Guerra preventiva per il pronto soccorso di Vignola/1. Cosa succede?

Ha giocato d’anticipo il sindaco di Vignola ed ha chiamato alla “guerra” gli amministratori ed i cittadini di questo territorio. Con la più “movimentista” delle azioni: una petizione. Una raccolta di firme per dire “nessuno tocchi il pronto soccorso di Vignola”! Una guerra di popolo (i rapporti tra le istituzioni sono saltati dall’invito alla mobilitazione diretta dei cittadini), una guerra preventiva (ci si mobilita prima ancora di conoscere in dettaglio il progetto di riorganizzazione della sanità regionale e delle sue ricadute sul territorio), una guerra opaca, dove obiettivi dichiarati si intrecciano ad obiettivi non dichiarati, privati. Una guerra che porta inevitabilmente ad attaccare la Regione Emilia-Romagna, retta dal bersaniano Vasco Errani – condotta come se la politica non avesse altri strumenti che “giocarsela in piazza”. Ma forse in questa mossa ci sono anche ragioni che non possono essere pubblicamente dichiarate, come una ricandidatura vacillante, un disperato bisogno di consensi (vedi) o, più semplicemente, il voler sottrarre il ricorso alla protesta di piazza ad opposizioni fattesi più pungenti negli ultimi tempi. Non solo guerra preventiva a difesa dei simboli della sanità in questo territorio, dunque. Cerchiamo di capire cosa succede.

L'ingresso dell'ospedale di Vignola (foto 16 gennaio 2010)

L’ingresso dell’ospedale di Vignola (foto 16 gennaio 2010)

[1] A far scattare l’allarme è stata un’intervista al Direttore generale politiche sociali e sanità della Regione Emilia-Romagna, Tiziano Carradori, rilasciata a QN – Il Resto del Carlino e pubblicata il 17 dicembre scorso (vedi; qui anche il video: vedi). Che però non parla di chiusura del pronto soccorso di Vignola, anche se l’ospedale di Vignola fa parte della lista dei 25 ospedali (su 61 presenti in Emilia-Romagna) su cui si prevede un intervento con riorganizzazione dei servizi e riconversioni di posti letto. Per questi ospedali (e relativi PS) parla invece di “trasformazione”. Certo, è lecito ed anche auspicabile essere diffidenti, ma in tal caso compito delle istituzioni locali dovrebbe essere innanzitutto quello di chiedere se esiste un progetto e qual é. Invece la massima istituzione cittadina ha adottato il comportamento “prima sparo poi chiedo chi è”.

L'ingresso del Pronto Soccorso di Vignola (foto del 9 giugno 2012)

L’ingresso del Pronto Soccorso di Vignola (foto del 9 giugno 2012)

[2] Nell’intervista al Carlino, Carradori ribadisce quanto detto alla presenza del presidente della giunta regionale Vasco Errani e dell’assessore alla salute Carlo Lusenti all’atto della presentazione pubblica del programma di riorganizzazione del Servizio Sanitario Regionale, il 29 novembre scorso a Bologna (vedi). Su AmareVignola ce ne siamo occupati pochi giorni dopo, mettendo in luce incertezze, ambiguità e rischi di quel progetto (vedi). Ma anche riconoscendo la validità degli obiettivi individuati. Chiedendo pertanto che cittadini ed enti locali potessero entrare nella “cabina di regia” che governa il cambiamento, così da verificare che riorganizzazione non significhi impoverimento della dotazione di servizi dei territori periferici. Nell’intervista del 17 dicembre Carradori prospetta la trasformazione “da ospedali per acuti a ospedali di comunità” per 25 strutture ospedaliere (tutte con meno di 150 posti letto – San Giovanni in Persiceto 149 p.l.; Vignola 133 p.l.; Borgo Val di Taro 121 p.l.; Budrio 110 p.l:; Castelnuovo nei Monti 105 p.l.; tutti gli altri con meno di 100 posti letto). Alla domanda della giornalista che gli chiede “chiudono i pronto soccorso?”, risponde: “No, si trasformano. E poi ci saranno eccezioni. Intanto: dei 25 ospedali destinati a diventare di comunità, solo quattro hanno un pronto soccorso autonomo. Uno nel Modenese, Vignola; gli altri tre nel Bolognese, Bazzano, Budrio e San Giovanni in Persiceto. Negli ospedali di comunità le urgenze saranno garantite da un presidio di pronto intervento. La differenza? Non è prevista, ad esempio, la medicina d’urgenza” (vedi).

