Dopo aver aderito al “patto dei sindaci” per l’energia sostenibile e la riduzione dei gas serra (il 29 giugno 2010) e dopo aver approvato in tutta fretta un piano d’azione (PAES) l’anno successivo (era il 21 giugno 2011), il comune di Vignola ha buttato la spugna. E chiuso tutto in un cassetto. Il Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile è evaporato. Già era stato costruito allora in modo approssimativo – come testimonia questo mio scambio di argomenti con l’allora assessore provinciale all’ambiente (ora senatore PD) Stefano Vaccari, coinvolto nella vicenda (vedi). Praticamente nulla di quanto allora era previsto è stato realizzato in questi due anni. Neppure il Piedibus, pura azione simbolica, è mai decollato (vedi). Ed anche gli impegni presi dall’assessore Mauro Scurani a “recuperare” la mancata partecipazione dei cittadini sono stati del tutto disattesi. Insomma, il PAES è l’ennesimo flop dell’amministrazione Denti. Vogliamo davvero insistere?

Il contributo delle azioni previste dal PAES del comune di Vignola al raggiungimento degli obiettivi di riduzione CO2 (elaborazione su dati PAES Vignola)
[1] Approvato dal consiglio comunale di Vignola il 21 giugno 2011 il PAES avrebbe dovuto essere sottoposto a tagliando due anni dopo, nel giugno 2013. Giustamente la metodologia predisposta dai promotori del “Covenant of Mayors” (vedi) prevede che il programma d’azione approvato da ogni comune sia verificato ed aggiornato ogni due anni. Tempo che per il comune di Vignola è già trascorso (giugno 2013) senza che nessuno abbia fatto niente. Il PAES vignolese prevedeva 26 azioni finalizzate a conseguire il famoso obiettivo 20-20-20: riduzione del 20% delle emissioni di gas serra; aumento del 20% della quota di energia da fonti rinnovabili sui consumi finali; riduzione del 20% dei consumi, aumentando il risparmio energetico. Quante di queste azioni sono state realizzate? Occorre introdurre cambiamenti nel programma o nella tabella di marcia? Non è dato sapere. Questo è il primo dato inequivocabile: il primo degli impegni preso, quello di verificare ed eventualmente revisionare il PAES a due anni dalla sua approvazione, è stato disatteso.

Automobili in via A.Plessi. Nessuna iniziativa è stata realizzata in tema di promozione della mobilità sostenibile! (foto del 30 aprile 2011)
[2] Ma c’è dell’altro. Per quello che è dato vedere, degli impegni assunti allora quasi niente è stato realizzato. Di 26 azioni previste dal PAES solo 18 avevano una stima di impatto relativamente ad almeno uno degli obiettivi 20-20-20. Di queste 18 quante sono state effettivamente avviate? Solo 2. Forse 3. Si tratta della sostituzione delle lampade votive al cimitero con lampade led (azione2; costo zero, impatto vicino a zero!) e degli interventi di risparmio energetico nell’edilizia convenzionata e nell’edilizia popolare (azione 5: efficientamento energetico degli alloggi ERP di via Marconi/via dei Cappuccini e realizzazione di alloggi di edilizia convenzionata in classe energetica B a Pratomavore). Una goccia nell’oceano. Le azioni, invece, che danno un grande contributo all’obiettivo finale (e sono, nell’ordine: standard di efficienza energetica nel RUE, 30,3%; aumento efficienza tecnologie trasporto, 17,8%; impianti fotovoltaici e solari su edifici privati, 13,6%; elettrificazione ferrovia & C., 9,9% – quattro azioni garantiscono dunque il 71,6% dell’obiettivo) non hanno visto alcuna realizzazione in questi due anni. Erano azioni dall’esito incerto quando sono state inserite nel PAES, lo sono ancora oggi. L’effettuazione della “revisione” a due anni dall’approvazione del PAES fornirebbe una valutazione certa di quanto realizzato nel primo biennio. In attesa di questo check accontentatevi delle mie valutazioni.

