“Stop al consumo di territorio non compromesso”. Ricordate? E’ quanto dichiarato durante la campagna elettorale per le elezioni comunali del 2009 dall’allora candidato a sindaco, Daria Denti (vedi). Una promessa da marinaio. I documenti del PSC (Piano Strutturale Comunale) appena approvati dalla giunta dell’Unione e dalla giunta del comune di Vignola prevedono invece 189.000 mq di “nuovo territorio rurale urbanizzabile”. Ovvero campagna che potrà essere cementificata e trasformata in città. Nuove case, nuovi palazzi, nuovi capannoni. Come se non ce ne fossero abbastanza già costruiti e inutilizzati, in attesa di essere venduti o affittati. Ma ovviamente nessuno si è preoccupato di fare un censimento dell’invenduto o di quanto si è reso disponibile a seguito della crisi economica.
Quella di consumare ancora territorio agricolo non era affatto una scelta obbligata. Tanto che 2 dei 5 comuni coinvolti dal PSC hanno previsto davvero lo “stop al consumo di territorio non compromesso”. Si tratta di Savignano e Castelvetro. Vignola avrebbe dovuto fare altrettanto. Non solo perché quella era una promessa fatta in campagna elettorale (che pure sarebbe già motivo valido – se si ha rispetto per gli elettori)! Ma anche e soprattutto perché Vignola è già oggi il comune con la più alta densità abitativa di tutta la provincia di Modena: 1.063 abitanti per kmq! Non ha senso spingere per fare crescere ancora la città! Significa aumentare ancora la densità abitativa. Significa far crescere ancora la congestione delle strade. Significa far peggiorare la qualità della vita degli abitanti. Invece il PSC ritiene normale uno scenario che vede gli abitanti di Vignola raggiungere i 28.000 abitanti tra quindici anni. Con una crescita della popolazione che è solo di pochissimo inferiore a quella avvenuta negli ultimi dieci anni, quando c’è stato il più grande boom di “immigrati” della storia vignolese (vedi). E tutto questo per poter dire che servono ancora più case e che dunque un altro pezzo di campagna deve essere cementificato (vedi). La lista di cittadini Vignola Cambia (vedi) non ci sta e invita tutti i vignolesi a dire: basta “mangiare” la campagna con il cemento!
Lista di cittadini Vignola Cambia

Porzione relativa a Vignola della “Carta di assetto del territorio”, uno dei documenti del PSC. Riporta, tra le altre cose, anche il “nuovo territorio rurale urbanizzabile” che per Vignola sono 18,9 ha.
PS Questo testo riproduce con qualche limitato aggiustamento un comunicato della lista di cittadini Vignola Cambia. La posizione di Vignola Cambia e delle altre liste civiche del territorio (Savignano e Spilamberto) è riportata in un comunicato sul PSC redatto a luglio (vedi), quando si conosceva solo la bozza del “Documento strategico” (sic) e una “Relazione di sintesi”. Le valutazioni allora espresse restano tutte confermate anche dopo la pubblicazione dei documenti di piano. Il 29 luglio scorso i documenti di piano sono stati adottati dalla giunta dell’Unione Terre di Castelli ed a settembre prenderà il via la Conferenza di pianificazione.
PPS Nella campagna elettorale per le elezioni comunali del 2009 il tema del “consumo di territorio”, ovvero dell’ulteriore urbanizzazione di Vignola finì al centro dell’attenzione visto che Daria Denti aveva da poco approvato (essendo assessore a Vignola) una delibera di giunta di adozione dei documenti del PSC (versione 2008) che prevedeva ancora “consumo di suolo agricolo” a Vignola (vedi). Seguirono prese di posizione del PD dove si ribadiva l’inversione di rotta e si annunciava solennemente l’impegno allo “stop al consumo di territorio non compromesso” (vedi). Già allora risultava l’incoerenza di chi fino a pochi mesi prima aveva approvato (alzando la mano a favore!) documenti di pianificazione “espansiva” per la città e poi in campagna elettorale dichiarava “basta cemento” (vedi). Oggi questa contraddizione è sotto gli occhi di tutti. Anzi, gli impegni presi allora vengono disattesi. I cittadini presi per il naso.
PPPS I documenti di piano solo pubblicati nel sito web del PSC dell’Unione Terre di Castelli (vedi). Le previsioni relative al “nuovo territorio rurale urbanizzabile” sono contenute nella “Carta di assetto del territorio” aggiornata al luglio 2013, uno dei documenti di piano del PSC. La trovate qui – si tratta di un file pdf da 24,7MB e dunque potrebbe volerci un po’ a scaricarlo (pdf).
