La storia di un vino e di chi lo produce si intreccia, in questo caso, con la storia di un’antica torre di guardia, la cinquecentesca Torre dei Nanni, sulla collina di Savignano. La torre appartenne prima alla famiglia Tassoni, poi alla famiglia Nanni nel 1728 e successivamente ai Crespellani che la acquistarono nel 1777. E’ un tipico esempio di casa‒torre cinquecentesca con accesso al primo piano. Torre di pianta quadrata che si alza su tre piani e termina con la classica colombaia. In questa storia incontreremo anche Alberto Fiorini, attuale proprietario delle terre che circondano l’antica costruzione, nonché erede, insieme alla sorella Cristina, di una storica famiglia di produttori di Lambrusco di Sorbara che qui ha deciso – e non è un caso – di produrre vini in D.O.C. Colli Bolognesi.
Savignano era ed é terra di confine, un tempo tra diverse case feudali, oggi di province simbolo dell’enogastronomia nel mondo. Ma anche crocevia di storie e tradizioni enologiche. Qui infatti é possibile perdersi tra tre grandi denominazioni: la D.O.C. Colli Bolognesi, con la D.O.C.G. Pignoletto (vedi) e la D.O.C. Reno (vedi), per quanto riguarda la parte interprovinciale e la D.O.C. Lambrusco Grasparossa di Castelvetro, per quanto riguarda il disciplinare interno a Modena (vedi). E’ dunque in queste terre dalle singolari caratteristiche geomorfologiche che nascono i vini di questa azienda. Ai piedi di questa Torre del Cinquecento, dove forse trovò dimora per breve tempo anche il poeta Alessandro Tassoni (vedi), letterato modenese autore del poema eroicomico “La Secchia Rapita” (qui un’edizione su Google Libri: vedi).

Nuovi impianti nella collina di Torre dei Nanni. Si intravvede la cantina costruita secondo criteri di eco-sostenibilità (foto del 6 settembre 2013)
E’ nel 2008 che Alberto e Cristina Fiorini acquistano l’azienda (dodici ettari, di cui nove per la produzione di vini D.O.C. Colli Bolognesi e tre a D.O.C. Lambrusco Grasparossa, per un totale di circa 50 mila bottiglie l’anno), trovando esattamente ciò che cercavano: terreni vocati per la produzione di vini dei Colli Bolognesi di qualità, grazie alla loro conformazione geologica ed alla loro esposizione favorevole. Buona presenza di limo e scheletro calcareo e zone con buona presenza di sedimento argilloso, donano, insieme all’esposizione sud-est della tenuta, vini ricchi di freschezza (acidità), sapidità, una buona componente minerale ed il giusto corpo che saputi sposare alle giuste tipologie di vitigno, portano nel bicchiere il succo della terra: il vino.
Insieme ad Alberto Fiorini, camminiamo tra i filari dell’azienda Torre dei Nanni, discendendone le coste collinari dai terreni scuri per la presenza generosa di sedimento argilloso, fiancheggiamo la vecchia vigna di Barbera di circa quarant’anni, particolare clone di questo vitigno, che ha trovato in questa tipologia di terreno, la sua dimora d’elezione, per produrre il vino che noi degusteremo: “La Torre” Colli Bolognesi D.O.C. Lo studio dei terreni, per scegliere il miglior clone di vitigno da piantare é fondamentale, racconta Alberto. Perché “il vino si fà in vigna”, ma la conoscenza dei suoli, per utilizzare le migliori uve in una sorta di “simbiosi” é di certo un’ottima ricetta di qualità. In cantina non resta altro da fare che esaltare ciò che la terra ha regalato.
Alla Torre dei Nanni, questo studio ha portato all’incubazione di un progetto a base Sangiovese. Circa un ettaro con esposizione sud-est, in terreni limo-calcarei (molto simili ai suoli chiantigiani), promettono ad una selezione particolare di Sangiovese, di esprimere un ottimo carattere, anche in una insolita versione Emiliana, che vedrà la luce tra qualche anno. Saliamo la collina di nuovo, camminando sulla terra chiara dei sedimenti di limo e calcare per incontrare il vitigno principe dei Colli Bolognesi. Il Pignoletto. Uva bianca unica, autoctona, che regala un vino inconfondibile a patto che sia coltivata in queste terre, vinificato fermo o frizzante, di cui noi degusteremo il “Gendinella”, Pignoletto D.O.C.G. Colli Bolognesi in purezza, fermo. Continuiamo a passeggiare tra i vigneti con Alberto Fiorini, avvicinandoci ai locali di vinificazione, parlando di Lambrusco Grasparossa. Sono tre gli ettari a questo vitigno, su terreni argillosi, che unendosi ai mosti di Grasparossa coltivati in altre tenute D.O.C., danno vita al “Terre al Sole” Lambrusco Grasparossa di Castelvetro D.O.C.
