risalire la china, dopo che la politica, anche locale, ha toccato un livello bassissimo di fiducia da parte dei cittadini. E l’unica chance per invertire il rapporto è quella dell’ascolto e del confronto vero, senza manipolazioni. E’ quella dell’attenzione e dell’ascolto di ogni singolo cittadino, fosse anche il “meno importante”. E’ quello della trasparenza sui processi decisionali e della trasparenza sui risultati. “Fare ciò che si dice e dire ciò che si fa” – detto in modo terra terra. Ovvero completa trasparenza – che significa poi anche offrire a tutti le informazioni per valutare l’operato dell’amministrazione prima e non dopo che le cose sono state fatte. E dunque dare a chi lo vuole l’opportunità di “partecipare” al processo di formulazione delle decisioni: che si tratti di PSC, di promozione delle fonti di energia sostenibile (vedi), di progettazione di un nuovo parco (avete presente la triste vicenda del “parco di via di Mezzo”? vedi) o della riprogettazione di una via cittadina (avete presente la triste vicenda di via Libertà? vedi). Diversa però anche nelle idee guida.
- Più opportunità di partecipazione alla “cosa pubblica” – ovvero una comunità che assai più che in passato prende in mano il proprio destino, anziché delegarlo per intero ai propri “rappresentanti”.
- Più consapevolezza della “finitezza” dell’ambiente in cui viviamo: rigenerazione della città piuttosto che ulteriore cementificazione della campagna (vedi); tutela del paesaggio; riduzione dell’inquinamento e dei gas serra; una gestione dei rifiuti che li trasforma in “risorsa” per la comunità (vedi); ecc.
- Un diverso rapporto tra cittadini e utenti, da un lato, e servizi e amministrazione pubblica, dall’altro – a partire dal riconoscimento pieno del diritto degli utenti a partecipare al controllo e miglioramento della qualità dei servizi: dall’asilo nido ai servizi ambientali, dai servizi sociali alla manutenzione della città (vedi).
- Una diversa definizione delle priorità di allocazione delle risorse: contenimento dei costi della macchina amministrativa (altro che quinta dirigenza! vedi), valorizzazione dei diversi tipi di economie conseguibili grazie all’Unione Terre di Castelli, incremento della spesa per la promozione dell’economia locale (più green economy, più “filiera corta”, più sostegno all’imprenditoria giovanile, ecc.) per contrastare i processi di contrazione del mercato del lavoro e di impoverimento delle famiglie.
[3] Tra pochi giorni prenderà il via la grande macchina elettorale che ci porterà alle elezioni di maggio per il nuovo sindaco (speriamo nuovo davvero!). Come sempre il momento elettorale è il momento delle parole, il momento delle promesse. L’attuale amministrazione, in verità, può e deve essere giudicata da quanto ha fatto, da quanto non ha fatto e da “come” ha fatto in questi anni. Immagino però che la vedremo cercare di sottrarsi allo scrutinio dei cittadini – provando ad accreditare una valutazione benevola del proprio operato. Continueremo a vedere all’opera la strategie del marketing: “vendere” un giudizio sulla legislatura e dunque “vendere” un candidato a sindaco (vedi). La disponibilità di risorse (dal personale alla ricettività dei mass media) e l’accesso riservato alle informazioni gioca a vantaggio dell’amministrazione uscente. Potrebbe però non essere sufficiente nella misura in cui cresce il numero di cittadini che attinge informazioni da fonti alternative, che segue nel tempo l’operato dell’amministrazione in un determinato settore, che mette a confronto le dichiarazioni e gli impegni assunti in passato con le realizzazioni effettive, che confronta l’amministrazione di Vignola e le sue politiche con la realtà di altri paesi. Certo, in un certo senso è un “lavoro”: richiede attenzione, un po’ di tempo, impegno. E che deve intensificarsi in vista del voto. Ma la posta in gioco non è banale. Meglio prepararsi per tempo.
” Quando si chiedono sacrifici alla gente che lavora, ci vuole consenso, una grande credibilità e la capacità di colpire esosi ed intollerabili privilegi.”
– ENRICO BERLINGUER-
Ha preso il via il 2 settembre scorso con un articolo pubblicato sulla Gazzetta di Modena che ha creato qualche patema d’animo alla diretta interessata:
https://amarevignola.wordpress.com/2013/09/02/anche-nel-pd-si-mette-in-discussione-la-ricandidatura-di-daria-denti/
Mi riferisco, ovviamente, al tormentone si ricandida-non si ricandida. Perché nell’articolo, che riprendeva voci INTERNE al PD, si manifestava perplessità ed anzi contrarietà ad un secondo mandato di Daria Denti. Nei giorni immediatamente successivi – dicono i rumors – il sindaco di Vignola avrebbe incontrato un ex-segretario provinciale ed ex-senatore PD chiedendo assicurazioni circa una possibile exit strategy (un incarico in Regione? Possibilmente nello staff della presidenza? Un posto da parlamentare europeo?). Patema d’animo che è cresciuto, fino a far sbiancare, non appena ha avuto cognizione dei risultati del sondaggio telefonico condotto su un campione di cittadini vignolesi (circa 700), sondaggio commissionato dal PD. E che, in effetti, per lungo tempo ha contrastato.
https://amarevignola.wordpress.com/2013/10/26/aaa-cercasi-cittadini-ben-disposti-verso-amministrazione-per-sondaggio-telefonico/
I risultati, anche in questo caso, non sono stati resi pubblici, ma il dato era troppo eclatante per poter rimanere segreto. Il fatto è che il voto medio assegnato all’amministrazione da lei presieduta è risultato il voto più basso in assoluto mai registrato in tali indagini: un voto inferiore a 4! Insomma, tre virgola qualcosa.
https://amarevignola.wordpress.com/2013/11/10/il-grande-freddo2-si-presenta-in-salita-la-strada-per-la-ricandidatura-di-daria-denti/
Nonostante i malcontenti INTERNI al PD e quelli ESTERNI, tra i cittadini di Vignola, sembra che il sindaco uscente non intenda rinunciare a ricandidarsi. Questo, almeno, è quanto suggeriscono le sue mosse nelle ultime settimane. Che sia andata male la costruzione di una exit strategy? Forse non lo sapremo mai. O forse avremo modo in futuro di conoscere anche questi particolari. Sta di fatto che indicativamente tra il 15 ed il 18 gennaio la “riserva” dovrà essere sciolta. Il pronunciamento sull’intenzione o meno di ricandidarsi dovrà esserci. Pochi giorni ancora, insomma. Meglio comunque prepararsi al peggio. Qualcosa mi dice che il 2014 sarà un anno particolarmente impegnativo per Vignola.