Leggendo questo articolo appare sempre più evidente l’incapacità degli attuali amministratori di Vignola ,come di Ferrara a concepire una sviluppo diverso da quello conosciuto negli ultimi 20/30 anni.
Purtroppo il mondo è cambiato, senza che loro se ne siano accorti.
A tutti consiglierei la lettura di un breve saggio, dal titolo :
“Chi ha spostato il mio formaggio ?”
Vorrei sapere come mai l`Impresa Mancini non é stata compresa nella vostra cartina?…..eppure credo faccia parte di Vignola!!!!
Le vicende delle nuove lottizzazioni nell’Impresa Mancini non hanno bisogno del nuovo PSC, visto che i riferimenti normativi sono già tutti compresi nel vigente PRG (adottato nel 1998, quando sindaco era Gino Quartieri). Il relativo Piano Particolareggiato in zona agricola è stato quindi approvato dalla maggioranza PD (con invece voto contrario delle minoranze e astensione di Rubbiani) con delibera consiliare n.43/2010:
Fai clic per accedere a 10CC043.pdf
La cartina riportata è solo un parziale, relativo alla parte centrale del territorio di Vignola (dove il nuovo PSC in corso di definizione prevede che pezzi di campagna siano “urbanizzati”, ovvero cementificati). La carta completa (relativa all’intero territorio dei 5 comuni di Castelnuovo, Castelvetro, Savignano, Spilamberto e Vignola) è contenute nel pdf linkato. Adesso che si mette mano alla pianificazione da qui al 2028 ci si deve attenere con forza al principio: “consumo zero” di territorio! Invece così non è per Vignola! I documenti di piano prevedono che si vada a costruire su una superficie oggi “territorio rurale” pari a 189.000 mq.
Comprendo la precisione del suo articolo, però da profano mi permetto di fare una osservazione.
Io ho sempre votato ma devo ammettere che la politica l`ho sempre seguita passivamente…..però ora mi avete stancato con le vostre risposte.
IL PROBLEMA DA LEI SOLLEVATO E` POLITICO O AMBIENTALE?
– se è politico allora taccio perché l`intervento è più che appropiato.
– se è un intervento di sensibilizzazione ambientale allora non comprendo perché non parlare dell`Impresa Mancini…anche se fosse stata una delibera del 1900 è comunque un dato di fatto che IN QUESTO MOMENTO si sta distruggendo uno dei posti più belli di Vignola. Da completo ignorante credo ci sia ancora modo di intervenire mentre quello che vedo sono solo chiacchere politiche…..le chiacchere che sento da quando sono nato!!!!!
Errare è umano, perseverare è diabolico. Lasceremo alle future generazioni scheletri di cemento da rattoppare, senza che vi siano i soldi per farlo. Si prepara la desolazione abitativa e culturale, i ghetti immigratori chiamati integrazione. Dove è finita la grande Emilia-Romagna di Bulgarelli, Imbeni, Triva, ecc. Cosa ne hanno fatto questi nipoti???
Credo sia necessario una riflessione all’interno del partito pd. Mi auguro che gli organismi dirigenti battano un colpo e voglio sperare che all’interno del gruppo consiliare si apra uno spiraglio di discussione. Qualora non accadesse ogni iscritto dovrà assumersi precise responsabilità.
Paltrinieri, mi sembri sveglio, ma ti manca qualcosa, tipo il coraggio di denunciare l’influenza che ha avuto rubbiani sulla cementificazione di Vignola, a suo personale interesse economico, quartieri era un burattino nelle sue mani, questo è il male da cui deriva tutto, il “sacco” di Vignola…ed evidentemente la denti ne continua la tradizione, occorre spezzare il legame tra faccendieri ed amministrazione pubblica, ovunque…
la presunzione di un giudizio su di una persona pone il giudicante in posizione “superiore”, e non mi sembra il caso .
le parole dogmatiche sul bene e il male non servono a nessuno se non a ripetere vecchi schemi che portano inevitabilmente al ripetersi degli eventi passati
il nuovo invece è la conoscenza , che Paltrinieri prova a sviscerare puntualmente , analizzando ogni singolo problema nel suo aspetto pragmatico , fino al buon senso , e solo in questo modo si cambia , le parole sintetiche ad effetto le conosciamo tutti ma non le diciamo perchè non servono a nulla .
