Nuove ville nell’Impresa Mancini: riusciamo a fare chiarezza?

Tredici villette verranno costruite prossimamente nell’Impresa Mancini, crisi del mercato immobiliare permettendo. Ma l’iter di autorizzazione è già stato completato, con l’approvazione del Piano Particolareggiato di iniziativa privata della Immobiliare Sole Spa da parte del consiglio comunale nella seduta del 29 giugno 2010 (con il voto favorevole della maggioranza PD). La polemica però è scoppiata tre anni dopo, nell’agosto di quest’anno, a seguito della comparsa dei primi segni del cantiere. Di norma succede così. Fatto singolare, inoltre, l’amministrazione Denti ha cercato di sottrarsi alla propria responsabilità dando la colpa all’amministrazione precedente. Non è la prima volta (era già successo con piano particolareggiato di iniziativa privata denominato “Tortigliano” – fatto che aveva provocato la risposta piccata dell’ex-sindaco Adani: vedi). Ed anche in questo caso Roberto Adani, sindaco dal 1999 al 2009, è stato costretto ad intervenire. In questa ridda di voci ci sono però alcuni punti fermi. Vediamo.

L'area dell'Impresa Mancini vista dalla collina di Campiglio (foto del 25 giugno 2011)

L’area dell’Impresa Mancini vista dalla collina di Campiglio (foto del 25 giugno 2011)

[1] L’area delle basse a sud di Vignola, in direzione Marano, denominata “Impresa Mancini” prende il nome dall’avvocato Luigi Mancini (1847-1917) che nel 1888 acquistò i terreni dell’«impresa» dal marchese Alessandro Montecuccoli Laderchi. Dopo aver suddiviso il grande podere in appezzamenti affidati a diversi coloni (vi abitavano più di 20 famiglie) ne cambiò l’impianto colturale: non più prati, filari di viti accoppiati a olmi e gelsi, ma alberi da frutto, tra cui i ciliegi. Il successo dell’iniziativa portò quindi alla diffusione della coltivazione del ciliegio nella campagna di Vignola e dintorni (è a partire da quella vicenda che Vignola è diventata “città delle ciliegie”!). Tanto le “basse” a Sud quanto le “basse” a Nord di Vignola sono terreni caratteristici dal punto di vista geologico e paesaggistico, a forte vocazione agricola – dovrebbero pertanto essere particolarmente tutelati. Così purtroppo non è stato, visto che negli ultimi due decenni la campagna vignolese ha subito l’invasione di “ville” e “villette”, configurandosi come una “villettopoli” in campagna (grazie all’iniziativa della lista di cittadini Vignola Cambia la cosa è certificata da documenti ufficiali: vedi). In effetti questo intervento edilizio nel cuore di una delle zone agricole vignolesi di eccellenza non piace a nessuno, ma ciò nonostante va avanti! Non piace neppure all’assessore alla pianificazione e gestione del territorio, ambiente e agricoltura Mauro Scurani – lo ha dichiarato pubblicamente tramite la stampa locale (vedi Il Resto del Carlino del 17 agosto 2013: pdf). La prima domanda, allora, è: se non piace a nessuno, se tutti convengono che in quell’area queste nuove villette & C. sono incongrue, com’è stato possibile?

Vista dell'Impresa Mancini dalla collina di Campiglio. Sono evidenziati i due fabbricati interessati dal piano particolareggiato: Casa Pieve e Casa Pesa (foto del 25 giugno 2011)

Vista dell’Impresa Mancini dalla collina di Campiglio. Sono evidenziati i due fabbricati interessati dal piano particolareggiato: Casa Pieve e Casa Pesa (foto del 25 giugno 2011)

[2] Il fatto davvero più singolare della vicenda è vedere il sindaco Daria Denti attribuire la responsabilità all’amministrazione precedente. Il motivo? Il fatto è che Daria Denti era parte dell’amministrazione precedente! Questo piccolo (ma non irrilevante) dettaglio non è stato sinora considerato. Eppure è proprio così. Tutta la vicenda del piano particolareggiato nell’Impresa Mancini si dipana quando Daria Denti è in giunta! O come assessore (legislatura 2004-2009) o come sindaco (legislatura 2009-2014). Dunque sentire l’amministrazione Denti che incolpa l’amministrazione precedente è davvero singolare. La giunta municipale ha infatti autorizzato la presentazione del piano particolareggiato il 20 settembre 2004 – ma a quella data Daria Denti faceva parte della giunta! L’avete sentita strillare? Dire che non si doveva fare? Certo che no. Accondiscendente da assessore, è stata ugualmente accondiscendente da sindaco.