Cantiere per l'ampliamento e la ristrutturazione dell'ospedale di Vignola (foto dell'11 maggio 2005)

Cantiere per l’ampliamento e la ristrutturazione dell’ospedale di Vignola (foto dell’11 maggio 2005)

Risposta assolutamente non chiarificatrice. Ma sta alle istituzioni farsi avanti, chiedere un chiarimento e quindi pronunciarsi. La “guerra preventiva”, la “chiamata alle armi” dei cittadini oggi è decisamente prematura. Anche perché, pur essendo questa una delle regioni con la migliore sanità al mondo (ribadisco: al mondo) alcuni problemi ci sono anche qui da noi. Ed anche qui a Vignola: le prestazioni a minor complessità (es. day surgery) non crescono di numero come sarebbe possibile e doveroso; l’offerta di specialistica ambulatoriale è limitata ed i tempi d’attesa non sempre sono soddisfacenti (se chiedete una visita oculistica oggi l’appuntamento non è prima di maggio 2014), la “continuità assistenziale” è da tempo un nodo irrisolto ed anche la gestione delle urgenze non è certo ottimale. Insomma, non basta dichiarare “nessuno tocchi” il pronto soccorso e l’ospedale. Bisognerebbe anzi “toccarli”, ma per fare funzionare meglio la sanità e dunque per dare maggiori chances di salute ai cittadini di Vignola e dintorni. Ma su tutto questo l’amministrazione Denti non ha detto nulla e non ha fatto nulla (vedi).

Cartello che informa del trasferimento del Pronto Soccorso nella nuova sede, con accesso da via 1° maggio (foto del 16 gennaio 2010)

Cartello che informa del trasferimento del Pronto Soccorso nella nuova sede, con accesso da via 1° maggio (foto del 16 gennaio 2010)

[3] Comunque sia la guerra preventiva è stata scatenata. Da noi Carradori (il direttore generale), Lusenti (l’assessore regionale), Errani (il presidente della giunta regionale) non passeranno! Evidentemente il sindaco di Vignola ha ritenuto che il modo migliore di far politica è quello di rubare il mestiere alla Lega Nord. Che in effetti si è risentita. “Se Vignola perde il pronto soccorso il sindaco non è immune da colpe” – ha tuonato Simone Pelloni, consigliere della Lega Nord su Il Resto del Carlino di oggi, 22 dicembre (pdf). E così la massima autorità cittadina si riscopre “di lotta e di governo”, proprio come la Lega Nord un po’ di tempo fa (e per questo giustamente sbeffeggiata dal PD). E’ così che nei confronti dei vertici della rossa Regione Emilia-Romagna spende parole di fuoco: “Mi chiedo come sia possibile anche solo concepire una manovra del genere … [anche se il sindaco ha appena riconosciuto di non conoscerne i contenuti e neppure s’è premurato di verificarli] Ma questo signore [Carradori] conosce la geografia del nostro territorio?”. E così via. Se non siamo agli insulti poco ci manca. Il fatto è che oggi non c’è e neppure ci sarà domani alcuna “decisione calata dall’alto”, visto che questa Regione ha una prassi concertativa con enti locali e con rappresentanze sociali! Il programma di riorganizzazione della sanità regionale è stato presentato pubblicamente per la prima volta il 29 novembre scorso e non è certo un programma chiuso (per inciso: nessuno della giunta vignolese era presente al convegno bolognese del 29 novembre, con più di 700 i partecipanti). Nei prossimi mesi esso verrà “aggiustato” proprio nel confronto con gli enti locali (province e comuni). E quegli enti locali e quei cittadini che dovessero risultare penalizzati dalle trasformazioni proposte, allora sì saranno legittimati a mobilitarsi ed a scendere in piazza.

L'intervento del presidente della giunta regionale Vasco Errani. Al tavolo dei relatori, da sinistra, Tiziano Carradori, Carlo Lusenti, Teresa Marzocchi (foto del 29 novembre 2013).