Entrando nella cantina, sediamo ai tavoli per l’accoglienza e la degustazione dei prodotti, fiancheggiati dalla barricaia, dove affinano parte dei mosti di Merlot e Cabernet-Sauvignon di pregio dell’azienda. Cantina moderna, ancora in fase di costruzione, che prevederà una volta ultimati i lavori, il riempimento dei tini di fermentazione “per caduta” al fine di evitare ulteriore stress ai mosti appena spremuti con tecnica “soffice”. Dai tini partono le varie tecniche di vinificazione, a seconda dei vitigni, con l’unica costante per scelta aziendale, della presa di spuma nei “frizzanti” (Lambrusco e Pignoletto) al momento. Tutto questo per non alterare la qualità dei vini, mi spiega Alberto, perché con la tecnologia a disposizione oggi, si possono tenere i vini base in fase di stand by a bassissima temperatura, per riprendere la rifermentazione solamente su necessità di imbottigliamento, salvaguardando appieno le proprietà dei vini. Politica produttiva che di certo ripaga, considerando la risposta del mercato, soprattutto straniero: da un 40 ad un 45% di prodotto esportato, soprattutto tra Canada e USA, vedendo aperture anche al Sol levante, Cina e Giappone, Alberto vede nei prossimi mesi, un periodo di lavoro intenso, preavvisato già dal positivo Vinitaly 2013, a Verona.
Parlare di vino significa parlare di un territorio e della sua storia – l’ho detto sin dal principio (vedi). Qui alla Torre dei Nanni ho trovato tanta storia ed un grande territorio, capace di regalare grandi vini. Soprattutto ho incontrato un bravo produttore, attento a ciò di cui il territorio ha bisogno, per far sì che questi vini vedano la luce. A cominciare dalla comunicazione. Ecco perché Alberto Fiorini, insieme ad altri produttori (o come li definisce lui Agricoltori Evoluti), modenesi e non, ha cominciato l’avventura del Simposio dei Lambruschi (vedi), di cui é il Presidente. Ma questa storia ha bisogno di un racconto a parte … Ora degustiamo le “storie in bottiglia” dei vigneti della “Torre dei Nanni”.
Colli Bolognesi Pignoletto D.O.C.G.”Gendinella”. Luminoso giallo paglierino con brillanti riflessi verde dorato. Freschezza minerale al naso, con ricordi di frutta bianca croccante e finale di mandorle profumi di erbe come salvia dolce. In bocca é fresco, sapido e piacevolmente minerale, ritornano i profumi trovati al naso e restano piacevolmente presenti al palato. Ideale in serate estive come aperitivo, ma perfetto anche con pesce e, perché no, un piatto di tortellini. Vinifica in acciaio a temperatura controllata.
Lambrusco Grasparossa di Castelvetro D.O.C. “Terre al Sole”. Rubino intenso con riflessi di un viola brillante. Colore denso e profumi vinosi di viola e fiori freschi, ciliegia e chiusura gentilmente erbacea. Spuma vivace ed evanescente, come tipico della tipologia, dona in bocca cremosità e piacevole freschezza. Tannino morbido, acidità gradevole e giusto corpo, stimolano le papille gustative per un nuovo sorso. Perfetto con i piatti della tradizione. Ma il Lambrusco…. va’ sempre bene!
Barbera dei Colli Bolognesi D.O.C “La Torre”. Intenso rosso rubino con riflessi violacei, colore pieno e brillante. Naso ricco di frutti di bosco e prugna, fiori di campo freschi e leggero finale di erbe profumate e menta. Bocca generosa, calda, con una buona mineralità e sapidità. Riconoscibili i sentori olfattivi che accompagnano una tannicità abbastanza morbida. Ottimo con grigliate saporite ed arrosti, ma anche con salumi e piatti tradizionali. Vino che nasce come detto sopra, da un particolare clone di Barbera di quasi quarant’anni.
Non posso far altro che ringraziare l’ospitalità e la disponibilità di Alberto Fiorini, sperando di rincontrarci presto sulle strade del vino!
Simone Balestri
PS L’azienda si trova nella sottozona “terre di Montebudello”, una delle aree più vocate dei Colli Bolognesi. E’ effettuata la vendita diretta in cantina dove è presente una sala di degustazione. E’ possibile, inoltre, visitare l’azienda. Indirizzo: Via Puglie, 4 – 41056 Savignano sul Panaro (MO)
Che bell’articolo!!!! Mi hai fatto venire sete !!!!!
Complimenti per questo articolo, di grande competenza, che dà giusto risalto ad una qualificata azienda vitivinicola che ha scelto il nostro territorio per ampliare la propria, già importante, attività.
Molto interessante, oltre alla costruzione della nuova cantina, sarà l’attuazione del progetto di recupero dei pregevoli fabbricati esistenti.
Alberto e Cristina Fiorini meritano il consolidamento del loro successo imprenditoriale basato sulla loro serietà professionale.
Bravo Simone, bravo Andrea, avete scoperto una preziosa parte del Comune di Savignano, continuate in questa vostra ricerca così da poterci raccontare di altri tesori di questa buona terra.
Grazie mille Sindaco!