Dieci alloggi Abitcoop in classe energetica B a Pratomavore. Un intervento promosso dall’amministrazione Adani. Ma la quasi totalità degli alloggi vignolesi sono in classe energetica G-F (foto del 22 agosto 2011)
[3] Nel frattempo l’Unione Terre di Castelli ha manifestato la volontà di redigere un PAES di area vasta. Ad oggi nessun documento di progetto è ancora disponibile. Magari il tema, come spesso succede, verrà usato in campagna elettorale per fare un po’ di marketing. Ed il comune di Vignola, magari, proverà a giustificarsi per le inadempienze di questi primi due anni dicendo che nel frattempo l’impegno comunale è stato assorbito dall’impegno dell’Unione. Un modo tipico di fare dell’amministrazione Denti: i problemi si spostano da un tavolo all’altro (dal comune all’Unione) nel tentativo di prendere tempo. Nel frattempo nulla succede. Ad oggi, dunque, si registra solo una delibera della giunta dell’Unione Terre di Castelli (n. 67 del 12 luglio 2012) che impegna alla redazione del PAES i comuni che ancora non l’avevano fatto – utile per richiedere un finanziamento alla Regione per redigere un PAES di Unione (finanziamento poi ottenuto nella misura di 16.000 euro – vedi delibera Giunta Regionale n.2187 del 28 dicembre 2012). Da allora sono passati 8 mesi e nulla si è mosso. Si proseguirà con “azioni simboliche” nell’ottica del marketing elettorale? Plausibile.
[4] Contravvenendo ad una delle regole del “patto dei sindaci” il PAES del comune di Vignola è stato redatto senza alcun coinvolgimento della cittadinanza, delle realtà associative, delle forze sociali ed economiche del territorio. Il patto dei sindaci, invece, nella sua formulazione originaria prevede il coinvolgimento della “società civile” già nella fase di costruzione del piano (dice infatti: “Mobilise the civil society in our geographical areas to take part in developing the Action Plan, outlining the policies and measures needed to implement and achieve the objectives of the Plan”). Questo non è stato fatto nella costruzione del PAES. Ma non è stato fatto neppure nel primo biennio di vigenza (giugno 2011-giugno 2013), anche se l’assessore Mauro Scurani, nel rispondere in commissione consiliare alle critiche sul mancato coinvolgimento della città, si era preso l’impegno di “recuperare” (vedi). Promessa da marinaio – l’ennesima. Nulla è stato fatto su questo fronte. La cui importanza era stata pure richiamata dall’allora assessore provinciale Vaccari: “il coinvolgimento della cittadinanza è previsto dal piano di comunicazione del SEAP e sarà indispensabile per l’implementazione e l’aggiornamento del SEAP” – aveva scritto (vedi). Invece zero assoluto. Come zero è il voto che si merita questa amministrazione sul versante delle politiche ambientali: solo azioni simboliche, nessuna azione concreta significativa. Il PAES lo testimonia nuovamente.

Un impianto di cogenerazione ad olio di colza, simile a quello previsto a Vignola, ma non realizzato.
[5] Che le cose andassero in questo modo era facilmente prevedibile dopo aver letto la bozza del PAES di Vignola. Ed in effetti era stato previsto (vedi). Così come era stato facile giungere alla conclusione che quel PAES era approssimativo, contraddittorio, dagli esiti altamente incerti. Scrivevo a commento nel giugno 2011: “Ma il limite per me più evidente di questo Piano è che non esplicita il rapporto causa-effetto. Non esplicita quali azioni puntuali (o insieme di azioni) l’amministrazione dovrà mettere in campo per ottenere l’obiettivo desiderato (in termini di risparmio energetico e di riduzioni di CO2). Come ricordavo sopra, l’obiettivo di un incremento del 10% degli utenti del TPL (da cui far discendere una riduzione delle emissioni di CO2) risulta dal tuo commento, ma non dal PAES! Quanti mq di tetti fotovoltaici si dovranno realizzare non è indicato. Quante nuove unità abitative dovranno essere realizzate a Vignola perché le nuove norme del RUE producano una riduzione di 8.863 tonnellate annue di emissioni di CO2 al 2020 non è dato saperlo!! Un documento di piano costruito in questo modo è un CATTIVO documento.” C’è bisogno di aggiungere qualcosa?