L’intervento del presidente della giunta regionale Vasco Errani al convegno sulla riorganizzazione del Servizio Sanitario Regionale. Al tavolo dei relatori, da sinistra, Tiziano Carradori, Carlo Lusenti, Teresa Marzocchi (foto del 29 novembre 2013).

[4] Ma forse il primo cittadino vignolese non è particolarmente interessato dei problemi della sanità, né della sostenibilità del servizio sanitario regionale. L’avete mai sentito strillare per i problemi che quotidianamente affliggono i vignolesi? Per un CUP assai poco dignitoso o per tempi d’attesa troppo lunghi? Importa invece non trovarsi in difficoltà in questi passaggi critici. Ha quindi ritenuto che il modo migliore fosse, appunto, quello di giocare d’anticipo, chiamando così amministratori locali e cittadini ad una guerra preventiva, alla mobilitazione di piazza contro qualcosa che non si sa esattamente cos’é. Ma per essere certi dell’effetto il messaggio deve essere netto: “vogliono chiudere il pronto soccorso di Vignola”! Cosa che neppure il malvagio Carradori ha affermato in verità (nonostante ambiguità ed incertezze di un progetto non ancora disvelato: vedi).

Il vecchio ingresso dell'ospedale di Vignola, su via A.Plessi (foto del 16 gennaio 2010)

Il vecchio ingresso dell’ospedale di Vignola, su via A.Plessi (foto del 16 gennaio 2010)

[5] Sarà interessante vedere cosa succederà prossimamente in consiglio comunale, visto che già la Lega Nord afferma “urge convocare un Consiglio Comunale straordinario, così come un Consiglio straordinario dell’Unione ai quali convocare i responsabili del servizio sanitario” (Il Resto del Carlino, 22 dicembre 2013, p.23) – una richiesta, peraltro, avanzata da tempo anche dalla lista di cittadini Vignola Cambia (vedi). E se la Lega Nord presentasse una mozione di “censura” verso l’assessore regionale Lusenti e verso il presidente della giunta regionale Errani, che farebbe il sindaco di Vignola? Voterebbe con la Lega contro i vertici PD della Regione? Questo è il prezzo della scelta “movimentista”: per essere coerenti con la rappresentazione (decisamente forzata) data in questi giorni delle scelte regionali toccherà affermare pubblicamente l’intenzione di “mandarli a casa”. Anzi, si è già iniziato. Anche se il testo della petizione predisposta in municipio a Vignola (vedi) è un capolavoro di non-dico-ma-faccio-intendere. Il testo parla di “ridimensionamento”, ma ai cittadini vignolesi si dice che il pronto soccorso è a rischio di chiusura (così anche nel banchetto di Vignola Grandi Idee, oggi in viale Mazzini a Vignola!). Quindi si tira in ballo il PAL-Piano Attuativo Locale 2011-2013 (vedi), come se quel documento di programmazione provinciale possa valere contro il programma di riorganizzazione che la Regione sta varando (vedi). Basta leggere il testo della petizione per capire che l’estensore è in malafede. Comunque, il sindaco Daria Denti il suo obiettivo l’ha ottenuto: fare la mossa per ottenere risonanza sulla stampa locale, ergendosi a paladino della sanità locale. Bisogna riconoscerlo: nella tattica è insuperabile.

PS Rassegna stampa essenziale: l’intervista di Tiziano Carradori a Il Resto del Carlino del 17 dicembre 2013, nella versione con tabelle (pdf); su Il Resto del Carlino – Modena del 18 dicembre 2013 le dichiarazioni del presidente della Provincia di Modena, Emilio Sabattini: “aperti ai cambiamenti, ma occorre discuterne nelle sedi opportune” (pdf); su Il Resto del Carlino – Modena del 19 dicembre 2013 le dichiarazioni del sindaco di Vignola, Daria Denti, “guai a chi tocca l’ospedale” (pdf). Qui il testo della petizione promossa dal sindaco di Vignola (vedi) e relativa locandina (pdf). Qui invece le considerazioni sul tema della lista di cittadini Vignola Cambia (vedi).