Nuove villette nell'Impresa Mancini (foto del 29 agosto 2013)

Nuove villette nell’Impresa Mancini (foto del 29 agosto 2013)

[3] Ed in effetti la nuova amministrazione Denti si è premurata immediatamente di mettere all’ordine del giorno l’approvazione del piano particolareggiato che – a detta di tutti – andrà a deturpare (ennesimo episodio) la campagna vignolese (vedi). La giunta si insedia l’11 luglio 2009 (vedi) e già nella seduta consiliare del 29 settembre 2009 (uno dei primissimi della nuova legislatura) l’approvazione del piano particolareggiato della Immobiliare Sole Spa è messo all’ordine del giorno. Il sindaco Daria Denti, evidentemente, non vede alcun motivo per non approvare quel piano. Il punto è iscritto all’ordine del giorno della competente commissione consiliare del 24 settembre. Lì emergono perplessità. Ma il punto rimane ancora iscritto all’ordine del giorno del consiglio comunale del 29 settembre. Nel frattempo, però, si svolge un acceso incontro dei consiglieri di maggioranza dove l’assessore Mauro Scurani ed alcuni consiglieri comunali manifestano forti riserve verso il provvedimento. Succede allora che nella seduta del consiglio comunale del 29 settembre 2009 il punto non viene messo in votazione, bensì ritirato. Se ne trova traccia nella delibera del consiglio comunale n. 73 del 29 settembre 2009, dove è scritto che il capogruppo PD Maurizia Rabitti propone “il rinvio del punto in oggetto” – segno manifesto di una difficoltà inerente la stessa maggioranza. Il fatto che il punto sia stato ritirato direttamente in consiglio comunale (dopo essere stato messo all’ordine del giorno del consiglio, evidentemente prima dell’incontro di maggioranza) ci dice semplicemente che le contrarietà (in seno alla maggioranza) si sono manifestate dopo la definizione dell’odg del consiglio comunale. Le motivazioni del ritiro della delibera sono così rappresentate: “– al fine di effettuare ulteriori approfondimenti relativi a pratiche di recupero o di ripristino ambientale dell’area ricompresa nel piano particolareggiato, con particolare riguardo al tipo di impianti arborei e alle modalità di gestione dell’area in relazione alla coltivazione di filari, frutteto e quant’altro; – in modo da valutare più propriamente la tipologia e la congruità dell’intervento nel contesto territoriale in cui si inserisce che rappresenta una zona a prevalente vocazione agricola; – allo scopo di verificare la rispondenza delle dotazioni minime di infrastrutture con i carichi urbanistici che si vanno ad inserire nella zona” (pdf). Nove mesi dopo il piano particolareggiato approda di nuovo in consiglio comunale, ma con alcune novità: il comune impegna la proprietà a realizzare almeno 5 ettari di superficie coltivata a ciliegio ed a realizzare fasce boscate nelle aree di rispetto tra l’area abitata e l’area messa a nuova produzione agricola. Per il sindaco Daria Denti, l’assessore Mauro Scurani e la maggioranza consiliare PD e IdV questo è sufficiente per rendere “compatibile” l’intervento. Non è così invece per le minoranze consiliari Vignola Cambia e Lega Nord che rimarranno contrari al progetto (la votazione registra l’astensione della lista civica Città di Vignola, mentre il PdL vota assieme al PD – qui il testo della delibera con le indicazioni di voto: pdf).

Casa Pieve, uno degli insediamenti storici dell'Impresa Mancini (foto del 5 maggio 2012)

Casa Pieve, uno degli insediamenti storici dell’Impresa Mancini (foto del 5 maggio 2012)

[4] L’approvazione del piano particolareggiato con delibera n.43 del 29 giugno 2010 rende legittimo l’intervento. Che rimane disdicevole a detta di tutti – ma comunque viene approvato! Nell’agosto 2013 un po’ di cittadini residenti nell’area dell’Impresa Mancini, visti i primi segni dell’imminente cantiere, iniziano a protestare. Annunciano alla stampa l’intenzione di controllare la regolarità del provvedimento di approvazione ed il costituirsi di un comitato (qualche giorno dopo la Gazzetta di Modena realizza un video con le dichiarazioni del sig. Salsi: vedi). La notizia rimbalza e si diffonde sulla stampa locale ed è allora che inizia il gioco a scaricare le responsabilità. Il 17 agosto la notizia occupa quasi un’intera pagina de Il Resto del Carlino. I residenti chiedono di sapere “come sia stato possibile dare il via libera a un intervento del genere, piantato nel bel mezzo di un polmone verde così importante e ricco di coltivazioni di prestigio” (pdf). Il sindaco ovviamente non interviene e lascia la parola all’assessore Mauro Scurani che tira in ballo l’amministrazione Adani, come a dire: noi non c’entriamo; era già tutto deciso prima di noi; noi non potevamo fare diversamente (pdf). Ma è davvero così? Già la vicenda del ritiro del provvedimento dal consiglio del 29 settembre 2009 testimonia che non è così, ovvero che esistono margini di discrezionalità politica e che non vi è alcun automatismo. Nove mesi dopo (giugno 2010) l’amministrazione Denti è convinta di aver raggiunto un buon compromesso ed in effetti la maggioranza approva il piano particolareggiato. Si poteva fare diversamente? Certo, si poteva.