Ciao Carlo, in effetti forse sono sveglio, ma proprio per questo scrivo solo di cose di cui conosco. Se hai cose interessanti da raccontare sull’edilizia a Vignola e sui suoi protagonisti (citi Francesco Rubbiani, uno dei numerosi titolari di agenzia immobiliare e pure ex-amministratore cittadino – ma bisogna risalire al periodo tra gli anni ’80 e ’90, e Gino Quartieri, sindaco a Vignola dal 1987 al 1999) io le pubblico volentieri.
Rispondo qui a Stefano Salsi. Ciao Stefano, nel post commento uno degli aspetti del nuovo PSC in fase di definizione. Ce ne sono molti altri che meriterebbero critiche altrettanto severe ed in effetti in parte tali critiche sono già state formulate, mentre per altri aspetti si inizia solo ora. I dociumenti di pianificazione sembrano lontani dalla realtà e dalla vita delle persone, ma non è così. Sono solo più difficili da analizzare e da cogliere nelle loro conseguenze. Se oggi c’è un cantiere in corso nei terreni dell’Impresa Mancini è perché in passato, in uno di questi atti generali di pianificazione, è stata prevista questa possibilità. Gli effetti si manifestano oggi, nel 2013, ma la decisione originaria risale al 1998, quando il vigente PRG (Piano Regolatore Generale) fu adottato. Sindaco era Gino Quartieri. Assessore all’urbanistica era Mauro Scurani. Lo stesso che sul Carlino di ieri scarica la responsabilità sull’amministrazione Adani. A Scurani, in realtà, andrebbe ricordato che lui stesso porta pesanti responsabilità per il PRG del 1998 (appunto, era assessore all’urbanistica). Questo per quanto riguarda la storia della vicenda che, come spesso succede, vede responsabilità distribuite su diverse amministrazioni: prima l’amministrazione Quartieri (con Scurani assessore all’urbanistica) che predispone e poi adotta l’attuale PRG; quindi l’amministrazione Adani che l’ha approvato, ha fatto una variante ex-art.15 ed ha autorizzato la presentazione del Piano Particolareggiato nell’Impresa Mancini (come peraltro consentito dal PRG); infine l’amministrazione Denti che ha approvato il Piano Particolareggiato, consentendo l’avvio del cantiere. In ciascuno di questi passaggi si poteva fare diversamente – certo cosa non facile, né priva di incertezze. Ma nessuno può dire: “non c’era alternativa”. Perché così non è. Ricostruire l’esatta catena delle responsabilità è importante per diversi motivi. E’ importante non arrivare subito alla conclusione che si tratta solo di chiacchiere. Anche perché è dalla precisa comprensione di tutto il percorso che si può capire se esiste davvero “un modo per intervenire” – come tu ritieni possibile o auspichi. Non ho competenze per fare previsioni in merito. Ma di certo condivido la tua valutazione sulla profonda ferita che un intervento del genere comporta per una delle zone agricole più belle di Vignola. Purtroppo Vignola è stato per lungo tempo uno dei comuni con le minori tutele per le aree agricole, cosa che ha portato, sia sulle colline, che nelle basse di Vignola, a numerosi interventi di “cementificazione”, a “villettopoli” in campagna. Oggi questo è certificato da una relazione predisposta dal responsabile del settore Urbanistica del comune di Vignola, a seguito di una mozione presentata dalla lista di cittadini Vignola Cambia. La trovi qui.
https://amarevignola.wordpress.com/2011/03/20/villettopoli-nella-campagna-modenese-una-relazione-ufficiale-su-cosa-e-successo-nel-periodo-1998-2010/
Essa descrive puntualmente cosa è successo e quali effetti devastanti le norme sull’edilizia in zona agricola hanno avuto sul territorio vignolese. Nessuna consolazione! Ma un insegnamento importante: se non ci sono cittadini che vigilano sull’adozione degli atti generali di pianificazione territoriale (materia alquanto complessa) non è imporobabile che gli interessi materiali in campo producano uno scempio del territorio e del paesaggio.
Per ultimo: il problema sollevato è politico nel senso che è di fondamentale importanza presidiare e controllare i processi decisionali che portano a tali decisioni di distruzione o erosione di quel “bene comune” che è il territorio ed il paesaggio. Ed è ambiantale perché, come giustamente dici tu, anche se le decisioni fossero state assunte nel 1900 è oggi che si realizza questo ulteriore scempio del territorio. Ci vuole la capacità di tenere assieme le due cose. E mentre ci si mobilita per cercare di contrastare questo ulteriore scempio della campagna si deve anche “perdere tempo” con i documenti del nuovo PSC perché non consentano oggi altri (magari diversi) scempi del territorio e del paesaggio nei prossimi 15-20 anni.