La conferenza di pianificazione del PSC ha già svolto due sedute: il 10 settembre e l’8 novembre scorso. Il termine dei lavori è atteso per il prossimo 14 gennaio. Ma mentre questa importante fase volge al termine i cittadini dei comuni coinvolti risultano del tutto ignari delle importanti decisioni che stanno per essere prese. Anche l’ulteriore momento partecipativo, il “forum delle associazioni”, a cui sono invitati 35 enti diversi, tra cui associazioni di categoria ed alcune (pochissime) associazioni ambientali, si è rivelato un appuntamento del tutto rituale ed ininfluente. Scarsa la partecipazione (11 enti rappresentati al primo incontro, 9 al secondo – stamattina, 27 novembre), ugualmente scarso il dibattito. Quanto visto sinora conferma le perplessità e le valutazioni critiche già espresse subito prima dell’estate dalle liste civiche di questi comuni (vedi). Ma su tutto il lavoro di pianificazione aleggia il tema del “consumo di territorio”. Mentre un po’ dappertutto si registrano prese di posizione che invocano il cambio di politica rispetto al passato e dunque l’adozione di una strategia di “consumo zero”, il PSC dell’Unione Terre di Castelli mantiene un’impostazione di espansione dell’urbanizzato. Con l’eccezione positiva di Savignano (più che Castelvetro). E quella negativa di Vignola. Qui infatti si continuerà a consumare territorio agricolo, anche se il sindaco Daria Denti in campagna elettorale si era impegnata diversamente (vedi). Promesse da marinaio.

Andamento demografico (dati censimento generale della popolazione) nei 5 comuni interessati dal PSC. I dati dal 1971 al 2011 sono reali. Le stime al 2021 e 2031 sono ottenute utilizzando i tassi di crescita annua previsti nel Documento Preliminare (1% per Castelnuovo, Castelvetro e Spilamberto; 0,8% per Vignola; 0,6% per Savignano).
[1] Stop al consumo di territorio sta diventando un principio guida in molte realtà. Ma non nell’Unione Terre di Castelli. Qui il Documento preliminare del PSC prospetta l’ulteriore “urbanizzazione” – leggi cementificazione – di 68,3 ha di territorio rurale. Insomma, campagna che viene “cementificata”. Non in modo generalizzato, però. Zero ettari per Savignano e zero ettari per Castelvetro (che però in questi anni ha “anticipato” il PSC con importanti varianti). I 68,3 ha sono dunque distribuiti su Castelnuovo (32,9 ha); Vignola (18,9 ha); Spilamberto (16,5 ha). Per meglio “apprezzare” possiamo dire che 68,3 ha, ovvero 683.000 mq di superficie, equivalgono a più di 95 campi da calcio regolamentari FIFA. Si tratta di limiti massimi, è vero. E si rimanda ai POC (atti di pianificazione di legislatura) la decisione se sfruttare appieno o parzialmente questa potenzialità di urbanizzazione. E’ però davvero singolare che mentre un po’ dappertutto si riconoscono i limiti delle politiche urbanistiche del passato, qui si afferma l’intenzione di procedere ancora, come se niente fosse (solo affermando che di territorio se ne consumerà “un po’ meno” rispetto al passato). In realtà proprio su questo punto risulta evidente che questo non è un PSC che adotta una impostazione sovra comunale, ma che si limita ad assemblare politiche urbanistiche ancora pensate a livello comunale e dunque differenziate comune per comune. Due comuni infatti assumono un’impostazione “consumo zero” (Savignano e Castelvetro). Altri tre comuni prospettano un ulteriore consumo di territorio agricolo! Mancando una visione unitaria ne consegue una certa fragilità d’impianto: proprio laddove maggiore doveva essere l’impegno allo studio, all’analisi delle politiche di riqualificazione e rigenerazione urbana più fragili sono le acquisizioni. Lo stesso “quadro conoscitivo”, d’altro canto, è “tirato” al fine di legittimare l’ulteriore consumo di territorio. Impostazione fragile anche questa (vedi). Non a caso proprio su questo aspetto si sono focalizzate le osservazioni critiche e le richieste di revisione degli enti partecipanti alla conferenza, in primis la Provincia di Modena.

Porzione relativa a Vignola della “Carta di assetto del territorio”, uno dei documenti del PSC. Riporta, tra le altre cose, anche il “nuovo territorio rurale urbanizzabile” che per Vignola sono 18,9 ha (l’equivalente di 26 campi da calcio regolamentari FIFA).
[2] Legambiente Emilia-Romagna ha lanciato proprio in questi giorni una campagna di mobilitazione contro il consumo di suolo, raccogliendo già le prime adesioni tra i consiglieri regionali (vedi). Da tempo numerosi amministratori locali impegnati a promuovere lo “stop al consumo di territorio” si sono organizzati aderendo ad un esplicito manifesto, guidati da Domenico Finiguerra, Sindaco di Cassinetta di Lugagnano, primo Comune italiano a “crescita zero” (vedi). A Bologna il Centro di Documentazione, ricerca e proposta sulle città “Laboratorio Urbano”, promosso dall’ex-senatore PD Walter Vitali, propone da tempo un’idea di sviluppo orientata alla riqualificazione del territorio, piuttosto che all’ulteriore consumo (vedi). “Stop all’espansione edilizia, illusorio fattore di crescita” – afferma netto. Solo i sindaci di Vignola, Castelnuovo e Spilamberto continuano imperterriti a promuovere politiche di consumo del suolo agricolo! Ma non è tutto. Per i cittadini di Vignola oltre al danno c’è la beffa. Il sindaco Daria Denti, infatti, in campagna elettorale si era impegnato pubblicamente affermando “stop al consumo di territorio non compromesso” (vedi). E ora? Maramao.
Credo che sia l’occasione per ricordare qui due frasi celebri di due grandi personaggio della Storia.
“Non si dicono mai tante bugie quante se ne dicono prima delle elezioni, durante ogni guerra e dopo ogni caccia.”
-Otto von Bismark-
“In politica la stupidità non è un handicap”
– Napoleone I°-