Nuove villette nell'Impresa Mancini (foto del 29 agosto 2013)

Nuove villette nell’Impresa Mancini (foto del 29 agosto 2013)

[5] E’ su questo punto che si apre la discussione a mezzo stampa tra l’ex-sindaco Roberto Adani e l’amministrazione Denti (non sarà sfuggito il fatto che non è il sindaco Daria Denti ad intervenire sulla vicenda; trattandosi di una “rogna” la risposta viene lasciata all’assessore Mauro Scurani). Su Il Resto del Carlino del 22 agosto 2013 Adani afferma: “Non è affatto vero che il consiglio comunale ‘doveva’ approvare per forza quel piano. Avrebbero potuto bocciarlo, anche soltanto con la motivazione dell’incongruenza di quei fabbricati al paesaggio. I privati avrebbero poi dovuto ripresentare il piano particolareggiato, e con la variante agricola al PRG approvata nel frattempo, non avrebbero più potuto ripresentarlo. La ditta avrebbe forse fatto ricorso al TAR, ma chi amministra deve avere il coraggio di fare delle scelte. Fossi stato io in consiglio comunale al momento dell’approvazione avrei proposto la bocciatura di quel piano” (pdf). Il 23 agosto, sempre su Il Resto del Carlino, compare la risposta dell’amministrazione Denti (pdf). E qui si realizza la farsa. La replica è in ogni caso contraddittoria: si afferma che tutto è iniziato con la delibera della giunta Adani il 20 settembre 2004 (delibera di autorizzazione alla presentazione del piano particolareggiato), come a voler allontanare la responsabilità. Anche senza entrare nel merito della distinzione (fondamentale) tra la delibera di giunta di autorizzazione alla presentazione del piano particolareggiato (un atto essenzialmente tecnico) e delibera di consiglio comunale di approvazione del piano particolareggiato (atto politico e dunque provvisto di una sua discrezionalità – come testimoniato dal ritiro della delibera il 29 settembre 2009 e la successiva approvazione, a seguito di qualche “aggiustamento” nelle prescrizioni alla proprietà, il 29 giugno 2010) resta il fatto che Daria Denti ha “partecipato” ad entrambe i provvedimenti: prima come componente della giunta (fosse stata in disaccordo avrebbe potuto prenderne le distanze), dopo come sindaco. Il tentativo di attribuire ad altri la responsabilità naufraga dunque di fronte ad una puntuale ricostruzione. Gli atti “politici” della vicenda sono infatti solo tre (la lunga sequenza di “azioni” ricostruita dal responsabile del settore arch. Corrado Gianferrari è infatti costituita essenzialmente da atti tecnici, si veda il comunicato stampa del 22 agosto: pdf):

  • l’autorizzazione alla presentazione (con delibera di giunta del 20 settembre 2004);
  • la presentazione della delibera di approvazione del piano particolareggiato nella seduta consiliare del 29 settembre 2009 (poi ritirato per le perplessità interne alla stessa maggioranza);
  • l’approvazione del piano particolareggiato da parte del consiglio comunale (a maggioranza!) nella seduta del 29 giugno 2010.

In tutti questi tre passaggi cruciali Daria Denti era in giunta! Dunque?

Casa Pesa, uno degli insediamenti storici nell'Impresa Mancini (foto del 5 maggio 2012)

Casa Pesa, uno degli insediamenti storici nell’Impresa Mancini (foto del 5 maggio 2012)

PS Più precisamente, il piano particolareggiato approvato prevede la realizzazione di 8 ville (alcune con piscina) e 5 nuove abitazioni da ricavare da un paio di vecchi edifici storici, da ristrutturare, dell’Impresa Mancini (località “la Pesa”). Della vicenda si è occupato anche il blog La Carbonara con un post del 13 agosto 2013 (vedi).

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One Response to Nuove ville nell’Impresa Mancini: riusciamo a fare chiarezza?

  1. roberto monfredini ha detto:

    Ricorda la lotizzazzione Bersella di via Bergognine a Castelvetro:
    https://amarevignola.wordpress.com/2013/03/31/uomini-che-odiano-la-terra-villettopoli-sulla-collina-di-castelvetro-di-roberto-monfredini/
    Sembra un articolo fotocopia se non fosse per alcune prese di posizione contrarie, timide voci sussurrate. Diciamo che è una prassi consolidata: “non è colpa mia, ma del predecessore”, “io non l’avrei fatto, ma in aula ho votato a favore”, “ne raddoppio la cubatura, ma non lo rifarei”, ecc. Quasi un dialogo dell’assurdo da mettere in scena su di un palco teatrale per ridere insieme, se non fosse che distruggono l’ambiente.

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