4 Responses to Guerra preventiva per il pronto soccorso di Vignola/1. Cosa succede?

  1. Bonucchi Decenzio ha detto:

    Caro Paltrinieri, sulla “prassi concertativa” della nostra regione sono piuttosto pessimista: assomiglia di solito al percolato, o al catrame lasciato scorrere nel ghiaino. Diventa asfalto. E non è casuale che tu abbia messo in campo l’origine (oppure original sin di Vasco Errani) Bersaniana. E’ mia ferma opinione (appunto, limitatissima opinione) che in Emilia Romagna esista un ritardo politico generazionale che colloca la vision sulla salute attorno al 1985, quando le elezioni le vincevano altri. Ma non voglio esulare dal tema. A Vignola non si deve ripercorrere la strada perdente di Castelfranco. Non c’è un ospedale da salvare, ma un territorio da tutelare con i suoi cittadini. La geografia non è argomento leghista, E se da Montese hai la nausea, prima di Modena vomiti di sicuro. Vignola e Bazzano (due su 4 degli Ospedali da depotenziare) drenano la montagna. Se non sbaglio, Vergato è già ospedale di comunità, per cui non capisco cosa resterebbe fra Fanano e Baggiovara in caso di neve……a parte l’oggettiva angoscia nello scollinare due o tre volte per andare a Pavullo (non pervenuto), in Toscana, o a Bologna, magari con lo slittino. Parliamone. Infine una cosa seria: le province saranno presto (?) abolite: possibile che fra Bazzano e Vignola non se ne possa discutere ? L’unico significato di quel tronchetto di strada che oggi si percorre in 4 minuti fra Bazzano e Vignola è proprio quello di unire i 2 ospedali; facciamone sinergia !

  2. Federico ha detto:

    Caro Paltrinieri,

    In periodo di spending review è quantomeno consigliabile tenere le orecchie bene ritte, poichè il clima di incertezza che regna sovrano nelle amministrazioni a vari livelli comporta appunto un futuro imprevedibile (ci saranno i soldi? Non ci saranno?). Se il PS dell’ospedale di Vignola verrà tolto o ridimensionato (entrambe alternative non auspicabili, in quanto struttura valida e retta da persone in gamba) gli effetti non ricadranno solamente sul sindaco Denti ma su tutta la popolazione: è per questa ragione che ritengo sia opportuno per una volta “prima sparare, poi fare domande”. Con il dovuto rispetto questo post mi appare un poco complottista, rischiando di deviare l’attenzione della gente rispetto al vero problema: il rischio concreto che una struttura di emergenza responsabile di un ampio bacino di utenze possa venire ridimensionata o tolta. Cosa succederà se un infartuato grave a Guiglia dovrà essere trasportato a Modena, magari con la neve? Ogni azione di “guerra preventiva” in questi casi è più che bene accetta.

    • Andrea Paltrinieri ha detto:

      Caro Federico, pienamente d’accordo sul fatto che in un periodo di “spending review” occorra tenere le orecchie dritte. In effetti è dal 2012 che richiamo l’attenzione sul fatto che i processi di riorganizzazione del welfare state toccheranno anche la sanità emiliana e modenese. Questo post che tratta esattamente di questo è del settembre 2012:
      https://amarevignola.wordpress.com/2012/09/04/sanita-a-vignola-solo-tagli-o-anche-nuovi-servizi/
      Prospetta appunto il rischio di un taglio dei servizi. Argomenta però che il problema vero non è la difesa ad oltranza del numero dei posti letto ordinari presso l’ospedale di Vignola. Visto che tutta la sanità emiliano-romagnola è chiamata a ridurre il numero dei posti letto (da 4,7 a 3,7 per mille abitanti). Il tema vero, allora, è il potenziamento di quei servizi che oggi risultano insufficienti e che possono essere incrementati (ma che in questi anni non lo sono stati! e qui c’è una chiara responsabilità dell’amministrazione comunale): specialistica ambulatoriale, day surgery, ecc. Ovvero quelle attività meno complesse che possono essere erogate a Vignola e nel distretto, senza costringere gli abitanti di questo territorio a peregrinazioni per la provincia. Comunque, affinché nessuna azione di “razionalizzazione” passasse senza che i cittadini ne fossero informati la lista civica Vignola Cambia ha impegnato la giunta a tenere una commissione consiliare aperta sul tema (cosa mai avvenuta, comunque – a dimostrazione dell’interesse dell’attuale giunta):
      https://amarevignola.wordpress.com/2012/11/20/cosa-succedera-alla-sanita-vignolese-una-mozione-di-vignola-cambia-ottiene-un-percorso-decisionale-trasparente/
      Dopo uno stillicidio di notizie sul taglio dei posti letto negli ospedali della regione (in tutti gli ospedali, grandi e piccoli – anche se, ovviamente, l’impatto è assai più forte nei piccoli), a novembre 2013 il programma di riorganizzazione della sanità emiliana è stato quindi presentato pubblicamente in un convegno a Bologna. Di nuovo orecchie dritte, infatti ecco il resoconto di quella giornata, con evidenziati gli aspetti positivi, ma anche le criticità:
      https://amarevignola.wordpress.com/2013/11/30/cambia-il-servizio-sanitario-regionale-mettiamo-il-cittadino-in-cabina-di-regia/
      Insomma, questo progetto di riorganizzazione della sanità emiliana non coglie nessuno di sorpresa, tranne coloro (come il pessimo sindaco di Vignola) che vuol far finta di essere colto di sorpresa. Gli interrogativi che tu poni nella seconda parte del tuo commento debbono di certo trovare risposta. Ma da parte delle istituzioni (anche perché sono necessarie competenze tecniche per fornire risposte, ad esempio su come organizzare l’emergenza-urgenza in modo da coprire MEGLIO il territorio di montagna). Nessuno vuole impoverire la rete dei servizi sanitari – queste sono le dichiarazioni. Prima di alzare le barricate le istituzioni pubbliche locali hanno il dovere di “guardarci dentro” nel progetto. Non c’é nulla di deciso, non c’é nulla che non possa essere negoziato se ci sono buone ragioni per modificare un progetto peraltro ad oggi non ancora noto nei dettagli. E’ ridicolo, ancora prima che grave, che si sia messa in campo una tale mobilitazione sulla base di un’intervista del direttore generale RER Carradori ad un quotidiano, in cui tratta della riorganizzazione della sanità regionale in generale ed in cui ribadisce comunque che il progetto regionale verrà “declinato” ed “adattato” localmente (dice in modo esplicito che vi sono differenze significative tra Piacenza e Rimini di cui si deve tener conto e di cui si terrà conto nei passaggi istituzionali previsti, fino ai nuovi Piani Attuativi Locali 2014, 2015 e 2016). Insomma, è bene tener alta la guardia, ma è stupido limitarsi a difendere lo status quo. Visto che la realtà attuale ha comunque diversi aspetti insoddisfacenti. Sapendo che il rischio più grosso sta nel processo di implementazione (ed è inerente lo scarto tra obiettivi dichiarati e realtà conseguita) l’unico modo per dare risposta ai territori che temono di essere impoveriti di servizi è quello di prevedere loro “rappresentanze” nella cabina di regia. Per questo io dico che occorre trovare il modo per mettere i cittadini (loro rappresentanti qualificati anche tecnicamente) nella “cabina di regia” chiamata a governare questo processo.

  3. diana manzini ha detto:

    Mi trovo d’accordo con molto di quanto affermato da Bonucchi e da Federico. Aggiungo quattro note:
    – il PS di Vignola (che, purtroppo, ho avuto modo di frequentare spesso, anche in questi giorni) è ben funzionante e con personale infermieristico molto in gamba;
    -chi è ammalato o si sente male, specialmente se non tanto giovane, non può essere “sbattuto” qua e là lontano da casa, o essere considerato un “numero” o una “pratica” avulse dall’ambiente;
    – non sono sicura che meno strutture zonali e più ampie strutture ubicate non si sa bene dove siano la miglior cosa;
    – in ultimo, ho veramente molti dubbi su quanto interessi a chi è nelle “stanze dei bottoni” aiutare e apportare migliorie per i cittadini in difficoltà,…ma io sono una grande pessimista!..quindi speriamo bene…e che Dio ce la mandi buona!.
    Buon 2014 a tutti.
    Diana

    Buon 2014 a tutti.

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